        A pochi giorni di distanza dall'appuntamento di Chalon-sur-Sa&ocirc;ne, i piloti del mondiale X-Trial sono tornati in azione per il terzo round stagionale della serie indoor, svoltosi nuovamente in Francia, a Nizza. Tanto per cambiare, a conquistare il gradino pi&ugrave; alto del podio &egrave; stato un insaziabile Toni Bou, ancora a punteggio pieno nella serie e con il diciottesimo titolo della specialit&agrave; (nonch&eacute; il 35esimo in carriera) nel mirino. SSP300: Ieraci a podio, ma italiani poco fortunati nel round di Barcellona Podio tutto spagnolo, Grattarola 7&deg;  Detto dell'ormai imbattibile portacolori HRC, questo secondo appuntamento consecutivo nella terra d'oltralpe ha sorriso ai colori spagnoli, i quali hanno monopolizzato il podio. Alle spalle di Bou hanno infatti chiuso Jaime Busto con la GASGAS del team ufficiale ed il secondo pilota HRC, Gabriel Marcelli, rispettivamente secondo e terzo al termine della finale. Oltre a quelle di Bou e Marcelli, il marchio Montesa ha piazzato anche una terza moto nelle prime quattro posizioni grazie alla buona prestazione di Toby Martin, mentre a chiudere la Top 5 troviamo il padrone di casa Beonit Bincaz, il quale ha vinto il derby interno del team ufficiale Sherco battendo Adam Raga. Presente anche l'Italia con Matteo Grattarola, alfiere del team Beta Factory Racing, il quale ha terminato la corsa in settima piazza, che occupa anche nella classifica di campionato e che cercher&agrave; di migliorare nel prossimo round in programma la prossima settimana in Svizzera. SSP, Manzi quasi perfetto, Montella costante: le pagelle di Barcellona       

Il 34 volte campione del mondo ha conquistato la vittoria nel terzo appuntamento indoor, nuovamente dominato dagli spagnoli. Settima piazza per Grattarola

X-Trial, non c'è due senza tre: Toni Bou trionfa anche a Nizza

        L'arena di Chalon-Sur-Sa&ocirc;ne ha ospitato il secondo appuntamento del mondiale X-Trial 2024, che ancora una volta ha visto davanti a tutti il grande favorito di ogni evento di trial internazionale: Toni Bou. Lo spagnolo del team HRC (17 volte campione della specialit&agrave; indoor ed altrettante in quella outdoor) non ha avuto rivali, andando a conquistare la seconda vittoria dell'anno dopo quella ottenuta nel round inaugurale a Barcellona. BSB, primi giri con la CBR per Bridewell: "Devo abituarmi a tanti aspetti" Bel duello tra Marcelli e Busto, Grattarola 7&deg;  A completare una doppietta per il team Montesa HRC capitanato dall'ex pilota Takahisa Fujinami, troviamo in seconda piazza Gabriel Marcelli. Il giovane iberico &egrave; riuscito ad avere la meglio sul connazionale Jaime Busto nel corso della finale, rimediando cos&igrave; agli errori che nel secondo passaggio gli sono costati sette punti di penalit&agrave; e la perdita del secondo posto in favore del pilota ufficiale GASGAS, il quale ha poi chiuso sul gradino pi&ugrave; basso del podio. Quarta piazza per un'altra Montesa, ovvero quella guidata dal britannico Toby Martin, mentre il padrone di casa Benoit Bincaz ha completato la Top 5 con la Sherco precedendo il compagno di team Adam Raga. Round non semplice, invece, per l'italiano Matteo Grattarola: dopo un buon primo giro, qualche piccolo problema al comando del gas della sua Beta non gli ha permesso di esprimersi al meglio, chiudendo al settimo posto ma mantenendo comunque la quinta piazza nella classifica di campionato. TT 2024, ritorno "in verde" per Hillier: in SSP con Bournemouth Kawasaki       

Il pilota spagnolo non ha avuto rivali nel secondo appuntamento stagionale, andando a vincere davanti a Marcelli e Busto. Settima piazza per Grattarola

X-Trial: il “solito” Toni Bou domina a Chalon-Sur-Saone

        Nelle scorse settimane vi abbiamo riportato la notizia del rinnovo da parte di Toni Bou con il team HRC per le prossime quattro stagioni del mondiale Trial (sia outdoor, sia X-Trial indoor). Un prolungamento del contratto che potrebbe permettere al 34 volte campione del mondo di aumentare il proprio numero di successi portandosi addirittura all'incredibile cifra di quaranta titoli in carriera, visto che il 37enne non ha alcuna intenzione di appendere il casco al chiodo nell'immediato futuro. In una lunga intervista rilasciata al sito del team Honda Racing Corporation, lo spagnolo ha parlato proprio della sua carriera e del peso di partire sempre come grande favorito, ma anche dell'et&agrave; che avanza, degli infortuni e dei giovani rivali destinati a dargli sempre pi&ugrave; filo da torcere. Il tutto, a pochi giorni dal primo round X-Trial, in programma dal 31 gennaio al 4 febbraio a Barcellona. Da Boggio a Quiles: le novit&agrave; di mercato del FIM JunuorGP 2024 Bou: &ldquo;Sono obbligato a vincere, ma sono grato ad HRC&rdquo;   &ldquo;Ovviamente, anche per questo 2024 il mio obiettivo &egrave; quello di vincere il titolo mondiale sia outdoor che nell'X-Trial, ma non &egrave; semplice, perch&eacute; ora sono quasi obbligato a trionfare, ma al contempo ho tanti avversari di alto livello, come Jaime Busto e Gabriel Marcelli&rdquo;, ha spiegato Toni. &ldquo;Arrivo da 17 anni di vittorie in entrambe le specialit&agrave; e so che prima o poi smetter&ograve; di vincere, ma proprio per questo voglio godermi al massimo ogni momento&rdquo;. Il rinnovo con HRC &egrave; un aspetto di cui Bou va particolarmente fiero: &ldquo;Per me questo team &egrave; come una famiglia, visto che ho vinto tutti i titoli insieme a loro e proseguir&ograve; con questa squadra fino al termine della mia carriera. Gli sono grato, perch&eacute; non &egrave; da tutti offrire altri quattro anni di contratto ad un pilota di 37 anni, ma sono sicuro di poterli ripagare nel migliore dei modi&rdquo;. Navarra si rif&agrave; il look in attesa del debutto del BSB &ldquo;Gli infortuni? I tempi di recupero sarebbero lunghi&rdquo;  A proposito di et&agrave;, l'iberico sa che &egrave; proprio quello il maggior ostacolo da superare per continuare ad essere al top: &ldquo;Per me &egrave; fondamentale stare attento a non infortunarmi in maniera seria, perch&eacute; i miei tempi di recupero sarebbero molto pi&ugrave; lunghi rispetto a quelli dei miei avversari pi&ugrave; giovani. Non &egrave; un aspetto facile da controllare, visto che sono un pilota molto aggressivo, ma il fatto che stia ancora davanti a tutti mi d&agrave; la giusta motivazione per proseguire allo stesso modo e, ora che ci siamo quasi, ora non vedo l'ora che cominci la stagione&rdquo;. MotoGP, A. Fernandez: "Acosta? Uno stimolo in pi&ugrave; per dare il massimo"       

Dopo aver vinto 34 titoli mondiali in carriera, il pilota HRC &egrave; pronto a puntare al top anche quest'anno: &ldquo;So che prima o poi smetter&ograve; di trionfare, perci&ograve; mi godo ogni momento&rdquo;

Trial: Toni Bou e il peso di essere “obbligato” a vincere sempre

        Immaginate di trovarvi alla guida e di decidere, dopo diverse ore di viaggio, di fermarvi per una sosta. &Egrave; pieno autunno e il riscaldamento vi ha tenuto compagnia fino a quel momento. Dopo aver parcheggiato, indossate la giacca e, dirigendovi verso il bar, vedete alcune moto parcheggiate. In sottofondo, soltanto il rumore ovattato dei mezzi in lontananza sulla strada, mentre provate una piacevole sensazione di relax sgranchendovi. Aprite la porta e vi ritrovate dinanzi a una cinquantina di bambini di una scolaresca che scorrazzano impedendovi di raggiungere il bancone del bar. Phil, il Mago dello sterrato | Manubri Larghi Il Trial Costa Brava  Immaginate la stessa scena e, dopo aver attraversato un viale in cui sono sistemate 460 moto, vi ritrovate davanti una cinquantina di persone con i capelli bianchi che si muovono velocemente da una parte all&rsquo;altra della strada. &Egrave; quanto pu&ograve; capitare di vedere a Sant Feliu de Gu&iacute;xols&nbsp;in un venerd&igrave; di met&agrave; novembre. La localit&agrave; catalana non ospita un&rsquo;area di servizio, bens&igrave; &egrave; il cuore pulsante del &ldquo;Trial Costa Brava&rdquo;, una gara internazionale di Trial Vintage che ogni anno richiama centinaia di appassionati. Il Trial con mezzi d&rsquo;Epoca &egrave; un mondo a parte, composto non soltanto da appassionati di lungo corso ma anche da giovani che apprezzano la guida a ruote basse. In Europa esistono campionati nazionali e trofei, e anche in Italia si svolgono prove sotto l&rsquo;egida della FMI e di enti di promozione. Ci sono per&ograve; gare simbolo, che richiamano numerosi appassionati pronti a tutto pur di esserci, tanto che, quando vengono aperte le iscrizioni, in poche ore gli organizzatori comunicano che &egrave; gi&agrave; stato raggiunto il numero massimo di partecipanti. Tra le gare pi&ugrave; gettonate, l&rsquo;Isola di Man, il Mont Ventoux che si corre a squadre, la Due Giorni di Folgaria e, appunto, il Trial Costa Brava. Trial Costa Brava, un grande successo  Ma quali sono i motivi che spingono tante persone a desiderare di esserci, in particolare gli italiani, che nell&rsquo;edizione 2023 in Costa Brava sono stati una trentina, ottenendo anche due vittorie? Per prima cosa le location, con percorsi studiati per piloti di ogni livello, poi il clima di festa che si respira e il piacere di poter dire &ldquo;io c&rsquo;ero&rdquo;. Sono pochi i piloti che partecipano per la classifica ed &egrave; forse questo un ulteriore motivo che spinge gli appassionati a raggiungere la Spagna. Il Trial Costa Brava prevede tre differenziazioni nelle zone e, vista la nutrita affluenza, gli organizzatori allestiscono prove separate, utili a ridurre le code all&rsquo;ingresso. Il percorso, che si sviluppa su circa 40 km, si snoda in boschi di pini, lecci e querce da&nbsp;sughero con numerosi punti panoramici che, soltanto in questa occasione, possono essere affrontati con le moto da Trial.&nbsp; Lo zoccolo duro dei partecipanti, circa il 65%, affronta le zone indicate dalle frecce gialle (quelle pi&ugrave; facili). Si tratta di sezioni molto scorrevoli, non troppo lunghe, anche se non mancano alcune selettive utili a decretare la classifica finale. I partecipanti che affrontano il percorso verde e blu trovano invece passaggi pi&ugrave; impegnativi. Tra le frecce blu si misurano i top rider come Miquel Gelabert e Arnau Farr&egrave;, protagonisti del Mondiale. Non mancano poi i campioni di altre discipline, come Cyril Despres, plurivincitore della Dakar e presenza fissa del Costa Brava con una Fantic 240. Come nel 2022, il vincitore della classe regina &egrave; stato Dan Clark, con una Beta 240 del 1983: una moto preparata in casa, con molti particolari speciali acquistati in quei mercatini tipici delle gare d&rsquo;Epoca. Dove i partecipanti tornano a comportarsi come una scolaresca in gita... L'attimo fuggente di Pep Segales | Manubri Larghi       

Quella spagnola &egrave; una delle gare di Trial d&rsquo;Epoca pi&ugrave; amate. Tra i 460 piloti, tanti italiani ma anche stelle del Mondiale

Una "gita" in Costa Brava | Manubri Larghi

        Se si pensa al trial, il primo nome che viene in mente &egrave; certamente quello di Toni Bou. Il pilota spagnolo &egrave; infatti una vera e propria leggenda vivente della specialit&agrave;, con numeri che lo rendono una delle personalit&agrave; pi&ugrave; vincenti dell'intera storia del motorsport: 34 titoli mondiali conquistati (17 indoor e 17 outdoor), 221 vittorie e 291 podi in carriera a soli 37 anni. Il suo nome &egrave; legato indissolubilmente al team HRC, squadra con cui ha appena rinnovato il proprio contratto fino al 2027. Un prolungamento con lo squadrone Honda che gli permetter&agrave; di raggiungere i 21 anni con i colori della Casa di Tokyo, ma anche e soprattutto di conquistare e superare i 40 titoli mondiali complessivi prima di appendere il casco al chiodo, continuando a scrivere pagine di sport difficilmente battibili dai suoi successori. Dakar 2024: le moto elettriche iscritte alla categoria Mission 1000 Toni Bou: &ldquo;Concluder&ograve; la mia carriera con i colori HRC&rdquo;  &ldquo;Sono contento che il team ufficiale HRC abbia deciso di puntare su di me per altri quattro anni&rdquo;, ha detto la leggenda del trial. &ldquo;Ho sempre pensato di voler concludere la mia carriera con i colori Honda e sembra che possa succedere realmente. Con loro ho conquistato tutti i miei titoli e per me ormai non si tratta pi&ugrave; di una squadra, ma di una famiglia. Continuer&ograve; a lottare dando il massimo fino al 2027, perch&eacute; &egrave; vero che ho gi&agrave; ottenuto pi&ugrave; quanto potessi mai immaginare, ma voglio ancora di pi&ugrave;&rdquo;. Tourist Trophy 2024: Ian Hutchinson verso il ritorno in gara?       

Lo spagnolo, vero e proprio dominatore della disciplina con l'incredibile cifra di 34 titoli mondiali vinti, continuer&agrave; a correre con il team ufficiale Honda fino al 2027

Trial: Toni Bou rinnova con HRC per continuare a scrivere la storia

        Si chiude con la pole di Team HRC il sabato della 8h di Suzuka. Dopo il miglior tempo di YART nel Q2 andato in scena nella notte italiana, Vierge, Nagashima e Takahashi hanno suonato la carica nella Top 10 Trial prendendosi la prima posizione sulla griglia di partenza per la gara di domani. E&rsquo; servito per&ograve; il secondo tentativo a Team HRC per avere ragione di YART Yamaha. Nel primo tentativo Vierge, Nagashima e Takahashi avevano fatto segnare un 2&rsquo;05&rdquo;919 mentre con il secondo 2&rsquo;05&rdquo;329. Seconda posizione in griglia per YART Yamaha con 2&rsquo;05&rdquo;519. Sembra proprio una sfida a due per la vittoria della gara tra YART e Team HRC visti i tempi fatti segnare dalle due compagini in tutte le sessioni di qualifica. Terzo tempo per TOHO Racing ma staccati di oltre 1&rdquo; da Team HRC, quarto posto per SDG Honda, quinto per Ysohimura SERT Motul. Sesto posto per Astemo Honda davanti ad AutoRace Ube, Honda Dream RT, S-Pulse e solo decima posizione per i campioni in carica dell&rsquo;EWC FCC TSR Honda. La classifica completa del Top 10 Trial  Ecco la classifica ed i tempi ufficiali della Top 10 Trial        

Vierge, Nagashima e Takahashi chiudono davanti a YART Yamaha le Top 10 Trial in vista della gara di domani

EWC, 8h di Suzuka: pole position per Team HRC

        Santi, poeti e navigatori. In effetti, noi italiani siamo sempre stati un popolo desideroso di raggiungere nuove terre, e personaggi come Marco Polo, Cristoforo Colombo, Achille Compagnoni e Lino Lacedelli sono soltanto alcuni esempi di nostri connazionali che hanno sfidato l&rsquo;ignoto mossi dalla curiosit&agrave; per la scoperta. Il Trial italiano all'estero  Oggi molto &egrave; cambiato e, grazie alla tecnologia, possiamo vedere luoghi lontanissimi collegandoci con uno smartphone. Scoperte virtuali che, per&ograve;, non riescono a trasmettere quella parte emozionale che soltanto toccando con mano possiamo provare. Profumi e sapori li possiamo vivere soltanto se raggiungiamo quella meta ed &egrave; per questo che ancora oggi viaggiamo molto. I Trialisti italiani amano le gare all&rsquo;estero ed &egrave; per questo che li troviamo nelle liste degli iscritti in prove come la Scottish Six Days Trial, la Due Giorni della Costa Brava, quella del Mont Ventoux e la Tre Giorni di Santigosa. Ed &egrave; proprio in quest&rsquo;ultima competizione che nel weekend di Pasqua i nostri connazionali hanno brillato. Piloti di ogni livello, ex centauri (che per tre giorni sono tornati a gareggiare tra le fettucce), campioni e giovanissimi hanno letteralmente preso d&rsquo;assalto il sito della prova spagnola per potersi accaparrare il posto. In poco pi&ugrave; di mezz&rsquo;ora, infatti, tutti i posti disponibili sono stati assegnati. Nella classifica assoluta Andrea Buschi ha superato Paolo Lazzaroni nella terza giornata, ottenendo la palma di miglior italiano. Martina Gallieni &egrave; riuscita, al debutto, a giungere alle spalle dell&rsquo;esperta vice campionessa del Mondo, Berta Abellan. Trial italiano: parla Daniel Cerruti  Ma a far sventolare il tricolore &egrave; stato soprattutto un tredicenne che si &egrave; imposto nella classe dedicata ai pi&ugrave; giovani. Daniel Cerutti di Verbania &egrave; un ragazzino dallo sguardo vispo, la voce squillante, il fisico asciutto e le gambe sottili che non riescono a riempire completamente i pantaloni. Ama la moto, che guida da quando aveva tre anni, e la bici da Trial, con la quale si allena senza sosta. ha compiuto l&rsquo;impresa al suo secondo tentativo. Un&rsquo;esperienza che il pilota della Sherco ha cos&igrave; descritto: &ldquo;L&rsquo;idea di correre a Santigosa &egrave; venuta al mio allenatore Andrea Buschi, che l&rsquo;ha proposta a me e al mio pap&agrave; Thomas. Andrea me l&rsquo;aveva descritta come una gara molto bella e cos&igrave; abbiamo deciso di andarci con l&rsquo;obiettivo di finirla&rdquo;. Una gara faticosa e della durata di tre giorni. &ldquo;Il primo anno mi sono stancato molto e non ero ancora preparato al meglio. Quest&rsquo;anno, invece, sono andato in palestra, mi sono allenato in moto in maniera dedicata e in effetti ho faticato molto meno. &Egrave; stato emozionante: poter correre con molti dei migliori piloti al Mondo, affrontare le stesse zone (a Santigosa il percorso &egrave; comune per tutti, ndr) &egrave; stato davvero eccitante. &Egrave; stato bellissimo, per esempio, affrontare l&rsquo;ultima zona Indoor dove lo speaker e il pubblico incitavano i piloti&rdquo;. Per il giovane pilota tricolore, &egrave; sembrato un successo comodo nella sua categoria, vedendo il punteggio rispetto agli avversari. "In realt&agrave; non &egrave; cos&igrave;, perch&eacute; il terzo giorno ho sbattuto su un ostacolo e ho danneggiato il cambio, per questo in alcune zone entrava la 'folle' e ho dovuto pagare dei 'cinque'. Ma &egrave; andata bene". Un racconto che trasmette l&rsquo;emozione di un giovanissimo che ha appena iniziato a viaggiare per i paddock internazionali, mosso anche da quella voglia di scoprire tipica di noi italiani. Trial, l'anno delle novit&agrave; | Manubri Larghi       

I risultati dei nostri Trialisti impegnati fuori dai nostri confini, come Daniel Cerutti&nbsp;

Il Trial italiano brilla all'estero | Manubri Larghi

        &Egrave; partito da Tolmezzo il campionato italiano Trial 2023 e, come ogni anno, ci sono novit&agrave; sia in ambito sportivo che regolamentare. Se il 2022 &egrave; stato l&rsquo;anno degli ex, con il ritorno alle gare di piloti che nelle stagioni precedenti avevano svolto il ruolo di assistenti o semplicemente erano rimasti lontani dalle competizioni, il tricolore 2023 riserva sviluppi in varie classi. Le novit&agrave; dell'Italiano Trial  Il nome principale, per&ograve;, &egrave; sempre lo stesso, Matteo Grattarola: dopo una stagione 2022 memorabile, che l&rsquo;ha visto conquistare il tredicesimo alloro nell&rsquo;Italiano, il GP Italia e l&rsquo;argento nel Trial delle Nazioni, il campione di Margno &egrave; passato dalla Beta alla Vertigo. Luca Petrella, invece, non cambia marca ma come assistente ritrova Riccardo Cattaneo, una coppia che nel 2018 aveva ottenuto soddisfazioni. La prima guida Beta diventa Lorenzo Gandola, seguito dall&rsquo;ex tricolore Andrea Fistolera. Il campione italiano Indoor in carica, Gianluca Tournour, punta in alto anche all&rsquo;aperto con la Sherco. Stefano Garnero, unico pilota ad aver vinto due volte il titolo in TR2, risale da campione nella classe regina con la TRRS. Novit&agrave; anche nella categoria femminile: Martina Gallieni sale sulla Scorpa mentre Sara Trentini guida la TRRS. Alla parte sportiva si affianca sempre quella legata ai regolamenti. A svelare le relative novit&agrave; &egrave; Damiano Cavaglieri, Coordinatore Trial. &ldquo;Il regolamento per il 2023 nasce seguendo anche le indicazioni di Case e piloti. Come Comitato Trial FMI l&rsquo;obiettivo &egrave; quello di dare una continuit&agrave; regolamentare, per questo sono state adottate piccole modifiche tecniche utili a rendere pi&ugrave; semplice la comprensione. Novit&agrave; sono state introdotte per il Trofeo delle Regioni che, come in altre discipline, non vedr&agrave; sul podio finale pi&ugrave; squadre della stessa regione. Per quel che riguarda i format di gara dell&rsquo;Italiano si &egrave; ragionato in base all&rsquo;attuale situazione economica, riducendo da sei a cinque gli appuntamenti, e si &egrave; cercato di lasciare pi&ugrave; spazio all&rsquo;attivit&agrave; territoriale. Essendo il tricolore un torneo nel quale partecipano sia i professionisti che gli amatori, si &egrave; cercato il giusto equilibrio senza andare a ridurre le giornate di gara&rdquo;. Quindi il format, gi&agrave; sperimentato, nel quale sabato e domenica pomeriggio corrono i piloti dalla TR1 alla TR3 e la Femminile A. &ldquo;Per il 2023 si &egrave; lavorato per permettere anche agli amatori di divertirsi nelle trasferte pi&ugrave; lunghe. Unendo i diversi format, in base anche a dove si svolgono le gare, i piloti il sabato affrontano una gara con 10 zone e la domenica 12 sezioni. Cos&igrave; facendo, nella seconda giornata ritrovano le stesse prove del sabato che, in base ai punteggi o alle condizioni meteo, possono essere modificate ma non stravolte. Inoltre il nuovo format A-A &egrave; studiato per i mesi estivi dove si pu&ograve; ritardare la partenza del sabato e quindi arrivare la mattina. Questa nuova soluzione garantisce a tutte le categorie un tempo di gara di almeno 5 ore e 30&rdquo;. Italiano Trial: il calendario  Da segnalare che nella prova di luglio in Valsassina &ldquo;Sar&agrave; possibile seguire la gara in moto, partecipando a una Mountain Trial, dove gli appassionati affronteranno un percorso loro dedicato&rdquo;. Le date: Tolmezzo (UD) 2 aprile, Civita Castellana (VT) 13-14 maggio, Abetone (PT) 25 giugno, Cortenova (LC) 8-9 luglio, Lazzate (MB) 23-24 settembre. A Torrebelvicino l&rsquo;8 ottobre il Trofeo delle Regioni. Torna anche l&rsquo;Indoor con quattro gare e la finale con formula Urban al Santuario di Madonna della Guardia (GE) il 26 agosto. Gli angeli custodi dei piloti | Manubri Larghi       

Dai cambi di marca di tanti campioni ai dettagli regolamentari: l&rsquo;Italiano si evolve. E torna l&rsquo;Indoor

Trial, l'anno delle novità | Manubri Larghi

        La storia di molte Case motociclistiche impegnate nel trial ha spesso un filo comune; la fondazione &egrave; stata effettuata da uno o pi&ugrave; appassionati, che hanno deciso di costruirsi una moto in casa. Il trial &egrave; lo sport motociclistico pi&ugrave; economico e soprattutto negli anni &lsquo;70 e &lsquo;80, quando c&rsquo;&egrave; stato un boom di praticanti, capitava che gli appassionati assemblassero e sviluppassero dei prototipi che poi utilizzavano anche in gara. Ride to FIM Awards: il futuro del motociclismo Il connubio tra tradizione e innovazione   GASGAS ha iniziato la sua attivit&agrave; negli anni &lsquo;80, da un&rsquo;idea di Josep Mar&igrave;a Pibernat e Narc&igrave;s Casas. Dopo un prototipo con lo scarico che attraversava il telaio, per la creazione del primo modello, la Halley 325 PX, i due imprenditori catalani si affidarono al tecnico Josep Rovira Paxau, tra i massimi esperti di trial iberici. Nell&rsquo;arco di pochi anni il brand GASGAS si &egrave; fatto conoscere e con l&rsquo;arrivo del campione Jordi Tarres, il mondiale trial raggiunse Salt, cittadina della Catalunya, dove nascevano le moto spagnole. Il telaio in acciaio caratterizzava la Halley e, a distanza di oltre trent&rsquo;anni, anche le ultime nate, le TXT 2023, adottano questa soluzione. Il trial &egrave; un mezzo estremamente leggero, che nasce per superare ostacoli a prima vista insormontabili grazie alla perfetta simbiosi tra il mezzo meccanico ed il pilota. La moto deve perci&ograve; assecondare chi la conduce, rendendogli il pi&ugrave; semplice possibile la guida. Proprio la fruibilit&agrave; &egrave; stata messa in cima alla lista degli obiettivi da raggiungere e oggi le nuove GASGAS TXT sono pi&ugrave; facili rispetto ai modelli che le hanno precedute, oltre a presentare soluzioni utili a velocizzare le operazioni di manutenzione. Un nuovo prodotto che GASGAS proporr&agrave; in due versioni: la Racing e la GP, che utilizza dei componenti pi&ugrave; costosi, utili nelle competizioni. Le carattistiche delle GASGAS 2023  Le nuove nate di Casa GASGAS tagliano i ponti col passato; sono i primi prodotti dedicati al trial che hanno visto lavorare i tecnici spagnoli insieme a quelli austriaci; l&rsquo;80% dei componenti &egrave; stato ridisegnato o riprogettato, utilizzando soluzioni pensate per velocizzare le operazioni di manutenzione e componenti, come il parafango posteriore estremamente flessibile, per evitare rotture in caso di caduta. Le GASGAS TXT 2023 adottano un leggero telaio in acciaio verniciato di rosso che, per la prima volta dal 1986, presenta bretelle in alluminio che svolgono sia la funzione di supporto per il motore, sia di protezione per il radiatore, pi&ugrave; grande rispetto al passato e caratterizzato da una ventola dell&rsquo;italiana SPAL per garantire la giusta temperatura al propulsore. Pur mantenendo le stesse quote ciclistiche ed identica larghezza nella zona della cassa filtro, le nuove GASGAS hanno inediti supporti pedana, pi&ugrave; stretti, per permettere di utilizzare elementi in alluminio che evitano di poggiare la suola dello stivale sul telaio. Il telaio a culla aperta ha un angolo di sterzo pi&ugrave; chiuso e le piastre forcella sono inedite, con la chiusura superiore garantita da una vite, che grazie a una diversa inclinazione del perno, permette di mantenere lo stesso interasse. Nuovi anche il manubrio e i supporti, che permettono di personalizzare la posizione guida. Oltre alle sovrastrutture, interamente realizzate con una speciale miscela di polipropilene superflessibile con integrate le grafiche, &egrave; inedito anche il reparto sospensioni, dove vengono utilizzati prodotti made Italy. La Tech, azienda toscana che fornisce le forcelle a sei degli otto costruttori trial, ha studiato insieme ai tecnici GASGAS due nuove forcelle con canne in alluminio. che sono pi&ugrave; corte di 7,5 mm e garantiscono un&rsquo;escursione di 159,5 mm. Entrambe sono dotate del riporto superficiale per aumentare la scorrevolezza; sulla versione Racing ha colore nero, mentre sulla GP sar&agrave; di tipo Kashima, per garantire la massima riduzione dell&rsquo;attrito. Al retrotreno, il leveraggio &egrave; stato riprogettato; la sospensione assicura 174 mm di escursione e di serie c&rsquo;&egrave; un ammortizzatore Tech. Sui propulsori delle GASGAS 2023 ci sono nuove termiche, dotate di testa scomponibile per poter adottare cupole differenti in base alla quota di utilizzo. L&rsquo;alimentazione &egrave; affidata a un carburatore Keihin con diffusore di 28 mm &Oslash;, abbinato a un filtro in spugna dotato di un supporto con Pin che evitano errori nel montaggio. I monocilindrici con cambio a sei marce delle GASGAS TXT restano i motori pi&ugrave; compatti in commercio; un risultato ottenuto grazie al sistema brevettato che, per il cambio, utilizza quattro coppie di ingranaggi e una frizione con comando idraulico a tre dischi. Full Braktec, invece, gli impianti frenanti. All&rsquo;anteriore troviamo una pinza monoblocco con vite per il fissaggio delle pastiglie, che va a bloccare un disco di 185 mm &Oslash;. Al posteriore c&rsquo;&egrave; una pompa freno con serbatoio dell&rsquo;olio integrato, abbinata a una pinza scomponibile, dotata di un sistema con calamita nei pistoncini che mantiene le pastiglie in posizione, agevolando l&rsquo;operazione di sostituzione della ruota posteriore. Il test  Il test organizzato dalla GASGAS nell&rsquo;area trial di Sant Fost de Campsentelles ha permesso di provare tutte e quattro le cilindrate disponibili per la versione Racing. Nell&rsquo;ordine: 125, 250, 280 e 300 cm3 . La TXT &egrave; stata la prima moto che sulla bilancia ha fatto segnare un peso inferiore ai 70 kg. I primi modelli erano molto performanti ed estremamente sensibili alla posizione del pilota; un vantaggio per i professionisti, l&rsquo;esatto opposto per i neofiti. L&rsquo;obiettivo dei tecnici &egrave; quindi diventato aumentare la stabilit&agrave; e la facilit&agrave; di guida, senza perdere prestazioni. Le nuove GASGAS, rispetto ai vecchi modelli, trasmettono immediatamente un migliore feeling. L&rsquo;avantreno &egrave; pi&ugrave; caricato ed agevola il pilota nella guida con entrambe le ruote a terra e in quella pi&ugrave; moderna, dove si predilige la conduzione sulla sola ruota posteriore. Le sospensioni vantano scorrevolezza e capacit&agrave; di smorzare le piccole asperit&agrave;. Sullo sconnesso si apprezza una maggiore neutralit&agrave; nelle reazioni, mentre negli spostamenti di entrambe le ruote il pilota viene agevolato dal nuovo bilanciamento. Per ci&ograve; che riguarda la sospensione posteriore, la taratura di base &egrave; ideale per piloti intorno ai 75 kg; oltre questo peso, l&rsquo;ammortizzatore appare un po&rsquo; morbido. Nel trial, il propulsore deve garantire spinta, senza per&ograve; mettere in difficolt&agrave; il pilota. Sulle TXT &egrave; possibile selezionare due mappature, utilizzando un selettore posto sotto il serbatoio; cos&igrave; facendo i propulsori si distendono pi&ugrave; lentamente ai regimi medio-bassi. La 125 &egrave; l&rsquo;ideale per i giovanissimi e rispetto alle sorelle maggiori dev&rsquo;essere condotta con pi&ugrave; decisione, strapazzando il comando gas. Pochi cm3 di differenza rendono completamente diverso il comportamento delle tre GASGAS dedicate agli over 18, con la 250 che si conferma una moto ideale per il neofita, grazie a un motore che perdona gli eventuali errori di guida e all&rsquo;occorrenza fornisce potenza utile per salire gli ostacoli. La 280 garantisce uno step in pi&ugrave; di potenza, senza inficiare troppo sulla facilit&agrave; di guida, mentre ben pi&ugrave; reattiva &egrave; la 300, la moto pronto gara, che in condizioni di scarsa aderenza richiede un rapporto superiore per non scaricare a terra tutta la sua esuberanza. Prestazioni raggiunte anche grazie a un impianto di scarico che presenta una curva del collettore molto pronunciata. A causa di questa conformazione si rischia il contatto del componente con i pantaloni; per questo motivo molti acquistano una protezione utile ad evitare tale inconveniente. Un componente molto stressato nel trial &egrave; la frizione. GASGAS ne adotta una a tre dischi in bagno d&rsquo;olio che ha un comando non duro da azionare e offre prestazioni costanti anche se messa sotto stress. I freni Braktec, infine, sono una certezza; garantiscono ottime prestazioni e resistenza alla fatica in ogni condizione. Cicli MBM: le novit&agrave; in arrivo per il 2023       

Pi&ugrave; guidabilit&agrave; e fruibilit&agrave;, senza rinunciare alle prestazioni. La 125 e 300 sono adatte ai piloti, la 250 e la 280 sono pi&ugrave; equilibrate

The Test: GASGAS Trial 2023, che salto di qualità

        La moto da Trial &egrave; un mezzo studiato per superare ostacoli a prima vista impossibili e che, grazie ai movimenti del pilota, si trasforma in un&rsquo;estensione del corpo. I campioni di questo sport riescono a inventarsi di anno in anno nuove tecniche e soluzioni e, per assecondarli, i tecnici studiano soluzioni adatte. Manubri Larghi: la storia di Martina Gallieni GASGAS, Beta e Fantic  La ricerca di leggerezza e prestazioni &egrave; stata una prerogativa dagli anni &lsquo;70 fino a circa un decennio fa, quando &egrave; stato introdotto il limite del peso minimo. Oggi i mezzi di serie fermano la bilancia intorno ai 70 kg ma ci&ograve; non significa che si sia bloccato lo sviluppo, anzi i test per migliorare i componenti continuano. Negli anni si sono viste soluzioni di ogni genere, tra le pi&ugrave; famose quelle della Merlin che, negli anni &lsquo;80, realizz&ograve; una moto dotata di ruote a razze usata dal tre volte iridato Eddy Lejeune. Nel 1984 una nuova Casa spagnola inizi&ograve; a sviluppare e testare un modello da Trial: battezzata dai due fondatori GASGAS, svel&ograve; un prototipo dotato di scarico inserito nel telaio, un mezzo mai andato in produzione e che oggi &egrave; in mostra all&rsquo;ingresso dello stabilimento, dov&rsquo;&egrave; stato allestito un museo permanente con i mezzi pi&ugrave; significativi della Casa spagnola. La Beta, dopo aver debuttato e vinto nel GP Italia 1989 al Ciocco, lanci&ograve; sul mercato la Zero, il primo modello Fuoristrada di serie con telaio in alluminio. La Casa fiorentina pens&ograve; inoltre di inserire il carburante all&rsquo;interno dei travi, scelta che &egrave; ancora una caratteristica delle moto Made in Rignano. Anche la Fantic, competitor della Casa fiorentina, con la K Roo del 1991 introdusse la soluzione del radiatore protetto sotto il serbatoio. L&rsquo;azienda di Barzago cre&ograve; un telaio scatolato che conteneva l&rsquo;elemento radiante in posizione orizzontale, adottando, oltre alla ventola, anche un fanale con paratie per incanalare l&rsquo;aria verso il radiatore. Paioli per le moto da Trial a met&agrave; anni &rsquo;90 lanci&ograve; le forcelle con riporti superficiali utili a migliorare scorrevolezza e sensibilit&agrave;, soluzione che in quel periodo era destinata soltanto ai mezzi ufficiali. Oggi le forcelle da Trial presentano canne sia in acciaio che in alluminio, con riporti in materiale duro che presentano colorazioni oro, nero o multicolor. Soluzioni tecniche innovative  Ma non sono soltanto le Case italiane &ndash; tra queste ricordiamo l&rsquo;Aprilia, che vinse anche a livello mondiale &ndash; ad aver sdoganato nella serie alcune soluzioni tecniche. Sempre la GASGAS, nel 1993, fu la prima Casa impegnata nel Fuoristrada a dotare di frizione con comando idraulico il modello in vendita dai concessionari. La soluzione rese ancora pi&ugrave; performante ed efficace un componente che nel Trial viene stressato notevolmente. Nel 2002 la GASGAS inizi&ograve; la commercializzazione della Pro, con propulsore a sei rapporti con soltanto quattro coppie di ingranaggi. Questa soluzione permise di ottenere un motore molto compatto grazie anche alla frizione a diaframma con soltanto tre dischi. Primo modello dell&rsquo;era Montesa&ndash;Honda, la Cota 314 del 1994 fu la prima moto dotata di motore Honda che lanci&ograve; nel Fuoristrada la soluzione della doppia mappatura, che permetteva di personalizzare la risposta del propulsore semplicemente sostituendo un connettore. Sempre la Montesa, dieci anni dopo, lanci&ograve; la 4RT, la prima moto dotata di iniezione elettronica capace di creare la corrente per avviare il propulsore (a quattro tempi) agendo semplicemente sulla leva d&rsquo;avviamento. Una rivoluzione che divent&ograve; uno standard nelle altre discipline off-road. La Ossa invece stup&igrave; a EICMA 2009 creando un modello Trial a due tempi con iniezione battery less, con cambio estraibile, cilindro ruotato indietro (soluzione scelta dalla Yamaha nel Cross), sistemando il radiatore tra il serbatoio e il cilindro. La Vertigo ha aperto la strada a un&rsquo;elettronica ancora pi&ugrave; spinta: la moto catalana presente sul mercato dall&rsquo;autunno del 2015 ha lanciato soluzioni con quattro mappature selezionabili, ognuna con soluzioni specifiche per ogni rapporto (24 mappe). Il Trial &egrave; un piccolo mondo che ha portato sul mercato soluzioni oggi presenti sulla maggioranza dei mezzi off-road.       

Le moto di serie vantano sviluppi che in passato erano prerogativa dei mezzi ufficiali

Manubri Larghi: ecco le innovazioni del Trial

        Nell&rsquo;era digitale &egrave; molto facile reperire informazioni, trovare istruttori qualificati e scuole di Trial. Una volta non era cos&igrave;, infatti le soluzioni per apprendere le basi erano principalmente due: partecipare ai corsi che venivano organizzati dai Moto Club e dai concessionari, oppure frequentando un gruppo di Trialisti e chiedere consigli ai pi&ugrave; esperti. Manubri Larghi: l'Ice Trophy ha incoronato Elia Bartolini Trial, una disciplina formativa  Le videocassette che insegnavano le basi del Trial erano poche e difficili da reperire e soltanto la Fantic ebbe l&rsquo;intuizione, mai pi&ugrave; replicata, di consegnare insieme al modello 305 un video VHS nel quale venivano illustrati i fondamenti del Trial. &ldquo;Technique du Trial&rdquo; fu letteralmente consumato da chi scrive, che cerc&ograve; poi replicare in bicicletta e in moto quanto proposto nei video. Del resto, apprendere le giuste basi &egrave; fondamentale quando si inizia a praticare un&rsquo;attivit&agrave;, dato che permette di raggiungere prima e con minor fatica l&rsquo;obiettivo finale. Inoltre, una postura sbagliata, se protratta nel tempo, pu&ograve; portare anche problemi fisici. Ecco perch&eacute; quando iniziamo un nuovo percorso l&rsquo;assistenza di una persona esperta e competente &egrave; fondamentale. Il Trial &egrave; effettivamente una disciplina molto tecnica, insegna a riconoscere il tipo di terreno, il grip che questo pu&ograve; offrire, a scegliere il punto d&rsquo;attacco per risalire una pietra e, in caso di errore, l&rsquo;esperienza permette di rielaborare istintivamente una traiettoria alternativa per riuscire a raggiungere, senza posare piedi a terra, la sommit&agrave; dell&rsquo;ostacolo. Nell&rsquo;era digitale, inserita la parola chiave sul motore di ricerca, in pochi secondi si ottengono molteplici risposte. Reperire informazioni e trovare scuole di Trial con istruttori professionali (spesso si tratta di tecnici federali che la Federazione Motociclistica Italiana certifica dopo un&rsquo;opportuna formazione), &egrave; la soluzione che permette al neofita di essere seguito dalla persona giusta. La moto da Trial &egrave; il mezzo ideale per togliersi grandi soddisfazioni e acquisire sensibilit&agrave; e precisione di guida, utili anche quando si conducono altri mezzi a due ruote e proprio grazie a queste qualit&agrave; la &ldquo;moto senza sella&rdquo; &egrave; stata inserita nei programmi d&rsquo;allenamento di molti campioni delle varie specialit&agrave; motociclistiche. Da Capirossi a Petrucci  Prendiamo l&rsquo;esempio del campione del Mondo della MotoGP del 2021, Fabio Quartararo, che si allena con il Trial. Lo stesso Loris Capirossi pratica regolarmente motoalpinismo, mentre l&rsquo;onnivoro Danilo Petrucci - vincitore di GP nella classe regina del Mondiale e poi di una tappa alla Dakar - ha iniziato la sua carriera agonistica correndo nel Minitrial. La maggior parte dei protagonisti dell&rsquo;Enduro, come Steve Holcombe, soprattutto Enduro estremo, hanno un passato tra le bandierine e rappresentano chiari esempi di quanto il Trial possa insegnare. La spesa per iniziare &egrave; ridotta, bastano poche migliaia di Euro per acquistare una moto usata e tutto l&rsquo;equipaggiamento necessario. Altro punto a favore delle &ldquo;moto senza sella&rdquo; sono i costi irrisori di gestione, i consumi ridotti (circa un litro di miscela all&rsquo;ora), la manutenzione dopo ogni uscita che si limita alla pulizia del filtro aria e all&rsquo;ingrassaggio della catena, inoltre pneumatici e freni non richiedono sostituzioni frequenti visto il ridotto stress cui sono sottoposti. Per affinare la tecnica, poi, basta un piccolo fazzoletto di terra, qualche ostacolo che con il tempo verr&agrave; affrontato da pi&ugrave; punti e anche l&rsquo;ingresso nei campi Trial autorizzati &egrave; alla portata di tutti. Se a un certo punto inizier&agrave; ad ardere lo spirito agonistico, si potr&agrave; partire dagli allenamenti collettivi organizzati dai Moto Club, e iscrivendosi a uno di questi (superati i test medici per attivit&agrave; sportiva agonistica) richiedere la licenza per prendere il via nelle gare titolate, iniziando il confronto con altri appassionati che amano provare a sfidare gli ostacoli proposti in zona. Non a caso, i pionieri inglesi oltre cento anni fa scelsero di chiamarlo &ldquo;Trial&rdquo; (prova) per indicare lo scopo di quel nuovo sport a due ruote. Manubri Larghi: Riccardo Montanino alla riscossa       

Tanti campioni di altre discipline si allenano con il Trial: a cominciare da Holcombe e... Quartararo

Manubri Larghi: Trial, un allenamento prezioso

        Cosa unisce uno storico circuito come quello di Monza, universalmente conosciuto come il Tempio della Velocit&agrave;, al Trial? Un autodromo &egrave; il luogo dove, per essere pi&ugrave; veloci e prevalere sugli avversari, costantemente si va alla ricerca delle prestazioni assolute. Il Trial invece &egrave; una prova d&rsquo;abilit&agrave;: non &egrave; premiato il pi&ugrave; rapido ma chi riesce a superare le prove controllate posando meno volte il piede a terra rispetto agli avversari. Cosa unisce dunque queste due realt&agrave;? La Parabolica! La struttura simbolo del circuito del parco di Monza, luogo nel quale sono stati sviluppati anche sistemi di sicurezza quali Telepass, i guard-rail e l&rsquo;asfalto drenante, sar&agrave; una delle location per le zone controllate del Trial delle Nazioni 2022. Nella scorsa stagione agonistica l&rsquo;Italia ha ospitato sia l&rsquo;ISDE che il Motocross delle Nazioni, prove che hanno visto gli azzurri trionfare davanti agli appassionati accorsi in massa per seguire e supportare i caschi rossi. Quella (S)volta che: le sfide estreme tra Maddison e Capes Il calendario  Nel prossimo mese di settembre il Bel Paese diventer&agrave; il centro mondiale del Trial per tre settimane consecutive: si partir&agrave; con il campionato europeo, organizzato da un sodalizio dalla lunghissima storia, il Moto Club Bergamo che, in collaborazione con la sezione TZ Trial curer&agrave; l&rsquo;allestimento delle zone per ultimo appuntamento del campionato Europeo, un evento che si svolger&agrave; su due giornate. Sabato 10 settembre vedr&agrave; impegnati in zona i giovani e le ragazze, mentre domenica 11 i piloti pi&ugrave; esperti si sfideranno per il titolo continentale, sia Junior che Over 40. Il weekend successivo il Moto Club Dynamic Trial porter&agrave; il Circus iridato a Ponte di Legno. Il sodalizio ha ricevuto dalla FIM il benestare, dopo aver organizzato per due stagioni il campionato italiano e aver invitato per un&rsquo;esibizione il campionissimo Toni Bou, in occasione del tricolore dello scorso anno. La prova di chiusura della stagione iridata 2022 si svolger&agrave; poi su due giornate: quelle di sabato 17 e domenica 18 settembre. Infine festa di fine stagione con il Trial delle Nazioni, evento che raduna per un weekend Trialisti di tutto il Mondo, i quali si sfidano per il titolo femminile e maschile a squadre. In particolare per gli uomini vi sono due classi: l&rsquo;International Trophy e la World Championship, con quest&rsquo;ultima nella quale sono presenti le compagini pi&ugrave; esperte.  Vintage Trophy  La Spagna &egrave; l&rsquo;indiscussa regina della massima categoria, tanto da vincere ininterrottamente le ultime 17 edizioni! Oltre alle tradizionali prove a squadre, Monza nella giornata di sabato, ospiter&agrave; due novit&agrave; che la FIM ha inserito dal 2022 nel calendario internazionale. La prima sar&agrave; il FIM Vintage Trophy, evento che segner&agrave; il ritorno all&rsquo;interno dell&rsquo;autodromo lombardo delle moto a due ammortizzatori. Mezzi protagonisti del passato, quando Giulio Mauri, storico presidente del Moto Club Monza e corrispondente per molti anni di Motosprint, riusc&igrave; a portare il trial nel Tempio della Velocit&agrave;. Zone simbolo in quelle competizioni furono quelle disegnate sulla Parabolica, affrontate anche dai sidecar Trial, una disciplina che nei primi anni &lsquo;80 riscosse un discreto successo, tanto da portare all&rsquo;istituzione di un campionato italiano ed europeo. Allora, e in occasione della tappa dell&rsquo;Europeo 2019, le forti pendenze misero in difficolt&agrave; i partecipanti. Seconda novit&agrave;, che sar&agrave; introdotta nel Nazioni, quella che vedr&agrave; al via compagini composte da giovani Under 18, in gara per la Rookies Cup. L&rsquo;Autodromo di Monza sar&agrave; dunque dal 23 al 25 settembre la capitale mondiale del Trial e, nella storica dimora della Villa Reale, inserita anch&rsquo;essa all&rsquo;interno del parco lombardo, si svolgeranno la sfilata delle Nazionali e la cena di gala. Due eventi che daranno il via a uno degli appuntamenti che, celebreranno i 100 anni del Tempio della Velocit&agrave;. Un trittico di eventi internazionali organizzati in un periodo nel quale i nostri connazionali, dopo stagioni aride di successi, sono ritornati in cima alle classifiche. I protagonisti   Matteo Grattarola &egrave; il capitano di questo gruppo. Il due volte iridato sta vivendo una seconda giovinezza e, dopo i titoli in Trial2, &egrave; ritornato nella Trial GP conquistando podi di giornata e lottando nel 2021 fino all&rsquo;ultima gara per il pettorale numero 3. L&rsquo;alfiere della Beta ha ben figurato anche nel mondiale Indoor, dove &egrave; riuscito a vincere la manche di qualificazione nella tappa di Andorra. Gianluca Tournour lo scorso anno ha vinto il tricolore Indoor, dopo averlo sfiorato in pi&ugrave; occasioni. Il portacolori GASGAS, campione europeo 2015, ha sfiorato il bis nel 2021 e, in occasione del Nazioni, ha contribuito alla conquista della medaglia di bronzo. Lorenzo Gandola rappresenta le nuove leve capaci di insidiare Grattarola e Tournour. Il ventunenne lombardo, nella stagione del debutto con la Beta, &egrave; riuscito a vincere delle gare nella Trial2 e ha vestito per la prima volta la maglia azzurra nel Mondiale a squadre. Luca Petrella completa il quartetto dei Trialisti protagonisti sui palcoscenici internazionali. Il lecchese ha dovuto saltare la seconda parte della scorsa stagione per via di un infortunio a una spalla, risolto soltanto dopo un intervento chirurgico. Per il 2022 Luca ha gi&agrave; annunciato di voler compiere il grande salto nella TrialGP, alla guida della GASGAS. Il movimento femminile del trial italiano, iniziato nel 1990, negli ultimi anni ha visto l&rsquo;ingresso di nuove pilotesse. Le ragazze mai come nel 2021 hanno offerto prestazioni superbe in ambito internazionale. Andrea Sofia Rabino con la Beta ha dominato nella classe Women2, battagliando in diverse occasioni con Sara Trentini (Vertigo), vice campionessa. Martina Gallieni, con la TRRS, ha debuttato nella WomenGP e nel Nazioni portoghese ha completato il terzetto azzurro. A riprova del buon periodo per il Trial rosa, altre ragazze sono pronte a farsi spazio nelle competizioni internazionali, su tutte le giovanissime Alessia Bacchetta (GASGAS) e Martina Brandani (Sherco). Con una Spagna fucina di talenti, il titolo maschile a squadre e individuale 2022 difficilmente sar&agrave; assegnato a piloti di altre Nazioni; ma i piloti italiani sono pi&ugrave; che mai pronti a regalarci soddisfazioni. Quest&rsquo;anno gli appassionati, con tre manifestazioni in programma, avranno l&rsquo;imbarazzo della scelta sulle location in cui poter seguire e supportare i funamboli del Trial azzurro. Quella (s)volta che: Adam Raga, l'altra stella del Trial       

In settembre il Bel Paese ospiter&agrave; l'Europeo, il Mondiale e il Trial delle Nazioni all'autodromo brianzolo

Trial: il 2022 scatterà da Monza

        Dal mondo del Trial, arriva il calendario del Campionato italiano 2022 stilato dalla Federmoto e che vedr&agrave; la sua partenza nel mese di aprile. Oltre all'italiano, come ormai da tradizione, prender&agrave; il via anche il Trofeo Centro Italia e Trofeo Master Beta, con il Trofeo delle Regioni a chiudere l'intera stagione 2022. Sei round per il Campionato italiano Sar&agrave; una nuova stagione ricca di gare e tecnica quella che attende i piloti del Trial, disciplina tosta che richiede tanta concentrazione e precisione. Per quanto riguarda il Campionato italiano Trial, le date fissate sono sei, mentre per i Trofei Centro Italia e Master Beta ci saranno cinque round totali. Come consuetudine, la Federmoto ha reso noti anche gli appuntamenti internazionali che riguardano questa disciplina, tra cui l'europeo Trial che far&agrave; tappa in Italia a settembre, seguito pochi giorni dopo dal Mondiale. Di seguito l'intero calendario 2022. Campionato italiano Trial  23-24 aprile 2022, Offroad Park Pietramurata (TN) 05 giugno 2022, Camerino (MC) 25-26 giugno 2022, Lanzada (SO) 17 luglio 2022, Sestriere (TO) 04 settembre 2022, Abetone (PT) I 02 ottobre 2022, Frassinoro Piandelagotti (MO) Trofeo delle Regioni  23 ottobre 2022, Val d'Ossola (VB) Trofeo centro Italia  03 aprile 2022 (da definire) 15 maggio 2022, Monte San Giovanni in sabina (RI) 29 maggio 2022, San Marino 12 giugno 2022, Civita Castellana 16 ottobre 2022, Miravalle- Montevarchi (AR) Trofeo Centro Nord est Italia  20 marzo 2022, Nove Vittorio Veneto (TV) 29 maggio 2022, Paluzza (UD) 12 giugno 2022, Val Legoria (VI) 03 luglio 2022, Aldino (BZ) 28 agosto 2022, Pietramurata (TN) 16 ottobre 2022, Pozza di Fassa (TN) Trofeo Trial Master Beta  27 marzo 2022, Lazzate (MB) 22 maggio 2022, Garessio (CN) 19 giugno 2022, San Pietro Mussolino (VI) 10 luglio 2022, Caampo Canavese (TO) 09 ottobre 2022, Rignano Sull'Arno (FI) Campionato Europeo Trial  10-11 settembre 2022, Piazza Torre (BG) Campionato Mondiale Trial  17-18 settembre 2022, Ponte di Legno (BS) Trofeo delle Nazioni Trial  24-25 settembre 2022, Autodromo Monza (MB) Cross: il 2022 l'anno zero dopo l'addio di Tony Cairoli       

Vediamo le date del Campionato italiano Trial, ma anche quelle dei Trofei, dell'Europeo, Mondiale e del Trial delle Nazioni

Il Trial scalda i motori: ecco i calendari 2022

        Il tema delle sospensioni &egrave; sempre stato scottante nel Trial, forse l&rsquo;unica disciplina motociclistica in cui l&rsquo;erogazione del motore pu&ograve; passare in secondo piano rispetto a un&rsquo;accurata taratura di forcelle e ammortizzatori o monoammortizzatore. Se avete dubbi, guardate su Youtube un filmato del pluricampione del Mondo Toni Bou che, a motore spento ma sfruttando soltanto l&rsquo;inerzia sprigionata della sua moto dopo aver sapientemente compresso forcelle e mono, si cimenta con successo su alcuni ostacoli. Il lavoro di gambe, braccia e colpi di reni gioca un ruolo altrettanto fondamentale, ma se la risposta del sistema ammortizzante fosse carente, ben poco si potrebbe fare. La storia insegna come prima dell&rsquo;avvento della sospensione unica posteriore - anni &lsquo;84 e &lsquo;85, Beta TR32 o Fantic 301 per fare dei nomi - i praticanti a tutti i livelli gi&agrave; fossero alla ricerca della migliore coppia di ammortizzatori. I vari Betor, Marzocchi a gas, spadroneggiavano. La taratura era fatta in base al peso del pilota, ma anche in funzione degli ostacoli da affrontare: pi&ugrave; sfrenato avrebbe agevolato il superamento di muretti ma con pi&ugrave; difficolt&agrave; a domare il mezzo su terreno sassoso. Gi&agrave; 40 anni fa, pur di non ammettere di non essere in grado di salire sui muri e pietroni, e quindi optare per una regolazione medio-bassa, la stragrande maggioranza dei Trialisti sceglieva la taratura dei campioni. Cosa &egrave; cambiato oggi lo chiediamo ad Andrea Tron, distributore e Racing Service per Tech sui campi gara, considerato nell&rsquo;ambiente un &ldquo;mago&rdquo; delle sospensioni. Manubri Larghi: Riccardo Montanino alla riscossa I dettagli  Cosa ti chiedono i clienti e cosa fai normalmente? &ldquo;Chiedono sospensioni che facciano tutto loro: che &lsquo;copino&rsquo; tutto, che sembrino dei &lsquo;sof&agrave;&rsquo;, ma che spingano come se dovessero fare ostacoli di un certo livello e che li aiutino a spostare&hellip;&rdquo;. Praticamente morbide e dure allo stesso tempo: quanto costa una forcella Tech di ultima generazione? &ldquo;Si va dagli 8-900 &euro; ai 1700 &euro;&rdquo;. Qual &egrave; il monoammortizzatore pi&ugrave; gettonato? &ldquo;Si va a momenti: ci sono periodi in cui si pensa che Showa faccia diventare campioni ma ha il limite delle soltanto due regolazioni (precarico molla e ritorno) e, tolte due customizzazioni per Beta e GasGas, &egrave; disponibile in un solo interasse di 265 mm per Montesa, quindi limita la possibilit&agrave; di montaggio sulle altre. Molto richiesti sono i Tech, un po&rsquo; per moda, un po&rsquo; per qualit&agrave; e facilit&agrave; di montaggio su quasi tutte le moto sul mercato&rdquo;. Qual &egrave; l&rsquo;errore pi&ugrave; frequente dell&rsquo;utente medio? &ldquo;Non adeguare la molla di serie (scelta per un utente medio dal peso di 75 kg) al proprio peso, magari aggirando il problema con accrocchi inverosimili".  La cosa pi&ugrave; buffa che ti hanno chiesto? "Fammi le sospensioni che mi facciano andare come voi anche se ho 65 anni. Ma che non si veda nulla, cos&igrave; frego i miei compagni di Trialate...&rdquo;. La tua clientela &egrave; pi&ugrave; di piloti o di amatori? &ldquo;60% piloti e 40% amatori&rdquo;. Ricevi riconoscimenti da piloti di livello? &ldquo;Messaggi, che spesso non mi aspetto di ricevere perch&eacute; mi sembra normale cercare di dare loro qualcosa in pi&ugrave;! Mi fa immenso piacere quando arrivano anche da piloti molto forti&rdquo;. Un paio d&rsquo;anni fa ti eri fatto promotore di un&rsquo;azione di aiuto gratuita per i giovani dell&rsquo;Italiano: lo fai ancora? &ldquo;Grazie alla FederMoto continuo a dare una mano ai giovani talenti azzurri a cui fa piacere, o a quelli a cui posso darla&rdquo;. Mi risulta che anche nel mondo del Trial Vintage ci siano persone che richiedono interventi, vero? &ldquo;Si, ma &egrave; un ambiente nuovo per me. Ci lavoro poco perch&eacute; ci sono specialisti con i capelli bianchi e molto tempo a disposizione che fanno lavori spettacolari e preparazioni da manicomio&rdquo;. Quindi le sospensioni a posto anche su motori meno performanti possono costituire un vantaggio? &ldquo;Le sospensioni a posto aiutano a sfruttare meglio il tesoro della moto, motore in primis, qualunque siano le prestazioni&rdquo;.       

Andrea Tron, considerato tale nel mondo del Trial, svela l&rsquo;importanza del dettaglio: "Permette di sfruttare il tesoro della moto"

Manubri Larghi: Tron, il mago delle sospensioni

        La risonanza &egrave; stata soltanto relativa, ma &egrave; giusto sottolineare come quanto avvenuto in Spagna meriti di essere rimarcato. Perch&eacute; &egrave; stato un capitolo storico per il motociclismo al femminile. Per la prima volta nella storia del Trial Indoor, al Palau Sant Jordi a Barcellona, oltre al consueto Trofeo dedicato agli uomini, si &egrave; svolto anche quello dedicato alle donne. &Egrave; stato quindi possibile vedere, oltre ai big della TrialGP come Toni Bou, Adam Raga e Jaime Busto, anche le migliori interpreti della specialit&agrave; al femminile. Io guido da sola: Irene Bramato, al top nella R3 Cup Due squadre al via  Al primo Women&rsquo;s Trophy Barcelona hanno partecipato due squadre in rosa: la prima formata dalle padrone di casa Berta Abellan e Sandra Gomez Cantero, che in questo 2021 si sono piazzate al terzo e quarto posto nel mondiale TrialGP Women, mentre la seconda coppia &egrave; stata formata dalla sette volte iridata Emma Bristow e dalla norvegese Ingveig Hakonsen. Il Trial Indoor si &egrave; svolto nel celebre palasport sulla collina del Montjuic e, per incentivare il pubblico a partecipare, sono stati messi anche in palio dei biglietti attraverso un sorteggio: &ldquo;Mi potrete vedere gareggiare nel primo Trofeo femminile di Trial Indoor &ndash; aveva scritto Berta Abellan sui social &ndash; e spero di poter contare sul vostro appoggio&rdquo;. La pubblicit&agrave; fatta dall&rsquo;organizzazione dell&rsquo;evento ha puntato forte sulla novit&agrave; al femminile, anche perch&eacute; lo spettacolo del Trial non conosce colori n&eacute; differenze di genere. Che siano uomini o donne, vedere i piloti che superano ostacoli e scalano rocce, o nel caso dell&rsquo;Indoor dislivelli preparati ad hoc, &egrave; davvero entusiasmante e impressionante. Servono tanta tecnica e soprattutto una precisione che deve rasentare la perfezione, caratteristica che si addice tanto agli uomini quanto ancor pi&ugrave; alle donne. E di esempi di ragazze di grande talento ne abbiamo davvero parecchi, anche in Italia con Sara Trentini, Martina Gallieni e Andrea Sofia Rabino, per citare soltanto alcune delle portacolori azzurre. Lo scopo dell&rsquo;evento catalano, in questo 2021, &egrave; stato quello di dare visibilit&agrave; e risalto alla novit&agrave; del Trofeo al femminile, dato che gli uomini non ne hanno bisogno. E chiss&agrave; che tra qualche anno, se le cose andranno nel verso giusto, tra le ospiti di Palau Sant Jordi vedremo gareggiare anche le italiane. Sarebbe affascinante e attesterebbe il passo compiuto nella giusta direzione.       

Per la prima volta, il Trial Indoor di Barcellona ha accolto anche le ragazze

Io guido da sola: il palcoscenico del Trial diventa rosa

Gianluca Tournour (GASGAS) &egrave; vice campione europeo nella classe regina pur con gli stessi punti e gli stessi risultati del campione, il norvegese Sondre Haga (Beta). Premesso che il campionato continentale si &egrave; svolto unicamente su due prove a causa delle rinunce della Francia a Breal Sous Monfort, tappa programmato per Pasqua, e della Germania a Grossheubach il primo agosto, il piemontese e lo scandinavo si sono aggiudicati una prova ciascuno e sono arrivati secondi in quella non vinta, ma Haga ha conquistato la pi&ugrave; recente. E questo ha fatto la differenza. Spesso snobbato da piloti, costruttori e perfino media &ndash; non possiamo negarlo &ndash; quello europeo &egrave; un campionato dal quale sono emersi tanti grandi campioni. Nel suo secondo anno di istituzione, il 1993, fu Dougie Lampkin, futuro vincitore di sette mondiali Outdoor, a conquistare il titolo continentale, poi fu il turno di Adam Raga nel 2000 e quindi Toni Bou nel 2003, ancora alla guida della Beta. Nei momenti migliori l&rsquo;Europeo poteva contare anche su sei prove in sei Nazioni differenti.  Manubri larghi: Cristian Bassi, giovane d&#39;altri tempi  Tradizione italiana   Esisteva quasi una rivalit&agrave; nei confronti del campionato del Mondo. L&rsquo;Europeo poteva avvalersi di un ambiente pi&ugrave; familiare, dove si cimentavano anche piloti di livello pi&ugrave; basso. Non soltanto, fu anche il primo campionato ad aprire ai giovani su moto di cilindrate non ancora permesse per l&rsquo;et&agrave;, con il vincolo di gare disputate in aree chiuse al traffico. Negli anni &lsquo;90 i costruttori erano presenti ufficialmente sui campi di gara. Una lenta regressione dello sport motociclistico dell&rsquo;equilibrio, ha portato inevitabilmente a tagliare i costi e pian piano dall&rsquo;Europeo sono &ldquo;svaniti&rdquo; i camion di assistenza e i piloti hanno trovato soltanto pi&ugrave; supporto al Mondiale o nei campionati nazionali.  Oggi il campionato continentale rimane una fucina dalla quale si sfornano i campioni del futuro e nel contempo altri piloti &ndash; ai quali il Mondiale ha chiuso la porta per l&rsquo;eccessiva necessit&agrave; di risorse &ndash; riescono a trovare un po&rsquo; di gloria. L&rsquo;Italia vanta una tradizione atavica sia di partecipazione che di organizzazione: non dimentichiamo che ancora oggi la sede della FIM Europe &egrave; a Roma e che il compianto dottor Vincenzo Mazzi &egrave; stato presidente e contributore alla nascita della UEM, Unione Europea di Motociclismo. L&rsquo;assidua partecipazione dei Talenti Azzurri &ndash; con altri nomi nel passato &ndash; ha portato a risultati brillanti. Si registrano tre titoli per Matteo Grattarola, con tre moto differenti: nel 2004 alla guida della Sherco, nel 2012 con la GASGAS e nel 2018 sulla Montesa. Tournour port&ograve; a casa il titolo nel 2015 dopo una lotta serrata con lo spagnolo Francesco Moret. L&rsquo;occasione per riprovarci quest&rsquo;anno gli &egrave; stata fornita dalla nuova GASGAS Italia che ha riposto in lui la massima fiducia. Ma questa maledetta pandemia ha falsato i valori in campo.  Le gare   Due gare per assegnare un campionato sono troppo poche. E dire che l&rsquo;inizio a Cortenova (LC) era stato favorevole. Programmata per disputarsi vicino a Grosseto, la manche italiana &egrave; stata all&rsquo;ultimo momento dirottata nel comune della Valsassina, per problemi di permessi in questo altalenante periodo pandemico. Con estrema rapidit&agrave; la Federazione italiana ha trovato un altro sodalizio e un&rsquo;altra localit&agrave;, salvando un campionato che correva il rischio di naufragare come l&rsquo;anno passato. Nell&rsquo;occasione Tournour si &egrave; distinto conducendo la gara fin dall&rsquo;inizio, relegando al terzo posto il pluricampione italiano Grattarola (Beta), apparso un po&rsquo; rilassato nel primo dei due giri di 15 zone. Sfortuna ha voluto che fra i due si sia inserito Haga, capace anche di recuperare due punti su Tournour nella seconda tornata. Altri italiani hanno ben figurato, come Lorenzo Gandola (Vertigo) quarto, Carloalberto Rabino (Beta) sesto e Andrea Gabutti (TRRS) settimo. Ma tra loro, soltanto Gabutti si &egrave; presentato alla seconda e ultima prova disputata nei pressi del circuito di Motocross di Kramoline in Repubblica Ceca, l&rsquo;8 agosto. Il sogno di Tournour di replicare il titolo del 2015 &egrave; svanito quasi subito osservando i punteggi sensazionali di Haga: 3, 5 e 6 nei tre giri di 10 zone, confrontati con i suoi 17, 12 e 10.  Trial: Matteo Grattarola ci racconta i suoi segreti 

Vinto dal norvegese Haga, l&rsquo;europeo Trial si &egrave; sviluppato soltanto su due prove

Manubri larghi: Enduro Trial, il campionato &quot;dimenticato&quot;

La prima tappa del Campionato del Mondo Trial si &egrave; disputata in Italia, a Tolmezzo; con il 24 volte campione del mondo (tra outdoor e indoor) Toni Bou, che ha subito messo in chiaro le cose, vincendo nella prima giornata di gara, davanti allo storico rivale, Adam Raga. Terzo posto per l&rsquo;italiano Matteo Grattarola, che tornava in gara dopo quattro anni e due titoli mondiali nel Trial 2. Appena gi&ugrave; dal podio Jaime Busto, quarto davanti a Jeroni Fajardo.  Lo spagnolo ha poi ottenuto una seconda posizione nella manche successiva, che gli ha permesso di portarsi subito in testa alla classifica. Nella seconda gara si &egrave; completata la festa in casa Honda, con il trionfo del compagno di squadra di Bou, Takahisa Fujinami, che si &egrave; regalato, a 41 anni, la vittoria numero 34 nel Campionato del Mondo di prova all&#39;aperto. Adam Raga completa il podio alle spalle del giapponese e di Bou, precedendo Fajardo e Grattarola. L&#39;italiano chiude la top five seguito da Gelabert e Busto.  In attesa del secondo appuntamento stagionale, la classifica vede Bou davanti a tutti seguito da Raga e Fujinami, tutti racchiusi in soli 8 punti, quarto Grattarrola, staccato dalla vetta da soli 11 punti.  Toni Bou davanti a tutti nel mondiale   In virt&ugrave; della vittoria e del secondo posto nella seconda giornata, il campione del mondo ha commentato cos&igrave; il GP italiano: &ldquo;Sono super soddisfatto della vittoria della prima giornata. Voglio ringraziare il Dr. Joaquim Terricabras, Oriol Nevot, il fisioterapista, e tutto il team e la famiglia per il grande lavoro che hanno fatto in questo ultimo mese in modo che potessi essere qui oggi. Fisicamente non mi aspettavo di vincere, quindi sono ancora pi&ugrave; felice&rdquo;.  Non poteva mancare il commento sul compagno di squadra, vincitore a 41 anni: &ldquo;Quello che ha fatto Fujinami a 41 anni &egrave; stato incredibile. Lavora molto e fa un ottimo lavoro con tutta la squadra. Ora spero di riuscire a recuperare fisicamente completamente per il secondo turno del mondiale&rdquo;.  Fujinami trionfa nella seconda giornata   Grazie alla vittoria nel round d&rsquo;apertura del mondiale, Fujinami torna al successo dopo cinque anni dall&#39;ultima volta, a Lourdes, in Francia, nel luglio 2016. Il pilota giapponese era comprensibilmente euforico al termine della gara: &ldquo;Non mi aspettavo di poter vincere oggi! Stavo cercando la vittoria, ma non al 100%. Sono felicissimo. A 41 anni, non credo che nessuno se lo aspettasse, n&eacute; la mia squadra, n&eacute; Toni. &Egrave; stato fantastico poterlo raggiungere. Mi sentivo come nel 2004, quando avevo 24 anni. Grazie mille a tutto il team per avermi sempre sostenuto e aiutato, questa vittoria &egrave; un regalo per tutti voi&rdquo;. 

Parte dall&rsquo;Italia il campionato del mondo trial 2021; seppur convalescente da una frattura al perone, il campione spagnolo &egrave; gi&agrave; in testa alla classifica

Mondiale Trial: Toni Bou subito leader, dopo la tappa a Tolmezzo

Matteo Grattarola si presenter&agrave; a Tolmezzo, apertura del mondiale 2021, nuovamente nella classe regina, la TrialGP, dopo i tre anni in Trial2 che gli hanno fruttato due titoli mondiali e una posizione di vice campione. Ma in tempi recenti Grattarola non &egrave; stato l&rsquo;unico italiano a correre la TrialGP.  Proprio mentre il lecchese era impegnato a difendere il titolo in Trial2, il giovane bergamasco Andrea Riva, classe 1997, ha compiuto il salto. Nel 2019 pur correndo soltanto tre prove &ndash; Italia, Francia (nella foto) e Olanda &ndash; Riva ha concluse al 15&deg; posto la stagione, con un onorevole decimo posto in Olanda. Oggi &egrave; pilota TRRS semi-ufficiale, attraverso l&rsquo;importatore Alex Favro, di Susa, ed &egrave; assistito dall&rsquo;amico Roberto Mazzola che lo segue dai tempi del mondiale di Bike-trial, suo primo amore dal quale port&ograve; a casa il titolo mondiale nel 2012. Si tratta di un pilota della nuova generazione: molto coraggioso, spavaldo nell&rsquo;osare su ostacoli al limite del possibile, ma ancora troppo discontinuo per trovarsi ai primi posti delle classifiche.  Manubri Larghi: il calendario TrialGP  Il salto in TrialGP   Andrea, come spieghi il salto in TrialGP del 2019?  &ldquo;Per correre in Trial2 avrei dovuto prendermi una 250 cm&sup3;, perch&eacute; con la 300 non era permesso, poi non mi sono mai spaventato di fronte a zone dure, anzi patisco di pi&ugrave; il fatto di non dover sbagliare su zone facili. Mi era gi&agrave; successo all&rsquo;Italiano dopo aver fatto 4&deg; in TR2 nel 2016 e 2017, sono passato in TR1 l&rsquo;anno dopo e per due stagioni sono arrivato nuovamente al quarto posto, poi l&rsquo;anno scorso quinto ma a pari punti con il quarto&rdquo;.  &Egrave; stata un&rsquo;esperienza positiva?  &ldquo;Assolutamente s&igrave;. Il divario fra Trial2 e TrialGP &egrave; notevole, ma per me &egrave; stata una bellissima sfida. In allenamento vado forte. Non riesco ancora a fare altrettanto bene in gara&rdquo;.  Cosa manca in gara per arrivare sul podio dell&rsquo;Italiano?  &ldquo;Sto cercando di combattere uno stato d&rsquo;ansia e ora che ho un lavoro (meccanico presso un concessionario Suzuki, ndr) mi sento molto pi&ugrave; tranquillo. Anche se si traduce in meno tempo per allenarmi &ndash; lo faccio nell&rsquo;intervallo del pranzo e di sera &ndash; lavorare significa poter essere autonomi economicamente, e questo mi fa stare meglio&rdquo;.  Ti piace di pi&ugrave; correre in Italia o al Mondiale? E preferisci il regolamento stop o no-stop?  &ldquo;Preferisco potermi fermare e posizionarmi meglio. Ricordiamoci che ho cominciato tardi per via della bici: in moto ci sono andato a 15 anni e mi sono portato dietro lo stile di guida a scatti e spostamenti. Al Mondiale ho sempre faticato a guidare in modo continuo&rdquo;.  Cosa ricordi con pi&ugrave; piacere della tua carriera?  &ldquo;Il podio all&rsquo;Indoor dell&rsquo;Italiano a Marradi nel 2016. Era la mia prima gara Indoor di un certo peso e mi &egrave; piaciuta moltissimo&rdquo;.  E cosa invece ritieni sia stato negativo?  &ldquo;Tante cose (ride...). Il passaggio dalla bici alla moto me l&rsquo;aspettavo un po&rsquo; pi&ugrave; facile, invece c&rsquo;&egrave; voluto parecchio tempo per ottenere buoni risultati&rdquo;.  &quot;Il Trial &egrave; cambiato&quot;   Cosa cambieresti del Trial?  &ldquo;Favorirei le riprese video. Ormai le dirette con Instagram o Facebook si riescono a fare con semplicit&agrave; e i costi sono contenuti. In Spagna il sito Trialworld trasmette le gare in diretta&rdquo;.  Quali sono i tuoi obiettivi per il 2021?  &ldquo;Mi piacerebbe salire sul podio dell&rsquo;Italiano: in fondo, dietro Grattarola che sta guidando in modo eccezionale, siamo tutti molto vicini. E poi vorrei fare bene nel mondiale Trial2&rdquo;.  Tempo fa ci incontrammo al Mondiale, e ci &ldquo;accusasti&rdquo; di intervistare soltanto vecchi piloti un po&rsquo; nostalgici del Trial di una volta.  &ldquo;Ma s&igrave;, a forza di dire sempre che una volta il Trial era diverso, migliore di oggi, si finisce per scoraggiare le nuove generazioni. Non si pu&ograve; tornare indietro. Il Trial &egrave; cambiato, che piaccia o no. Le moto sono diverse, la guida &egrave; molto differente. Si fanno cose incredibili che alla gente in fondo piace vedere&rdquo;.  Trial: Matteo Grattarola ci racconta i suoi segreti 

&quot;Il divario fra Trial2 e TrialGP &egrave; notevole, ma per me &egrave; stata una bellissima sfida. In allenamento vado forte. Non riesco ancora a fare altrettanto bene in gara&quot;, ci ha spiegato il bergamasco

Manubri Larghi: le battaglie di Andrea Riva in TrialGP

Matteo Grattarola (Beta) s&rsquo;inchina soltanto ai due ospiti spagnoli Jeroni Fajardo (Sherco) e Jaime Busto (Vertigo) - Rispettivamente numero 5 e numero 3 nel ranking mondiale - alla prima del campionato italiano organizzata nell&rsquo;area Pro Trial Park di Ceranesi, vicino a Genova.  &nbsp;Con la consueta partenza al Santuario Madonna della Guardia &ndash; sede del Moto Club, grazie al rettore ben disponibile a ospitare manifestazioni di questo sport &ndash; il percorso si &egrave; sviluppato interamente nell&rsquo;area autorizzata, dove si continua a svolgere un&rsquo;intensa attivit&agrave; didattica. Il terreno lo consente perch&eacute; ricco di rigagnoli, radici, saliscendi tipici del Trial naturale, a cui le nuove generazioni non sono per nulla abituate. Oggi i giovani sono avvezzi ad affrontare ostacoli Indoor, un po&rsquo; per volont&agrave; e un po&rsquo; per necessit&agrave;, a causa delle restrizioni ambientalistiche. Stavolta la zona Indoor non l&rsquo;hanno trovata: tutte le 12 sezioni da percorrersi due volte - molto ben preparate, per un percorso davvero bellissimo - sono state tracciate nel bosco, con qualche difficolt&agrave; per chi assiste, ma visto che al pubblico non era permesso accedere, non si &egrave; presentata la criticit&agrave;. Come da previsioni &egrave; stato Grattarola l&rsquo;uomo da battere: il trentatreenne lecchese ha tenuto fede al suo palmares difficilmente eguagliabile, forte di 11 titoli nazionali Outdoor, 10 Indoor, due corone mondiali, tre titoli europei, conquistati con ben quattro Marche differenti.  Trial: Matteo Grattarola ci racconta i suoi segreti  Invasione spagnola   La sfida lanciata dai due piloti della GASGAS, Luca Petrella e Gianluca Tournour, freschi di un nuovo team e motivati a dare lo scacco matto al campione, non ha scalfito Grattarola, che ancora una volta ha confermato di avere una marcia in pi&ugrave; fra i piloti tricolori. Al pilota della Beta resta sicuramente il rammarico per non essere riuscito &ndash; come spesso accadeva in passato &ndash; a uscire padrone assoluto con un trionfo nella categoria Internazionali. A rimpinguare una sempre pi&ugrave; scarna categoria TR1, ridotta ora a sette partecipanti, ci e un francese, fra loro Fajardo e Busto, che nonostante l&rsquo;handicap della partenza per primi, &ldquo;aprendo&rdquo; tutte le zone, sono riusciti a stare davanti a Grattarola.  Fajardo &egrave; subito partito molto forte e ha infilato quattro &ldquo;zero&rdquo; consecutivi, per poi arrendersi con due fiaschi alle zone 5 e 6. Altri cinque &ldquo;zero&rdquo; e un &ldquo;cinque&rdquo; all&rsquo;ultima, timbrato per evitare di finire il tempo limite del primo giro. Tutti i piloti della TR1 si sono infatti trovati nella medesima situazione: troppo tempo a studiare zone fuori dai loro standard e l&rsquo;affluenza dei piloti di categorie pi&ugrave; basse, come la TR4 al loro secondo giro, sono i fattori che li hanno attardati al punto da dover saltare la zona 12. I 15 punti del numero uno Sherco sono stati soltanto avvicinati dalla coppia Grattarola-Busto, entrambi colpevoli di 23 errori. Un po&rsquo; pi&ugrave; staccati Tournour (27) e Petrella (28).  Nel giro Fajardo ha controllato agevolmente, forte del suo vantaggio, e ha chiuso con 10 punti, ma ha rischiato di subire il sorpasso da Busto che soltanto per un &ldquo;5&rdquo; &ndash; per la quasi impercettibile uscita da una porta con la ruota davanti all&rsquo;interno dell&rsquo;ultima zona &ndash; &egrave; stato privato di un punteggio clamoroso di due penalit&agrave; totali. Terminando a &ldquo;7&rdquo;, per quel piccolo errore si &egrave; dovuto accodare a Fajardo. Non in grado di inserirsi in questa battaglia, un Grattarola un po&rsquo; pi&ugrave; disattento ha concluso il giro a 18, battuto anche da Petrella (16) in questo parziale, ma comunque saldamente vincitore nel campionato italiano.  Terzo per un solo &ldquo;zero&rdquo; Tournour che &egrave; stato rimontato e appaiato nel punteggio da Lorenzo Gandola (Beta). Nella categoria Femminile successo per Andrea Sofia Rabino (Beta), la quindicenne pinerolese cresciuta moltissimo nell&rsquo;ultimo anno a livello tecnico. In testa dall&rsquo;inizio alla fine, con i parziali di 15 e 18 &egrave; risultata inavvicinabile. Seconda la campionessa in carica Martina Gallieni (TRRS) davanti a Martina Balducchi (Beta). Assente per infortunio a una mano Alex Brancati (GasGas). Ben 143 i partecipanti e 34 quelli del Minitrial. Un ottimo avvio, considerate ledifficolt&agrave; del momento.  Il prossimo appuntamento sar&agrave; a Gualdo Tadino (PG) il 23 maggio.  Trial: Emma Bristow, lady di ferro  &nbsp; 

Grattarola risponde agli assalti degli emergenti Petrella e Tournour nella classifica tricolore, ma nella classe &ldquo;internazionali&rdquo; prevalgono i top rider stranieri come Fajardo e Busto. La giovane Rabino vince la sfida femminile. In liguria, ben 143 i piloti al via

Trial: i risultati del Campionato Italiano a Ceranesi

Ten days of convalescence and a return to riding within about three weeks - this is what Toni Bou can expect following his operation, which was carried out on the afternoon of Wednesday 5 May.  Having crashed while training, the 28-time Trial World Champion was taken to the Clinica Mi Tres Torres in Barcelona where Dr. Josep Torrent and Dr. Maurise Saur from iMove Traumatology, under the supervision of team doctor, Joaquim Terricabras, were able to stabilise Bou&rsquo;s left fibula by inserting a plate. The urgent procedure was carried out in around one hour, to ensure the rider a relatively brief recovery time that won&rsquo;t impact too much on his preparation.  The first round of the Trial World Championship is a little more than a month away, the season-opener set to take place in Tolmezzo on 12-13 June. An event that Bou should be fully fit for.  Translated by Heather Watson  MXGP, more schedule changes: Matterley Basin back on the calendar 

The Spanish rider has undergone surgery in Barcelona to insert a plate in his left leg after injuring himself while training. His expected recovery time is as follows &nbsp;

72 risultati per 'TrialE'