La cantante ha festeggiato i suoi 33 anni con il pilota abruzzese e amici, tra cui la conduttrice TV

Andrea Iannone ed Elodie, festa di compleanno con Diletta Leotta

        Doppio compleanno importante nel Mondiale Endurance. Spengono oggi le candeline David Checa, fratello di Carlos e pluri campione, e Marvin Fritz, pilota Yamaha YART con un veloce passato anche in Superbike e delle wild card in 125 all&rsquo;inizio della carriera.&nbsp; I due piloti hanno appena festeggiato un risultato di rilievo alla 24h di Le Mans (Checa quinto con Ducati, Fritz secondo con Yamaha YART) e sono pronti a gettarsi a capofitto verso il prossimo appuntamento del Mondiale, la 24h di Spa del 17-18 giugno.&nbsp; David Checa  Fratello di Carlos, nasce a Barcellona il 20 aprile 1980. Se Carlos ha brillato nel Motomondiale per poi passare in Superbike vincendo il titolo nel 2011 con Ducati, la carriera di David &egrave; stata leggermente diversa.&nbsp; Motomondiale Delle sue tre stagioni in 250, dal 2000 al 2002, la migliore &egrave; stata quella del 2002 con l&rsquo;Aprilia del team Safilo-LCR con la quale ottiene come miglior piazzamento in gara una P6 a Valencia chiudendo il campionato in P13 con 60 punti. Nel 2005 ha sostituito il connazionale Toni Elias sulla M1 del team Fortuna per tre gare racimolando 4 punti.&nbsp; Supersport e Superbike Corre in Supersport per tre stagioni (1999 con Ducati, 2006 e 2007 con Yamaha) senza ottenere risultati di rilievo se non un quarto posto a Misano nel 2006. Chiude 11&deg; nel 2006 con 44 punti e 12&deg; nel 2007 con 50.&nbsp; Nel 2005 disputa tre round in Superbike con la R1 del team GMT94 ottenendo in totale 25 punti, nel 2008 sempre con il team GMT94 non va oltre i 12 punti conquistati nell&rsquo;arco della stagione e l&rsquo;anno successivo ne raccoglie solo 4. Endurance I risultati non certo esaltanti in Superbike e Supersport lo fanno spostare verso il Mondiale Endurance dove diventa uno dei piloti pi&ugrave; esperti e pi&ugrave; vincenti con ben 4 titoli mondiali (2004, 2014, 2016-2017 sempre con GMT94 e 2018-2019 con Kawasaki SRC insieme a Guarnoni ed Erwan Nigon) e due Bol d&rsquo;Or (2007 e 2017 sempre con GMT94) Marvin Fritz  Marvin nasce a Mosbach il 20 aprile 1993. La sua carriera &egrave; tutta incentrata sul campionato tedesco velocit&agrave;, alternando alcune wild card nel Motomondiale a comparsate nella Stock 600 e nel Mondiale Superbike. In ambito nazionale, &egrave; campione Supersport 600 nel 2014 e Superbike nel 2016. Motomondiale&nbsp; Nelle 4 stagioni in 125 (2008-2011), racimola solo 2 punti correndo solo la gara di casa o quella di Assen come wild card. Gli unici due punti in 125 li prende proprio ad Assen nel 2009. In parallelo alle wild card del 2010 e 2011, disputa due gare del Campionato Europeo negli stessi anni, purtroppo senza fortuna.&nbsp; Superstock e Superbike&nbsp; Nel 2012 disputa mezza stagione della Stock 600 con la Kawasaki classificandosi in P23 con 12 punti mentre nel 2017 corre in Stock 1000 con la Yamaha R1 chiudendo in P15 con 23 punti. In Superbike, invece, disputa da wild card i round di Most e Jerez del 2021 raccogliendo sei punti ed i due portoghesi della scorsa stagione senza ottenere punti. Endurance&nbsp; Dal 2017 il tedesco &egrave; uno dei piloti pi&ugrave; importanti del Mondiale Endurance, avendo vinto due volte la 8h dello Slovakiaring (2018-2019) ed il titolo di vice campione del mondo nel 2020 con Yamaha YART insieme a Canepa ed Hanika. Calendario EWC 2023       

Lo spagnolo, fratello di Carlos, spegne 43 candeline mentre per il tedesco di Yamaha YART (compagno di team di Canepa ed Hanika) sono 30.

Tanti auguri a David Checa e Marvin Fritz

Il francese, che oggi compie 24 anni, alle spalle ha  una carriera già importante, segnata dalle stigmate del predestinato sin da prima dell'esordio in Moto3

Tanti auguri a Fabio Quartararo! La carriera del giovane francese

Le immagini dei festeggiamenti del 44esimo compleanno del team director Mooney VR46 in MotoGP

Valentino Rossi, festa grande per il compleanno di Uccio

L'otto volte campione del mondo compie 30 anni. Dalle prime apparizioni in 125 con l'esordio il 13 aprile 2008 a soli 15 anni, fino ad arrivare ai titoli MotoGP con la Honda Respol ecco la sua carriera in foto.

Buon compleanno Marc Marquez, la carriera del fenomeno di Cervera

Quanti auguri social per il Dottore: immancabili i messaggi di Francesca Sofia Novello e dei piloti della VR46 Academy

MotoGP, Valentino Rossi compie 44 anni: ecco tutti gli auguri social

Il nove volte iridato spegne 44 candeline; una vita vissuta in piega e passata attraverso 25 stagioni nel motomondiale, 115 GP vinti, 235 podi conquistati e 9 titoli mondiali

I 44 anni di Valentino Rossi: 25 stagioni dalla 125 alla MotoGP

        Nato a San Marino il 14 febbraio del 1983 Manuel Poggiali compie oggi 40 anni. Lui &egrave; stato un pilota motociclistico che ha partecipato dal 1998 al 2008 al campionato del mondo, tra la categoria 125 e quella 250. Ha conquistato due titoli mondiali, prima nel 2001 nella categoria minore e nel 2003 in quella 250.  Aveva molto talento, tanto che lo chiamavano il nuovo Valentino Rossi, ma purtroppo arrivato ad un certo punto della carriera non ha avuto la forza mentale per continuare ad alto livello.  Gli inizi  Manuel si avvicin&ograve; alle moto per caso dopo aver visto una gara in un circuito di Rimini, decidendo di iscriversi nel 1994 al campionato italiano di mini moto dove chiuse secondo in classifica generale. Questo risultato gli fece guadagnare il posto su una Pasini, mini moto di livello, con cui vinse l&rsquo;anno successivo la sua prima gara di una carriera piena di successi. Il passo dalle moto &ldquo;piccole&rdquo; a quelle vere &egrave; breve: nel &rsquo;98 decide di partecipare al campionato italiano 125, al trofeo Honda e a due prove del campionato europeo. Nello stesso anno esord&igrave; nel motomondiale pur non ricavandone una bella esperienza. Partecip&ograve; al gran premio di Imola e sotto la pioggia del venerd&igrave; cadde fratturandosi una clavicola, rimandando la partecipazione al mondiale. Nel 1999 concluse la sua prima stagione completa su una Aprilia 125. Per vederlo trionfare per&ograve; dobbiamo aspettare il 2001 dove con tre gare vinte trionf&ograve; in sella alla Gilera il titolo mondiale 125, riportando dopo 44 anni la casa italiana sul tetto del mondo. Fu il primo Sammarinese a vincere una gara nel motomondiale e di conseguenza anche il primo a coronarsi campione. Nel 2003 al primo anno nella categoria 250 conquista il titolo in sella alla Aprilia RSV260 del team MS. Il 2008 &egrave; l&rsquo;anno del ritiro per Manuel.  La Superbike e gli anni da Coach  Dopo aver abbandonato le corse decise nel 2013 di tornare in pista, ma questa volta su una Ducati 1199 Panigale nel campionato italiano velocit&agrave;.  Sei anni dopo diventa coach del team Gresini Racing dove, nella stagione di esordio nel nuovo ruolo dietro le quinte, porta al trionfo Matteo Ferrari nel campionato di MotoE.  Curiosit&agrave;  Pochi sanno che Manuel Poggiali &egrave; stato anche un calciatore: ha partecipato al campionato di calcio a 5 nella squadra Pennarossa e conquistandosi la presenza nella nazionale di San Marino e e di recente &egrave; stato premiato nella serata dei Caschi d&rsquo;Oro di Motosprint. .       

Conquist&ograve; due mondiali ma soprattutto, con il suo talento, i cuori degli italiani: festeggiamo oggi il campione Sammarinese&nbsp;

Buon compleanno Manuel Poggiali, il pilota e calciatore

        Nato a Madrid il 29 gennaio 1998, "Martinator" ha nel suo palmares un titolo mondiale in Moto3 con il team Gresini, la vittoria del campionato 2014 del Rookies Cup, e il premio Rookie of the Year 2021 in MotoGP. &Egrave; uno dei personaggi pi&ugrave; iconici del paddock. Ci sta facendo vedere un nuovo modo di guidare la moto, che si &egrave; adattato alla perfezione alla Ducati del team Prima Pramac.  Carriera Jorge ha cominciato la sua carriera nel motomondiale in Moto3 nel 2015 con la squadra MapFre Mahindra, al fianco di Pecco Bagnaia. Il suo talento non &egrave; stato all'oscuro per molto: nel 2018 vince il titolo iridato. Con questo risultato si aggiudica la sella del team Red Bull KTM Ajo in Moto2 nel 2019. Prima stagione un po' in sordina,&nbsp; chiusa al 11esimo posto. Il 2020 per&ograve; &egrave; l'anno in cui si mette in mostra con 2 vittorie e 4 podi, concludendo in quinta posizione in classifica generale. Viene notato dal team Pramac, dove corre ancora oggi, che lo ingaggia per la stagione 2021. Lo scorso anno ha chiuso in 9&deg; posizione, collezionando una vittoria e otto podi.  Curiosit&agrave;&nbsp; Nel 2021 precisamente sul circuito del Red Bull Ring, Martin ha ottenuto la sua prima vittoria nella classe regina e a fine gara ha celebrato il trionfo compiendo il giro di pista con una bandiera spagnola molto speciale: questa appartiene ai genitori, Angel Martin e Susana Almoguera. La usano dal 1987 per fare il tifo ai piloti spagnoli, nei vari circuiti del motomondiale, fin dai tempi di Alex Criville. Un altro aspetto della vita del 25enne &egrave; che da bambino ha praticato altri sport oltre al motociclismo, come le arti marziali e il tennis. Per&ograve; ha scelto, con successo, di continuare a correre in moto. Pilota preferito  Fin da bambino ammirava piloti come Valentino Rossi e Casey Stoner, ma da spagnolo, Jorge ha seguito e stimato sempre molto anche Jorge Lorenzo. Il madrileno vorrebbe che il maiorchino gli facesse da coach, ma a quanto pare non &egrave; riuscito a riportare Lorenzo nel paddock. Il numero In Moto3 e Moto2 Jorge ha gareggiato sempre con il numero 88 ma nella classe regina ha dovuto optare per l'89, vedendosi gi&agrave; preso il suo fidato ottantotto da Miguel Oliveira.        

Compie 25 anni il pilota del Team Prima Pramac. Ripercorriamo la sua carriera&nbsp;

Buon compleanno Jorge Martin, spagnolo temerario

        Il pilota ormai ex Ducati classe 1995 compie 28 anni. Jack proviene da Townsville, una cittadina sulla costa nord orientale del Queensland, in Australia. Lui &egrave; uno dei pochi talenti del motomondiale ad aver saltato la categoria intermedia: dalla Moto3 &egrave; passato direttamente nella classe regina. Ha all&rsquo;attivo ben 192 gare disputate, con 4 vittorie e ventidue podi, molti di questi conquistati in sella alla moto di Borgo Panigale. Vediamo, ripercorrendo la sua carriera, come il talento australiano arriva fino alla Motogp&nbsp;  In Australia in Dirt Bike  Al contrario di molti piloti, &ldquo;Thriller&rdquo; ha iniziato a correre in moto all&rsquo;et&agrave; di otto anni.&nbsp;&Egrave; stato campione australiano Dirt Bike 65cc nel 2003 e conseguentemente nel 2005, 2006, 2007. Questo suo talento per forza di cose lo porta a trasferirsi in Europa dove vince nel 2011, a sedici anni, il campionato IDM 125cc. Con questo trionfo, la strada per il motomondiale &egrave; spianata. Jack venne notato da un team italiano che partecipava alla Moto3, il Caretta Technology's Forward Racing. Al primo anno chiude in 23esima posizione. Nei successivi le sue prestazione sono un crescendo fino quando nel 2014 in sella alla KTM del team Red Bull KTM Ajo chiude in seconda posizione nella classifica generale.  Il salto  Questa buona prestazione con la KTM Moto3 gli consente di farsi notare dai grandi e nel 2015 Jack passa nel team LCR Honda con cui esordisce in MotoGP. Conclude la sua prima stagione in 19esima posizione, ma come fece in Moto3, scala di anno in anno le posizioni nella generale. La sua prima vittoria arriva nel 2016 al secondo anno in classe regina, in sella alla Honda del team Marc VDS. Successivamente nel 2018 entra nel mondo Ducati nel team Pramac. Il suo miglior piazzamento a fine stagione &egrave; stato nel 2021 quando al primo anno in Ducati Factory chiude quarto nella classifica generale. Per il 2023, l&rsquo;australiano passa in KTM dopo la parentesi ottima nel team italiano.&nbsp; Un'avventura tutta nuova per Jack che punta a far vedere quanto pu&ograve; ancora dare a questo sport. Sar&agrave; interessante, inoltre, scoprire come lavoreranno insieme Dani Pedrosa, tester del team Austriaco, e Miller. Potr&agrave; essere l'accoppiata vincente? Potranno portare in pista una moto ancora pi&ugrave; competitiva?  I soprannomi  Miller &egrave; stato sempre un personaggio festaiolo e &ldquo;pazzo&rdquo; del paddock e nella sua carriera ha cambiato due volte soprannome. Nei primi anni della sua carriera sportiva veniva chiamato &ldquo;Jackass&rdquo; quando correva in motocross. Con il passaggio in MotoGP il soprannome divent&ograve; &ldquo;Thriller&rdquo;. Passa alla prossima pagina per conoscere ancora meglio il pilota australiano &nbsp; Alcune curiosit&agrave;  Lo sapevi che Jack Miller ha debuttato in Germania in 125, con il numero 73? &Egrave; per&ograve; passato al numero 8 quando &egrave; diventato un pilota della Moto3. In realt&agrave; aveva sempre sognato di correre con il 43, che ha finalmente visto scritto sulla moto nel 2015 quando ha esordito nella premier class. Il primo numero in assoluto con cui ha corso, per&ograve;, &egrave; stato il 543, dal quale ha tolto la prima cifra quando &egrave; passato alla velocit&agrave;. Un'altra peculiarit&agrave; di "Thriller" &egrave; il rugby. Infatti da bambino Jack praticava lo sport della palla ovale, lo sport nazionale australiano. Ora si dedica a passatempi pi&ugrave; tranquilli, come la pesca e il golf. Il sogno di portare nel paddock Nick Mason e Mark Knopfler  Miller &egrave; un appassionato di musica rock. Le sue band preferite sono i Pink Floyd e i Dire Straits. Quando &egrave; nervoso e sotto pressione, infatti, ascolta Comfortably Numb capolavoro del gruppo inglese di Waters e Gilmour. Gli piacerebbe molto invitare nel box il batterista dei Pink Floyd, Nick Mason, insieme al frontman e chitarrista dei Dire Straits, Mark Knopfler.        

Oggi 18 gennaio &egrave; il compleanno del funambolo australiano, ripercorriamo la sua carriera

Buon compleanno Jack Miller! Il pilota anima del paddock

        Oggettivamente parlando, Alvaro Bautista merita a pieno campo il titolo SBK 2022. La stagione conclusasi a Phillip Island &egrave; stata ricca di spettacolo, sorpassi e colpi di scena, mai - tuttavia - ha messo in dubbio la possibilit&agrave; della spagnolo di titolari con Ducati. Se andate a controllare il rendimento del numero 19 a bordo della Ducati Panigale V4 R, confermerete, altrimenti, leggetevi quanto segue. Alvaro e Ducati, "avvantaggiati" nel 2022: ne siamo certi?  Lo avete detto voi: Alvaro e la Ducati sono talmente superiori, quasi da "ridicolizzare" gli avversari battuti in SBK. Toprak Razgatlioglu e Johnny Rea hanno viaggiato forte, per&ograve; non abbastanza per aver la meglio di un pilota che oggi compie la bellezza di 38 anni. Mica &egrave; un ragazzino, anche perch&egrave; pap&agrave; di famiglia e poco avvezzo a tempo utilizzato per cose diverse dalle corse. Si &egrave; tanto discusso del rapporto peso pilota-moto, appuntando vantaggi fruiti dallo spagnolo: pu&ograve; darsi che, in alcune sitazioni, certi vantaggi siano emersi. In accelerazione sul dritto, per esempio. Fase in cui, si &egrave; visto, Bautista e la Rossa surclassavano la concorrenza. Nei restanti momenti della guida, non ci giureremmo. Essendo piccolo e leggero, il nativo di Talaveira de la Reina ha dovuto allargare le (corte) braccia in bagarre, sgomitando con rivali deciamente pi&ugrave; fisicati. Per quanto riguarda temperatura gomma posteriore e aderenza, pure l&igrave;: siamo sicuri che il fantino e il cavallo vincessero grazie al tanto citato vantaggio (dagli altri) dichiarato? Lorenzo Zanetti, tester Ducati, la pensa cos&igrave;. E voi? Esperienza maturata e stile di guida: Bautista riferimento in SBK  I piloti della classe regina prototipale ne sono certi: Alvaro &egrave; di categoria superiore. Superiore a cosa e a chi? Nella fattispecie, la SBK. Effettivamente, nelle derivate di serie figurano fantastici campioni; ripetiamo i nomi di Razgatlioglu e Rea. Toprak ha rifiutato - forse "rimandato" la MotoGP - Rea non ha accettato proposte ritenute non allettanti. Insomma, a loro sarebbe richiesta una controprova, ma noi abbiamo notato questo: Il turco e il nordirlandese sono dotati di fantastiche manette, per&ograve; qualcosa manca. Quel qualcosa sembra un piccolo dettaglio, invece &egrave; enorme. Ad esempio: ricordate gli scontri 2022: il campione in carica e il sei volte iridato se le davano di santa ragione, il pubblico era felice, Alvaro di pi&ugrave;: tra i due litiganti, il terzo godeva, fuggendo verso la vittoria. Questo&nbsp; non &egrave; permesso in MotoGP, dove tutto &egrave; veramente al limite, e ogni minimo errore costa caro. La MotoGP richiede la perfezione, altrimenti si paga dazio. Altro dettaglio, la capacit&agrave; di sfruttare angoli di piega, durata gomme e traiettorie: vera potrebbe essere la storia della stazza, oppure non vera. Resta il fatto che Alvaro arrivava praticamente sempre al traguardo in perfette condizioni di moto, a volte tenendosi in tasca qualcosa.&nbsp; La MotoGP giura: Bautista potrebbe andare forte nella classe regina  Da Luca Marini e Fabio Quartararo, passando da Cal Crutchlow a Marc Marquez: chi pi&ugrave; o chi meno, a microfoni accesi o spenti, condividono la medesima opinione. Alvaro &egrave; superiore in SBK, proprio per i motivi elecati nel precedente paragrafo. Mica &egrave; tutto: molti protagonisti della MotoGP scommetterebbero in ottime prestazioni da parte di Bautista, malgrado i 38 anni suonati, l'assenza dalla classe regina dal 2018 e la scarsa possibilit&agrave; di vederlo su una moto ufficiale. Opinione comune spiega come siano esperienza e sensibilit&agrave; maturate in 125 e 250 ad averlo portato forte in MotoGP. Sicch&eacute;, qualora avesse la giusta chance, il neo titolato nelle derivate potrebbe andare forte anche con un prototipo. Sar&agrave; vero? E chi pu&ograve; dirlo? Sappiamo solo che, a 38 anni, dopo due stagioni terribili in Honda, lo spagnolo sia stato capace di chiudere il discorso relativo al suo valore che, appunto, viene calcolato superiore alla griglia con la quale si &egrave; misurato.       

Dopo due stagioni sofferte in Honda, lo spagnolo &egrave; tornato in Ducati, vincendo il titolo (quasi) a mani basse. Gli avversari danno merito alla moto, ma i colleghi della MotoGP giurano: nella classe regina potrebbe andare forte

Campione a 38 anni: Alvaro Bautista è "sprecato" in SBK?

Giornata importante oggi, 16 febbraio 2021, per Valentino Rossi, che spegner&agrave; ben 42 candeline. Sembra impossibile, ma &egrave; vero: nonostante la sua aria sempre scanzonata e la sua voglia di rimettersi continuamente in gioco, il &ldquo;Dottore&rdquo; &egrave; nato il 16 febbraio del 1979, e la matematica non &egrave; un&rsquo;opinione.  Le tappe &quot;importanti&quot;   Ricordate quando Rossi comp&igrave; trent&rsquo;anni? Sembravano gi&agrave; tanti persino a lui. &ldquo;Questo &egrave; un traguardo importante. Quando avevo 20 anni e vedevo uno di 30 pensavo &lsquo;guarda quello l&igrave;, ormai &egrave; vecchissimo&rsquo;&rdquo;, diceva il pesarese.  Proprio quell&rsquo;anno, nel 2009, Rossi vinse il suo nono titolo mondiale, conquistando sei vittorie in sella alla Yamaha.  Un&#39;altra tappa importante &egrave; stata quella dei 35 anni, festeggiati al Ranch alle porte di Tavullia, con gli amici e la fidanzata di allora, Linda Morselli. Correva l&rsquo;anno 2014 e Rossi sfior&ograve; il titolo alla fine di quella stagione, piazzandosi secondo, con 2 vittorie e 11 podi in sella alla Yamaha.  Poi, due anni fa Valentino &egrave; entrato negli &ldquo;anta&rdquo;.  &ldquo;S&igrave;, sono abbastanza vecchio&rdquo;, aveva dichiarato Rossi.&ldquo;Ma &egrave; una sfida per me essere competitivo a quest&rsquo;et&agrave;. Forse nel futuro altri piloti continueranno a correre pi&ugrave; a lungo&hellip;La cosa importante &egrave; la motivazione&rdquo;.   In quell&rsquo;occasione suo padre Graziano ipotizz&ograve; che Valentino avrebbe potuto smettere di correre a 46 anni.    Un sogno che diventa realt&agrave;   &ldquo;Spero di correre con mio fratello. Spero che Luca possa diventare forte quest&rsquo;anno in Moto2 e forse arrivare in MotoGP prima che io mi fermi&rdquo;, aveva detto Vale per i suoi quarant&rsquo;anni. E nella stagione 2021 il suo sogno si realizzer&agrave;.  E proprio oggi, fra poche ore, si svolger&agrave; la presentazione del VR 46 Sky Racing Team, la sua squadra, quella che potrebbe costituire la sua prevalente attivit&agrave; futura una volta che avr&agrave; appeso il casco al chiodo. Anche se Vale ha gi&agrave; detto pi&ugrave; volte che quando lascer&agrave; la MotoGP continuer&agrave; a correre per qualche anno, in macchina o nei rally raid, come la Dakar.  Nel frattempo quest&rsquo;anno la sfida si rinnova in MotoGP con una moto &ldquo;non ufficiale&rdquo;, almeno sulla carta: la Yamaha del team Petronas in squadra con il suo pupillo Franco Morbidelli, classe 1994.  Valentino, eterno ragazzo     Gli anni sembrano non passare per Valentino, eccezion fatta per il fatto di essersi accasato con Francesca Sofia Novello. Ma questo non &egrave; certo un indicatore di et&agrave;: molti suo rivali erano ben pi&ugrave; giovani di lui quando hanno incontrato la compagna della loro vita.  In 25 anni di corse, Rossi ha combattuto con innumerevoli rivali che nel frattempo si sono ritirati: da Max Biaggi a Loris Capirossi, da Casey Stoner a Sete Gibernau, da Lucio Cecchinello a Jorge Lorenzo, e da quest&#39;anno all&#39;elenco sembra si debba aggiungere anche Andrea Dovizioso, solo per citarne qualcuno. Senza dimenticare il compianto Nicky Hayden.  Insomma, gli avversarsi si avvicendano, il divario generazionale diventa sempre maggiore, ma lui, Rossi, &egrave; sempre l&igrave;, inossidabile, irriducibile, tenace e appassionato come un ragazzino al debutto.  Con la sua presenza nella classe regina del Motomondiale a 42 anni, dopo 9 titoli mondiali, 115 Gran Premi vinti e 235 podi, Valentino Rossi entra sempre pi&ugrave; nella leggenda. Indipendentemente dai risultati che far&agrave; quest&rsquo;anno.  Valentino Rossi a Leclerc: &ldquo;Sei il pi&ugrave; forte sulla griglia della F1 ma la monoposto...&quot; 

Oggi il &ldquo;Dottore&rdquo; compie 42 anni. Ne sono passati gi&agrave; 25 dal suo primo trionfo nel Motomondiale, ma dopo 9 titoli, 115 Gran Premi vinti e 235 podi, Vale &egrave; sempre pronto a rimettersi in gioco

MotoGP, Rossi fa 42: tanti auguri Valentino!

A meno di un mese dalla ripartenza del Mondiale facciamo gli auguri di compleanno a Lorenzo Dalla Porta, fresco ventitreenne, che lo scorso anno ha scritto una pagina di storia del motociclismo, riuscendo a toccare il cielo con un dito (qui la sua nuova sfida in Moto2). Il giovane pilota di Montemurlo, infatti, riusc&igrave; nella storica impresa di vincere il titolo iridato della Moto3 al termine di una stagione molto combattuta con (in primis) Aron Canet, ma anche con altri grandi talenti, come il connazionale Tony Arbolino.  Che annata!   Il 2019 inizi&ograve; per lui con il secondo posto ottenuto in Qatar e da subito ha mostrato grandi doti e un&rsquo;intesa quasi perfetta con la sua Honda del team Leopard Racing. Dopo tre gare sotto tono, e la sua prima pole position a Jerez, il toscano riusc&igrave; a tornare nelle posizioni di testa, inanellando un secondo posto dietro l&rsquo;altro fino a quando al Sachsenring riusc&igrave; a mettere il suo primo sigillo stagionale, vincendo la gara con determinazione e convinzione. Dopo nove podi, di cui due vittorie, Dalla Porta arriv&ograve; al GP d&rsquo;Australia con la prima possibilit&agrave; di vincere il titolo, e con una prestazione superlativa (e un&rsquo;altra vittoria) si proclam&ograve; campione del mondo in Moto3.  Tricolore   Un successo questo su cui Lorenzo ha lavorato duramente, affiancato dal team che gli ha permesso di migliorare e perfezionarsi sempre di pi&ugrave;, fino a raggiungere il traguardo pi&ugrave; ambito. Dalla Porta cos&igrave; ha riportato il titolo iridato in Italia, che mancava da ben 15 anni, quando a vincerlo era stato Andrea Dovizioso, oggi tre volte vice-campione del mondo di MotoGP. Ed &egrave; diventato anche il primo pilota italiano a mettere la sua firma nella classe Moto3, al termine di una notte italiana da sogno.  La storia di Ivano Beggio nel &#39;suo&#39; libro 

Oggi luned&igrave; 22 giugno il campione in carica di Moto3, colui che ha riportato in Italia il titolo iridato della classe minore del Mondiale, spegne 23 candeline

Buon compleanno Lorenzo Dalla Porta!

Cinquantuno anni e non sentirli! Il leggendario Troy Bayliss oggi spegne 51 candeline, ma il tre volte campione del mondo ha energia da vendere. Basti pensare che due anni fa &egrave; stato capace di vincere nell&rsquo;Australian Superbike.  Ultimamente Troy Bayliss non sta andando in moto, ma l&rsquo;assenza gli sembra pi&ugrave; lunga di quanto non sia in realt&agrave;. Oggi, infatti, l&rsquo;australiano ha twittato &ldquo;Sogno di tornare in moto, ma non ci vado da quasi un anno adesso&rdquo;. Ma lo scorso luglio&nbsp; Troy si &egrave; aggiudicato la 5 Ore di Sydney in squadra con suo figlio Oli, in sella ad una Yamaha R6 (&lsquo;tradendo&rsquo; per una volta la Ducati)    La quarantena di Troy   In questi giorni di quarantena, Troy va in bicicletta per mantenersi in forma &ndash; tre giorni fa ha condiviso sul suo profilo social la foto che riportiamo qui&nbsp; &ndash; &nbsp;e, come ha dichiarato lui stesso, per lui va ancora &ldquo;tutto alla grande. Quando vado alle gare qui in Australia o in Italia in molti si ricordano di me e tutti mi fanno sentire il loro calore&rdquo;, ha dichiarato in un&rsquo;intervista a WorldSBK.com. &ldquo;Ora tra la squadra e mio figlio Oli sono davvero indaffarato. Ma ancora del tempo per me e lo uso per allenarmi e per stare in famiglia&rdquo;, ha detto.    Quella vittoria a Valencia   Il mondiale Superbike gli ha dato grandi soddisfazioni, con la vittoria di tre titoli iridati, 52 vittorie in gara e ben 94 podi. Ma l&rsquo;australiano &egrave; diventato leggenda anche grazie alla sua vittoria conquistata a Valencia in MotoGP.  &ldquo;I miei ricordi migliori sono legati al 2006: abbiamo vinto il Campionato del Mondo Superbike e a Valencia abbiamo portato a casa anche la gara della MotoGP. &Egrave; stata&nbsp; particolare, arrivata al termine di un&rsquo;annata pazza ma bellissima! Non avevo mai pensato di vincere in MotoGP, ma &egrave; successo. &Egrave; stato speciale, una vera ciliegina sulla torta!&rdquo;  Storia di una passione   Troy Bayliss ha ricordato anche le origini della sua passione per i motori.  &ldquo;Penso che la mia passione per le corse sia nata quando ero davvero piccolo dato che ho iniziato a guidare a soli cinque anni e ho sempre avuto la moto nel cuore.&nbsp;Ricordo di aver assistito alla mia prima gara in tv all&rsquo;et&agrave; di 11 o 12 anni e ho bene in mente Graeme Crosby e le sue impennate sulla linea del traguardo. &Egrave; stata la prima persona che ho visto in televisione, era un tipo figo&quot;, ricorda Bayliss.  &quot;Il mio obiettivo era provare ad arrivare nel mondiale Superbike: quando &egrave; successo non mi aspettavo di fare un passo del genere cos&igrave; presto. La prima volta che sono entrato a far parte della squadra ho avvertito molta pressione. Con il tempo ho iniziato a trovarmi a mio agio, sono arrivate le prime soddisfazioni e le cose hanno iniziato ad andare per il verso giusto.  &ldquo;La maggior parte della mia carriera l&rsquo;ho trascorsa in Ducati: un sacco di italiani e anche gli europei amano questa scuderia. Quando ho conquistato ottimi risultati con Ducati sono diventato abbastanza famoso. Penso di essere stato molto fortunato a poter correre con questa Casa, si tratta di un ottimo marchio: &egrave; stato davvero un bel connubio. Penso di essere un ambasciatore fedele&rdquo;, ha detto ancora Bayliss.  Moto sempre migliori   Alla domanda di come veda il campionato mondiale Superbike oggi, Troy Bayliss ha detto che &ldquo;&egrave; molto entusiasmante; la sicurezza &egrave; tanta e le moto hanno delle prestazioni sempre migliori. Ci troviamo in una situazione dove &egrave; molto difficile acquisire vantaggio per andare sempre pi&ugrave; veloce anche se lo sviluppo &egrave; continuo.&nbsp;  &ldquo;Sono tornato in gara due anni fa, &egrave; stato difficile e molto strano&rdquo;, aggiunge Bayliss.&nbsp;&ldquo;Sono sceso in pista nel campionato australiano ma prima avevo gareggiato come wildcard nel 2015 per divertirmi un po&rsquo;. Sono davvero felice anche adesso quando posso andare a fare un giro, soprattutto con Oli! Sta crescendo, &egrave; all&#39;esordio e lo vedo bene ma ha ancora tanta strada da fare...&rdquo; conclude Bayliss.  Figli di Troy crescono: Oli Bayliss wild card mondiale 

&quot;Sogno di tornare in moto, ma non ci vado da quasi un anno adesso&rdquo; dice il leggendario pilota australiano, che oggi compie 51 anni

Buon compleanno Troy Bayliss!

Parafrasando la famosa commedia napoletana di Edoardo De Filippo potremmo dire &lsquo;Quarantuno, ma non li dimostra&rsquo;: &egrave; proprio cos&igrave;, Valentino Rossi ieri &ndash; 16 febbraio &ndash; ha compiuto 41 anni. A guardarlo, sempre scanzonato e in grande forma, sembra impossibile, ma i &lsquo;quaranta&rsquo; li ha gi&agrave; passati da un anno. Eppure si prepara ad affrontare la sua venticinquesima stagione nel Motomondiale. Lo far&agrave; con i colori ufficiali di Yamaha, per l&rsquo;ultima volta.    Poi non si sa ancora cosa far&agrave;: se continuer&agrave; o no con un team satellite lo decider&agrave; in corso d&rsquo;opera. Prima vuol vedere se pu&ograve; essere ancora vincente. Ma, come ci ha detto Marco Lucchinelli nella nostra intervista esclusiva, &ldquo;&egrave; gi&agrave; tantissimo quello che fa, la MotoGP mai come oggi &egrave; stata cos&igrave; competitiva. &Egrave; vero che &egrave; dieci anni che Rossi non vince il mondiale, per&ograve; &egrave; sempre stato partecipe, se non altro per la prima parte della stagione. Se andassi forte come Rossi tornerei a correre oggi&rdquo;.  Quando prender&agrave; il via la stagione, in Qatar, Valentino Rossi sar&agrave; il pi&ugrave; &lsquo;anziano&rsquo; in griglia di partenza. Il secondo in questa classifica, Cal Crutchlow, &egrave; ben 7 anni pi&ugrave; giovane di lui.    Bando alle tifoserie da stadio, anche chi non ha mai amato Valentino Rossi dovrebbe togliersi idealmente il cappello in segno di rispetto solo per la sua voglia di schierarsi in griglia a quarantun anni suonati. E &ndash; perch&eacute; no? &ndash; tutti dovrebbero rallegrarsi se dovessero arrivare risultati positivi: perch&eacute; se quest&rsquo;anno Valentino Rossi riuscisse ad aggiudicarsi il decimo mondiale, sarebbe un&rsquo;impresa leggendaria per la storia del motomondiale.  I record di Valentino   Valentino Rossi ha scritto pagine di storia del motociclismo. Con i suoi nove titoli mondiali &egrave; terzo nella classifica di tutti i tempi, alle spalle soltanto di Giacomo Agostini, a quota 15, e Angel Nieto, a quota 13. Come lui, hanno vinto soltanto Mike Hailwood e Carlo Ubbiali, considerando tutte le classi.  Quanto a numero di Gran Premi vinti nel motomondiale, Rossi si trova solamente a sette successi di distanza dal record di Giacomo Agostini, a quota 122.    Valentino &egrave; invece leader nella classifica dei podi, con 234 piazzamenti nella top 3, ovvero ben 75 in pi&ugrave; rispetto al secondo in questa classifica: Giacomo Agostini, a quota 159. Ben 198 podi sono arrivati nella classe regina (500 e MotoGP). Rossi &egrave; anche il pilota con il maggior numero di podi consecutivi nella classe regina: ben 23, tra il Gran Premio del Portogallo nel 2002 e il Gran Premio del Sudafrica nel 2004.  Se si prende in considerazione esclusivamente la classe regina, soltanto Giacomo Agostini precede Valentino Rossi: otto titoli mondiali per &lsquo;Ago&rsquo;, sette per Rossi.  Rossi ha concluso cinque volte al secondo posto di un Mondiale, un record per un pilota delle due principali classi (500 e MotoGP). Valentino Rossi &egrave; stato l&#39;unico pilota in grado di vincere almeno un Mondiale nella vlasse 500 e in MotoGP.  20 anni di vittorie   Solo in quattro delle sue 24 stagioni nel Motomondiale Valentino Rossi non &egrave; riuscito a vincere un singolo Gran Premio (in tutte le classi): nel 2011, 2012, 2018 e 2019. Valentino Rossi &egrave; anche il pilota per il quale &egrave; trascorso pi&ugrave; tempo fra la sua prima e la sua ultima vittoria nel Motomondiale in tutte le Classi: 20 anni 10 mesi e 7 giorni, fra il Gran Premio della Repubblica Ceca 1996 (18/8/1996, in 125) e il Gran Premio d&#39;Olanda 2017 (25/6/2017, in MotoGP).  Con le sue 345 partecipazioni, Valentino Rossi &egrave; il pilota che detiene il maggior numero di presenze ai Gran Premi di MotoGP. Alle sue spalle c&rsquo;&egrave; Alex Barros, con 246 GP.  Nella classifica del maggior numero di vittorie per stagione nella classe regina, Rossi &egrave; terzo a quota 11 affermazioni, staccate nel 2001, nel 2002 e nel 2005. Meglio di lui hanno fatto soltanto Marquez, con 13 vittorie nel 2014, e Doohan e ancora Marquez con 12, rispettivamente nel 1997 e nel 2019. Agostini, invece, &egrave; a pari merito con Rossi, con il suo record personale di 11 vittorie nella stagione 1972.,  A proposito di et&agrave;   Valentino Rossi &egrave; il settimo pilota pi&ugrave; anziano della storia a vincere un Gran Premio nella classe regina: quando si &egrave; aggiudicato il Gran Premio d&#39;Olanda nel 2017, aveva 38 anni e 129 giorni). Il vincitore pi&ugrave; anziano di un GP nella top class &egrave; invece Fergus Anderson, che nel 1953 vinse il GP di Spagna a 44 anni e 237 giorni.  Il pilota pi&ugrave; &lsquo;anziano&rsquo; a vincere un titolo mondiale, invece &egrave; stato Leslie Graham, nel 1949, a 37 anni e 340 giorni. In questa classifica, Rossi &egrave; soltanto nono, perch&eacute; aveva 30 anni e 251 quando si &egrave; aggiudicato il mondiale nel 2009, mentre Giacomo Agostini &egrave; quarto: aveva 33 anni e 69 giorni quando ha vinto il suo ultimo titolo iridato nel 1975.  Crutchlow: &ldquo;Tanti decideranno il futuro basandosi sull&rsquo;inizio del 2020&rdquo; 

Il 16 febbraio Rossi ha compiuto 41 anni, ma punta al decimo titolo mondiale. Solo Agostini ha vinto pi&ugrave; Gran Premi di lui. Gi&ugrave; il cappello davanti a tanta passione per la MotoGP

Valentino Rossi: 41 anni e non sentirli

Il pilota spagnolo oggi festeggia 27 anni e noi gli abbiamo dedicato una gallery che ripercorre la sua carriera e i suoi titoli iridati. 

17/02/2020, buon compleanno Marc Marquez!

        Il 26 giugno di 65 anni fa, nasceva un grande campione del motociclismo, Marco Lucchinelli: un'icona del passato ma tutt'oggi una presenza importante nel mondo dei motori. Apripista di uno stile di guida &ldquo;pazzo&rdquo; rispetto agli standard del periodo nel quale correva, Marco si &egrave; sempre fatto ben volere da tutti gli italiani e non solo, per il suo talento fuori dagli schemi. GRANDI EMOZIONI - Era il 1974 quando &ldquo;cavallo pazzo&rdquo; (questo il soprannome con cui veniva chiamato) affront&ograve; la sua prima gara importante a Volterra. Da l&igrave;, passando di moto in moto e di marchio in marchio, la sua scalata verso il successo divenne sempre pi&ugrave; concreta: tra una caduta e il suo spirito di adattamento a qualsisiasi pista, nel 1981, in sella alla Suzuki nella classe 500cc coron&ograve; il sogno di ogni pilota, diventare campione del mondo. UNA VITA CON IL GAS SPALANCATO - La strada per arrivare al titolo pi&ugrave; ambito non fu per&ograve; cos&igrave; facile e nel suo cammino di pilota si &egrave; dovuto imbattere in tanti ostacoli da superare.Come nel 1977 quando fu coinvolto nel partecipare alle competizioni con il Life Helmets Racing team (Marco favoriva le case non ufficiali a quelle ufficiali) che per&ograve; termin&ograve; i soldi a met&agrave; anno e quindi fu costretto a ritirarsi oppure nel 1982 quande, in sella alla Honda , mentre in una gara era in lotta con Franco Uncini, cadde a 220 km/h rischiando di uccidere alcuni spettatori. In quell'occasione si ruppe &ldquo;soltanto&rdquo; lo scafoide della mano e si procur&ograve; una contusione al piede, ma da quel momento in poi &ldquo;cavallo pazzo&rdquo; abband&ograve; questo soprannome per &ldquo;ridimensionarsi&rdquo; e questo, di conseguenza, fren&ograve; anche la sua carriera. CURIOSITA' - Lucchinelli, che il 2 giugno 2017 &egrave; stato inserito nella Hall of Fame delle Leggende del motociclismo, merita per&ograve; di essere ricordato anche per altre curiosit&agrave; fatte dentro e fuori dalla pista: ad esempio, nel 1982, cant&ograve; al Festival di Sanremo (fu il primo pilota a farlo), cos&igrave; come fu il primo a sperimentare le saponette da mettere sulla tuta, con gli aculei di gomma.Ritiratosi ufficialmente dalle competizioni (nel 1995) Lucchinelli continua ancora oggi a far parte del mondo dei motori, come commentatore in televisione ma anche girando in pista e offrendo a tutti gli appassionati consigli utili.In questa giornata cos&igrave; speciale, quindi, la redazione di Motorsprint fa a Marco i suoi pi&ugrave; calorosi auguri!       

Oggi il campione del mondo della 500 GP nel 1981 festeggia il compleanno

Marco Lucchinelli: 65 anni a gas aperto!

Cena a Pesaro e serata in un locale a RiccIone: Valentino Rossi sabato ha festeggiato i suoi 40 anni insieme ai suoi amici di Tavullia, a quelli dell'Academy VR46 e alla fidanzata Francesca Sofia Novello. 

Rossi festeggia così i suoi 40 anni - le FOTO

Per il suo compleanno, ecco una selezione delle foto pi&ugrave; belle scattate nei test invernali. Nel 2019, a 40 anni, Rossi prover&agrave; a portare a casa il suo decimo titolo iridato

Vale40: tutto pronto per "l'attacco" al 10 - le foto

Quaranta candeline per Valentino Rossi che, nel giorno del suo compleanno, avr&agrave; molto da festeggiare insieme ai suoi amici di sempre, quelli di Tavullia, ma anche e soprattutto i &ldquo;suoi&rdquo; piloti dell&#39;Academy. Gi&agrave;, perch&egrave; quando si parla di festeggiamenti lo sanno tutti che Valentino &egrave; il numero uno: il pollo, la bambola gonfiabile, il travestimento da Robin Hood sono solo alcuni dei modi con il quale Mister 46 ha voluto rendere omaggio alle sue vittorie diventando cos&igrave; un idolo indiscusso non solo a livello di talento ma anche di simpatia.    AMARCORD - Tutto inizi&ograve; quando Vale nel 1996 approd&ograve; al Campionato del mondo classe 125 portandosi dietro i suoi pi&ugrave; fedeli tifosi, gli amici di Tavullia che per primi lo avevano sostenuto: iniziarono a stampare le prime magliette, a far sventolare le bandiere con il numero 46 e poi nel 1997, dopo la vittoria al Mugello la prima vera gag, quella con la bambola gonfiabile caricata in moto da Vale... ritraeva Claudia Schiffer e Rossi voleva fare dell&#39;ironia nei confronti di Max Biaggi che al tempo frequentava Naomi Campbell...era l&#39;inizio del &ldquo;boom&rdquo; mondiale di Dottor Rossi.  Valentino divenne presto l&#39;emblema del motociclismo a livello mondiale e presto i suoi &ldquo;siparietti&rdquo; sarebbero diventati un vero e proprio modello per tutti i giovanni 14enni che iniziarono a guidare l&#39;Ape car, a rasarsi i capelli pi&ugrave; corti sotto e pi&ugrave; lunghi sopra, o ad indossare il pearcing all&#39;orecchio. Lui, dall&#39;alto del gradino pi&ugrave; voluto del podio non faceva niente di &ldquo;speciale&rdquo; se non sorridere nel modo pi&ugrave; spontaneo che ci fosse e mostrando i suoi riccioli biondi... ma per tutti era gi&agrave; diventato un mito da seguire.   TUTTE LE GAG &ndash; E la bambola gonfiabile fu solo la punta dell&#39;iceberg, come non ricordare il travestimento da Robin Hood sul podio di Donington mentre scocc&ograve; una freccia verso il cielo e si tolse in fretta e furia il cappello verde mentre era gi&agrave; iniziato l&#39;inno di Mameli. Ci furono poi il passaggio in moto ad una persona vestita da angelo e quello al pollo &ldquo;Osvaldo&rdquo; con tanto di tshirt a tema di tutti gli amici di Tavullia.&nbsp;Poi, arriv&ograve; la volta di Jerez nel 1999, Vale era gi&agrave; passato alla 250cc e per festeggiare in Spagna si ferm&ograve; a bordo pista dove i suoi fedeli amici avevano sistemato un finto WC e davanti a tutto il pubblico si mise a fare la pip&igrave;...in quell&#39;occasione ricevette una multa di 5 milioni...alla gara successiva in Spagna, avrebbe voluto salire sul podio con il pannolone ma non vinse e tutto venne rimandato.Un&#39;altra storica gag che merita di essere ricordata fu quella del Mugello 2001, classe regina, Rossi a fine gara venne fermato da due vigili urbani (due suoi amici travestiti) e multato per eccesso di velocit&agrave;. Il pubblico italiano era in delirio e invase la pista rendendo difficile a Rossi, Biaggi e gli altri piloti il rientro ai box.  E IL PROSSIMO? - Insomma, tante cose si possono dire su Valentino Rossi, ma di certo non si pu&ograve; dire che in tutti questi anni di carriera non ci abbia fatto divertire. Il suo non &egrave; solo talento nel guidare la moto che per giunta gli ha fatto vincere nove mondiali, ma in questi 20 anni di carriera si &egrave; fatto voler bene da tutti in ogni parte del mondo, con il suo faccino pulito da eterno Peter pan. Adesso all&#39;appello, manca solo l&#39;ultima gag, quella del decimo titolo iridato...viene da pensare che potrebbe riproporre quella del 2008 in Giappone quando vinse l&#39;ottavo titolo e indoss&ograve; la maglietta con scritto &ldquo;Scusate il ritardo&rdquo;...ma data la sua inventiva, sicuramente, in caso di vittoria avr&agrave; qualcosa di meglio con cui stupirci! 

Il pollo, la bambola gonfiabile, il WC a bordo pista, tutti i modi stravaganti di festeggiare di Valentino

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