Il pilota ligure, nonostante non avesse mai vinto un titolo era molto amato dagli appassionati negli anni '90. Sei vittorie nel motomondiale, la più importante e celebre probabilmente quella di Laguna Seca nel 1994 in 250 davanti a Max Biaggi e Tetsuya Harada. Il passaggio in 500 con l'Aprilia ufficiale prima di approdare nel 1999 in Superbike. Perse la vita in 30 novembre 2013 in un incidente durante le prove del "Sic Supermoto Day" a Latina.

Il pilota ligure, nonostante non abbia mai vinto un titolo era molto amato dagli appassionati negli anni '90. 6 vittorie nel motomondiale, la più importante e celebre probabilmente quella di Laguna Seca nel 1994 in 250 davanti a Max Biaggi e Tetsuya Harada. Importante il passaggio in 500 con l'Aprilia ufficiale prima di approdare nel 1999 in Superbike. Perse la vita in 30 novembre 2013 in un incidente durante le prove del "Sic Supermoto Day" a Latina. Ecco alcune delle foto più significative della carriera di Doriano Romboni 

Dieci anni senza Doriano Romboni

Come si &egrave; appreso dai social ieri in serata, &egrave; mancato Roberto Camolei, per anni manager di Doriano Romboni e grande amico di Marco Lucchinelli. Di origini venete, Camolei viveva a La Spezia, zona di cui Romboni (come lo stesso Luchinelli) era originario e con cui nacque una profonda amicizia, oltre che un&#39;importante e proficua collaborazione. Proprio grazie al lavoro dell&rsquo;agente, infatti, il pilota arriv&ograve; nel Mondiale a fine anni &lsquo;80 e raccolse ottimi risultati nelle tre classi, dalla 125 alla 500.&nbsp;  Romboni-Camolei: l&rsquo;avventura in Superbike   A fine anni &lsquo;90 poi insieme fondarono un team in SBK. Il nome della squadra portava proprio le loro iniziali, R&amp;D Bieffe Racing, e le moto scelte erano state le Ducati RS 996. A correre con questi colori fu lo stesso Doriano, nel 1999 anno in cui riport&ograve; un grave infortunio alla gamba destra, e poi anche il giapponese Haruchika Aoki che nel 2000 raccolse come miglior risultato un quarto posto.  Alla famiglia le pi&ugrave; sincere condoglianze dalla redazione di Motosprint 

Nella giornata di ieri, gioved&igrave; 20 aprile, &egrave; mancato colui che ha guidato fino al mondiale la carriera di Doriano Romboni, ma non solo

&Egrave; morto Roberto Camolei: fu manager di Romboni

        Era il 30 novembre 2013, quando Doriano Romboni si rec&ograve; a Latina, pi&ugrave; precisamente sulla pista del Sagittario, per partecipare all&rsquo;evento di beneficenza SIC Supermoto Day, come tanti altri colleghi del motorsport e amici. Una di quelle giornate che era stata organizzata per ricordare Marco Simoncelli, scomparso due anni prima a Sepang, una di quelle giornate che sarebbe dovuta essere di divertimento per tutti coloro in pista che alle due ruote hanno legato una professione. Purtroppo per&ograve;, fin&igrave; in tragedia. Quella caduta gli fu fatale  In un incidente avvenuto durante le prove ufficiali della Top Class, l&rsquo;ex pilota spezzino&nbsp;scivol&ograve; venendo poi investito da un incolpevole collega. Non ci fu nulla da fare per lui, immediatamente soccorso e portato all'ospedale Santa Maria Goretti, di Latina. Otto giorni dopo avrebbe compiuto 45 anni, nel calore della sua bella famiglia, e oggi sono passati nove anni da quel terribile giorno, che ha scosso molti di noi. Una carriera dettata dal talento e dalla passione  &Egrave; doveroso quindi ricordarlo, tenere alta la memoria del pilota ligure che nelle classi 125 e 250 port&ograve; in alto il tricolore, e in 500 assapor&ograve; un podio, il primo tra l'altro di Aprilia. Sempre alla guida di una Honda nelle classi minori, i suoi risultati migliori risalgono al 1990 e 1994, anni in cui sfior&ograve; il podio iridato. Proprio nel 1990 arriv&ograve; la sua prima vittoria mondiale, nella classe cadetta, sulla pista del Nurburgring, con la Honda del team Moto Club Crostolo, a cui fecero seguito un totale di altri cinque successi, quindici podi, tante battaglie e gare in cui il suo talento si mischiava con l&rsquo;istinto. Si &egrave; fatto conoscere dal grande pubblico, lasciando il segno nel mondo complicato delle competizioni. Uomo generoso e pilota di cuore, scomparso troppo presto. MotoGP: le 5 gare pi&ugrave; belle dell'anno, Phillip Island inarrivabile       

L&rsquo;ultimo giorno di novembre porta con s&eacute; un anniversario triste, quello della morte del &ldquo;Rombo&rdquo; che negli anni 90 fu tra i protagonisti sul palco Mondiale

Nove anni fa ci lasciava Doriano Romboni

        Talento ne aveva, Doriano Romboni. E da vendere. I suoi duelli storici con Max Biaggi e Loris Capirossi fecero emozionare e lo proiettarono nell&rsquo;Olimpo del Mondiale. Deciso e schietto, da vero guerriero lo spezzino ha combattuto sempre contro le avversit&agrave;, talvolta vincendo, talvolta no. Ma rimanendo indelebile negli anni d&rsquo;oro della 250 per il motociclismo italiano. Nato a Lerici l&rsquo;8 dicembre 1968, Doriano Romboni debutt&ograve; in 125 nel 1989 con la Honda, e gi&agrave; l&rsquo;anno successivo conquist&ograve; due vittorie e altri quattro podi con il quarto posto finale. Nel 1991 approd&ograve; nella classe di mezzo, sempre con la Honda. Alla sua seconda stagione arriv&ograve; il primo podio: terzo in Gran Bretagna, alle spalle di Pierfrancesco Chili e di Loris Reggiani. Duelli da leggenda: Ekerold contro Mang al N&uuml;rburgring La prima vittoria   La prima vittoria Il primo trionfo nella categoria arriv&ograve; nel GP Austria 1993, per cinque centesimi su Capirossi e quattro decimi su Helmut Bradl. &ldquo;Dopo tre anni passati in 250 me la sono proprio meritata&rdquo; disse Romboni a Motosprint subito dopo la vittoria a Salisburgo. &ldquo;Non &egrave; un risultato arrivato per caso, &egrave; il frutto di un lavoro duro, cominciato nel &rsquo;91. In questo campionato non mi sono mai sentito al massimo, sapevo che in me c&rsquo;era qualcosa che non andava. Oggi invece mi sentivo pronto per la prima vittoria&rdquo;. Romboni si conferm&ograve; vittorioso nel round successivo, in Germania, a Hockenheim, per nove centesimi su Capirossi, con Bradl ancora terzo. Con quella doppietta, sal&igrave; al secondo posto in campionato, a 22 punti da Tetsuya Harada, ma l&rsquo;incidente nel successivo GP Olanda lo tagli&ograve; fuori dalla corsa al titolo: Doriano si frattur&ograve; la gamba destra e fu costretto a saltare altri tre round. Al rientro, centr&ograve; un bel podio a Laguna Seca, con il secondo posto nel penultimo GP. E proprio nel GP Stati Uniti torn&ograve; al successo nel 1994, annata in cui sigl&ograve; sette ulteriori podi, chiudendo quarto la sua ultima stagione con la Honda targata HB. Fuori dal tunnel?   Nel 1995 corse ancora con la Honda, tuttavia con i colori di Giacomo Agostini. Con due podi in Sud America sul fi nire della stagione, con il terzo posto in Argentino e soprattutto la vittoria a Rio, chiuse nono il Mondiale. Quella vittoria a Rio gli diede grande carica: &ldquo;Finalmente sono uscito dal tunnel&rdquo; dichiar&ograve; a Motosprint. &ldquo;Un tunnel lungo un anno. Problemi fisici e di adattamento con le gomme mi hanno tenuto fuori dalla battaglia, ma ho dimostrato che quando tutto va bene posso vincere. Se a volte ho dubitato delle mie capacit&agrave;, oggi sono di nuovo sicuro di poter puntare al titolo, se mi daranno la possibilit&agrave; di farlo. Penso di meritarlo&rdquo;. Tuttavia non and&ograve; cos&igrave;. Romboni disput&ograve; due stagioni in 500 con l&rsquo;Aprilia (con lo storico podio in Olanda nel 1997) e un GP nel 1998 con la Muz-Weber prima di fratturarsi lo scafoide. Romboni chiuse poi la carriera con alcune gare nel mondiale Superbike nel 1999 &ndash; anno in cui rimedi&ograve; un&rsquo;altra brutta frattura alla gamba destra &ndash; nel 2000 e nel 2004. Nel 2013, a 45 anni, perse la vita al circuito Il Sagittario di Latina, mentre disputava le prove della gara di Supermotard in memoria di Marco Simoncelli. Qualche rimpianto, ma senza amareggiarsi   Negli ultimi anni Doriano era stato direttore sportivo del Team Puccetti-Kawasaki e poi del Team Italia per la Federazione Motociclistica Italiana. Quando parlava della sua carriera in 250, recriminava per la mancanza di &ldquo;Un pizzico di fortuna nel 1993&rdquo; riferendosi all&rsquo;incidente di Assen. &ldquo;Se avessi vinto il titolo quell&rsquo;anno forse la mia carriera sarebbe cambiata&rdquo; diceva. Sapeva che avrebbe potuto conquistare un titolo, ma non si amareggiava: &ldquo;Non possiamo vincere tutti, bisogna sapersi accontentare&rdquo; era solito dire. Duelli da leggenda, Valencia 2006: Hayden campione, Rossi per terra       

In cinque stagioni nella classe intermedia il ligure ottenne un poker di successi e 15 podi nonostante gli infortuni. Con il suo talento, il compianto &ldquo;Rombo di Tuono&rdquo; avrebbe meritato la chance di giocarsi il titolo fino in fondo

Doriano Romboni, il Re senza corona della classe 250

        Era il 30 novembre del 2013 quando, durante le prove del SIC Day, Doriano Romboni perse la vita. Per quello che resta un incidente attorno al quale ancora si sta indagando, noi preferiamo soffermarci sulle qualit&agrave; innate e rimaste vive del pilota spezzino, capace di piacere a tutti, avversari coi quali ha lottato inclusi. Oggi avrebbe spento 53 candeline. Buon Compleanno Doriano. Rombo di Tuono mai zittito   La generosit&agrave; e il coraggio di Doriano sono doti ben note. Qualsiasi moto guidasse, la portava al limite. Ma non si deve pensare che il nativo della bella Lerici mettesse il proprio cuore esclusivamente al servizio delle motociclette. No, lui era appassionato e passionale anche al di fuori del paddock. Dai sacrifici compiuti per divenire professionista, alle sofferenze del momento in cui disse basta. Romboni era come un tuono, ovvero, dal temperamento fragoroso e rimbombante, bench&eacute; lo si possa ricordare spesso silenzioso e dalle calibrate parole. Queste venivano sussurrate sinceramente, prive di filtri o convenevoli. Per la suddetta e altre numerose caretteristiche, il pubblico si era innamorato del personaggio che, al pari del corridore, resta uno dei pi&ugrave; genuini e pure di tutta la stora del motosport. Sei vittorie iridate, come se fossero sei titoli Mondiali   Una brava ed esperta addetta ai lavori disse: "Utile &egrave; determinare il proprio pilota preferito, basandosi su parametri ben precisi: contare vittorie e considerarne l'eventuale popolarit&agrave; non serve a niente. I palmares devono essere messi da parte, il pilota &egrave; pilota e basta, le coppe e i soldi non c'entrano niente. Di lui vanno ricordati percorsi di carriera e atteggiamenti". Seguendo l'imput, &egrave; come se Doriano avesse conquistato sei campionati del mondo. Fantastiche le sue 6 affermazioni iridate, divise tra 125 e 250 Grand Prix. Eccezionale sapere che egli abbia battuto veri miti del Motomondiale. Per&ograve; &egrave; tutto normale: il mito &egrave; pure "Rambo", una persona che, indossata la tuta di pelle, sapeva primeggiare ancor prima di affrontare la competizione. Il calendario MotoE 2022       

Il pilota spezzino ci ha lasciato il 30 novembre del 2013, ma le sue gesta e la sua personalit&agrave; restano vive nei nostri cuori tutt'oggi

Avresti compiuto 53 anni: Buon Compleanno, Doriano Romboni

Come vi avevamo annunciato, a sette anni di distanza dalla tragica scomparsa di Doriano Romboni nel corso delle prove del SIC Day, a Latina, la vicenda &egrave; ancora in tribunale.  Oggi il processo che punta a scoprire se ci sono state responsabilit&agrave; nella morte del pilota di Ceparana ha fatto un altro passo avanti: il Tribunale di Latina ha infatti rinviato a giudizio l&#39;amministratore delegato&nbsp;del circuito di Latina, Sandra Temporini, e il coordinatore del Comitato Impianti della Federmoto Adamo Leonzio.  L&rsquo;udienza si svolger&agrave; il 15 aprile del 2021 al Tribunale di Latina.  &ldquo;Sarebbe stato rinviato a giudizio anche Gennaro Caccavale, la persona che la Federazione Motociclistica ha indicato come responsabile di aver preso le misure del circuito, ma per un caso di omonimia &ndash; a mio parere per ostruzionismo da parte della Federazione &ndash; le notifiche erano state effettuate ad un&#39;altra persona. Ora per&ograve; il procedimento &egrave; avviato anche nei suoi confronti&rdquo;, ci dice l&rsquo;avvocato Caterina Caterino, del Foro di Bologna, legale della famiglia Romboni.  Sara Romboni: &quot;Doriano non ha sbagliato&quot;   &ldquo;Alla fine i reati penali probabilmente andranno in prescrizione, ma quello che importa &egrave; che oggi il caso non &egrave; stato archiviato&rdquo;, &egrave; lo sfogo di Sara Romboni, che raggiungiamo telefonicamente.  &ldquo;E&rsquo; molto importante quello che &egrave; successo oggi. Tanto, che mi sento frastornata. Quello che mi interessa &egrave; dimostrare che Doriano aveva ragione, che non &egrave; morto per un suo errore. Certo questo non lo restituir&agrave; a me e alle nostre figlie, ma &egrave; importante per la sua memoria&rdquo;, continua Sara, che in questi 7 anni ha cresciuto da sola le due bimbe avute da Romboni, con lui nella foto d&rsquo;apertura che riprendiamo dal profilo di Sara.  &ldquo;Carolina compir&agrave; 12 anni a gennaio, Margherita ne ha 10&hellip; quando &egrave; morto il pap&agrave; aveva solo 3 anni&hellip;&rdquo; ci dice Sara.  &ldquo;Vedo che passa il tempo ma l&rsquo;amore per Doriano no&hellip; io non ho la possibilit&agrave; di fare &lsquo;rumore&rsquo;, ma nella mia semplice pagina Facebook vedo che dopo 7 anni il suo ricordo &egrave; sempre vivo. Quando sei un familiare, &egrave; facile dirti che sei di parte. Invece questo rinvio a giudizio conferma che avevo ragione a chiedere giustizia. E&rsquo; vero che il processo si deve ancora fare, ma &egrave; buon punto di partenza&rdquo;.  Sara Romboni: &quot;Doriano non ha sbagliato&quot;   Come mai sono passati sette anni?  &ldquo;All&rsquo;inizio sono incappata in due avvocati che non mi hanno aiutato. Poi ho incontrato Caterina, e da cinque anni stiamo tribolando insieme. Lei sta facendo davvero tanto&rdquo;, ci dice Sara.  &ldquo;Stavano per archiviare tutto senza fare alcun riscontro&rdquo;, &egrave; la risposta dell&rsquo;avvocato Caterino. &ldquo;Noi abbiamo fatto opposizione , il giudice per le indagini preliminari ha richiesto ulteriori accertamenti e finalmente il Pubblico Ministero si &egrave; deciso a chiedere il rinvio a giudizio. Nel frattempo non sto a dirle quante volte siamo dovuti andare al Tribunale di Latina...&quot;  L&#39;avvocato: i motivi del rinvio a giudizio   Quali sono le motivazioni del rinvio a giudizio?  &ldquo;Principalmente due&rdquo;, ci spiega il legale di Sara. &ldquo;E&rsquo; stata rilasciata un&rsquo;omologa per quel circuito su piantine che non corrispondevano alla realt&agrave; dei fatti. Il problema focale &egrave; che l&rsquo;omologa a quel circuito &egrave; stata data per quel tipo di gare, ma con le misure reali il circuito non poteva essere omologato per quella tipologia. Tant&rsquo;&egrave; che dopo per poter ottenere l&rsquo;omologa hanno dovuto modificare il circuito.  &ldquo;Il secondo motivo &egrave; che in pista non c&rsquo;erano misure idonee di sicurezza in un punto in cui c&rsquo;era un&rsquo;alta pericolosit&agrave;. Perch&eacute; Romboni &egrave; morto? Perch&eacute; &egrave; uscito di pista in una curva dove non c&rsquo;era sufficiente spazio, quindi se la pista fosse stata pi&ugrave; larga non avrebbe invaso la corsia dei piloti che venivano nell&rsquo;altro senso e non sarebbe stato investito.  &ldquo;Se guardate il video della morte di Romboni, il suo corpo &egrave; fuori dall&rsquo;aiuola di meno di un metro. Ma in quella via di fuga, secondo l&rsquo;omologa, avrebbero dovuto esserci quattro metri di via di fuga in pi&ugrave;&rdquo;.  Federmoto: &quot;Facciamo chiarezza&quot;   &ldquo;Prendiamo atto della decisione del Giudice per le indagini preliminari&rdquo;, &egrave; il commento del Presidente di Federmoto Giovanni Copioli.  &ldquo;Seguiamo con massima attenzione l&rsquo;evolversi di questa dolorosa vicenda. Abbiamo la massima fiducia nell&rsquo;operato della Magistratura. Come Federazione Motociclistica Italiana, abbiamo sempre dimostrato la massima disponibilit&agrave; e collaborazione con le Autorit&agrave; competenti per fare chiarezza su questa tragica vicenda&rdquo;, conclude il Presidente Copioli.  Sette anni senza Doriano Romboni 

&ldquo;Per me l&rsquo;importante &egrave; dimostrare che Doriano non ha sbagliato niente&rdquo;, ci confida la moglie Sara. &ldquo;Romboni &egrave; morto perch&eacute; nel punto dove &egrave; caduto non c&rsquo;era sufficiente spazio&rdquo;, &nbsp;ci dice l&rsquo;avvocato della famiglia Romboni. Copioli: &ldquo;Vogliamo fare chiarezza&rdquo;

Processo Romboni: chiesto il rinvio a giudizio

Era una triste giornata autunnale quando Doriano Romboni perdeva la vita a soli 45 anni, sulla pista del Sagittario di Latina, durante le prove del SIC Day, un evento di beneficenza per ricordare Marco Simoncelli.  A distanza di sette anni sono ancora in corso le indagini per accertare le responsabilit&agrave; di quella morte che sembra assurda,&nbsp;ma oggi vogliamo parlare di altro.  Vogliamo ricordare Doriano Romboni il pilota.  Chi lo ha conosciuto lo ricorda come uomo e pilota di talento, coraggioso, generoso, irruento, potenzialmente capace di vincere pi&ugrave; di quanto in realt&agrave; non abbia fatto. Per sfortuna, per il suo carattere impetuoso, o perch&eacute; guidava d&rsquo;istinto e non era un &lsquo;tecnico&rsquo;: ciascuno d&agrave; le sue motivazioni. Ma tutti concordano nel fatto che di mondiali ne avrebbe potuti raccogliere. Invece nel suo palmares l&rsquo;iride manca.  Nel 1990, per&ograve;, arriv&ograve; il suo primo successo mondiale. Si correva al Nurburgring &ndash; ra gi&agrave; la versione &lsquo;corta&rsquo; &ndash; ed era la quarta gara della stagione. Lo spezzino correva in sella ad una Honda gestita tecnicamente da Massimo Matteoni nel team di Tiziano Del Rio, che lo aveva scoperto grazie all&rsquo;intervento del manager Roberto Camolei.    Loris Capirossi: &ldquo;Dava delle spallate incredibili&hellip;&rdquo;   &ldquo;Ricordo bene quella gara, e anche la bellissima foto fatta sul podio con Doriano, abbracciati con la ghirlanda intorno al collo, che fu pubblicata da Motosprint&rdquo;, dice oggi Loris Capirossi, avversario ma amico di Romboni.  &ldquo;Ho dei ricordi bellissimi di Doriano, perch&eacute; era una gran bella persona, e mi fa male dire &lsquo;era&rsquo;. Abbiamo iniziato insieme, io nell&rsquo;86 e io nell&rsquo;87, con il Trofeo Honda. Poi lui nell&rsquo;88 &egrave; passato nell&rsquo;Europeo e io nell&rsquo;89, quando lui era gi&agrave; nel mondiale. Ci ritrovammo nel 1990. Era un po&rsquo; il mio riferimento: nell&rsquo;87 vinse a mani basse tutte le gare del monomarca, mentre io avevo appena 14 anni e facevo delle belle gare ma non vincevo niente.  &ldquo;Ci siamo sempre voluti un bene incredibile perch&eacute; eravamo molto simili: non molto calcolatori, o che si accontentano di portare a casa il risultato. Noi siamo sempre stati &ldquo;o tutto o niente&rdquo;. Per il talento che aveva ha vinto meno di quello che si meritava. Ma le corse sono cos&igrave;, alle volte anche crudeli. Lui forse non dedicava tempo all&rsquo;allenamento, guidava abbastanza d&rsquo;istinto&hellip;  &ldquo;Al Nurburgring ero sul podio insieme a lui, ma ero felice per lui perch&eacute; se lo meritava. Quando guardi in faccia i piloti lo vedi se hanno l&rsquo;occhio buono o no: e lui aveva l&rsquo;occhio buono. In pista per&ograve; un combattente che non guardava in faccia nessuno: dava delle spallate incredibili anche in 250. Mi ricordo una gara a Salisburgo, una pista pericolosissima, e in cima ad una salita mi ha spinto e mi ha quasi cacciato fuori, per&ograve; finita la gara ci siamo abbracciati. Era un puro.  &ldquo;La sera della vittoria al Nurburgring ha fatto una super festa la sera nel paddock: era uno che la birrettina gli gustava un bel po&rsquo;, e se l&rsquo;era anche meritata. Io ero ancora piccolo, ero affidato alla squadra e non mi lasciavano fare niente. Ricordo che era un amante del sole, e quando faceva bel tempo si metteva sempre davanti al camperino a prendere il sole. Era un mito! Tante volte ci mettevamo a parlare l&igrave;, oppure la sera, nel paddock&hellip; allora si poteva&rdquo;, conclude Loris Capirossi.  Marco Lucchinelli: &lsquo;Era un fuoriclasse, ma era sanguigno&hellip;&rsquo;   &ldquo;Con Doriano eravamo grandi amici&rdquo;, ricorda Lucchinelli. &ldquo;In quell&rsquo;epoca in 125 vedevi delle gare da film, era pi&ugrave; bella della 500.&nbsp; &lsquo;Dori&lsquo; era un fuoriclasse, era il pi&ugrave; veloce del suo periodo ma ha avuto sfortuna. Purtroppo ce ne sono tanti di piloti che andavano forte ma non hanno vinto mondiali&hellip;  &ldquo;Noi ci siamo conosciuti in quel periodo l&igrave;, era spezzino come me e quando era piccolo io ero un po&rsquo; il suo idolo. Poi avevamo degli amici in comune, come Camolei, il suo manager, con il quale avevo iniziato anche io. Con Dori eravamo simili: un po&rsquo; impulsivi, a volte un po&rsquo; esagerati. Era una persona educata e delicata, ma quando ci voleva era bello sanguigno, e se la moto si rompeva tirava i calci. Insomma aveva il carattere dello spezzino&hellip; Quando fece il primo anno di SBK c&rsquo;ero di mezzo anche io: non abbiamo finito la stagione, perch&eacute; avendo lo stesso carattere &egrave; facile bisticciare, ma siamo rimasti amici.  &ldquo;Quando si era rotto tibia e perone fece degenza da me e spesso facevamo cross assieme qui nel mio terreno davanti a casa. Avevo fatto un tracciato di 1 km e 100 con la ruspa, con tanto di salti&hellip; ma quando giravano lui, Melandri e Falappa il tracciato veniva liscio che sembrava fresato, e poi mi ci divertivo io. Adesso non c&rsquo;&egrave; pi&ugrave; niente di tutto questo, non c&rsquo;&egrave; pi&ugrave; Doriano e non c&rsquo;&egrave; pi&ugrave; neanche Cristiano (il figlio di Marco scomparso tre anni fa ,nde): Dori lo aveva visto crescere ed erano come fratelli.  &ldquo;E poi da met&agrave; degli anni Novanta insieme avevamo aperto un locale da 600 metri: facevamo musica dal vivo cinque giorni su sette. Io c&rsquo;ero sempre, lui passava ogni tanto perch&eacute; correva, non suonava ma canticchiava, gli piaceva Vasco, le sapeva tutte&hellip;&rdquo; conclude Marco Lucchinelli.  Joe Roberts e il &quot;no&quot; a Aprilia MotoGP: &ldquo;Voglio vincere prima in Moto2&rdquo; 

Il 30 novembre del 2013 &ldquo;Rombo di Tuono&rdquo; perdeva la vita nel SIC Day organizzato a Latina. Capirossi: &ldquo;Dava delle spallate incredibili&rdquo;. Lucchinelli: &ldquo;Era un fluoriclasse, ma sanguigno&hellip;&rdquo;

Sette anni senza Doriano Romboni

Era il&nbsp; 30 novembre del 2013 quando in un incredibile incidente Doriano Romboni perse la vita: stava disputando una gara di Supermotard per beneficenza al SIC Day di Latina. In un attimo successe l'irreparabile. La sua moto impazzita, il suo tentativo di domarla, la caduta... e la luce che si &egrave; spenta per sempre negli occhi del pilota ligure, che negli anni Novanta ci aveva fatto sognare con le sue imprese nella classe di mezzo del Motomondiale (leggi qui il ricordo dello scorso anno, con il riepilogo della sua carriera)  Quando &egrave; mancato erano passati diversi anni, quasi dieci, dal suo addio alle corse, ma la scomparsa di Doriano ha lasciato un segno nel cuore di tanti appassionati, che avevano vissuto le sue imprese o che avevano apprezzato le sue doti di direttore sportivo, attivit&agrave; alla quale si era dedicato dopo aver lasciato le competizioni. Nell'ultimo periodo, Doriano era il DS del Team Italia.  Nei giorni scorsi, durante l'Ottobiano Sport Show, &egrave; stata inaugurata una tribuna intitolata a Doriano Romboni. Un primo, piccolo segno di riconoscimento nei confronti di un pilota che &egrave; stato un vero campione, nello sport come nella vita.  Il nostro direttore Stefano Saragoni aveva gi&agrave; lanciato, tempo addietro, dalle pagine di Motosprint settimanale, un appello ai direttori degli autodromi pi&ugrave; importanti d'Italia: quello di intitolare ai piloti che non ci sono pi&ugrave; una curva o una tribuna. Perch&eacute; continuino a vivere per sempre anche nella memoria di chi seguir&agrave; il nostro sport un domani, affinch&eacute; i nomi dei piloti che hanno vissuto per il Motociclismo siano per sempre indelebili nella storia.  Il circuito di Ottobiano &egrave; stato il primo ad aderire. Ma ci aspettiamo di pi&ugrave;. Doriano Romboni non deve essere dimenticato. E allora che ben venga anche una gara, un raduno. Qualunque evento che faccia conoscere anche alle giovani leve il talento e il cuore di&nbsp; "Rombo", che &egrave; mancato in sella alle sue amate due ruote, per onorare il ricordo di Marco Simoncelli.  Fiammetta La Guidara  

Il 30 novembre 2013 Doriano Romboni perdeva la vita al SIC Day di Latina. Una tribuna a Ottobiano per ricordarlo

Romboni, due anni dopo

Caro Direttore,&nbsp;  chiedo ospitalit&agrave; sulle pagine di Motosprint per lanciare un invito a ricordare mio marito Doriano Romboni. Proprio Motosprint ci ha fatto conoscere, tanti anni fa, quando avevo un&rsquo;edicola e Doriano veniva da me, pur abitando nel paese vicino, per acquistare la rivista che celebrava i suoi successi.&nbsp;  Mi rivolgo a tutte le persone che lo hanno amato e continuano a portare nel cuore il suo ricordo, la sua carriera sportiva ventennale; mi rivolgo a coloro che hanno conosciuto l&rsquo;uomo che era il mio caro Doriano.  Si fa sempre pi&ugrave; forte in me e nella sua famiglia il desiderio che gli venga intitolata una curva o la tribuna centrale del circuito del Mugello, e che possa entrare anche lui nella Hall of Fame, affinch&eacute; la memoria della sua vita dedicata al motociclismo non venga mai cancellata.  Doriano &egrave; mancato per un gesto di generosit&agrave;, onorando un altro pilota, e ci ha lasciati nella disperazione e nell&rsquo;incertezza. Con questo gesto si renderebbe a lui quel qualcosa di grande che merita. E sarebbe un grande orgoglio per me, per le sue figlie e per Cristian, che Doriano ha cresciuto come un figlio. Sara Comis Romboni E questa la risposta di Stefano Saragoni, direttore di Motosprint  Rilancio l&rsquo;appello di Sara, con la speranza che possa arrivare a colpire nel segno. Confesso di non conoscere le dinamiche che portano alla titolazione di un autodromo o di una sua parte, grande o piccola che sia, ma sono certo che se non dovesse essere il Mugello, un circuito che vorr&agrave; ricordare Doriano Romboni intitolandogli una curva o una tribuna sicuramente si trover&agrave;. Sono certo che leggendo questa lettera della moglie qualcuno si far&agrave; avanti. Doriano lo merita.  Ha vinto due Gran Premi in 125, ne ha vinti quattro in 250, se nel 1993 un brutto incidente non lo avesse fermato proprio ad Assen, una delle sue piste preferite, la sua corsa al titolo mondiale sarebbe potuta finire diversamente.&nbsp;  Ha portato sul podio l&rsquo;Aprilia 500 bicilindrica, e soprattutto era un pilota istintivo, sanguigno, un combattente. Di quelli che &ldquo;danno molto&rdquo;, che piacciono agli appassionati.&nbsp;  Dopo avere lasciato le corse era diventato tecnico federale e lavorava al fianco di giovani talenti emergenti, un compito di cui andava molto fiero, che gli stava dando grandi soddisfazioni. Era entusiasta del fatto che sarebbe ritornato al Mondiale GP per fare da guida ai ragazzi del Team Italia...&nbsp;  &Egrave; tornato in sella, lo scorso anno, per onorare la memoria di Marco Simoncelli. Lo ha fatto con generosit&agrave;, mettendo in pista tutto se stesso.&nbsp;  Dedicargli la curva di un circuito &egrave; il modo di scrivere per sempre il suo nome nella memoria.&nbsp;  L&rsquo;iniziativa potrebbe avere un seguito ricordando altri piloti. Perch&eacute; cos&igrave; come le strade d&rsquo;Italia portano il nome di chi ha fatto la storia, sarebbe bello che i circuiti contribuissero a ricordare.&nbsp; E voi cosa ne pensate?&nbsp; 

Lo chiede la moglie Sara, con una lettera inviata al nostro giornale

Al Mugello una curva per Romboni

Per i numerosi appassionati e sostenitori che volessero tributare un ultimo saluto a Doriano Romboni si rende noto che la camera ardente presso il Comune di Follo rimarr&agrave; aperta con orario continuato fino alle ore 14 di marted&igrave; 3 dicembre.  Poi alle 15.00 la cerimonia funebre si terr&agrave; a Ceparana presso la Chiesa della Santissima Annunziata. Per quanto riguarda la possibilit&agrave; di parcheggiare, la Protezione Civile ha allestito parcheggi a Ceparana in Piazza Novellini, via dei Terrani, via dei Castagni, via dei Fermi , via Puccini e via Giovanni XXIII.

Romboni: oggi i funerali

La tragedia di Doriano Romboni ha colpito profondamente tutto il mondo del motociclismo (e non solo quello). Anche Casey Stoner dalla lontana Australia, ha voluto essere vicino. E lo ha fatto con un twitt:  &ldquo;&Egrave; sempre brutto sentire della morte di qualcuno. Sono vicino alla sua famiglia e ai suoi amici&rdquo;.   &nbsp;

&ldquo;Sono vicino alla sua famiglia&rdquo;

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