I rapporti tra il mitico Dottor Costa e Valentino Rossi non sono sempre stati idilliaci, ma da tempo ormai la sportivit&agrave; e l&rsquo;affetto hanno preso il sopravvento. Con questo spirito il medico che &egrave; stato per anni l&rsquo;angelo custode dei piloti ha voluto salutare, sui social, il nove volte campione del mondo (gi&agrave; MotoGP Legend) arrivato domenica alla fine della sua gloriosa e lunga carriera.    Rossi onorato da tutti   Sui social il Dottor Costa ha scritto: &ldquo;A Valencia &egrave; successa una cosa straordinaria: una gara di moto, una vittoria della Ducati, si sono inchinate a un grande Campione, Valentino Rossi, che da fenomenale pilota si &egrave; trasformato in Mito Eterno. L&rsquo;emozione della corsa &egrave; impallidita nei confronti delle irresistibili emozioni suscitate dalle immagini delle epiche imprese di Vale, dei suoi abbracci a tutti i piloti come simbolo di un&#39;eredit&agrave; difficile da raccogliere&rdquo;. Difficilissima, tanto che nessuno potrebbe mai prendere il suo posto. &ldquo;Un&rsquo;emozione scandita dal grido di Guido Meda&rdquo;, ha continuato il Dottore, &ldquo;una ridda di emozioni che violentavano l&rsquo;anima. Belli i complimenti di tanti Campioni: tanti, tutti&rdquo;.  Su una cosa per&ograve; pone maggior attenzione: &ldquo;Ma la cosa pi&ugrave; bella e indimenticabile sono state le lacrime della compagna di Vale. Lacrime! Cos&igrave; la piccola creatura annidata nel grembo materno, oggi a Valencia nel trionfo del padre ha imparato con incredibile sorpresa che gli Umani possono piangere anche di Gioia&rdquo;.  MotoGP, la lettera d&#39;amore della M1 a Rossi: &quot;Sei parte di me&quot; 

A salutare il nove volte iridato &egrave; stato anche colui che invent&ograve; la Clinica Mobile e che attraverso la sua solita poesia ha omaggiato il pesarese

Dottor Costa: &ldquo;Valentino Rossi da fenomenale pilota a Mito Eterno&rdquo;

L&#39;incidente capitato a Marc Marquez &egrave; un argomento di grande discussione nel paddock MotoGP in questo weekend in Portogallo. Non solo tra gli addetti ai lavori, ma anche tra gli stessi piloti. In tanti hanno pensato che le condizioni del pilota Honda potessero essere pi&ugrave; gravi rispetto alla spiegazione fornita da HRC che ha parlato di lieve commozione cerebrale. Il dubbio maggiore &egrave; stato proprio legato alla parole &ldquo;lieve&rdquo;: se cos&igrave; fosse, perch&egrave; Marc Marquez, infortunatosi sabato scorso, a distanza di una settimana non &egrave; tornato a gareggiare?  Ecco che quindi, per chiarire ogni dubbio abbiamo deciso di chiedere qualche spiegazione in pi&ugrave; al Dottor Claudio Costa, che nella sua lunga carriera di medico dei piloti, ha visto molte situazioni simili.  Claudio Costa: &ldquo;Hanno seguito la via pi&ugrave; sicura&rdquo;   Contattato telefonicamente, il Dottor Costa ci ha subito precisato che, non avendo referti medici alla mano, non pu&ograve; essere in grado di dare una spiegazione precisa sull&#39;accaduto, ma data la sua esperienza ha comunque dato il suo parere analizzando i fatti&nbsp;in base alle notizie fornite da Honda: &ldquo;Quando si ha un trauma cranico - ci ha spiegato in esclusiva - gli esami strumentali che vengono fatti posso essere in prima istanza non attendibili, diciamo in maniera totale, ovvero al 100%. Per cui molte volte se il trauma &egrave; stato molto importante si attende un po&#39; di tempo per vedere se qualcosa che all&#39;inizio non si vedeva, passando i giorni possa avere delle conseguenze. Questo &egrave; un comportamento estremamente prudente. Se poi alla ripetizione dell&#39;esame strumentale che &egrave; la tac, si aggiunge anche l&#39;elettroencefalogramma, siamo nel massimo della sicurezza. Si segue la via pi&ugrave; sicura anche per far si che poi possa correre l&#39;ultima gara che si terr&agrave; a Valencia&rdquo;.  Da qui, quindi, la scelta di attendere e non partecipare al GP di Algarve: &ldquo;Magari - ha aggiunto - con tutti i problemi che ha avuto Marc, con il fatto che non &egrave; impegnato nel finale del Mondiale in modo sigificativo etc, hanno deciso di seguire una via prudente al massimo, per escludere anche quello che magari &egrave; impossibile. Questo &egrave; secondo me il perch&egrave; di quanto &egrave; accaduto. Se uno dice che ha avuto un trauma semplice, e gli esami vanno bene, normalmente i piloti tornano a correre in tempi molto pi&ugrave; brevi&rdquo;.  &ldquo;Era giusto tutelare Marc&rdquo;   Quindi se Honda ha parlato di lieve commozione cerebrale dobbiamo crederci? &ldquo;Praticamente parlando di &#39;lieve&#39; hanno definito il trauma innocuo. Quando in termini medici diciamo lieve commozione cerebrale significa che &egrave; un tipo di commozione che non comporta nessuna lesione del cervello. Quindi se tu sei sicuro che si tratta di una lieve commozione cerebrale sei anche sicuro che il cervello non ha subito danni. Loro avranno voluto salvaguardarsi da un trauma che potrebbe evidenziarsi solamente con il passare del tempo. E&#39; stata un&#39;estrema prudenza per ridare a Marc la possibilit&agrave; di correre nella migliore condizione fisica, con la certezza che non ha riportato nulla alla testa. Ultimamente le sue esperienze sono state negative dal punto di vista della medicina per cui &egrave; bene che questa volta la medicina si comporti bene nei suoi confronti e lo tuteli dandogli tutte le tranquillit&agrave; per poter ritornare al massimo della sicurezza, cosa che non sarebbe capitata se avesse corso subito dopo il trauma. Fortunatamente, da quella che &egrave; l&#39;esperienza relativa a questi traumi cos&igrave; come l&#39;accuratezza degli esami, sono convinto che Marc torner&agrave; a correre perfettamente come prima ed &egrave; la cosa che gli auguro con tutto il cuore&rdquo;.  Sul problema della diplopia che Marc ha avuto   In tutto ci&ograve;, quindi, sembrerebbe da escludere anche il discorso legato alla diplopia, condizione che Marquez ebbe dopo una caduta nel 2011 a Sepang e per la quale fu costretto ad operarsi in quanto ci vedeva doppio e non poteva di certo guidare: &ldquo;Se ci fosse questo difetto - ha concluso il Dottor Costa -, si sarebbe gi&agrave; riproposto e lo saprebbero gi&agrave;&rdquo;.  L&#39;attesa &egrave; alta, quindi, per la giornata di luned&igrave;, quando il pilota Honda sar&agrave; sottoposto a nuovi accertamenti: da l&igrave; sapremo se correr&agrave; a Valencia e quindi anche se il &ldquo;pericolo&rdquo; &egrave; rientrato.  MotoGP, Stoner: &ldquo;A volte mi manca il paddock, ma non mi pento delle mie scelte&rdquo; 

Il Dottor Claudio Costa ci ha parlato in esclusiva della situazione di Marquez: &ldquo;E&#39; stata un&#39;estrema prudenza quella di aspettare pi&ugrave; tempo e per ridare a Marc la possibilit&agrave; di correre nella migliore condizione fisica con la certezza che non ha riportato nulla alla testa&rdquo;

MotoGP, il Dottor Costa commenta l&#39;assenza di Marc Marquez dal GP Algarve

Non poteva certo mancare il messaggio del grande Dottor Claudio Costa, il decano dei medici del Motomondiale che dall&rsquo;alto della sua esperienza ne ha viste di vite spezzate per incidenti in pista, non ultimo quello di Simoncelli nel 2011.&nbsp;  Dalla sua pagina Facebook, con un lungo post ha voluto mandare un messaggio di solidariet&agrave; alla famiglia Vinales, colpita da questa immane tragedia della perdita di Dean Berta a soli 15 anni di et&agrave;.  Ecco le parole del Dottor Costa: &quot;Terribile quando un pilota perde la vita. Straziante quando la vita immolata &egrave; di un ragazzo. Sono vicino ai genitori di Dean Berta Vi&ntilde;ales, perch&eacute; so quello che provano. Molte volte, purtroppo, ho perduto dei piloti in pista. Erano i miei figli. Cari genitori, conosco la vostra sofferenza, che implacabile non finisce mai. Non ho parole, solo il mio sincero cordoglio. Tanto si &egrave; fatto sulle piste, dove si sono rimossi gli ostacoli, ma uno imperterrito resta: la moto. Affinch&eacute; le lacrime diventino meno copiose, ora urliamo: &ldquo;Smettiamo di correre. Basta!&rdquo; Anch&rsquo;io vorrei unirmi a questo grido, ma alla fine non ci riesco. Quel dolce ragazzo, prima dell&rsquo;incidente stava sognando, sorrideva. Di fronte a tanta immensa felicit&agrave;, continuiamo a correre. Per lui. Continueremo a piangere, ma per un Sogno si pu&ograve; rischiare. Molti non saranno d&rsquo; accordo. Lo capisco. Ma una vita senza sogni &egrave; priva di vita. Penso che anche quel tenero ragazzo, sfrecciando tra le nubi del cielo, sia malgrado tutto d&rsquo;accordo&quot;.  SSP300, Dean Berta Vinales: il commosso messaggio di Maverick 

Con un post sulla sua pagina Facebook, il Dottor Costa manda un messaggio alla famiglia del 15enne, scomparso nella prima gara della Supersport 300 a Jerez: &quot;So quello che provano i genitori di Dean Berta Vi&ntilde;ales&quot;

Dottor Costa: &ldquo;Molte volte ho perduto piloti in pista, erano miei figli&rdquo;

Siamo nella settimana del Gran Premio d&rsquo;Italia del Motomondiale e quale migliore occasione se non quella di mandare in onda un docu-film dedicato ad uno dei personaggi chiave della Storia del Motociclismo, colui che ha rimesso in pista tanti piloti dopo varie fratture?  Venerd&igrave; alle 18.45 Sky sul canale 208 (Sky Sport MotoGP) trasmetter&agrave; in diretta in esclusiva &ldquo;Voglio correre!&rdquo;, il docu-film dedicato al Dottor Claudio Marcello Costa e alle avventure della Clinica Mobile presentato ad Imola nel 2019 e proiettato poi a Misano lo scorso anno alla vigilia del doppio impegno sul World Circuit Marco Simoncelli.  Un evento imperdibile che verr&agrave; poi riproposto in replica nei giorni successivi alla gara, luned&igrave; 31 maggio alle 21, marted&igrave; 1 giugno alle 9 e alle 15 e mercoled&igrave; 2 giugno alle 18.  La trama   La trama del docu-film &egrave; raccontata brevemente dal Dottor Costa sulla sua pagina Facebook: &ldquo;L&rsquo;opera tratta del desiderio irrazionale del pilota di correre ferito o con le ossa spezzate e dei medici della Clinica mobile, piccolo ospedale su ruote inventato per seguire le gare del motomondiale e aiutarli a risalire sulla moto. Da Valentino a Zanardi, da Capirossi a Doohan, da Marquez a Lorenzo si vedranno storie mitiche che sembrano favole&rdquo;.    MotoGP Italia: anteprima, meteo e curiosit&agrave; sul tracciato del Mugello  &nbsp; 

In occasione del Gran Premio d&rsquo;Italia, Sky mander&agrave; in onda il docu-film dedicato al fondatore e direttore della Clinica Mobile

&ldquo;Voglio correre!&rdquo;: il film sul Dottor Costa arriva in tv

Il mistero aleggia ancora sul ritorno in pista di Marc Marquez, se questo sar&agrave; possibile gi&agrave; a partire dall&rsquo;inizio della stagione sul circuito di Losail, in Qatar, domenica 28 marzo. La prossima settimana avremo una risposta, nel frattempo ne abbiamo parlato con il Dottor Claudio Costa, il medico che ha fondato la Clinica Mobile nelle corse di moticiclismo e che ha contribuito alcuni piloti a farne la storia.  Come commenta il caso Marquez?  &quot;Premettendo che non ho visto i dettagli, parlo usando solo la mia esperienza. Nessun pilota ha mai perso una stagione nei 50 anni della Clinica Mobile.&nbsp; L&rsquo;ultimo intervento ha riguardato l&rsquo;inserimento di una placca con un trapianto preso dalla cresta iliaca e poi abbiamo saputo che c&rsquo;era un&rsquo;infezione dell&rsquo;osso chiamata osteomielite. Non esiste al mondo per&ograve; la possibilit&agrave; di lasciare una osteomielite con la placca, quindi vuol dire che questa era sotto controllo, e non impedisce il processo naturale della consolidazione dell&rsquo;osso. Prevedo un tempo di recupero di 6 mesi, che con alcune combinazioni fortunate, possono diventare quattro&quot;.  MotoGP: Marc Marquez &egrave; in pista a Barcellona  Sarebbe stato possibile evitare tutto quanto accaduto?  &quot;Le fratture dell&rsquo;omero fanno fatica a guarire. Di certo non mi sarei permesso di farlo correre a Jerez la settimana dopo. Gli avrei detto: &#39;Caro Marquez, io ti salvo la spalla, ti metto la placca, ma ci vediamo fra tre mesi a Misano&#39;. Se avesse voluto rientrare in pista a tutti i costi, allora avrei messo un chiodo con due viti. Questo non &egrave; stato fatto, allora hanno fatto un altro intervento. Visto il ritardo della consolidazione, non aspettavo dicembre per operare, ma avrei anticipato&quot;.  Lei avrebbe agito allo stesso modo fin dall&rsquo;inizio?  &quot;Avrei fatto quello che ho sempre fatto: mi sarei lasciato guidare dal desiderio del pilota. Se il pilota mi diceva: &#39;Voglio correre la prossima settimana&#39;, non guardavo in faccia la spalla e mettevo un chiodo grosso semielastico avvitato. Ma se ad un certo momento mi fossi trovato che non voleva danneggiare la spalla ferita, allora avrei messo una placca e l&rsquo;avrei fatto scendere in pista a Misano. Un omero con la placca ci mette tre mesi a guarire. Con il chiodo non guarisce in una settimana, ma avrebbe tenuto. Lo avrebbe aiutato poi la terapia dei piloti: la forza di volont&agrave; e il desiderio che sono la benzina che scatena energie inesperate dentro il corpo umano e che fanno fare le cose che abbiamo visto, i miracoli. Non li faceva il protagonista della favola il Dottor Costa, ma i piloti. Io facevo arrivare la favola alla fine&quot;.  Potremo rivedere Marc in Qatar?  &quot;Ho fatto deduzioni senza avere niente in mano. Le possibilit&agrave; del tempo, perch&eacute; possa succedere questo miracolo ci sono, per&ograve; credo che una storia come quella del suo omero, forse pretende qualche tempo in pi&ugrave;&quot;.  Una volta che torner&agrave; in pista come sar&agrave;, il solito marziano?  &quot;Dal punto di vista fisico bisogna sperare che riacquisti la forza del suo braccio. Stabilito questo, psicologicamente sar&agrave; pi&ugrave; forte di prima. L&rsquo;avversit&agrave; gli creer&agrave; quello stimolo, come in Doohan, di voler essere ancora pi&ugrave; vincente. In pi&ugrave; se anche il corpo fosse in un certo senso rimasto dal punto di vista della forza menomato, lui riuscirebbe con la forza di volont&agrave; a superar questo piccolo medio inconveniente. Voto quindi per Marquez forte. Lui stesso, raccontando del 2013, disse di me: &#39;Quello &egrave; un dottore matto, ma mi fece vincere il Mondiale&#39;&quot;.  Mick Doohan: come risalire dall&#39;inferno al paradiso  Si ritrova in questa definizione?  &quot;Mi fa tanto piacere, perch&eacute; la normalit&agrave; &egrave; una cosa che mi annoia. Mentre la follia &egrave; data dal Dio, come dicono gli antichi greci&quot;.  Qual &egrave; un aneddoto della sua carriera a cui &egrave; particolarmente affezionato?  &quot;Ne ho tantissimo e mi rende felice averli. Simbolicamente ce n&rsquo;&egrave; uno che li raccoglie tutti: la mia storia con Mick Doohan. Una storia fatta di amore, ma anche di grandi rischi e pericoli. Abbiamo sfidato qualcosa che non si poteva sfidare, che non mi faceva dormire la notte. La grandezza di Doohan sta nel non avermi chiesto di farlo guarire, ma mi ha sempre solo chiesto di poter correre. Siamo rimasti molto legati. Andando fuori dal mondo del motociclismo, una situazione analoga l&rsquo;ho vissuta con Alex Zanardi&quot;.  Oltre a Doohan chi sono gli altri piloti che porta nel cuore?  &quot;Non posso rispondere a questa domanda, cos&igrave; come una mamma non riesce a dire chi &egrave; figlio il prediletto&quot;.  DAZN, Melandri: &quot;In MotoGP il favorito &egrave; Quartararo&quot;   

Il dottore che ha fondato la Clinica Mobile pi&ugrave; di 50 anni fa ha detto la sua sul caso Marc Marquez e ha raccontato gli aneddoti pi&ugrave; belli della sua carriera

MotoGP, Dr Costa: &ldquo;Con me Marquez non avrebbe perso la stagione&rdquo;

Antipatico, l&#39;impiccio rimediato da Niccol&ograve; Canepa. Durante un test di preparazione alla stagione Endurance, il pilota del team YART ha rimediato la frattura in tre punti di una caviglia. Le prove sulla pista di Almeria sono andate bene. per un proficuo lavoro condiviso insieme a Karel Hanika e Marvin Fritz, compagni di equipaggio su R1 ufficiale.  Poi, il passaggio a Valencia. Al Ricardo Tormo, &egrave; successo il fattaccio. In seguito di una caduta, Niccol&ograve; ha riportato il danno alla caviglia sinistra. Per fortuna sono stati scongiurati pericoli o problemi di sorta, ma Nic ha bisogno di un intervento chirurgico: &quot;Mi hanno trasferito a Barcellona - ha avuto la forza di risponderci direttamente dalla clinica - dove verr&ograve; operato dal professor Mir. Sar&ograve; presto in forma&quot;.  Ne siamo certi, perch&eacute; il genovese &egrave; volenteroso ed atletico. E pure giovane. Tra l&#39;altro, ci ha &quot;rivelato che era dal 2013 che non si rompeva qualcosa&quot;. Ci ha riso su, Canepa, ed &egrave;, in fondo, l&#39;atteggiamento giusto in casi come questo. Tutta Motosprint gli augura una pronta guarigione.  Vinales e Quartararo contanto su Crutchlow nella risoluzione dei problemi Yamaha 

Niccol&ograve; era a Valencia con il team YART, in preparazione alla stagione 2021. Dopo la caduta, il trasporto a Barcellona, dove sar&agrave; operato dal professor Mir

EWC: triplice frattura per Canepa, atteso in sala operatoria

Marc Marquez e la sua assenza sono forse uno degli argomenti di punta di questo 2020: dopo la caduta nella prima gara di Jerez, mentre si stava rendendo protagonista di una rimonta impressionante, il pilota Honda ha riportato una frattura all&#39;omero. Operato a Barcellona, gli &egrave; stata inserita una placca dal Dottor Mir per ridurre la frattura. A causa di un carico eccessivo, per&ograve;, Marquez &egrave; dovuto tornare &ldquo;sotto ai ferri&rdquo; per un secondo intervento.  Da qui l&#39;assenza lunghissima che sta andando avanti da fine luglio e che, dalle parole del pilota stesso, sembra che ne avr&agrave; per altri due mesi circa. Ma quando rientrer&agrave;, Marc Marquez torner&agrave; ad essere il fenomeno di sempre? Oppure quanto sub&igrave;to potr&agrave; essere in qualche modo &ldquo;invalidante&rdquo; per la sua carriera di pilota?  Il punto della situazione con il Dottor Costa   Per rispondere a questi interrogativi abbiamo parlato con il Dottor Claudio Costa, il grande medico che ha curato nella sua storica Clinica Mobile i grandi campioni del motociclismo di tutti i tempi, che ha spiegato a Motosprint tutte le varie tappe del recupero dell&#39;otto volte iridato, cos&igrave; come quella che sar&agrave; la sua forma fisica al rientro in pista.  L&#39;inserimento della placca era l&#39;opzione migliore, o optare per un chiodo avrebbe giovato di pi&ugrave; al pilota?  &ldquo;Avendo avuto molte ferite alla spalla e avendo fatto un&#39;operazione passando con un chiodo dalla spalla si poteva danneggiare quella che era la condizione della spalla stessa a livello di articolazione. Quindi questo era un discorso da fare apertamente al pilota, qualcosa del tipo: &#39;Vuoi correre? Puoi farlo solo se metti un chiodo&#39;. Il chiodo, per&ograve;, passa attraverso la cuffia dei rotatori arrivando fino alla spalla che &egrave; stata pi&ugrave; volte ferita e anche operata quindi sarebbe stato lui a dover dire: &#39;Si corriamo questo rischio, oppure no non lo corriamo e facciamo in modo che guarisca senza avere conseguenze&#39;. Io non so se questo &egrave; stato chiesto o meno a Marquez. In ogni caso la placca non poteva sopportare un rientro immediato, come l&#39;atto di eroismo di Marquez nel rientrare subito dopo l&#39;intervento&rdquo;.  I tempi di recupero   Quindi i tempi di recupero che sta avendo lo spagnolo sono in linea con l&#39;intervento avuto?  &ldquo;I tempi di recupero sono quelli che il pilota sta affrontando adesso, n&eacute; pi&ugrave; n&eacute; meno. Un omero con la placca ha bisogno di tre mesi minimo per guarire. Quando tutto va bene&rdquo;.  Il tutore e la fisioterapia   Marquez ha mostrato una foto nella quale portava un tutore rigido, come mai? Sar&agrave; ipotizzabile anche un tutore nel momento in cui rientrer&agrave;?  &ldquo;Quando rientrer&agrave; non avr&agrave; bisogno di nessun tutore. Una volta guarito, l&#39;osso non ha bisogno pi&ugrave; di nulla. Adesso hanno messo il tutore per protezione di quella che &egrave; la frattura di questo omero, perch&egrave; una frattura saldata con la placca non rappresenta un mezzo cos&igrave; sicuro per la libert&agrave; dell&#39;arto&quot;.  In questo periodo che tipo di fisioterapia sta portando avanti?  &ldquo;Sicuramente far&agrave; rieducazione per mantenere la muscolatura, che &egrave; una delle sue grandi doti &rdquo;.  Il ritorno in pista   Quindi una volta che Marquez torner&agrave; in pista potremo rivederlo al 100%? Quanto accaduto non sar&agrave; &ldquo;invalidante&rdquo; per la sua carriera di pilota?  &ldquo;Le avversit&agrave; hanno sempre rafforzato Marquez, come accadde anche nel 2012 quando fu operato all&#39;occhio dopo una caduta. Dalle avversit&agrave; Marquez risorge pi&ugrave; forte di prima e lo dico per esperienza diretta. Quando l&#39;omero &egrave; consolidato e quindi &egrave; perfettamente funzionale non avr&agrave; pi&ugrave; problemi. E una volta che l&#39;osso sar&agrave; guarito lui diventer&agrave; un pilota pi&ugrave; forte di prima&rdquo;.  MotoGP: Honda in burrasca, tra liti e nessuno che riesce a guidare la RC213V 

Il Dottore che ha curato i grandi campioni del motociclismo spiega le ragioni del lungo stop di Marc e rassicura: &ldquo;Un omero che &egrave; guarito totalmente non dar&agrave; pi&ugrave; problemi&rdquo;

Esclusiva, Dottor Costa: &ldquo;Niente rientro immediato con la placca, ma Marquez torner&agrave; pi&ugrave; forte di prima&rdquo;

        &Egrave; stato operato ieri allo scafoide della mano sinistra Jorge Lorenzo, che nella giornata di sabato, durante un allenamento di Dirt Track, mentre si trovava in Italia, aveva subito l'infortunio. Un primo controllo in ospedale e subito il maiorchino &egrave; volato a Barcellona alla clinica del Dottor Xavier Mir che nella giornata di ieri ha sottoposto il numero 99 neoacquisto del team Respol Honda ad un intervento.&nbsp; IL FERMO IMMAGINE - E stamani mattina Jorge ha pubblicato sui social una foto in cui parla proprio con l'angelo custode dei piloti spagnoli (a dicembre aveva operato anche Marc Marquez e altri connazionali). Nella foto il Dottor Mir mostra attraverso il cellulare alcuni dettagli dell'intervento:&nbsp;&laquo;Diamo un'occhiata&nbsp;&ndash; commenta Lorenzo &ndash; a come il Dr. Mir ha realizzato la mia operazione. Grazie di tutto!&rdquo; L'INTERVENTO - Ma come ha operato il Dr. Mir? A riportare il suo resoconto dell'intervento &egrave; Motogp.com che ha intervistato il medico:&nbsp;&laquo;La tecnica utilizzata &egrave; poco invasiva, lo scafoide &egrave; un osso che si risalda con difficolt&agrave;. Durante l'intervento abbiamo fissato con un chiodo particolare la frattura, questo chiodo permette al paziente di iniziare la riabilitazione soltanto dopo dieci giorni dall'intervento&raquo;.&nbsp; &laquo;Adesso Jorge dovr&agrave; tenere il polso immobilizzato per quattro giorni, poi inizier&agrave; la riabilitazione. Poi, - ha proseguito - tra dieci giorni faremo un controllo e da l&igrave; potr&agrave; iniziare una riabilitazione pi&ugrave; intensa per permettergli di essere pronto per i test in Qatar. Se ci&ograve; non fosse possibile, sicuramente sar&agrave; pronto per la prima gara del campionato&raquo;.&nbsp;  IL DUBBIO &ndash; Sono stati in molti ad aver notato che la mano che Jorge si &egrave; infortunato &egrave; la stessa (ovvero la sinistra) alla quale si era fatto male in Thailandia durante il secondo giorno di prove libere.Un caso? Chiss&agrave;... Il Dottor Mir fuga ogni dubbio:&rdquo;questa nuova frattura &ndash; ha concluso &ndash; non ha nessuna relazione con i precedenti infortuni, &egrave; semplicemente lo stesso polso che ha sofferto di due diverse lesioni.&rdquo;       

Per il medico, angelo custode dei piloti spagnoli, il maiorchino potr&agrave; salire sulla Honda per i test di Losail fra un mese, con l'obiettivo di essere al suo meglio per la prima gara del campionato

Il Dottor Mir: “Riabilitazione immediata, Lorenzo sarà in Qatar”

Dopo la controversa vittoria di Rossi ad Assen il Dottor Costa aveva dedicato al Dottore di Tavullia una lunga lettera tanto affettuosa quanto colma di rimprovero. Oggi il medico dei piloti si &egrave; rimesso alla tastiera, questa volta per scrivere al suo "Caro Max": trattasi ovviamente di Biaggi, che questo fine settimana torna per la seconda volta in pista come wild card nel Mondiale SBK.  Caro Max, il cuore dei fanciulli &egrave; sedotto dalle cose curiose; non si interessa di ci&ograve; che &egrave; conosciuto, ma di ci&ograve; che &egrave; intricato. &Egrave; in virt&ugrave; di questa forza che i ragazzi trovano la spinta per costruire la realt&agrave;, sorretti dalla loro spontanea creativit&agrave;. Tu, Max, eri e sei tutto ci&ograve;: il desiderio inesauribile di conoscere, conoscersi e creare. Un poeta che gioca per disporre di tutto il mondo nella sua strabiliante ricchezza. Sei talmente artista che per te non esiste n&eacute; esister&agrave; la vecchiaia.  Illudersi nella vita vuol dire giocare con l'insolito e tu questo stai facendo. Sei tornato in pista da Campione. Stai scrivendo non una storia, ma quello che sta oltre alla storia: il desiderio insaziabile di emozioni. Un eterna fanciullezza dove il regno dei desideri non  si corrompe mai. Il desiderio di correre con una spalla rotta a Suzuka, in Giappone, e prendere quella manciata di punti per vincere il mondiale. Il desiderio folle di correre al Mugello con i fili di duro acciaio che trattenevano le fratture della mano; di chiedere, dopo il risveglio da una delicata e lunga operazione al piede gravemente fratturato, una pizza alla romana. In una parola, non sorprende affatto che da buon adulto, invece di fare il bravo presentatore, tu corra il mondiale Superbike. In Malesia, dopo la corsa di Misano, non so se salirai i gradini del podio, ma sono certo che sfoglierai le pagine di una metastoria dove si leggono queste indelebili parole: Tu Max sei il mito del puer eterno, la leggenda della fanciullezza.  Un giorno, commentando il mondiale SBK a Imola, hai detto che mi vuoi bene come a un padre. Mi hai commosso. E con il cuore stretto dall&rsquo;emozione, oggi ti rispondo: &ldquo;E io tantissimo, come al figlio prediletto che non mi ha tradito mai. Vai, e che le nuvole mai stanche della Malesia ti accompagnino sul podio della gloria senza et&agrave;&rdquo;.  Tuo, dottorcosta.

Alla vigilia del ritorno del campione in SBK a Sepang, il dottore dei piloti scrive una lettera aperta "al figlio prediletto che non mi ha tradito mai".

Dottor Costa: "Max Biaggi il mio figlio prediletto"

Chi conosce i piloti meglio di lui? Chi ha pi&ugrave; esperienza nell'universo delle competizioni?  Il mitico Dottor Claudio Costa sar&agrave; presente a Cesena ad un incontro organizzato dal Motoclub Paolo Tordi per intrattenere ed entusiasmare tutti i presenti in un&rsquo;interessante serata in cui sar&agrave; protagonista.  Impressioni, ricordi, rimpianti ed emozioni di un uomo straordinario che le corse le ha vissute da un punto di vista davvero particolare ed &ldquo;intimo&rdquo;.  Nel corso dell&rsquo;evento&nbsp;filmati e testimonianze di 50 anni di gare: un percorso che condurr&agrave; i partecipanti&nbsp;ad esplorare il mondo dei piloti, gli eroi, come li chiama lui:&nbsp;il loro carattere, i loro momenti peggiori e tutto ci&ograve; che consente loro di tornare a correre dopo disastrose cadute. Se non &egrave; magia questa&hellip;  L&rsquo;appuntamento con il Dottor Costa, patrocinato dall&rsquo;Amministrazione Comunale, &egrave; Gioved&igrave; 29 Gennaio alle ore&nbsp;21 a Cesena presso il Palazzo del Ridotto, in piazza Almerici.  Giulia Cassinelli    [gallery ids="27872,27870,27869,27866"]  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;

Viaggio all&rsquo;interno del magico mondo delle corse

Una serata con il Dottor Costa

Al Mugello, Dani Pedrosa ha concluso quarto, faticando a superare piloti che di solito sono pi&ugrave; lenti di lui.  Il problema &egrave; il braccio destro, che non migliora. Il pilota HRC era stato operato all'indomani del GP Spagna per risolvere la sindrome compartimentale che gli procupava fastidi all&rsquo;inizio della stagione.  Subito dopo il GP Italia, Pedrosa si &egrave; sottoposto a un controllo medico a Barcellona dal Dr. Xavier Mir.    Il responso &egrave; che il braccio continua ad esser infiammato per l&rsquo;operazione, a causa del poco riposo tra i due Gran Premi di Le Mans e Mugello.  Quindi: assoluto riposo per una settimana e poi riabilitazione per cercare di arrivare al GP Catalunya nelle migliori condizioni possibili.  &ldquo;Approfitter&ograve; del tempo a disposizione per cercare di rimettermi in sesto.&nbsp; La gara in Italia &egrave;&nbsp; stata durissima, non mi sono nemmeno potuto sognare di raggiungere il risultato a cui aspiravo &ndash; ha raccontato Dani &ndash;. Non posso guidare pi&ugrave; al cento per cento, e devo ringraziare la mia squadra per la pazienza che ha. La gara di Marc dimostra tra l&rsquo;altro che abbiamo fatto dei progressi anche nella moto, quindi questo &egrave; un periodo interessante della stagione, ma io ho ancora molti problemi al braccio destro&raquo;. 

Il braccio destro non migliora: "Il GP Italia &egrave; stato durissimo" 

Pedrosa: riposo e terapie prima del GP Catalunya

Dani Pedrosa e Stefan Bradl, operati pochi giorni prima del GP Francia a Le Mans, sono solo gli ultimi due di una lunga serie di piloti finiti sotto i ferri per via della sindrome compartimentale.  Di cosa si tratta &egrave; presto detto: il muscolo degli avambracci si gonfia a dismisura e e resta compresso nelle guaine.  Oltre a Pedrosa e Bradl (che &egrave; gi&agrave; al terzo intervento) sono stati operati anche Dovizioso, Crutchlow, Hayden, Iannone, Barbera e Redding. Ma da cosa &egrave; causata questa sindrome compartimentale cosi diffusa tra i piloti?    Si sta discutendo in questi giorni della possibilit&agrave; di ridurre il peso delle MotoGP, magari proprio in occasione dell&rsquo;introduzione del nuovo regolamento, nel 2016. Lo chiedono i piloti, affermando che il peso attuale &ndash; 160 kg &ndash; comincia a creare problemi in frenata e potrebbe essere una delle cause dei sempre pi&ugrave; frequenti problemi ai muscoli delle braccia accusati dai piloti. La proposta &egrave; di ridurre il peso di 3-4 kg. Negli ultimi dieci anni il peso delle MotoGP &egrave; aumentato di 10 kg.  &ldquo;Il problema deriva dall&rsquo;evoluzione delle moto" conferma il dottor Michele Zasa, responsabile della Clinica Mobile.  Ci sono discussioni (questa volta in campo medico, non pi&ugrave; sportivo) sull&rsquo;effettiva efficacia dell&rsquo;intervento, che al momento sembra essere l&rsquo;unica soluzione presa in considerazione.  Ancora il dottor Zasa:  "Sembra un problema di &ldquo;moda&rdquo;, nel senso che i piloti lo affrontano con troppa leggerezza: al primo sintomo corrono a farsi operare, fanno passare s&igrave; e no un Gran Premio, mentre invece bisognerebbe avere un approccio pi&ugrave; dolce. Anche perch&eacute; la soluzione chirurgica, molto spesso, &egrave; temporanea; e la percentuale di insuccesso &egrave; alta".  In che senso? "Bisognerebbe prima capire da dove deriva, quindi si potrebbero studiare meglio anche i rimedi. Questo problema esiste da sempre, ma i pi&ugrave; &ldquo;esperti&rdquo; in materia sono i piloti di motocross; forse adesso vediamo questo problema anche in velocit&agrave; perch&eacute; molti piloti dei GP si allenano col cross. Non solo:&nbsp; il problema deriva anche dall&rsquo;evoluzione delle moto, perch&eacute; le frenate sono sempre pi&ugrave; potenti. E a volte questo problema deriva anche dall&rsquo;allenamento sbagliato: i piloti lavorano troppo sui muscoli delle braccia, soprattutto quando sono molto giovani. Invece bisognerebbe lavorare pi&ugrave; sull&rsquo;elasticit&agrave; muscolare, che sulla forza". &nbsp;  Varrebbe la pena di fare nascere un caso? "Noi, come Clinica Mobile, pensiamo che ci siano delle tappe per affrontare questo problema e bisogna iniziare da un lavoro preventivo insieme al preparatore atletico, facendo un adeguato lavoro sui muscoli; abbiamo avuto buoni risultati anche con la terapia, cio&egrave; con i farmaci; infine, funziona bene anche il trattamento fisioterapico, lavorando sul fascio muscolare del braccio, e in certi casi utilizzando anche le infiltrazioni. Se tutto questo non funziona, ci si pu&ograve; rivolgere alla chirurgia".  Enrico Borghi

Pedrosa, Bradl (e tanti altri) sotto i ferri per sindrome compartimentale

Avambracci: operare serve?

Dopo la frattura alla clavicola sinistra nell&rsquo;incidente durante i test di domenica sera, Pol Espargaro deve ora sottoporsi alla fisioterapia per recuperare dall&rsquo;operazione e prepararsi per GP Qatar che parte ufficialmente gioved&igrave; prossimo (20 marzo).  &ldquo;La clavicola era messa peggio di quanto pensassero, ma il dottor Mir ha detto che l&rsquo;operazione &egrave; andata bene e con la piastra nell&rsquo;osso, ho bisogno di fare un preciso lavoro di riabilitazione per essere pronto per il Qatar&rdquo;, ha commentato il pilota. &ldquo;Voglio iniziare la riabilitazione e so gi&agrave; che non sar&agrave; facile perch&eacute; &egrave; successo tutto cos&igrave; in fretta, ma io sono positivo. Non so se sar&ograve; al 100 % per la prima gara, ma lavorer&ograve; per essere in forma come posso.&rdquo;  Il medico ha aggiunto che l&rsquo;idoneit&agrave; del pilota per correre nel primo rounde della stagione non &egrave; ancora confermata. &ldquo;E&rsquo; difficile valutare il suo stato di forma&rdquo;, ha commentato Mir. &ldquo;Ci sono un sacco di fattori da considerare. Losail ha un sacco di curve a destra; il che aiuta, visto che la clavicola sinistra ad esser interessata. Non sar&agrave; al 100 % ma penso che possa sorprenderci e ottenere un buon risultato.&rdquo;

&ldquo;La clavicola era messa male&rdquo; 

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