        Niente Ulster GP per quest'anno, come accade ormai da tre stagioni consecutive. Dopo essersi dati battaglia nelle altre due principali International Road Races (la North West 200 e il Tourist Trophy), i piloti non potranno cimentarsi sul velocissimo circuito di Dundrod, nell'Irlanda del Nord, dove non si corre ormai dal 2019 per via di importanti problemi finanziari. Tuttavia, quest'anno ricorre il centenario di uno dei tracciati pi&ugrave; iconici del panorama stradale e, seppur senza gare, ci saranno diversi motivi per festeggiare alcuni dei migliori road racers dell'era moderna e un parade lap riservato agli appassionati: ecco come si svolger&agrave; il tutto. CIV Junior: i risultati del round di Ottobiano Bruce Anstey e Glenn Irwin ospiti d'eccezione  Il 20 agosto verr&agrave; chiusa la strada che compone il tracciato della road race pi&ugrave; veloce al mondo e verr&agrave; anche ricreata l'area paddock, dove ci saranno diverse special guest tra cui Ray McCullough, vincitore di oltre 170 gare e considerato uno dei pi&ugrave; grandi piloti irlandesi di sempre, Glenn Irwin, il pi&ugrave; veloce newcomer di sempre al Tourist Trophy, e il neozelandese (da cui il soprannome &ldquo;The Flying Kiwi&rdquo;) Bruce Anstey, vincitore di ben 13 Ulster GP in carriera. Oltre ai piloti, ci sar&agrave; anche e soprattutto ampio spazio per gli appassionati, visto che verr&agrave; effettuato un parade lap in moto lungo il circuito che vedr&agrave; impegnati ben cento fortunati centauri e saranno presenti numerose moto d'epoca che hanno fatto la storia della gara nordirlandese. CIV SBK: esordi e grandi ritorni alla Racing Night di Misano Futuro incerto  La speranza di piloti e appassionati &egrave; quella di ritrovare l'Ulster GP nel calendario delle corse su strada gi&agrave; a partire dalla stagione 2023, ma al momento non c'&egrave; nulla di certo. Sicuramente, per&ograve;, l'entusiasmo mostrato dall'organizzazione nel creare un evento speciale per il centenario, ha fatto crescere l'ottimismo in vista di un possibile ritorno. MotoGP: Yamaha sta gi&agrave; lavorando in ottica 2023       

Seppur senza ospitare gare a causa di problemi finanziari, il Dundrod Circuit festegger&agrave; nel mese di agosto i cento anni di storia con un parade lap e diverse special guest internazionali

Road Races: l'Ulster GP prepara la festa per il centenario

        Road racing fans are well aware that the Isle of Man is always ready to serve up excitement. Those not lucky enough to be there fixate on the timing screen while tuned in to the commentators and the background engine noise. Its tales are tinged with technical failures, red flags, sometimes tragedy, but in the midst of all this are fairy-tale type achievements. Like that of Bruce Anstey at the 2019 Classic TT. The New Zealander&rsquo;s return following illness   The "Flying Kiwi" returned to the Mountain after having missed almost two seasons while he battled to win a more important fight, against the cancer that had returned in early 2018. The New Zealander had already suffered once, diagnosed with testicular cancer in 1990, at the age of 25. A disease that didn&rsquo;t stop Anstey returning to the track, not even after defeating his enemy for the second time, at the &lsquo;tender age&rsquo; of 50. A dream that Bruce made reality with his sheer grit and determination, but also the affection of those close to him. Starting with his partner Anny, and Clive Padgett, who always had a bike ready for him. And the many fans that helped Adam Child to raise funds in order to get Anstey back on the grid. Lightweight success   While most fans were happy just to see Bruce back on the bike, the New Zealander and his Honda RS250 went on to exceed all expectations that week. Having made a strong start, right from practice Bruce demonstrated that he could more than hold his own in the Lightweight class. But his physical condition was something of an unknown, the 50-year old having only recently recovered following cancer treatment and a two-year absence from racing. No small consideration when facing the 60.761 km Mountain circuit. So much so that the Padgett's Motorcycles team boss, stunned by Anstey&rsquo;s best time, actually admitted that he&rsquo;d "told Bruce, before the lap, that if you can&rsquo;t do it, we&rsquo;ll come and get you at Ballacraine". There was no need for this of course and, come the race, Bruce wasn&rsquo;t content with simply repeating what he&rsquo;d done in practice, setting out to put the hell he&rsquo;d experienced firmly behind him and writing a page of road racing history in the process. Anstey dominated the race, crossing the line a good 1&rsquo;10&rdquo;245 ahead of his team-mate Davey Todd, who in turn was pursued by James Hind. But not even the young Brit&rsquo;s brilliant recovery (ninth after receiving a pit stop penalty) could steal the attention away from Anstey that day, and the tears and applause were all for Bruce and his incredible return. Translated by Heather Watson Road Races: all 2021 races on the Isle of Man now cancelled       

Having won his second great battle, the 50-year old Northern Irishman went on to get his own back on track. A tale of one man&rsquo;s incredible feat

2019 Classic TT: Bruce Anstey’s incredible win against cancer

Gli appassionati di corse su strada lo sanno bene: l&#39;Isola di Man regala sempre grandi emozioni. Giri su giri vissuti con il fiato in gola, mentre i piloti sfrecciano composti tra marciapiedi e muretti. E chi non ha la fortuna di essere l&igrave; a osservare, guarda trepidante il monitor dei tempi, mentre le parole dei commentatori vengono intervallate dai motori che rombano in sottofondo.  Storie scandite da colpi di settori viola, guasti tecnici, e a volte bandiere rosse, che in mezzo a qualche tragedia sanno regalare imprese degne di una favola. Proprio come quella che ha scritto Bruce Anstey nel Classic TT del 2019.  Il ritorno del neozelandese dopo la malattia     L&#39;edizione del ritorno al Mountain del &quot;Flying Kiwi&quot;, che per quasi due stagioni era rimasto a guardare, mentre cercava di vincere una battaglia ben pi&ugrave; importante: quella contro il tumore che nei primi mesi del 2018 era tornato a tormentarlo, dopo aver gi&agrave; tentato di piegare il neozelandese nel 1990, anno in cui al 25enne Bruce era stato diagnosticato un cancro ai testicoli.  Una malattia che non aveva impedito ad Anstey di ritornare in sella allora e che non gli ha tolto la voglia di tornare in moto, nemmeno dopo aver sconfitto il nemico per la seconda volta, alla &quot;tenera et&agrave;&quot; di cinquant&#39;anni. Un sogno che Bruce ha saputo tramutare in realt&agrave; con tanta grinta e determinazione, ma anche con l&#39;affetto di chi lo ha sempre sostenuto. A iniziare dalla compagna Anny, per arrivare a Clive Padgett, che ha sempre tenuto una moto pronta per lui. Passando per i tanti tifosi che hanno aiutato Adam Child a raccogliere i fondi, per riportare Anstey in griglia di partenza.  Road Races: cancellate tutte le gare 2021 sull&#39;Isola di Man  Il successo nella Lightweight     Ma se a scaldare il cuore di qualunque appassionato sarebbe bastato soltanto vedere Bruce montare di nuovo in sella, ci&ograve; che il neozelandese e la sua Honda RS250 sono riusciti a fare, &egrave; andato ben al di l&agrave; di qualunque aspettativa.  Partito subito a razzo, Bruce ha dimostrato sin dalle prove libere di poter dire la sua nella classe Lightweight. Ma a fare da contraltare alle prestazioni del kiwi c&#39;era un&#39;incognita non da poco: la tenuta fisica del cinquantenne, appena ripresosi dalle cure contro il cancro e a secco di competizioni da quasi due stagioni. Un dettaglio non da poco su un circuito da 60,761 km come quello del Mountain. Tanto &egrave; vero che lo stesso boss del team Padgett&#39;s Motorcycles, commosso e incredulo per il miglior tempo firmato da Anstey, aveva ammesso di aver &quot;detto a Bruce, prima del giro, se non te la senti, ti verremo a prendere a Ballacraine&quot;.  Uno scenario prontamente spazzato via dall&#39;indomabile Bruce, che in gara non si &egrave; limitato a ripetere quanto fatto in prova, ma &egrave; andato a prendersi con forza l&rsquo;attesa rivincita sull&rsquo;inferno che aveva vissuto, scrivendo una pagina di storia delle corse su strada con un dominio netto: una cavalcata solitaria che lo ha portato a transitare sotto la bandiera a scacchi con un margine di 1&rsquo;10&rdquo;245 sul compagno di squadra Davey Todd, tallonato dall&#39;arrembante James Hind.  Ma nemmeno la splendida rimonta del giovane britannico, nono dopo una sanzione in fase di pit stop, &egrave; bastata a distogliere l&#39;attenzione da Anstey: le lacrime e gli applausi, in quel giorno d&#39;agosto, erano tutti per Bruce e per il suo grande ritorno.  Road Races, Michael Dunlop: &ldquo;Ho imparato a convivere con le tragedie&rdquo; 

Uscito vincitore dalla sua seconda grande battaglia, il cinquantenne neozelandese si &egrave; preso anche in pista la sua rivincita sulla malattia. Ecco il racconto di quella incredibile impresa

Classic TT 2019: la schiacciante vittoria di Anstey contro il cancro

Il Classic TT dell&rsquo;Isola di Man diventa sempre pi&ugrave; occasione di concatenazioni della sorte capaci di scrivere pagine assolutamente uniche di storia delle corse a due ruote. Solo cos&igrave; pu&ograve; essere giudicato lo stupendo secondo posto ottenuto da Stefano Bonetti della Senior Classic in sella alla Paton di propriet&agrave; di Giovanni Cabassi. Il bergamasco &egrave; giunto a 24 secondi dal trionfatore John McGuinness, anche lui su Paton, giunto al suo 26esimo trionfo sull&rsquo;Isola di Man, anche se quelli ottenuti con le classiche non contano nel confronto complessivo col re del TT Joey Dunlop.  IL CORAGGIO DI BRUCE - Altra pagina incredibile di classe, coraggio e umanit&agrave;, quella scritta dal 50enne neozelandese Bruce Anstey, che ha vinto la Lightweight in sella alla Honda 250 di Clive Padgett, tornando alle corse dopo due anni d&rsquo;assenza, per curarsi dalla recidiva di un tumore. Anstey ha battuto l&rsquo;astro nascente del TT Davey Todd, in sella a una moto gemella, a testimonianza dello spessore del successo.  DINASTIA&nbsp; SFORTUNATA - A margine di tutto ci&ograve; una nota tristissima, ossia la morte del 37enne Chris Swallow al Senior Classic TT, caduto a Ballaugh subito dopo il primo via. A colpire una delle dinastie pi&ugrave; fedeli e gloriose nei confronti del Mountain, da tre generazioni in gara. Suo padre Bill, uno dei pi&ugrave; grandi Classic racer di tutti i tempi e ancora in attivit&agrave; a 69 anni, &egrave; arrivato sulla scena del crash solo pochi secondi dopo, in sella alla sua Ducati, in una gara subito fermata con bandiera rossa. E poi riavviata e culminata con la vittoria di McGuinness e il secondo posto di Bonetti. 

All&#39;Isola di Man, l&#39;italiano &egrave; secondo dietro McGuinness. Splendida la storia di Anstey, che torna a correre dopo i problemi di salute e vince la Lightweight. Triste, invece, la notizia della morte di Swallow...

Classic TT: Bonetti d&#39;onore con la Paton

Douglas - Bruce Anstey &egrave; statp&nbsp;13 volte al top al TT dell&rsquo;Isola di Man e quest&rsquo;anno ha dovuto dare forfait&nbsp;per la doppia recidiva di un tumore che lo ha colpito a 20 anni di distanza dalla prima volta, Incontrato al paddock del Classic TT, non ha dubbi: &ldquo;Ho ultimato i cicli della chemio, sto bene e guardo avanti con un obiettivo preciso: non solo guarire, no, ma tornare alle corse e al TT. Quest&rsquo;anno &egrave; tardi, ormai, ma punto al prossimo. Penso che ci sar&oacute; e non da spettatore&rdquo;. A chi gli dice che lo ricorda pi&ugrave; di vent&rsquo;anni fa girare sul Mountain coi segni dei tubi della chemio e che il primo ritorno fu da coraggioso ma il prossimo sarebbe da meraviglioso matto, lui ridendo replica: &ldquo;Magari sar&oacute; matto, ma io torno&rdquo;.  &nbsp; 

Il neozelandese vincitore di 13 TT si sta curando dalla recidiva di un tumore &nbsp;

Anstey sta meglio e vuole tornare a correre!

        Bruce Anstey si prepara per una nuova impresa: porter&agrave; infatti al TT la MotoGP Replica Honda RC213VS. Il pilota neozelandese, 46 anni, ha al suo attivo dieci vittorie all'Isola di Man, di cui una lo scorso anno per la prima volta nella classe Superbike, siglando anche il giro veloce alla media di oltre 212 km/h. Quest'anno Bruce Anstey, dunque, ha deciso di lasciare la sua Fireblade per una RC123V-S: una moto dalla potenza di 220 cavalli che potranno essere scatenati sul circuito iconico di oltre 60 km. La moto, del valore di 180,000 euro una versione preparata dal Padgetts Racing Team. Il leggendario boss della squadra, Clive Padgett, sta prepando la moto da mesi ma ha svelato il suo piano ad Anstey soltanto un paio di settimane fa. Il pilota neozelandese tester&agrave; dunque la RCV, completata da una serie di parti speciali realizzate appositamente per adattare la moto al tracciato del TT, insieme alla sua CBR1000RR Superbike durante il weekend di test. Se tutto andr&agrave; bene si presenter&agrave; a Bray Hill per la gara della Superbike del sabato sulla replica della MotoGP. "E' sempre stato il mio sogno guidare una MotoGP al TT e questa &egrave; la cosa che pi&ugrave; ci si avvicina: Clive &egrave; l'unica persona al mondo che poteva dare una cosa del genere e se lui dice che va bene io sono con lui al 100%", ha commentato Anstey. "Clive mi aveva accennato alla possibilit&agrave; di correre sulla RCV alla fine dello scorso anno", ha aggiunto Anstey. "La cosa successiva che ho saputo &egrave; che ne aveva comprata una e che ci avremmo corso. Dovrebbe essere un'arma assoluta, perch&eacute; ha 220 cavalli ed &egrave; pi&ugrave; leggera di una 600". Fiammetta La Guidara       

Bruce Anstey, vincitore di 10 TT, correr&agrave; all'Isola di Man sulla RC212V-S. "Dovrebbe essere un'arma assoluta, perch&eacute; ha 220 cavalli ed &egrave; pi&ugrave; leggera di una 600", spiega il neozelandese

Anstey con una Honda MotoGP al Tourist Trophy

ISOLA DI MAN - Al TT la prima domenica di corse, tradizionalmente denominata "Mad Sunday", ha visto al top il 45enne neozelandese Bruce Anstey, trionfatore della gara Superbike in sella a una Honda del team Padgett, dopo che la gara non si era disputata il sabato per le avverse condizioni meteo.  Il kiwi &egrave; riuscito a strappare il successo al redivivo Ian Hutchinson, in gara con una Kawa del team di Paul Bird, dopo un testa a testa entusiasmante che si &egrave; protratto per tutta la corsa e che ha visto alla fine Anstey prevalere per dieci secondi.  Il pilota neozelandese, gi&agrave; recordman assoluto sul giro per quanto riguarda il Mountain Circuit, &egrave; riuscito cos&igrave; a ottenere l'agognato primo successo tra le big bikes, che porta a dieci il numero delle sue vittorie all'Isola di Man, alle quali va aggiunto anche un centro al Classic TT lo scorso anno.  A completare il podio, il britannico Hillier, su Kawa.  Poca fortuna per l'attesissimo Guy Martin con la Bmw-Tyco, che si &egrave; fermato gi&agrave; all'inizio del primo giro a Glen Lough e per Michael Dunlop, che all'ultimo giro della sezione di The Nook &egrave; stato toccato dal doppiato Scott Wilson ed &egrave; caduto, fortunatamente senza conseguenze.  Quanto ai due italiani in gara, da segnalare la bellissima prestazione di Stefano Bonetti (Kawa), giunto 19esimo, davanti alla Norton ufficiale di Cameron Donald, su un totale di 45 arrivati dei 71 partenti. Valida anche la prestazione di Marco Pagani, debuttante al TT e 37esimo in sella alla sua Bmw.  Mario Donnini

Il neozelandese vince il suo decimo Tourist Trophy

7 risultati per 'anstey'

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TT 2015: Anstey sbanca la Superbike