        La tribuna di fronte ai box del Mugello si &egrave; letteralmente riempita con la cerimonia del ritiro del numero 46 dalla MotoGP. Quel numero giallo e inconfondibile che negli ultimi 26 anni ha rappresentato solo ed esclusivamente il pilota Valentino Rossi nel Mondiale a due ruote e che per l&rsquo;occasione &egrave; tornato nel paddock. Con il ceo di Dorna Carmelo Ezpeleta e Jorge Viegas, il presidente della FIM, il Dottore ha ritirato il numero applaudito e osannato dai tifosi accorsi principalmente per lui, con magliette, cappellini e bandiere gialli. Esclusiva Mugello: Andrea Dovizioso scrive per noi Grandi emozioni per Valentino Rossi al Mugello  &ldquo;&Egrave; una sensazioni mista&rdquo; ha commentato Rossi, per poi spiegare meglio: &ldquo;Da una parte &egrave; molto triste perch&eacute; ho smesso e perch&eacute; il 46 &egrave; stato ritirato. Non ci sar&agrave; pi&ugrave; in griglia di partenza. Dall'altra parte per&ograve; &egrave; emozionante, &egrave; stata una lunga storia, una carriera indimenticabile piena di grandi momenti . Sono molto orgoglioso di questo e oggi &egrave; stato bello qui al Mugello&rdquo;. La cornice scelta &egrave; stata decisamente quella ideale: &ldquo;&Egrave; un posto speciale il Gran Premio di aasa. Il 46 per me rappresenta molto perch&eacute; &egrave; stato il numero di mio padre Graziano quando ha chiuso terzo nel campionato della 250 (era il 1979, ndr)&rdquo;.  Il tricolore italiano molto presente in MotoGP  La storia poi l&rsquo;ha continuata lui, con nove titoli mondiali: &ldquo;Sono molto felice perch&eacute; non &egrave; solo un numero, &egrave; un simbolo nelle corse di moto. Purtroppo le cose belle finiscono, ma c'&egrave; tanta Italia in questa MotoGP&rdquo;. Questo &egrave; innegabile e i risultati parlano chiaro: &ldquo;Ci sono sia moto italiane, Aprilia e Ducati, molto competitive. Sia anche molti piloti italiani: con Bastianini che ha vinto tanto, ma anche altri piloti della mia VR46 Riders Academy. Pecco (Bagnaia) &egrave; molto forte, ma questo weekend anche Luca (Marini) e Bez (Marco Bezzecchi) sono veloci. Abbiamo Franco Morbidelli, e anche giovani piloti forti. Possiamo stare tranquilli per il futuro&rdquo;. Nella veste del Maestro per i suoi "allievi"  Del resto lui questo obiettivo non lo perde di vista, nonostante abbia appeso il casco al chiodo con le moto: &ldquo;Tutti i giorni sono a lavorare con i piloti dell&rsquo;Academy, l'Italia rimarr&agrave; protagonista in MotoGP anche nei prossimi anni&rdquo;.Tornando a lui, che si &egrave; fatto rivedere in pista per la seconda volta dopo il suo ritiro l'anno scorso, ha commentato: "Certamente mi manca il Mondiale, &egrave; stata la mia vita per 26 anni, sono felice, non mi manca molto. E' stata una carriera anche molto lunga e stressante. Ora sono pi&ugrave; rilassato ed &egrave; stato il momento giusto per ritirarmi&rdquo;. MotoGP MUgello, come e quando vedere il GP Italia: diretta TV e streaming       

Sul traguardo del Mugello il pesarese ha partecipato alla cerimonia in suo onore e ha poi parlato della sua nuova vita, commentando l&rsquo;odierna MotoGP

GP Italia, ritirato il 46. Valentino Rossi: “È un simbolo nelle corse”

Il Dottore è tornato al Mugello per ritirare il suo iconico numero 46 dalla griglia di partenza del Mondiale. Ecco le immagini dell'evento 

Valentino Rossi: le foto della cerimonia del ritiro del 46

        Prima o poi quel momento arriva per un pilota entrato nella storia della MotoGP. Stiamo parlando ovviamente del ritiro del numero di gara. E il momento sta per arrivare anche per Valentino Rossi, in un contesto veramente speciale ovvero il Gran Premio d&rsquo;Italia al Mugello, pista sulla quale ha trionfato 9 volte. Accanto al 65 di Capirossi ed il 58 del compianto Marco Simoncelli, da sabato 28 maggio ci sar&agrave; anche il 46 di Valentino Rossi. Da quel giorno, infatti, nessuno potr&agrave; pi&ugrave; usare quel numero tanto caro alla famiglia Rossi.&nbsp; La cerimonia del ritiro  La notizia &egrave; arrivata da Sky Sport durante le qualifiche del Gran Premio di Francia. Sabato 28 maggio prima delle qualifiche, sul rettilineo di partenza del Mugello alla presenza di Valentino avverr&agrave; la cerimonia di ritiro del 46, che andr&agrave; a far compagnia a tutti gli altri numeri ritirati negli anni passati.         

Sabato 28 maggio, alla presenza del Dottore si svolger&agrave; la cerimonia ufficiale di ritiro. Da quel giorno nessuno nel Motomondiale potr&agrave; pi&ugrave; usare il 46

MotoGP: “46” per sempre, il numero di Valentino Rossi ritirato al Mugello

        Pur non essendo stato ufficialmente ritirato dalla Dorna, difficilmente rivedremo il numero 46 nel Motomondiale. Al momento sono otto i numeri accantonati: il primo della serie fu, nel 1995, l&rsquo;iconico 34 di Kevin Schwantz, a cui si aggiunsero negli anni Dieci del Terzo Millennio il 74 di Daijiro Kato, il 48 di Shoya Tomizawa, il 58 di Marco Simoncelli e il 65 di Loris Capirossi. Nell&rsquo;ultimo lustro analogo tributo &egrave; stato riservato al 39 di Luis Salom, al 69 di Nicky Hayden e, lo scorso giugno, al 50 di Jason Dupasquier. Quella (s)volta che: Adam Raga, l'altra stella del Trial Il 46 di Goddard  Prima di Valentino l&rsquo;ultimo a impiegare il numero 46 era stato Peter Goddard al GP Australia 1993 della 500, disputato da wild card in sella Suzuki RGV 500 del Team Lucky Strike. Nono in qualifica, l&rsquo;australiano non raccolse nemmeno un punto: l&rsquo;anno precedente, con il 21 sul cupolino, ne aveva totalizzati 18 con la Roc-Yamaha, conquistando un memorabile quinto posto a Donington, anche se a un minuto e quattro secondi dal vincitore, il connazionale Wayne Gardner. Goddard si serv&igrave; del 46 pure nel 1991 con la Yamaha 500 del Team Hayashi, ma anche in quell&rsquo;occasione corse una sola volta, in Giappone, conquistando un punto: giunse infatti 15&deg; a 1&rsquo;23&rdquo; da Schwantz ma precedendo sette colleghi. Ai tempi non tutti i privati avevano una numerazione fissa: per esempio Simon Buckmaster si barcamen&ograve; tra il 36, 37 e 39 e Hans Becker tra 35, 36, 38 e 40. Cos&igrave; in occasione della terza gara stagionale, il GP Usa, il 46 pass&ograve; a Robbie Petersen, schierato dal Team Roberts assieme all&rsquo;altra wild card Rich Oliver che si prese il 97, e agli ufficiali Wayne Rainey e John Kocinski. Dei tre compagni di squadra al traguardo (Kocinski pat&igrave; un high side al settimo giro) Petersen fu il peggiore ma nonostante il doppiaggio subito dal campione in carica giunse 12&deg; e quindi conquist&ograve; quattro punti, i suoi soli nel Mondiale. Da Molenaar a Biaggi  Chi invece nel 1991 esib&igrave; il 46 per l&rsquo;intera stagione fu Arie Molenaar in 125: con la Honda del Team Sharp Samson l&rsquo;olandese disput&ograve; 12 dei 15 GP ma prese punti soltanto nel GP Gran Bretagna, chiuso all&rsquo;11&deg; posto, e al GP Malesia, terminato al 14&deg; posto, entrambi con oltre 45 secondi di distacco da Capirossi. Con i sette punti guadagnati chiuse la stagione al 30&deg; posto e cos&igrave; l&rsquo;anno seguente pass&ograve; al numero 30. Pur guidando un&rsquo;Aprilia, nel Mondiale 1992 non riusc&igrave; per&ograve; mai ad andare in zona punti perch&eacute; proprio quell&rsquo;anno fu deciso di attribuirli soltanto ai primi dieci classificati. Sempre nel 1991, nella quarto di litro il 46 pass&ograve; pi&ugrave; volte di mano. A Le Mans e Donington fu attribuito al britannico Kevin Mitchell (Yamaha) che per&ograve; non incass&ograve; alcun punto. Al GP San Marino, insolitamente disputato al Mugello, il 46 fu invece assegnato a un pilota che, sportivamente parlando, l&rsquo;avrebbe odiato per almeno un decennio. Gi&agrave;, proprio lui, Max Biaggi, che quell&rsquo;anno riusc&igrave; a correre soltanto quattro gare essendo impegnato nel campionato continentale della 250, sempre con l&rsquo;Aprilia: il romano si aggiudic&ograve; il titolo europeo con nove lunghezze di vantaggio sullo svizzero Eskil Suter. Nel Mondiale debutt&ograve; con il 60, poi scese al 58 e infine prese il 46, sempre con le insegne del Team Italia. E proprio con il 46 si piazz&ograve; al 12&deg; posto nel GP sulle colline toscane, a 43 secondi da Luca Cadalora. Serve invece tornare al 1986 per trovare un pilota sul podio nel Mondiale con il 46 prima che Rossi lo facesse diventare un feticcio: teatro il GP Francia della 250, dove tra le wild card c&rsquo;era anche Etienne Quartararo, pap&agrave; di Fabio. A Le Castellet, Dominique Sarron giunse terzo con la Honda NSR 250 a cinque secondi da Carlos Lavado. Due settimane dopo, quando trionf&ograve; a Silvestone, il transalpino era passato al 31. Sempre nel GP Francia della 250, ma del 1982 a Nogaro, Jeffrey Sayle chiuse terzo con il 46 a soli 76 centesimi dal vincitore, Jean-Louis Tournadre. Incredibilmente l&rsquo;ultimo a conquistare un GP con il 46 prima di Valentino era stato il padre Graziano al GP Jugoslavia 1979 della 250 a Rijeka. Quell&rsquo;anno Rossi senior trionf&ograve; anche ad Assen con il 44 e in Svezia con il 47. Quella (s)volta che: &egrave; nato il Parco Ubbiali       

Il numero di Valentino Rossi accompagn&ograve; diversi piloti prima del pesarese, compresi pap&agrave; Graziano e persino... Biaggi

Quella (s)volta che: quando il 46 non era un simbolo

        Da Creatiwa Studio societ&agrave; editoriale, con licenza ufficiale ed in collaborazione con VR|46 Racing Apparel, arriva &ldquo;Da Zero a 46&rdquo;, la storia del &ldquo;Dottore&rdquo; visionata e vissuta ad un maggiore livello sensoriale, un album futuristico da custodire per rivivere la leggendaria del carriera del 9 volte iridato. Un progetto all'avanguardia grazie alla tecnologia MoreGlobe, piattaforma dedicata alla realt&agrave; aumentata. Attraverso l'utilizzo dell'app MoreGlobe, scaricabile per Android e iOS, baster&agrave; inquadrare con il proprio smartphone le immagini contrassegnate dall&rsquo;apposito logo per visualizzare video, interviste o ricostruzioni 3D relative all&rsquo;argomento trattato dalla card.  Titoli, vittorie, sorpassi e molto altro   All'interno dell'album dedicato al campione di Tavullia sono presenti sezioni dedicate alle vittorie, ai titoli mondiali, moto, caschi, esultanze, sorpasso e contenuti del Ranch di Valentino Rossi, con una parte dedicata anche alle 4 ruote. Secondo gli ideatori del progetto proprio il capitolo sui sorpassi sar&agrave; elettrizzante con la realt&agrave; aumentata: "Il capitolo che appassiona di pi&ugrave; &egrave; senz&rsquo;altro quello dei sorpassi, sono tutti mappati in realt&agrave; aumentata, da quello fatto con la 125 nel 1996 a Brno su Aspar Martinez, a quello leggendario su Stoner al &ldquo;Cavatappi&rdquo; di Laguna Seca del 2008&rdquo;. L&rsquo;album e? caratterizzato da una copertina soft-touch da 220 gr e pagine interne da 170 gr, 116 pagine, 18 capitoli, 165 card plastificate, 61 contenuti in Realt&agrave; Aumentata, 9 modelli 3D. L'album &egrave; acquistabile direttamente dal sito www.dazeroa46.it nella sezione e-commerce. Successivamente sar&agrave; annunciata un&rsquo;edizione a fascicoli. A gennaio tornano i caschi d'oro di Motosprint &nbsp;        

La carriera di Valentino Rossi visibile in realt&agrave; aumentata grazie ad un album innovativo: 116 pagine, 18 capitoli, 165 card, 61 contenuti e 9 modelli 3D. Tutto grazie alla tecnologia MoreGlobe. &nbsp;

Da Zero a 46: la storia di Valentino Rossi come non l'avete mai vista

Celestino Vietti Ramus è vicino all’ennesimo passaggio chiave della sua carriera, l’approdo in Moto2 con i colori di sempre: lo Sky Racing Team  VR46.  "Non sarà facile, ci sono tanti accorgimenti di cui tener conto rispetto alla Moto3, ma anche tanta potenza e velocità da gestire. L’obiettivo? Riuscire a ottenere qualche buon piazzamento, ma senza fretta", annuncia Vietti (di Fiammetta La Guidara)

Moto2: la moto per il debutto di Celestino Vietti

Quarto in Campionato nel 2020 con 184 punti, Marco Bezzecchi è tra i più attesi del 2021, con due vittorie e altri 5 podi alle spalle. "Con tanto lavoro possiamo fare uno step in avanti rispetto allo scorso anno, diventare più costanti ed essere nel gruppo dei più forti in ogni GP", promette il Bez, che oggi ha svelato la livrea della sua moto per la stagione 2021 (FLG)

Moto2: l'arma vincente di Marco Bezzecchi

E&#39; stato additato pi&ugrave; volte per essere ormai &ldquo;troppo vecchio&rdquo; per continuare a gareggiare in Motogp, ma Valentino Rossi nell&#39;ultima intervista fatta a Speedweek, ha dichiarato di non aver nessuna intenzione di lasciare la sella dell&#39;M1, nonostante quest&#39;anno non gli abbia regalato troppe emozioni positive.  TREND NEGATIVO &ndash; Speedweek.com fa notare come Valentino nel 2018 non abbia vinto, per la prima volta nella sua carriera, nessuna gara, e che la sua ultima vittoria risalga ad Assen del 2017. In pi&ugrave;, questo trand negativo &egrave; aggravato dal fatto che dal Gp del Sachsenring di met&agrave; luglio 2018 Dottor Rossi non sia pi&ugrave; salito sul podio.  Una tragedia? Certo che no! I vari problemi che nell&#39;ultimo campionato ha avuto la Yamaha sono ormai evidenti a tutti, e Valentino, nonostante abbia tutte le intenzioni di recuperare questo gap, ne &egrave; consapevole, anzi, il suo obiettivo resta comunque il decimo titolo, ma non solo.  OLTRE AL TITOLO C&#39;E&#39; DI PIU&#39; &ndash; Vale, che il 16 febbraio 2019 compir&agrave; 40 anni, probabilmente non sente pi&ugrave; le pressioni di una volta e in tutta tranquillit&agrave; dichiara:&rdquo;ho firmato un nuovo contratto biennale per il 2019 e il 2020 e non ho ancora deciso se questo sar&agrave; il mio ultimo contratto da pilota o meno. Voglio affrontare la mia prossima decisione quando sar&agrave; il momento.&rdquo;  Il nove volte iridato parla poi del decimo titolo:&rdquo;questi sono solo numeri che non contano davvero. Penso che, in realt&agrave;, continuerei anche dopo essere diventato dieci volte campione del mondo. Certo, un altro titolo mondiale mi renderebbe felice, ma guido prima di tutto perch&eacute; mi diverto a farlo e perch&eacute; voglio vincere delle gare. &quot;  PAROLA D&#39;ORDINE &ldquo;SVILUPPO&rdquo; - Speedweek.com conclude poi l&#39;intervista lanciando una provocazione a Rossi e chiedendogli se, con degli avversari come la Honda e la Ducati, lui e la Yamaha abbiano veramente la possibilit&agrave; di vincere un campionato:&rdquo;dobbiamo continuare a sviluppare e lavorare diligentemente per essere competitivi su tutte le piste. &ndash; risponde Valentino - Ecco perch&eacute; i test invernali sono cos&igrave; importanti. Negli ultimi due anni i nostri avversari sono stati migliori di noi, anche la Suzuki ci ha superato.&rdquo; 

Il Dottore punta al decimo titolo e non solo: &quot;Guido prima di tutto perch&egrave; mi diverto&quot;

Rossi non molla: &rdquo;Potrei continuare anche dopo il 2020&quot;

Il Ranch di Tavullia, capitanato da Valentino Rossi, apre le porte a due piloti d&#39;eccezione. Direttamente dall&#39;America, Jackson Blackmon e Cory Ventura voleranno fino a Tavullia per partecipare al&nbsp;Yamaha Master Camp VR 46, la scuola dedicata alle giovani promesse delle due ruote, che come ormai da tradizione si svolger&agrave; nel mese di luglio. Un&#39;occasione davvero unica per i due riders, ma di grande vanto anche per Yamaha, che riporter&agrave; in Italia, dopo molto tempo, due talenti americani di spicco. Entrambi, Jackson di sedici anni e Cory di quindici, attualmente stanno gareggiando nel MotoAmerica Junior Cup e a luglio avranno l&#39;onore di diventare gli allievi del Dottore insieme ai gi&agrave; presenti piloti ed istruttori della VR46 Academy.  UN&#39;ESPERIENZA DA SOGNO &ndash; Jackson Blackmon realizzer&agrave; quindi il sogno di moltissimi piloti partecipando alla scuola di Valentino e subito dopo la gara di Austin, dove &egrave; stata data la notizia della partecipazione dei due nuovi studenti, il sedicenne ha dichiarato: &rdquo;sono molto entusiasta per questa opportunit&agrave;. Il mio ringraziamento a Yamaha e a Valentino &egrave; grandissimo. Sar&agrave; una occasione unica per vivere un&#39; esperienza importante nella mia carriera da pilota e imparare da uno dei pi&ugrave; grandi di tutti i tempi. Non lo dimenticher&ograve; mai&rdquo;.  Dello stesso parere anche Cory Ventura: &ldquo;sono molto emozionato&nbsp;- ha detto - Viaggiare in Italia e fare parte del Master Camp di Valentino Rossi sar&agrave; una cosa unica. &Egrave; sempre stato il mio sogno&rdquo;. 

In occasione del&nbsp;Yamaha Master Camp VR46, due giovani piloti americani parteciperanno alla scuola del Dottor Rossi

Due talenti americani al Ranch di Tavullia

        Dopo Nicol&ograve; Bulega il nuovo campione del mondo della Moto3 Junior &egrave; ancora una volta un italiano: si chiama Dennis Foggia. Lo aveva promesso che avrebbe puntato al titolo (leggi qui) ed &egrave; riuscito a centrare gli obiettivi.  Adesso  la missione &egrave; compiuta: sul circuito di Aragon Dennis Foggia ha  conquistato il CEV Moto3 con una gara d'anticipo, grazie ad un secondo  posto. Jaume Masi&agrave; ha agguantato la sua prima vittoria della stagione,  ma con il secondo posto Foggia ha conquistato matematicamente il  mondiale.&nbsp; LA STAGIONE - Il ruolino di marcia di Dennis &egrave; stato trionfale: il romano ha iniziato con un quarto posto ad Albacete, ma nel secondo  appuntamento a Le Mans ha gi&agrave; conquistato il secondo gradino del podio.  Dopo un ottavo posto in gara1 a Barcellona, ha replicato il secondo  posto in gara2. La prima vittoria &egrave; arrivata a Valencia in gara1 e nella  seconda frazione il pilota del VR46 ha confermato di essere il pi&ugrave;  veloce. La terza vittoria della stagione &egrave; arrivata subito dopo, sul  circuito dell'Estoril. A Jerez Dennis ha messo a segno un secondo posto e  l'unico "zero" della stagione. E poi la seconda posizione al Motorland di Aragon questo weekend, a suggellare un'annata straordinaria, che a una gara dal termine lo  vede con 70 punti di vantaggio sul primo dei suoi inseguitori: lo  spagnolo Jeremy Alcoba. Ancora una gara del CEV attende Dennis  Foggia: l'ultima della stagione. E poi dal prossimo anno i suoi rivali  saranno quelli che finora ha visto sempre in TV nel Motomondiale: tutti  quelli della Moto3.       

Il pilota del Team VR46 ha conquistato il titolo della Moto3 junior con una gara d'anticipo. L'anno prossimo approder&agrave; nel Mondiale

Dennis Foggia vince il "mondialino"

        Nel mondiale di Moto3 ha gi&agrave; debuttato, ma adesso Dennis Foggia &egrave; concentrato su un altro progetto: quello di conquistare il titolo del CEV, il campionato spagnolo che di fatto &egrave; ormai un "mondialino". L'anno prossimo, per&ograve;, sostituir&agrave; Migno nella classe cadetta del Motomondiale. "Ho debuttato a Brno con una moto e un team che non erano i miei. &Egrave; stato  molto emozionate ma non ho saputo, da subito, sfruttare la situazione  perch&eacute; era tutto un po&rsquo; diverso da come ero abituato", ha dichiarato Dennis Foggia, romano, classe 2001, portacolori dello Junior Team VR46 di Valentino Rossi. "In gara ho dato il  massimo andando a crescere giro dopo giro. Erano condizioni di bagnato e  sono molto contento di aver portato a termine la corsa prendendo punti  al mio esordio nel MotoGP&trade;, questo senza fare errori&rdquo;. &Egrave; una delle promesse sportive di casa nostra e l&rsquo;ottima gavetta in  Spagna unita alle brillanti prestazioni nelle competizioni iridate gli  ha aperto la strada per un contratto a tempo pieno in Moto3. IL CONFRONTO - "Le moto sono un po&rsquo; pi&ugrave; competitive e vanno molto pi&ugrave; forte, i tempi sono molto pi&ugrave; veloci, come le manovre&rdquo;, spiega Foggia mettendo a raffronto le Moto3 con le moto che guida nel CEV. Foggia ha corso anche nella Moto3 ad Aragon. &ldquo;&Egrave; stata una grande prova, sono partito in quinta posizione, poi sono  sfilato terzo. Ho visto che gli avversari prendevano subito feeling;  sono riuscito a superare e attaccare. Purtroppo in rettilineo perdevo un  pochettino e non riuscivo a guadagnare posizioni, dovevo mettere in  crisi la moto sia in curva sia in staccata per superare. Per&ograve; &egrave; stata  una grande esperienza anche perch&eacute; sono arrivato a sei, sette decimi  dalla testa&rdquo;, spiega Foggia. IL FUTURO - L'anno prossimo Dennis Foggia correr&agrave; nello Sky Team. "Sar&agrave; prima di tutto emozionante e sicuramente avr&ograve; molti stimoli  dato che sar&agrave; il mio primo anno di campionati del mondo", spiega Foggia in un'intervista a MotoGP.com. "Vengo dal CEV,  dovr&ograve; imparare molto e apprendere da un team che ha molta esperienza. &Egrave;  una scuderia altamente competitiva e sicuramente l&rsquo;anno anno possiamo  divertirci e fare molto bene&rdquo;. THE ROCKET - Veloce e determinato, Dennis Foggia si &egrave; guadagnato un appellativo importante. &ldquo;Prima mi chiamavano &lsquo;Missiletto&rsquo; perch&eacute; ero piccolino, correvo in  minimoto, ero molto rapido, sempre l&igrave; davanti, staccavo forte ed ero  molto veloce nelle curve", racconta Foggia. "Poi, quando mi ha iniziato a seguire un  meccanico in pre-Moto3 molto bravo in inglese, questi ha evoluto il  nome. Diciamo che suona meglio: &lsquo;The Rocket&rsquo; &egrave; pi&ugrave; carino. A SCUOLA DA VALENTINO - "&Egrave; sempre stato Valentino da quando avevo sei anni. Mi ricordo le sue gare, le vedevo in televisione con mio pap&agrave;&rdquo;, ricorda Dennis, che adesso con Rossi si allena spesso. "Valentino ti mette a tuo agio e ti fa stare tranquillo. Alla fine &egrave; come  se fosse un tuo amico. Quando ci parli &egrave; come se ti conoscesse da tanto  tempo. Lui ci sa fare con le persone, &egrave; molto bravo a dialogare.  Diciamo che per noi della Academy &egrave; come se fosse un fratello pi&ugrave;  grande&rdquo;.       

"Valentino ti mette a tuo agio, alla fine &egrave; come se fosse un fratello pi&ugrave; grande", dice Dennis Foggia, portacolori dello Junior Team VR46 e leader del campionato spagnolo

Moto3, Dennis Foggia: "Vinco il CEV e arrivo..."

Francesco "Pecco" Bagnaia, l&rsquo;anno prossimo correrai in Moto3 con il team Aspar e la Mahindra. &Egrave; un bel cambiamento.  "Mi si era presentata una eccellente opportunit&agrave; e non me la sono lasciata sfuggire. &Egrave; una squadra che ha vinto un mucchio di titoli, uno dei riferimenti del Mondiale".  Dalla Casa arriver&agrave; un supporto significativo? "Naturalmente! Siamo i primi a ricevere nuove parti dalla Mahindra, la Casa &egrave; sempre attenta alle nostre richieste, siamo stati i primi a provare il nuovo motore. Essere pilota ufficiale &egrave; la chiave per migliorare velocemente".  Qual &egrave; la prima impressione dopo avere guidato la moto? "Mi ci sono trovato bene dall&rsquo;inizio. Curva molto pi&ugrave; velocemente di quella dello scorso anno. Puoi frenare molto tardi ed &egrave; facile da guidare, si addice al mio stile. Il telaio &egrave; uno dei migliori che ho mai avuto, ha un margine di errore pi&ugrave; alto di qualunque altra moto. Quanto al motore, a Jerez e a Valencia abbiamo provato il vecchio e ci &egrave; piaciuto molto, a Cartagena abbiamo montato il nuovo e si &egrave; dimostrato veloce e affidabile. Sono convinto che faremo grandi cose".  C&rsquo;&egrave; tutto quel che serve per puntare in alto... "L&rsquo;obiettivo &egrave; essere regolarmente tra i primi, quello che non sono riuscito a fare nella passata stagione. Il team e la moto hanno un grande potenziale, spero di essere alla loro altezza. Dobbiamo continuare a lavorare duramente nell&rsquo;inverno per presentarci preparati alla prima gara, iniziare forte &egrave; essenziale".  Ma ora c&rsquo;&egrave; la pausa invernale. Come la sfrutterai? "Allenandomi, soprattutto. Passer&ograve; un po&rsquo; di tempo in relax con gli altri piloti della VR46 Academy ma l&rsquo;obiettivo &egrave; allenarmi il pi&ugrave; possibile ed essere in forma per i test a primavera".  Dario Ballardini  Questa intervista &egrave; stata pubblicata sul numero 50 di Motosprint  &nbsp;  

L&rsquo;ex pilota del team di Rossi in Moto3  pronto per la nuova sfida  

Bagnaia: la mia nuova avventura in Mahindra

46', singolo d&rsquo;esordio di Salvatore Cimieri

Valentino Rossi &egrave; di nuovo al top dopo l&rsquo;ottimo secondo posto nella gara d&rsquo;esordio del Motomondiale 2014 in Qatar. Roma. Il pluricampione &egrave; testimonial di Opel Adam e padrino specialissimo della&nbsp;VR|46 Limited Edition.&nbsp;Una versione sulla quale il Dottore ha dato libero sfogo alla sua fantasia e personalizzare la vivace tre porte, facendosi &ldquo;guidare&rdquo; dai suoi gusti e passioni.  Rispetto alla versione normale la Adam&nbsp;VR|46 Limited Edition&nbsp;presenta elementi distintivi come la finitura del tetto, disponibile a scelta tra nero carbon, nero opaco e grigio opaco, che abbinate a quattro colori degli esterni &ndash; nero metallizzato, giallo, rosso e bianco &ndash; permettono di comporre &nbsp;12 look diversi. A completare la livrea, il logo VR|46 &ndash; rigorosamente nel colore di Valentino: giallo fluo &ndash; &nbsp;sui montanti e sul battitacco nero lucido. Ovviamente si pu&agrave;&nbsp;rendere ancora pi&ugrave; speciale la personalizzazione attingendo alla &nbsp;lista di accessori disponibili.  &ldquo;Opel ADAM mi ha convinto subito: e non solo per le linee, gli accessori, la tecnologia. Trovo davvero divertente la possibilit&agrave; di poterla personalizzare con mille varianti, ho provato tante combinazioni diverse: non so quante siano, ma di sicuro abbastanza da potersi togliere qualche soddisfazione&rdquo; &ndash; ha commentato Valentino.

Dodici look ispirato allo stile del Dottore

14 risultati per '46'