        The first weekend of 2023 saw the introduction of some positive new MotoGP features, not least the thrilling Sprint Race, which had us glued to our screens for twenty minutes. But also some of the events designed to bring the riders closer to the fans, at a time when such moments are very much needed - from the American-style parade with NBA inspired t-shirts, to the Sprint podium beneath the grandstands, in close contact with the crowd, and the Hero Walk complete with selfies and autographs. It all contributes to increasing the visibility of the MotoGP format (expect perhaps for the inevitable F1-style waving of the chequered flag by the VIP du jour). An estimated growth of 20-30% with respect to last year, thanks to more spectators overall, on Saturday too, live TV broadcasts and more besides. Something went wrong at Portimao But then there&rsquo;s the flip side of the Portimao coin, heightened adrenaline perhaps caused by the added spectacle and the riders&rsquo; desire to do well in the first race of the year after almost four months away. Aspects that, together with some serious shortcomings relating to safety (less than adequate gravel and a lack of air fences through certain turns are definitely to be questioned), make up the negatives. The riders themselves need to recognise when they&rsquo;re over the top, and team managers should help them with this, because the championship runs over a year, not just one weekend. Otherwise there is a risk that, come mid-season, only half the riders will be on the grid due to all the injuries. To prevent this, Race Direction needs to be up to the task and not scared to come down on riders with an iron fist when necessary. And it needs to be consistent in its decisions. No problem with the double long lap penalty for Marc Marquez at the next race. But before dealing with that mess, there were other riders who deserved a penalty (Marini for example). There was at least time to speak with the riders and managers, pre-emptively, to calm waters that inevitably got rough. Because Race Direction is also there to &ldquo;gauge the temperature&rdquo; of the paddock and the various situations created. And it must send strong messages in order to avoid having to repair the damage. It sounds obvious, but this has clearly been forgotten in MotoGP in recent years. The Sprint Race: a welcome addition Lastly, a comment on the Sprint race&hellip; It&rsquo;s different, interesting, because it requires the riders to adopt a different mental approach. And a new way of racing. More dangerous than a normal race? What happened in last Sunday&rsquo;s &lsquo;long race&rsquo; between Marquez and Oliveira (or to Pol Espargar&oacute; on Friday) is our reply.       

The Sprint Race and moments for the fans are a welcome addition. The impetuousness of the riders less so. Action is needed, and fast

Portimao MotoGP: a good show but…

        Il primo weekend del 2023 ha segnato l&rsquo;arrivo nel paddock MotoGP di alcune positive novit&agrave;: per iniziare, la spettacolare e avvincente Sprint Race, che ci ha fatto rimanere &ldquo;incollati&rdquo; agli schermi per 20 minuti. Ma anche alcuni appuntamenti studiati per avvicinare i piloti agli appassionati, in un momento storico in cui c&rsquo;&egrave; davvero bisogno di costruirli: dalla parata in stile americano con t-shirt sparate alla &ldquo;NBA&rdquo;, al podio della Sprint sotto gli spalti, a stretto contatto con il pubblico, fino alla Hero Walk con i selfie e gli autografi. Tutto (a parte forse l&rsquo;evitabile bandiera a scacchi in stile F1 data dal VIP di turno) contribuisce all&rsquo;aumento di visibilit&agrave; del format MotoGP. Una crescita stimata del 20-30% rispetto all&rsquo;anno scorso, tra maggiori ingressi in circuito anche al sabato, dirette tv e varie ed eventuali. A Portimao qualcosa &egrave; andato storto Poi c&rsquo;&egrave; il rovescio della medaglia di Portimao: un innalzamento dell&rsquo;adrenalina causato forse dallo stesso aumento dello show e la voglia dei piloti di ben figurare alla prima gara dell&rsquo;anno dopo quasi quattro mesi di pausa. &nbsp;Aspetti che, insieme ad alcune mancanze gravi registrate alla voce sicurezza (la ghiaia non all&rsquo;altezza e l&rsquo;assenza degli air fence in alcune curve sono scelte a dir poco discutibili), formano il pacchetto degli aspetti negativi. Serve che i piloti stessi si rendano conto degli eccessi e che i team manager e gli stessi manager dei piloti li aiutino in questo, perch&eacute; non ci si gioca un anno in un solo weekend. Perch&eacute; in caso contrario rischiamo di arrivare a met&agrave; stagione con mezza griglia disponibile a causa degli infortuni. Per evitarlo, serve soprattutto una Direzione Gara all&rsquo;altezza, che non abbia paura di usare il pugno di ferro, a bisogno, sugli stessi piloti. E che utilizzi lo stesso metro di giudizio nelle decisioni: bene i due long lap penalty a Marc Marquez nella prossima gara, anche se la salter&agrave; per infortunio. Ma probabilmente, prima di mettere una pezza a questa seconda &ldquo;frittata&rdquo;, c&rsquo;erano altri piloti da sanzionare (vedi Marini su Bastianini). O comunque c&rsquo;era tempo per intervenire preventivamente, parlando con i piloti e i responsabili dei team, per calmare le acque che poi si sono inevitabilmente agitate. Perch&eacute; la Direzione Gara &egrave; il circuito anche per &ldquo;misurare la temperatura&rdquo; del paddock e delle varie situazioni che si creano. E deve mandare dei segnali forti per evitare poi di dover riparare i danni. Sembra un discorso scontato ma, evidentemente, negli ultimi anni in MotoGP l&rsquo;hanno dimenticato. La Sprint Race: novit&agrave; che piace&nbsp; Infine, un parere sulla Sprint: &egrave; una gara diversa, interessante. Perch&eacute; deve essere affrontata dai piloti con un nuovo approccio mentale. E con un nuovo modo di correre. Pi&ugrave; pericolosa di una gara normale? Ci&ograve; che &egrave; successo domenica scorsa nella gara &ldquo;lunga&rdquo; tra Marquez e Oliveira (o venerd&igrave; a Pol Espargaro) &egrave; la nostra risposta.       

La Sprint Race e i momenti per i fans sono una bella novit&agrave;.&nbsp;Meno lo &egrave; l&rsquo;irruenza dei piloti. Serve correre ai ripari

MotoGP Portimao: ok lo show ma…

        Mettiamola cos&igrave;: in Spagna, Enea Bastianini si &egrave; ripreso quello che gli era sfuggito di un soffio a Misano. Pecco-Bestia 1 a 1. E palla al centro. Nelle prossime cinque &ldquo;partite&rdquo;, per&ograve;, ci sar&agrave; una differenza rispetto a quanto accaduto in Romagna e ad Arag&oacute;n: invece di correre contro, probabilmente i due giovani talenti italiani saranno chiamati dai piani alti a fare squadra. Dal Giappone a Valencia, Bagnaia e Bastianini dovranno accantonare per qualche mese l&rsquo;avvincente sfida a due per provare a farne vincere una pi&ugrave; grande alla Ducati, quella contro Fabio Quartararo e la Yamaha. L&rsquo;obiettivo di riportare il titolo a Borgo Panigale dopo quindici anni d&rsquo;astinenza &egrave; sempre pi&ugrave; alla portata. Dai quasi 100 punti di distanza di qualche gara fa, 91 dopo la Germania, adesso il gap si &egrave; ridotto di nove decimi. Pecco &egrave; vicinissimo al campione del Mondo francese. E dovr&agrave; sfruttare al meglio i prossimi circuiti amici (tra questi, di sicuro, Motegi e Sepang) per dare l&rsquo;assalto finale. Ma dovr&agrave; provare a &ldquo;servirsi&rdquo; anche degli amici alleati: Enea per primo, e poi Miller, Martin, Zarco, Marini e Bezzecchi, pronti a inserirsi a &ldquo;sandwich&rdquo;, quando possibile, tra lui e Quartararo.Bagnaia e la Ducati dovranno tenere d&rsquo;occhio anche la variabile del Cavaliere Nero: no, non quello declamato da Gigi Proietti ma Aleix Espargar&oacute; sull&rsquo;Aprilia, tornato prepotentemente in lotta per il titolo dopo lo splendido podio centrato in terra spagnola. In attesa che la sfida interna tra Pecco ed Enea diventi un fattore nella prossima stagione e che ci regali altre grandi emozioni, possiamo ripeterlo: tra moto e piloti, noi italiani siamo sempre pi&ugrave; padroni di questa MotoGP. &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; Buona lettura!       

Il duello, per ora cavalleresco, tra Bagnaia e Bastianini anticipa un 2023 che potrebbe rivelarsi &ldquo;infuocato&rdquo; in casa Ducati&hellip;

Editoriale del Direttore: ne vedremo delle belle

Andrea Dovizioso &egrave; sempre stato un anti-personaggio, nello scintillante mondo del Motomondiale. Un ragazzo umile, normale. Della porta accanto. Non ha spostato folle come Valentino Rossi, non ha avuto il &ldquo;carattere&rdquo; (e la lingua sciolta) di Jorge Lorenzo, n&eacute; la guida appariscente di Marc Marquez o quella selvaggia di Casey Stoner. Eppure, grazie al suo talento e alla sua intelligenza sportiva, &egrave; riuscito lo stesso a emozionare.  Prima in 125, conquistando l&rsquo;ultimo titolo di un quindicennio d&rsquo;oro per i nostri colori, che vide trionfare anche Loris Capirossi, Alex Gramigni, Valentino Rossi, Roberto Locatelli e il sammarinese Manuel Poggiali. Poi nella 250, classe in cui ha sfiorato due volte l&rsquo;iride duellando con gente come Lorenzo, Stoner e Dani Pedrosa. E infine nella MotoGP. Prima con la Honda e poi con la Yamaha e soprattutto la Ducati. L&rsquo;ha fatto soprattutto in un triennio fantastico con la Rossa, che lo ha visto unico serio rivale di Marc Marquez nella battaglia per la corona di campione della top class. Quando Dovi &egrave; stato l&rsquo;unico italiano a tenere alta la nostra bandiera. L&rsquo;ha sfiorata tre volte quella corona, &ldquo;DesmoDovi&rdquo;. Nel 2017 (anno di grazia, in cui ci &egrave; andato davvero vicino), 2018 e 2019. E per tre stagioni si &egrave; dovuto inchinare, con onore, al Fenomeno. Ha dato sempre tutto, Andrea. Ci ha messo cuore, anima, mestiere, velocit&agrave; e coraggio. &Egrave; andato oltre. Oltre l&rsquo;apparenza, oltre le strategie e le battaglie &ldquo;mentali&rdquo; contro gli avversari nel paddock.&nbsp;  A volte ha guidato addirittura oltre il suo talento. &Egrave; per questo che, da outsider, &egrave; riuscito a emozionarci. A divertirsi spesso e a farci divertire. E per questo, non possiamo che ringraziarlo&hellip;  MotoGP, Razali: &ldquo;Con Rossi e Dovizioso, sembravamo un team di pensionati&rdquo; 

Si ritira il pilota della &ldquo;porta accanto&rdquo;. L&rsquo;unico in grado di contrastare il fenomeno Marc Marquez&hellip;

L&#39;editoriale del Direttore:&nbsp;Grazie, (Desmo)Dovi!

Francesco Bagnaia vince anche senza dimostrare la netta superiorit&agrave; fatta vedere nei suoi precedenti trionfi. E questa &egrave; una prima buona notizia, perch&eacute; vuol dire che sa trionfare anche senza margine. Maverick Vi&ntilde;ales e Jack Miller chiudono sul podio, mentre cinque moto italiane monopolizzano i primi cinque posti dell&rsquo;ordine di arrivo. Aleix Espargar&oacute; resiste stoicamente nonostante il dolore e non perde troppi punti nella corsa al titolo mondiale. E Fabio Quartararo spara a zero sulla Yamaha. Nell&rsquo;editoriale del numero 30, due settimane fa, avevamo scritto che un&rsquo;ipotetica &ldquo;alleanza&rdquo; italiana tra Aprilia e Ducati e i loro piloti avrebbe potuto frenare il pi&ugrave; possibile la corsa del francese e della Yamaha verso la conferma iridata.&nbsp;  A Silverstone &egrave; successo: Bagnaia ha fatto ci&ograve; che deve fare per sperare in una rincorsa concreta (in due gare ha recuperato 42 punti su Quartararo) e tante Ducati si sono messe in mezzo, tra lui e Fabio. La stessa cosa ha provato a fare &ldquo;Mav&rdquo; con l&rsquo;Aprilia. Peccato che Aleix sia stato rallentato dai postumi della botta rimediata il sabato. Ne siamo certi: per quanto fatto vedere nei due giorni di prove, lo spagnolo con il numero 41 sarebbe stato della partita per la vittoria. Questo &egrave; l&rsquo;atteggiamento che, nel rush finale della stagione, sia Ducati che Aprilia devono avere se vogliono puntare a destabilizzare il pilota Yamaha. Per togliergli certezze. Lo sfogo del &ldquo;Diablo&rdquo; nei confronti di Iwata sembra essere un primo segnale in questo senso&hellip;  GP Silverstone: Bagnaia, Ducati e Italia, eroi in Inghilterra 

&Egrave;&nbsp;stato un weekend perfetto per il motociclismo di casa nostra. E Quartararo lancia un segnale alla Yamaha&hellip;

L&#39;editoriale del Direttore: l&#39;Italia attacca Fabio

Dopo&nbsp;la festa degli 80.000 del World Ducati Week, di cui vi abbiamo fatto un resoconto proprio su questo numero, avendo vissuto dal &ldquo;vivo&rdquo; l&rsquo;evento insieme a voi, la Ducati non poteva chiedere di meglio per lo scorso fine settimana.  A Most, dove &egrave; andato in scena il giro di boa della stagione Superbike, Alvaro Bautista e la Panigale del Team Aruba si sono difesi dagli attacchi di un Toprak Razgatlioglu che aveva i favori del pronostico dopo la tripletta di Donington. Lo spagnolo ha spento l&rsquo;entusiasmo del turco con una vittoria perentoria in Gara 1 e con un prezioso secondo posto in Gara 2, tenendo per ora un margine di relativa sicurezza nella lotta per il titolo.&nbsp;  A proposito di titolo e Ducati, sembra avvicinarsi la &ldquo;nona sinfonia&rdquo; per Michele Pirro. Il quale a Misano, nel weekend della suggestiva, emozionante e riuscitissima Racing Night del CIV, ha colto due vittorie in sella alla Panigale del Team Barni: prima sotto i riflettori e dopo sotto il sole, ipotecando l&rsquo;ennesima vittoria tricolore della classe regina delle derivate di serie.  Sempre parlando dei colori di casa nostra, da sottolineare a Most l&rsquo;impresa di Lorenzo Baldassarri, che in una Supersport mondiale caratterizzata dalla presenza di numerose bandiere italiane sul podio (abbiamo fatto quasi en plein), alla guida della Yamaha del Team Evan Bros ha quasi ricucito il notevole gap che nella lotta per il titolo lo separava da un Dominique Aegerter prima inarrivabile. Ma che adesso, con un doppio &ldquo;zero&rdquo;, torna a essere alla portata. Servir&agrave; per&ograve; il miglior &ldquo;Balda&rdquo; per poter pensare di mettere in difficolt&agrave; il fortissimo svizzero nella seconda parte della stagione&hellip;  Aegerter si scusa dopo la squalifica: &quot;Situazione frenetica, ho sbagliato&quot; 

A Most, Bautista si &egrave; difeso. E nella suggestiva Misano in notturna, Pirro ha messo l&rsquo;ipoteca sul nono titolo italiano

L&#39;editoriale del Direttore: un weekend da ricordare

Li abbiamo messi sotto esame, i due rivali di Fabio Quartararo per il titolo mondiale della MotoGP 2022. Pregi e difetti loro, della loro guida, delle loro moto. Dal primo weekend di agosto a novembre, Aleix Espargar&oacute; e Francesco Bagnaia cercheranno di rendere la vita difficile al francese della Yamaha. Che, grazie ai suoi acuti ma soprattutto alla costanza di risultati al top e alla maturit&agrave; sorprendente per la sua et&agrave;, sembra destinato a confermarsi numero uno della categoria.&nbsp;  Cosa possono fare, lo spagnolo e l&rsquo;italiano, per rallentare la sua corsa verso l&rsquo;iride? Serve, manco a dirlo, arrivargli davanti a ogni gara. Servirebbe di pi&ugrave;: arrivare entrambi davanti al rivale in ogni gara. Potrebbe aiutare una sorta di strategia, che possa permettere loro di recuperare punti preziosi. Per poi giocarsela a viso aperto in tre, senza accordi, nelle gare decisive.&nbsp;  &Egrave; fantaMotoGP, lo sappiamo. Difficile mettere d&rsquo;accordo a tavolino due piloti di moto concentrati soltanto sulle loro singole prestazioni e due Case come Aprilia e Ducati, storicamente e orgogliosamente avversarie (vedi la SBK). D&rsquo;altro canto, questa sembra (forse) l&rsquo;unica mossa in grado di creare qualche grattacapo al campione del Mondo. Rompendo il suo equilibrio mentale a livello sportivo. Mettendolo sotto pressione. A meno che in queste settimane, sia Espargar&oacute; che Bagnaia, sia Aprilia che Ducati, non abbiano tirato fuori &ldquo;il coniglio dal cilindro&rdquo;, uno per parte, eliminando il bisogno di eventuali accordi per ribaltare le sorti di un Mondiale che sembra (e ripetiamo, sembra) gi&agrave; scritto.&nbsp;  MotoGP, Yamaha sta gi&agrave; lavorando in ottica 2023 

Espargar&oacute; e Bagnaia. Aprilia e Ducati. Serve un&rsquo;intesa &ldquo;strategica&rdquo; per fermare la cavalcata di Quartararo?

L&#39;editoriale del direttore: alleati contro Fabio

        Per l&rsquo;Italia delle due ruote, quella di Assen &egrave; stata una domenica da sogno. Tre moto di &ldquo;casa nostra&rdquo;, di due marche differenti, si sono spartite il podio. E una quarta &egrave; stata protagonista di una grande rimonta che ha permesso il poker tricolore all&rsquo;arrivo. Serviva un segnale forte, dopo le ultime uscite tra alti e bassi. Ne sono arrivati quattro. Due dei quali decisamente &ldquo;squillanti&rdquo; per la lotta al titolo, ovvero quelli di Bagnaia e soprattutto di Aleix Espargar&oacute;.&nbsp; Orgoglio italiano Aprilia e Ducati, anche grazie al passo falso di Fabio Quartararo, si rimettono cos&igrave; in caccia del francese, per provare a tenere viva anche nella seconda parte della stagione la lotta per il titolo. E festeggiamo anche il ritorno sul podio di Maverick Vi&ntilde;ales (bello vederlo al top con la RS-GP) e la &ldquo;prima&rdquo; tra i Big Three di Marco Bezzecchi: vedere un ventitreenne che raggiunge i quasi coetanei Bagnaia e Bastianini in vetta alla classe regina fa ben sperare per il futuro azzurro. In attesa che arrivino anche Di Giannantonio, Marini e che Morbidelli torni dove gli compete. Qualche lettore ci ha scritto nelle settimane scorse criticando la linea ultimamente troppo &ldquo;patriottica&rdquo; del nostro giornale. Se cos&igrave; fosse, non avremmo dedicato le copertine a Quartararo nei numeri scorsi o non lo avremmo chiamato il &ldquo;Futuro Re&rdquo; su una prima pagina, quanto mai profetica, nel 2019, il suo anno da rookie. Allo stesso tempo, i lettori di cui sopra ci perdoneranno, ma crediamo sia giusto esaltare il nostro motociclismo (piloti o moto che siano) nelle gare e nei periodi in cui si dimostra pi&ugrave; forte del resto del Mondo. Perch&eacute; ci rende orgogliosi di esserlo, italiani.&nbsp;       

Due numeri fa chiedevamo all&rsquo;Italia della MotoGP un segnale per non far &ldquo;scappare&rdquo; facilmente Quartararo verso il Mondiale

Editoriale del Direttore: la risposta è arrivata

A oggi&nbsp;non sappiamo se nei prossimi anni sar&agrave; il nuovo Valentino Rossi o il nuovo Marc Marquez. Se dominer&agrave; il decennio come hanno fatto in passato il pesarese e lo spagnolo. Certo &egrave; che Fabio Quartararo, campione in carica e leader indiscusso della classifica, sta facendo di tutto per intraprendere quel percorso. E rimarcare il suo ruolo di numero uno assoluto e incontrastato, della MotoGP.  Personaggio trainante, idolo delle folle: da sempre, il motociclismo ha bisogno di creare personaggi, di identificare campioni in cui gli appassionati possano immedesimarsi. Fabio ha il physique du r&ocirc;le, la &ldquo;faccia da schiaffi&rdquo;, la simpatia e il talento per diventarlo. Le oltre 200.000 persone arrivate anche per lui a Le Mans (anche, perch&eacute; la grande cultura motociclistica francese fa scuola da sempre, al netto di mode e miti) sono un segnale incoraggiante verso quella direzione.&nbsp;  Di suo, Fabio ci mette ogni domenica tutto il possibile dal punto di vista sportivo. Guida sopra i problemi e i limiti (d&rsquo;et&agrave;) della sua Yamaha M1. Anzi, li fa quasi diventare dei pregi. Questa &egrave; la sua forza. E il suo segreto. Ed &egrave; l&rsquo;unico a riuscirci, tra i piloti di Iwata. Quando sembra che possa arrivare la pista in grado di metterlo in difficolt&agrave;, lui stupisce gli addetti ai lavori e il pubblico. E gli avversari, incapaci di contrastarlo con costanza e, soprattutto, di fare &ldquo;squadra&rdquo; tra di loro (meglio, tra quelli della stessa marca) per ostacolare la sua rincorsa verso il secondo titolo.&nbsp;  Quartararo ha avi italiani e, a suo modo, si affianca alla grande tradizione tricolore del nostro sport, una storia che ha in Giacomo Agostini il grande simbolo: la Leggenda ha festeggiato i suoi 80 anni a Motosprint. Ad Ago, e all&rsquo;evento con i nostri lettori, sono dedicate le prime pagine di questo numero.  Agostini ed il flop Spencer: &quot;Chiese un motorhome di lusso, ma fu un disastro&quot; 

Quartararo guida oltre i problemi della Yamaha. Anzi, la fa sembrare la moto pi&ugrave; equilibrata della top class

L&#39;editoriale del Direttore: oltre i limiti

Aprilia Racing, Aleix Espargar&oacute; e la RS-GP sono alcune delle note che fanno sorridere la MotoGP e la Dorna in vista della seconda parte della stagione e del futuro del campionato. Della crescita della moto di Noale ne abbiamo parlato, in esclusiva, con i tre protagonisti principali di questa &ldquo;scalata&rdquo; al vertice, ovvero Massimo Rivola, Romano Albesiano e lo stesso Aleix. Con una vittoria, altri due podi e un&rsquo;ulteriore posizione da Top 5 su sei gare fin qui disputate, e la seconda piazza in campionato alle spalle di Fabio Quartararo (distante soltanto sette lunghezze), l&rsquo;Aprilia pu&ograve; sognare in grande. E ha tutte le ragioni per farlo. Perch&eacute; la vittoria in Argentina non &egrave; stata un exploit, un caso isolato. I podi di Portimao e Jerez sono l&igrave; a confermarlo. Sono frutto di un lavoro continuo, di una ricerca assidua e della rincorsa esasperata verso un obiettivo: puntare al vertice.&nbsp;  Lass&ugrave;, nella vetta pi&ugrave; alta, &egrave; arrivata la Suzuki due anni fa. In modo quasi inaspettato. E, altrettanto inaspettatamente, adesso sembra volersi ritirare dal paddock.&nbsp; Due stagioni dopo il titolo, alla fine di un anno in cui ha tutte le carte in regola per tornare a conquistare la tabella numero uno. Lasciando liberi di accasarsi altrove due talenti come Joan Mir e Alex Rins. Due bravi ragazzi. Facendo svanire in un attimo l&rsquo;immagine del team pi&ugrave; &ldquo;pulito e autentico&rdquo; del paddock e facendo sembrare lontanissimo il ricordo delle lacrime di gioia sul viso di Davide Brivio, subito dopo la vittoria del Mondiale del 2020. A proposito di Brivio, forse adesso si spiegano tante cose sul suo addio&hellip;  Uncini sull&rsquo;addio Suzuki: &ldquo;Sono amareggiato, sembra un d&eacute;j&agrave;-vu&rdquo; 

Le prime arrivano dall&rsquo;Aprilia, sempre pi&ugrave; protagonista&nbsp; della MotoGP. Le seconde dalla Suzuki, che potrebbe lasciare&hellip;

L&#39;editoriale del Direttore: luci e ombre

La scorsa settimana &egrave; stata l&rsquo;Aprilia, ora &egrave; la volta della Ducati. L&rsquo;Italia delle due ruote vola e, dopo quattro round della MotoGP, l&rsquo;Europa lascia i costruttori giapponesi a bocca asciutta alla voce &ldquo;vittorie&rdquo;.&nbsp;  Stavolta sono stati Enea Bastianini e il Team Gresini, al secondo sigillo stagionale, a far esultare il popolo rosso. Un successo che regala di nuovo, al trio di casa nostra, anche la testa della classifica generale.  La Ducati vola anche nelle derivate di serie, visto che torna a casa da Arag&oacute;n, prima tappa del mondiale Superbike, con la leadership del figliol prodigo Alvaro Bautista. E festeggia nel MotoAmerica, con l&rsquo;esordio di successo di Danilo Petrucci. Mica male davvero, questo inizio di 2022&hellip;  Come avrete visto in copertina, da questa settimana il prezzo del giornale aumenter&agrave; di 50 centesimi, passando a 3,50 Euro.&nbsp;Abbiamo riflettuto a lungo prima di prendere questa decisione, alla fine resa necessaria dallo spropositato aumento dei costi dell&rsquo;energia e della carta, due fattori imprescindibili nel processo di produzione e distribuzione del vostro e nostro giornale.&nbsp;  Questo piccolo sforzo aggiuntivo che vi stiamo chiedendo, garantisce alla testata di avere conti in equilibrio. E di conseguenza di rimanere libera e in grado di garantire un&rsquo;informazione di qualit&agrave;.&nbsp;  Per noi, al tempo stesso, significa rinnovare con voi quel patto di fiducia e lealt&agrave; che ci lega dal 1976 e che ogni settimana ci impegniamo a onorare. 

Tra MotoGP, SBK e MotoAmerica &egrave; stato un weekend da sogno anche per l&rsquo;altra &ldquo;rossa&rdquo;, quella di Borgo Panigale

L&#39;editoriale del Direttore: che spettacolo!

In un campionato&nbsp;in cui &egrave; tutto programmato e studiato nel dettaglio e in cui si prendono mille precauzioni per arginare il Covid-19, non dovrebbe accadere che i piloti rientrino ai box con la loro MotoGP trasformata in una MXGP, ovvero coperta di fango. O che vengano colpiti da sassi presenti sulla pista, alzati involontariamente dalle altre moto.&nbsp;O che perdano il controllo del posteriore in una prova di partenza. E non va bene nemmeno che qualcuno consigli loro di non farla, quella prova di partenza, perch&eacute; i piloti scendono in pista anche per questo. Ed &egrave; dovere di altri provvedere alla loro tutela.&nbsp;  La situazione della pista di Mandalika, tra terra, sassi e tratti di asfalto rifatti velocemente e con superficialit&agrave;, non era degna un campionato del Mondo dell&rsquo;anno 2022. Dopo tutte le tragedie che hanno condizionato il 2021 (e anche quelle che hanno funestato questo inizio di 2022), FIM, Dorna e le varie Federazioni nazionali hanno compiuto degli importanti passi in avanti dal punto di vista della sicurezza, alzando l&rsquo;et&agrave; minima consentita per l&rsquo;ingresso nei vari campionati mondiali. I test indonesiani, che peraltro erano sotto gli occhi di tutti perch&eacute; rappresentavano la prima sfida su tre giornate di prove per i pretendenti al titolo della MotoGP 2022, hanno segnato un passo indietro.&nbsp;  Manca un mese al weekend di gara proprio al Mandalika Circuit: ci auguriamo che per quella data l&rsquo;impianto sia finalmente pronto per ospitare un evento di questa portata. E speriamo che chi di dovere sia davvero pronto a fermarlo, nel caso in cui non dovesse rispettare gli standard previsti. Perch&eacute; cos&igrave; com&rsquo;&egrave;, a oggi, proprio non va.&nbsp;&nbsp;Buona lettura.  Mandalika: ecco i miglioramenti che saranno effettuati per la MotoGP 

Mandalika non era pronta per ospitare i test pi&ugrave; importanti della stagione: serve un monito in vista della gara del 20 marzo

L&#39;editoriale del Direttore: cos&igrave; non va!

I primi test dell&rsquo;anno a Sepang hanno regalato molte sorprese. In primis Enea Bastianini, che con la moto pi&ugrave; competitiva dello scorso anno, la Ducati, ha messo tutti in riga. Dimostrando che, insieme al Team Gresini, potrebbe essere una delle mine vaganti della stagione. E se quando la nuova Desmosedici 2022 sar&agrave; al top delle prestazioni, il &ldquo;Bestia&rdquo; dovesse continuare ad andare forte, potrebbe creare qualche &ldquo;grattacapo positivo&rdquo; ai vertici di Borgo Panigale. Perch&eacute; a quel punto, negargli le evoluzioni sarebbe controproducente per tutti. A proposito di Ducati, oltre a un Pecco Bagnaia che nel secondo giorno di test in Malesia &egrave; tornato l&igrave; dove tutti lo aspettano, ovvero al top, si &egrave; visto nella zona alta un altro giovane su cui sono puntati gli occhi di tanti, Jorge Martin, pronto a diventare un pilota da blindare nei prossimi anni.  Ha stupito anche l&rsquo;Aprilia, che con una nuova RS-GP che sembra compatta come una Moto2, ha vissuto una settimana sempre al vertice della classifica. E, questo &egrave; il dato pi&ugrave; promettente, l&rsquo;ha fatto con entrambi i suoi piloti, Aleix Espargar&oacute; e Maverick Vi&ntilde;ales. Chiamato, quest&rsquo;ultimo, a dimostrare anche a Noale tutto il suo valore. Analizzando i tempi sul giro e le simulazioni di gara, ecco un Alex Rins &ldquo;martello&rdquo; in sella alla Suzuki equipaggiata con un nuovo motore. E anche la Honda, con un Marc Marquez ritrovato e un Pol Espargar&oacute; costantemente veloce sul passo gara. A Mandalika, teatro degli ultimi tre giorni di test, programmati da venerd&igrave; a domenica, prima del via della prima gara, serviranno conferme da parte di tutti i protagonisti di Sepang. Se riuscissero a farlo, potremmo dire che per Quartararo e Bagnaia l&rsquo;idea di un duello per il titolo 2022 potrebbe non essere cos&igrave; scontata&hellip;  MotoGP: la scheda tecnica della Desmosedici GP 2022 

Bastianini, Aprilia, Martin, una &ldquo;nuova&rdquo; Suzuki, la Honda. Quartararo e Bagnaia potrebbero non avere vita facile nel 2022

L&#39;Editoriale del Direttore: nuovi equilibri

Impazienza, curiosit&agrave;, attesa. Questo &egrave; lo stato d&rsquo;animo di noi appassionati, all&rsquo;arrivo di febbraio. Come ogni anno, i primi test fanno da preludio all&rsquo;inizio delle &ldquo;ostilit&agrave;&rdquo; in pista, quindi siamo vicini al primo semaforo rosso della stagione.  Questa &egrave; una settimana importante per la MotoGP: lo shakedown malese con i tester delle varie Case anticipa le ultime presentazioni dei team (Yamaha, Suzuki, Aprilia, Honda, Ducati, Pramac e LCR) e l&rsquo;uscita dai box dei &ldquo;titolari&rdquo;. Tra questi, ci saranno i due debuttanti della KTM, Remy Gardner e Raul Fernandez, che assieme a Brad Binder e Miguel Oliveira sono protagonisti della copertina e delle prime pagine di questo numero. Li seguiremo in pista nel 2022, loro e i loro rivali, raccontandoli attraverso gli articoli di Mirko Colombi e le foto esclusive di Luca Gorini. Sia sul settimanale che, in tempo reale, sul nostro sito web motosprint.it.&nbsp;  Gianmaria Rosati, invece, seguir&agrave; dal paddock per noi l&rsquo;altro Mondiale, quello della Superbike: a Jerez, Kawasaki e Honda hanno completato i primi giri del 2022 ma l&rsquo;appuntamento pi&ugrave; importante &egrave; fissato per l&rsquo;8 febbraio, quando a Portimao si ritroveranno per i test quasi tutti gli sfidanti della stagione alle porte.&nbsp;  Ma non &egrave; finita: &egrave; tutto pronto anche per la partenza delle gare di Cross. Mezzo paddock del Mondiale, e il nostro immancabile Stefano Taglioni, faranno un &ldquo;doppio salto&rdquo; in Sardegna per gli Internazionali d&rsquo;Italia prima di ritrovarsi in Gran Bretagna, il 20 febbraio, per la prima sfida iridata del 2022. Noi siamo pronti. E voi?  Buona lettura! 

Via ai test della top class del Motomondiale con le moto 2022. Un&rsquo;ebbrezza che le derivate hanno gi&agrave; provato. E poi la MXGP...

L&#39;editoriale del Direttore: si parte

MotoGP, Moto3, Moto2. Ma anche Superbike, Supersport, MXGP ed EnduroGP. Con i nostri uomini del paddock Colombi, Rosati, Taglioni e Agrati, abbiamo analizzato i possibili (probabili) protagonisti dei vari Mondiali del 2022. Dalla sfida tra Fabio Quartararo e Pecco Bagnaia nella top class del Motomondiale alle ambizioni di Andrea Verona nella categoria regina dell&rsquo;Enduro, ecco una carrellata dei nomi da tenere d&rsquo;occhio nelle quattro specialit&agrave; pi&ugrave; popolari del motociclismo.  Ma c&rsquo;&egrave; di pi&ugrave;: con la Dakar partita da pochi giorni, vi raccontiamo chi sono e da dove vengono i piloti italiani impegnati sulla sabbia dell&rsquo;Arabia Saudita: Danilo Petrucci e Franco Picco li conosciamo bene, ma gli altri? Ne saprete di pi&ugrave; leggendo le prossime pagine, con storie suggestive fatte di passione pura.&nbsp;  Potrete scoprire anche le ambizioni di Alex Rins per la MotoGP del 2022, il ritorno nelle derivate di serie (con la Ducati) del team campione del Mondo del 2011, l&rsquo;Althea Racing di Genesio Bevilacqua, la storia italiana di Marco Borciani, quella di uno sportivo appassionato di moto come il triplista Fabrizio Donato (per la serie MotoVIP). E poi il punto sul passato recente e il futuro del British Superbike, la presentazione del Supercross 2022 e le interviste a due protagonisti italiani del Fuoristrada mondiale: Valerio Lata e Davide Guarneri.&nbsp;  Motosprint inizia il 2022, come ha lasciato il 2021: raccontandovi il nostro sport a 360 gradi. Buon Anno!  Dakar: le speranze di Petrucci appese a un filo, dopo il ritiro dalla tappa 

Apriamo il nuovo anno presentandovi chi correr&agrave;&nbsp;in prima linea nelle categorie principali

L&#39;editoriale del Direttore: i&nbsp;protagonisti del 2022

EICMA 2021&nbsp;&egrave; finito da poco. E lasciandoci i padiglioni della Fiera di Rho alle spalle, in direzione casa, facciamo un po&rsquo; di considerazioni a riguardo. L&rsquo;edizione di quest&rsquo;anno &egrave; stata piuttosto &ldquo;racing&rdquo;: nell&rsquo;area MotoLive, Valentino Rossi ha fatto il suo ultimo giro, salutando i 9000 appassionati che hanno sfidato la pioggia incessante per dimostrargli la loro gratitudine e, ancora una volta, il loro affetto. &nbsp;  Tra le moto ammirate al Salone (ne abbiamo viste tantissime in versione da corsa) alcune delle pi&ugrave; apprezzate dai visitatori sono state le supersportive. Ne citiamo due su tutte: la MV Agusta Superveloce &ldquo;dedicata&rdquo; a Giacomo Agostini e la versione 2022 della Honda CBR 1000, dotata di grafiche &ldquo;r&eacute;tro&rdquo; che ricordano la prima, commercializzata esattamente trent&rsquo;anni fa.&nbsp;  E poi c&rsquo;eravate voi lettori. In tantissimi siete passati al nostro stand ed &egrave; stato bello ritrovarvi dal vivo per scambiare quattro chiacchiere dopo due anni di lontananza. Ed &egrave; stato bello anche intervistare nella nostra redazione &ldquo;live&rdquo; oltre cento tra piloti, team manager e addetti del settore, i quali hanno fatto con noi un resoconto del 2021 che sta per chiudersi, con lo sguardo rivolto verso il 2022. EICMA &egrave; stato soltanto il primo appuntamento utile per riunire la grande &ldquo;comunit&agrave;&rdquo; di Motosprint. L&rsquo;altro, il secondo di tanti (pandemia permettendo) &egrave; programmato per fine gennaio. Il ritorno dei Caschi d&rsquo;Oro &egrave; alle porte&hellip;  Razali si pente: &quot;Non avrei dovuto portare Rossi in Petronas&quot; 

All&rsquo;EICMA siamo tornati a incontrarci dal vivo dopo due anni.&nbsp; E il racing &egrave; stato grande protagonista dell&rsquo;evento

L&#39;editoriale del Direttore: bello rivederci

Una stagione da incorniciare, per la Casa di Iwata. Alla vittoria del mondiale MotoGP a opera di Fabio Quartararo va a fare compagnia la corona di Toprak Razgatlioglu, il quale riesce a spodestare il &ldquo;Re&rdquo; Jonathan dopo sei anni di dominio. Una dimostrazione di forza incredibile, per il marchio giapponese, che prende il testimone di migliore al Mondo dalle altre sorelle nipponiche Suzuki e Kawasaki. Il compito pi&ugrave; difficile, per la M1 e la R1, arriver&agrave; per&ograve; nel 2022. Sappiamo tutti (e Joan Mir lo dimostra) che confermarsi in vetta &egrave; la sfida pi&ugrave; ardua. Nella MotoGP, il francesino Fabio dovr&agrave; difendere il numero uno dallo squadrone Ducati, che gi&agrave; nei primi test di Jerez ha fatto capire a tutti qual &egrave; l&rsquo;obiettivo del nuovo anno. Pecco Bagnaia vuole prendersi ci&ograve; che gli &egrave; sfuggito alla prima stagione da ufficiale ma dietro di lui ci sono altri giovani scalpitanti. Enea Bastianini, con la Desmosedici versione 2021, ha gi&agrave; dimostrato di trovarsi a suo agio&hellip;  Toprak, dal canto suo, dovr&agrave; vedersela contro un Jonathan Rea con il &ldquo;dente avvelenato&rdquo;. Al netto della sportivit&agrave; mostrata a Mandalika (che va applaudita sempre e comunque), siamo convinti che la perdita della corona tenuta in testa per sei stagioni sia un duro colpo da mandare gi&ugrave;. E quindi Jonathan si ripresenter&agrave; al via con un solo obiettivo: riprendersi il numero uno a tutti i costi. Ma non ci sar&agrave; soltanto lui, contro la Yamaha e Razgatlioglu: attenzione al ritorno di Alvaro Bautista in Ducati. E ai nostri italiani: la speranza &egrave; di vederli tutti costantemente al top.&nbsp; 

La doppietta MotoGP-Superbike mancava da 12 stagioni, quando a vincere entrambi i titoli furono Rossi e Spies

L&#39;editoriale del Direttore:&nbsp;l&#39;anno d&#39;oro della Yamaha

In questo numero celebriamo i titoli mondiali di Andrea Verona nell&rsquo;Enduro E1, accompagnato da Matteo Pavoni e Lorenzo Macoritto, e i trionfi iridati di Dominique Aegerter nella Supersport e di Marc Reiner-Schmidt nella Supermoto. Ma anche l&rsquo;impresa di No Limits nell&rsquo;Endurance con Luca Scassa e Kevin Calia e i passi avanti, forse decisivi, di Toprak Razgatlioglu e Jeffrey Herlings nella Superbike e nella MXGP.&nbsp;  Questa, per&ograve;, &egrave; soprattutto la settimana del secondo GP di Misano. Dove Fabio Quartararo potrebbe festeggiare in anticipo il titolo della MotoGP e dove Valentino Rossi saluter&agrave; per l&rsquo;ultima volta il suo pubblico, chiudendo una storia sportiva incredibile iniziata 25 anni fa. Alla festa di Misano parteciperanno anche i due italiani pi&ugrave; in forma della classe regina, ovvero Francesco Bagnaia e Enea Bastianini: li abbiamo intervistati in esclusiva, facendoci raccontare cosa si aspettano dalla gara di casa e dal finale di una stagione che li ha visti grandi protagonisti. &ldquo;Pecco&rdquo;, da rivale numero uno, prover&agrave; a rendere difficile a Quartararo il cammino verso la vittoria mentre il &ldquo;Bestia&rdquo; vuole continuare l&rsquo;incredibile striscia positiva da rookie, puntando a un&rsquo;altra prestazione da podio. Saranno loro, insieme a Franco Morbidelli, a prendere il testimone da Rossi come italiani di riferimento mediatico nella top class: abbiamo provato a conoscerli meglio e loro ci hanno detto cose interessanti e inedite sul futuro. Prossimo e a lungo termine.  MotoGP, primo match point per Quartararo a Misano: &egrave; campione se&hellip; 

A Misano, Bagnaia cercher&agrave; di tenere aperto il discorso titolo. E Bastianini prover&agrave; a confermarsi al top

L&#39;editoriale del Direttore: ultima chiamata

l CIV &egrave; stato uno dei primi campionati del 2021 ad andare in archivio. Una stagione spettacolare che come da tradizione, nonostante le limitazioni legate alla pandemia, ci ha fatto vivere battaglie decise soltanto all&rsquo;ultimo metro (pensiamo alle vittorie di Bartolini su Bertelle nella Moto3 e di Stirpe su Mercandelli nella Supersport 600) e ci ha fornito nomi di possibili futuri protagonisti dei vari campionati mondiali. Il CIV &egrave; davvero un laboratorio in continuo movimento, che ha tra i suoi obiettivi quello di trovare strade nuove per lanciare giovani sulla ribalta internazionale a costi contenuti: ecco quindi nuovi regolamenti e nuove categorie in arrivo. Novit&agrave; delle quali sapremo di pi&ugrave; nei prossimi mesi.  Epilogo MotoGP   Nelle prossime settimane, nel frattempo, ci aspetta l&rsquo;epilogo stagionale della MotoGP. Della quale la Suzuki, rivelazione del 2020 con la vittoria iridata di Joan Mir, &egrave; stata protagonista soltanto in parte. Ne parliamo su questo numero, grazie a un dossier che analizza ci&ograve; che non ha funzionato nel box della Casa di Hamamatsu nella battaglia persa per la riconferma della tabella numero uno. Ma vi parliamo anche di altro: di Moto2 con l&rsquo;intervista esclusiva a Tony Arbolino, di Superbike con il grande ritorno di Loris Baz, del National Trophy che ha incoronato gli ultimi due campioni. E ci sono anche la Salita, la MXGP con il duello tra Jeffrey Herlings e Romain Febvre, il mondiale EnduroGP e l&rsquo;Hard Enduro, lo Speedway e il Flat Track. Ce n&rsquo;&egrave; davvero per tutti i gusti.&nbsp;  Buona lettura!&nbsp; 

La chiusura incandescente del tricolore Velocit&agrave; anticipa quelle che vivremo nelle prossime settimane tra MotoGP, SBK e MXGP

L&#39;Editoriale del Direttore: Finali emozionanti

Altro che crisi del settimo anno! Nella stagione della verit&agrave;, crocevia importante per il futuro del suo progetto MotoGP, Aprilia Racing raggiunge a Silverstone un primo storico risultato, conquistando il podio con Aleix Espargar&oacute;. L&rsquo;avevamo dato per vicino poche settimane fa, dedicando all&rsquo;Aprilia proprio la copertina di Motosprint. E finalmente &egrave; arrivato.&nbsp;  Il reparto corse della Casa veneta festeggia dopo aver respinto per tutta la gara gli assalti di una corazzata come la Honda (con l&rsquo;altro Espargar&oacute;) e battendo sul traguardo la &ldquo;cugina&rdquo; italiana Ducati, alle calcagna fino all&rsquo;ultimo metro con Jack Miller.  Il podio firmato Aprilia &egrave; un segnale importante per l&rsquo;Italia del motociclismo, alla ricerca di ulteriori nuovi riferimenti nella top class del Motomondiale dopo l&rsquo;annuncio dell&rsquo;addio di Valentino Rossi e l&rsquo;uscita di Danilo Petrucci. E non soltanto. Da appassionati, aspettiamo con curiosit&agrave; e interesse il debutto di Franco Morbidelli nel team ufficiale Yamaha, la costanza di risultati di Pecco Bagnaia con la Desmosedici e la crescita di giovani come Luca Marini, Enea Bastianini e Lorenzo Savadori.&nbsp;  A proposito di Aprilia e della necessit&agrave; di tenere alto l&rsquo;interesse dell&rsquo;Italia per la MotoGP, una delle notizie del weekend di Silverstone &egrave; stata quella del ritorno alle gare di Andrea Dovizioso. Un nome importante. Negli ultimi anni, l&rsquo;unico in grado di contrastare Marc Marquez nella sua cavalcata verso i titoli iridati. Non lo far&agrave; con la RS-GP, nonostante i test svolti recentemente, ma con la Yamaha. Debutter&agrave; nella sua Misano il 19 settembre in sella alla moto &ldquo;vecchia&rdquo; di Morbidelli ma per il 2022 si &egrave; assicurato quella ufficiale. Mica male.&nbsp;  Bentornato, DiapaDovi!  MotoGP, Aleix Espargaro e la toccante dedica al team Aprilia 

Sette anni dopo il ritorno in MotoGP, Aprilia Racing sorride. E da Misano lo far&agrave; anche Andrea Dovizioso

87 risultati per 'editoriale'

Portimao MotoGP: a good show but…

MotoGP Portimao: ok lo show ma…

Editoriale del Direttore: ne vedremo delle belle

L'editoriale del Direttore: Grazie, (Desmo)Dovi!

L'editoriale del Direttore: l'Italia attacca Fabio

L'editoriale del Direttore: un weekend da ricordare

L'editoriale del direttore: alleati contro Fabio

Editoriale del Direttore: la risposta è arrivata

L'editoriale del Direttore: oltre i limiti

L'editoriale del Direttore: luci e ombre

L'editoriale del Direttore: che spettacolo!

L'editoriale del Direttore: così non va!

L'Editoriale del Direttore: nuovi equilibri

L'editoriale del Direttore: si parte

L'editoriale del Direttore: i protagonisti del 2022

L'editoriale del Direttore: bello rivederci

L'editoriale del Direttore: l'anno d'oro della Yamaha

L'editoriale del Direttore: ultima chiamata

L'Editoriale del Direttore: Finali emozionanti

L'editoriale del Direttore: chi si (ri)vede!