        A Daytona USA batte Italia 4 a 3. No non &egrave; il risultato di una delle partite del prossimo mondiale di calcio che proprio gli States, insieme a Canada e Messico, ospiteranno ma bens&igrave; il numero di successi nel weekend della prestigiosa 200 miglia di Daytona. Delle sette gare disputate Ducati e Aprilia si sono imposte nelle pi&ugrave; &ldquo;racing&rdquo; 200 miglia e Twins Cup, mentre le case americane si sono divide i successi nella Super Hooligan e nel King of Baggers. Le case giapponesi salgono sul podio solo con 4 moto su 21 gradini disponibili mentre lo scorso anno pur mancando il colpo grosso della 200 miglia si erano imposte nella Twins Cup con Stefano Mesa in sella alla Yamaha R7. JOSH HERRIN E DUCATI CONCEDONO IL BIS: LORO LA 200 MIGLIA DI DAYTONA USA padroni a casa loro Nessuna sorpresa nelle due categorie &ldquo;specialistiche&rdquo; che fanno parte del MotoAmerica. Parliamo ovviamente del King of Bagers e della Super Hooligan. La prima &egrave; un vero e proprio esperimento ben riuscito che negli anni ha raccolto sempre pi&ugrave; successo tanto che ad Austin correr&agrave; nello stesso weekend della MotoGP e che potrebbe addirittura sbarcare nel vecchio continente. Si tratta di Harley-Davidson Road Glide e Indian Challenger modificate per correre, anche sull&rsquo;ovale di Daytona con poche limitazioni alle elaborazioni ed un peso minimo di 620 libbre ovvero poco pi&ugrave; di 281kg! A vincere entrambe le manche di Daytona &egrave; stato Kyle Wyman sulla Harley-Davidson ufficiale beffando in gara 2 l&rsquo;australiano Troy Herfross sulla Indian che ha commesso un errore nell&rsquo;ultima chicane finendo lungo e facendosi cos&igrave; superare proprio a poche centinaia di metri dall&rsquo;americano sulla moto di Milwaukee.  Storia simile nella Super Hooligan, una sorta di vecchia Superbike americana anni &lsquo;70/&rsquo;80 con solamente moto naked in griglia con una potenza massima della moto di serie di 128cv, nella quale anche qui Indian e Harley con i loro team ufficiali la fanno da padrone ma nella quale corrono ad alto livello anche KTM con la Duke 890, o BMW con la T-Nine T ed anche l&rsquo;elettrica italiana Energica. In questo caso Harley e Indian si sono spartiti i successi, uno a testa con Troy Herfoss che ha conquistato Gara1 sulla Indian Motorcycle ufficiale davanti al compagno di squadra Tyler O&rsquo;Hara e all&rsquo;H-D di Cory West che si &egrave; invece imposto in gara 2.  Sportive Made in Italy Il main event del weekend ovvero la 200 Miglia di Daytona &egrave; stato vinto per il secondo anno consecutivo da Josh Herrin sulla Ducati Panigale V2 che lo scorso anno ha dominato il MotoAmerica Supersport con Xavi Fores. La &ldquo;Panigalina&rdquo; sembra essere una vera e propria category killer visto che nel 2023 ha trionfato, oltre che nel MotoAmerica, Supersport e nel mondiale SSP con Nicol&ograve; Bulega, anche nel BSB con Benjamin Currie. In una categoria che per decenni &egrave; stato terreno di caccia per le case giapponesi con le varie CBR600RR, Ninja ZX-6R e YZF-R6.  Doppietta per Gus Rodio con l&rsquo;Aprilia RS660 nella Twins Cup: la categoria che dal prossimo anno potrebbe debuttare anche nel mondiale SBK &egrave; da anni una delle classi pi&ugrave; combattute e divertenti del MotoAmerica. In questa classe troviamo anche le Yamaha R7 e le nuove Suzuki GSX-8R, queste ultime capaci di conquistare il podio in gara 2 con Rossi Moor. Seconda posizione in gara 1 per la R7 del sudafricano Dominique Dayle che ha terminato alle spalle di Rodio e davanti all&rsquo;altra Aprilia di Avery Dreher. L'Italia pu&ograve; festeggiare in gara 2 non solo per la vittoria di Rodio sulla moto di Noale ma anche per il secondo posto di Alessandro Di Mario sempre con Aprilia in un binomio tutto tricolore.        

Nel weekend in Florida le case americane Harley Davidson e Indian e le italiane Aprilia e Ducati si sono spartiti il bottino di vittorie

Daytona: Italia e USA sugli scudi, Jap a secco

        Ha dell'incredibile, l'impresa compiuta dallo spagnolo Joan Pedrero nell'edizione di quest'anno della 1000 Dunas da poco conclusa. Il rally raid che si disputa dal 2018 tra Spagna e Nord Africa ha infatti visto il pilota iberico al via della categoria &ldquo;&egrave;lite&rdquo; in sella ad una Harley-Davidson Pan America 1250 completamente di serie, con cui &egrave; riuscito a concludere tutte le tappe arrivando al traguardo senza grossi problemi durante il percorso. Andalucia Rally: Sam Sunderland &egrave; campione del mondo Rally Raid 2022 Spirito d'avventura  Non &egrave; la prima volta che Pedrero disputa una gara estrema con la H-D Pan America 1250, visto che negli scorsi mesi ha preso parte anche alla Baja Arag&ograve;n e alla RodiBook, ma la 1000 Dunas &egrave; stata senza ombra di dubbio la sfida pi&ugrave; dura portata a termine da Joan alla guida della crossover del marchio statunitense. Per portare al limite una moto del genere, ben diversa dalle leggerissime e maneggevoli moto da rally solitamente utilizzate tra le dune, non basta lo spirito d'avventura ma occorre chiaramente un pilota esperto, proprio come Joan Pedrero. Lo spagnolo ha infatti all'attivo nella propria carriera ben quattordici Dakar (con due vittorie di tappa) di cui due concluse nella Top 5 assoluta, e nelle ultime stagioni &egrave; stato pilota ufficiale della Sherco e della Rieju, con cui ha corso anche l'edizione di quest'anno in Arabia Saudita. FIM JuniorGP, Guido Pini nella storia: &egrave; lui il campione ETC 2022       

L'esperto pilota spagnolo dai lunghi trascorsi alla Dakar ha concluso il rally raid in sella ad una Pan America 1250 completamente di serie

L'impresa di Joan Pedrero: al traguardo della 1000 Dunas in Harley-Davidson

        Motore V-Twin Revolution Max 1250T, componentistica evoluta e sistemi elettronici di ultima generazione. La nuova sport-custom di Milwaukee punta a superare i tipici limiti del segmento in termini di precisione ed efficacia di guida, con un progetto il cui unico legame col passato rimane soltanto il nome. Un&rsquo;inedita rappresentazione dell&rsquo;universo cruiser targato HarleyDavidson, con una spiccata personalit&agrave; gi&agrave; a partire dall&rsquo;estetica. TheTest: Yamaha MT-09, salto di qualit&agrave; Design   La nuova Sportster S disegna i contorni di un aggressivo bobber bruciasemafori. La vista laterale &egrave; dominata dal motore e dal voluminoso impianto di scarico, come due cannoni pronti a farfuoco. La coda, con la sella monoposto sottile, si ispira direttamente alla flat tracker XR750, mentre a caratterizzare l&rsquo;avantreno &egrave; il piccolo faro a LED a forma di capsula (somiglia a una tic-tac) che &ldquo;sorveglia&rdquo; l&rsquo;imponente gomma di sezione 160/70, stretta tra gli steli della forcella. Curatissime le finiture e le grafiche. Motore  L&rsquo;equipaggiamento tecnico &egrave; ben lontano da quel &ldquo;un motore, una sella, un manubrio, e via&rdquo;, da sempre associato al mondo custom. Cuore pulsante di questa Harley &egrave; il V-Twin Revolution Max 1250T raffreddato a liquido, che sbarca sul pianeta cruiser direttamente dalla Pan America su cui ha debuttato: 121 CV di potenza e 127 Nm di coppia massima segnano un netto cambio di direzione rispetto alle precedenti generazioni Sportster. Un vero e proprio passaggio epocale, all&rsquo;insegna di performance muscolari che pulsano arroganti dai cilindri inclinati di 60&deg;. Il design DOHC consente una fasatura variabile delle valvole, indipendente sulla camma di aspirazione e scarico, ottimizzata per il cilindro anteriore e posteriore. Rispetto all&rsquo;unit&agrave; impiegata sulla Pan America, diversi aggiustamenti tecnici puntano ad enfatizzare lo spirito custom del mezzo, attraverso una maggiore grinta ai medio-bassi regimi (fino al 10% di coppia in pi&ugrave; tra i 3.000 e i 6.000 giri). Il motore, inoltre, funge anche da componente strutturale, con la parte anteriore, centrale e di coda del telaio, assemblati direttamente al gruppo propulsore. Sospensioni ed elettronica  Il comparto sospensioni punta su una forcella Showa teleidraulica, pluriregolabile, da 43 mm, che lavora insieme ad un forcellone in acciaio, con ammortizzatore idraulico regolabile in compressione, estensione e precarico molla (quest&rsquo;ultimo, facilmente settabile grazie ad un pratico comando remoto). Davvero impressionante, la quantit&agrave; di dispositivi elettronici presente a bordo: dai 5 riding mode a disposizione - i classici Road, Sport e Rain preimpostati, pi&ugrave; due customizzabili - a tecnologie sofisticate come il proximity-based security system previsto di serie (in pratica, un sistema di sicurezza che sfrutta sensori di prossimit&agrave; simili a quelli delle auto). Ad accrescere la lista, troviamo traction control e ABS con funzioni dinamiche e di tipo cornering, assistiti da una piattaforma inerziale IMU a sei assi, che misura diversi parametri, tra i quali l&rsquo;angolo di piega e le perdite di aderenza. La strumentazione, supercompatta, sfrutta un avveniristico schermo TFT da 4&rdquo; a cristalli liquidi, sul quale vengono visualizzate info di servizio, settaggio dell&rsquo;elettronica, diagnostica e funzioni multimediali, navigazione inclusa (queste ultime, attivabili attraverso la connessione Bluetooth con lo smartphone). Il tutto &egrave; gestito dai pulsanti di comando distribuiti sui blocchetti di sinistra e di destra del manubrio, che sulla Sportster S somigliano alla plancia dell&rsquo;astronave Enterprise. Chiss&agrave; cosa ne penser&agrave;, di tanta sfrontata modernit&agrave;, la frangia harleysta pi&ugrave; conservatrice.  In sella  In sella la posizione di guida &egrave; aggressiva, da vera sport-custom, con braccia e gambe allungate ad arcuare la schiena, per via della posizione del manubrio e delle pedane avanzate. L&rsquo;altezza della seduta, a 755 mm da terra garantisce accoglienza e manovrabilit&agrave; a chiunque. Anche il baricentro basso e il peso contenuto (228 kg in ordine di marcia) concorrono a rendere la moto gestibile in ogni circostanza. Apprezzabile, in termini di praticit&agrave; d&rsquo;uso, la presenza di una presa USB-C sulla sinistra del cannotto di sterzo, per ricaricare con facilit&agrave; il proprio telefono o altri device. In movimento, la prima cosa che colpisce &egrave; la bassa intensit&agrave; delle vibrazioni; proprio loro, quelle &ldquo;good vibrations&rdquo; da sempre parte integrante del mondo Harley, a cui anche i profani finiscono in fretta con l&rsquo;affezionarsi. Su strada  Poco male! Il comfort di viaggio ne guadagna, e comunque la Sportster S non difetta certo di elementi caratterizzanti. Partiamo dal motore. Il Revolution Max, soprattutto in modalit&agrave; Sport, sfoggia un tiro ai bassi a dir poco portentoso; che in accelerazione costringe ad afferrare le estremit&agrave; del manubrio, come fossero le corna di un toro da rodeo. Affiancando una di queste S al semaforo, meglio abbandonare spavalderia e intenzioni bellicose. Switchando su Road, l&rsquo;erogazione diventa pi&ugrave; fluida, senza per&ograve; perdere vigore. L&rsquo;ideale per mantenere un buon ritmo tra le curve incidendo traiettorie col bisturi. Rain, invece, lo dice la parola stessa, va bene quando piove, o su fondi molto viscidi. A proposito. l&rsquo;assenza di un parafango posteriore, o comunque di una protezione idonea, fa s&igrave; che passando sull&rsquo;umido, fango e sporco finiscano irrimediabilmente sulla schiena del pilota, imbrattandolo. Il problema pu&ograve; essere risolto portandosi dietro, sulla sella posteriore, qualcuno da immolare; prima, per&ograve;, bisogna acquistare il kit passeggero previsto in optional, visto che la moto esce di fabbrica in modalit&agrave; monoposto. Passando al comportamento delle sospensioni, la rigidit&agrave; sostanziale del retrotreno - sella, pi&ugrave; molla posteriore - si ripercuote dritta sulla colonna vertebrale ad ogni buca; situazione che migliora, almeno in parte, intervenendo sul precarico. Di converso, su asfalto omogeneo, tutto questo si traduce in una precisione e in una reattivit&agrave; di manovra davvero sorprendenti. Un&rsquo;efficacia tra le curve sconosciuta alle Sportster del passato, al punto da rendere fuori luogo ogni possibile paragone; anche sulla capacit&agrave; di arresto. A contenere l&rsquo;esuberanza del V-Twin, infatti, oltre all&rsquo;ottima elettronica, ci pensa un impianto frenante Brembo, che nonostante il disco singolo all&rsquo;anteriore, mostra una resa convincente, sia in termini di potenza, che di modulabilit&agrave;. In conclusione, forse qualcuno faticher&agrave; a chiamarla Sportster, ma al prezzo di 15.900 euro, l&rsquo;ultima sport custom di Milwaukee potrebbe convincere molti appassionati, in precedenza scettici, a diventare harleysti. Non servono forse a questo le rivoluzioni? TheTest: KTM RC 390, un gioco da grandi       

Design fascinoso, ricca dotazione di serie, elettronica di ultima generazione. La nuova sport-custom di Milwaukee &egrave; un&rsquo;inedita rappresentazione dell&rsquo;universo cruiser targato Harley-Davidson con una spiccata personalit&agrave; e tanta tecnologia

The Test: Harley-Davidson Sportster S, una rivoluzione

Nel fine settimana del round di Laguna Seca del MotoAmerica, in cui la classe Superbike ha visto nuovamente Jake Gagne trionfare in entrambe le gare, si &egrave; svolto anche il terzo e conclusivo appuntamento della stagione 2021 per il King of the Baggers, trofeo riservato alle moto custom e, in particolare, ad Harley Davidson e Indian.  A vincere la corsa di questo weekend &egrave; stato Kyle Wyman, che con due vittorie ed un secondo posto tra Road Atlanta, Road America e Laguna Seca si &egrave; laureato campione 2021 della specialit&agrave; battendo il campione in carica dello scorso anno Tyler O&#39;Hara, secondo.  Weekend da incorniciare per Aprilia, vince nel BSB e nel MotoAmerica  Campione nonostante l&#39;infortunio   Per Wyman si tratta di un successo fondamentale in una stagione fino ad ora non semplice. Il pilota e team manager del team KWR Ducati in Superbike, infatti, ha subito un infortunio ad un gomito proprio in sella alla sua Ducati Panigale V4-R durante la gara a Road America (poco dopo aver trionfato sul medesimo tracciato proprio nel King of the Baggers), riuscendo comunque a recuperare in tempo per il gran finale della serie.  Nel fine settimana californiano a Laguna Seca, Wyman ha deciso di dedicarsi al cento per cento al trofeo con il chiaro obiettivo di conquistare il titolo, lasciando la propria Ducati in Superbike a Toni Elias. Una scelta che si &egrave; rivelata vincente, visto che lo statunitense ha trionfato da dominatore in sella alla Harley Davidson Road Glide del team Factory Screamin&#39; Eagle avendo la meglio sullo stesso O&#39;Hara e su avversari del calibro di Ben Bostrom (presente come special guest), Michael Barnes ed il fratello Travis Wyman.  CIV: torna il pubblico sugli spalti nella tappa di Misano 

Il pilota ufficiale Harley Davidson ha conquistato il titolo nel terzo ed ultimo appuntamento stagionale a Laguna Seca, vincendo la gara in sella alla Road Glide del celebre marchio americano

MotoAmerica: Kyle Wyman campione 2021 del King of the Baggers

Dopo la gara-test dello scorso anno a Laguna Seca in occasione dell&#39;ultimo round del MotoAmerica, quest&#39;anno il trofeo King of the Baggers si svolger&agrave; all&#39;interno del campionato nazionale statunitense attraverso tre tappe sui circuiti di Road Atlanta, Road America e, ancora una volta, Laguna Seca.  Se la Indian avr&agrave; come pilota di punta il vincitore del 2020 Tyler O&#39;Hara, Harley Davidson potr&agrave; contare su vero e proprio pilota di punta del motociclismo a stelle e strisce come Kyle Wyman, che guider&agrave; una Road Glide del team ufficiale Screamin&#39; Eagle. Un impegno che si affiancher&agrave; a quello nella classe Superbike in sella alla Ducati Panigale V4-R del proprio team KWR (Kyle Wyman Racing).     &nbsp;   &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;     Visualizza questo post su Instagram   Un post condiviso da Kyle Wyman (@kylewyman)      Wyman: &quot;Un sogno che si avvera&quot;   &quot;Sognavo di poter essere un pilota ufficiale Harley Davidson da quando avevo otto anni&quot;, ha spiegato il pilota sui propri profili social. &quot;Da ragazzo, nella mia cameretta avevo i poster di Scott Parker e Chris Carr, che con le Harley dominavano la scena nel campionato flat track. Quest&#39;anno, quel sogno diventer&agrave; realt&agrave; grazie ad Harley-Davidson Screamin&rsquo; Eagle Factory Road Glide Special. E&#39; una sensazione fantastica&quot;.  Il primo test &egrave; stato estremamente positivo per Wyman, che correr&agrave; la prima gara a Road Atlanta a fine mese sia nel King of the Baggers, sia in Superbike.  ESBK: la stagione 2021 del CEV RFME parte da Jerez 

Oltre a prendere parte alla Superbike della serie a stelle e strisce, il pilota e team manager di Macedon correr&agrave; anche nel trofeo per moto custom, come pilota ufficiale Harley Davidson

MotoAmerica: Kyle Wyman al via del King of the Baggers

L&rsquo;esperimento durante il round di Laguna Seca della scorsa stagione ha convinto, dunque avanti tutta. Parliamo della &ldquo;King of the baggers&rdquo;, categoria dedicata a moto custom e cruiser, dotate degli stessi componenti ed accessori (valigie, pedane basse ecc.) delle moto vendute in tutte le concessionarie, che dall&rsquo;anno prossimo sar&agrave; parte integrante dell&rsquo;universo Motoamerica.  Come detto l&rsquo;anno scorso nella terra del cavatappi vi fu un primo test di questa innovativa iniziativa, con una singola gara alla quale presero parte anche nomi come Ben Bostrom e Tyler O&rsquo;Hara, ma nella prossima stagione le gare saranno ben cinque, e formeranno un vero e proprio campionato, che si disputer&agrave; ovviamente all&rsquo;interno dei weekend di gara del Motoamerica. Ovviamente ogni gara assegner&agrave; punti, ed a fine anno verr&agrave; incoronato il primo &ldquo;King of the baggers&rdquo;.  Rainey: &ldquo;Il successo del debutto ci ha convinto a sviluppare il progetto&rdquo;   Il primo appuntamento della nuova categoria &egrave; fissato per il weekend del 2 maggio a Road Atlanta, in occasione del secondo round della stagione 2021 del Motoamerica, che scatter&agrave; invece a met&agrave; aprile ad Austin. Successivamente sar&agrave; la volta di Road Atlanta, Laguna Seca e Pittsburgh, mentre il gran finale avverr&agrave; al Barber Motosport Park, ultimo appuntamento anche per il Motoamerica.  &ldquo;Il debutto della categoria a Laguna Seca &egrave; andato oltre le pi&ugrave; rosee aspettative - racconta il presidente del Motoamerica Wayne Rainey &ndash; quindi lo sviluppo del progetto &egrave; stato naturale. Ci sono tanti appassionati di questa tipologia di moto, cos&igrave; abbiamo deciso di portare lo spettacolo in ben cinque dei circuiti presenti in calendario, aprendo la porta a tutti i piloti e le squadre che vorranno partecipare&rdquo;.  Il MotoAmerica attende (ancora) Lorenzo Zanetti su Ducati 

Dopo il successo del primo esperimento del 2020 a Laguna Seca, le moto custom e cruiser avranno il loro campionato, con cinque round ed un campione da incoronare. Rainey: &quot;Abbiamo accontentato i fan&quot;

Motoamerica: potere alle Harley, nasce la categoria &quot;king of the baggers&quot;

La custom-bagger estrema di riferimento, con prestazioni da hot-rod e un sistema audio di qualità. Dedicata ai motociclisti alla ricerca di una moto di stile. Il motore è il Milwaukee-Eight 117 V-Twin da 1.923cc e 105 CV

Harley-Davidson Street Glide: custom-bagger di stile VIDEO

Il Low Rider S è un nuovissimo modello dal look total black che unisce lo stile cruiser alle prestazioni. Decisamente aggressivo come la sua attitudine. La scelta per quelli che inseguono l’ormai classico stile della West Coast Un mezzo aggressivo, ma con l’agilità e la manovrabilità di una moto sportiva Motore Milwaukee-Eight 114 V-Twin e manubrio drag bar stile moto da corsa

Harley-Davidson Low Rider S: animo ribelle VIDEO

Avveniristica, sofisticata, e forse proprio per questo fa discutere. Alle prova dei fatti si mostra però una moto divertente e dall'indole sportiva. Convince alla voce "piacere di guida"

Harley-Davidson LiveWire: la custom elettrica VIDEO

Harley-Davidson Italia ha comunicato che Bob Lonardi, attraverso la sua Agenzia Coast2Coast Communication, &egrave; il nuovo responsabile PR e Ufficio Stampa di Harley-Davidson&reg;per il mercato italiano. Lonardi lavorer&agrave; in stretto coordinamento con il reparto Marketing di Harley-Davidson Italia, nelle persone di Giacomo Marzoli e Simona Bendotti, e con il Country Manager Marino Grassini. &ldquo;In questo momento di cambiamento e di rafforzamento della struttura internazionale di Harley-Davidson - spiega Grassini - abbiamo ritenuto opportuno affidarci all&lsquo;esperienza di Bob, che conosce e vive da tanti anni e &lsquo;da dentro&rsquo; il mondo Harley-Davidson&rdquo;.    PASSIONE VIAGGI - Bob Lonardi ha assunto formalmente l&rsquo;incarico lo scorso 4 febbraio e svolger&agrave; la propria funzione in qualit&agrave; di consulente esterno. Come responsabile della attivit&agrave; legata ai viaggi Bikers American Dream, nell&rsquo;ambito del programma globale Viaggi Autorizzati Harley-Davidson&reg;, Bob Lonardi era gi&agrave; da tempo impegnato nella comunicazione di uno degli aspetti che caratterizzano maggiormente il brand americano. &ldquo;Il rapporto che mi lega al marchio Harley-Davidson mi rende sensibile ai valori che esso esprime e che nel tempo hanno significato per me scelte lavorative e di vita - rivela Lonardi - di certo metter&ograve; anche tanta passione insieme all&rsquo;esperienza maturata in tanti anni di attivit&agrave; nel mondo della comunicazione e delle PR&rdquo;.  Le foto dei viaggi in Harley-Davidson 

L&rsquo;agenzia Coast2Coast Communication si occuper&agrave; di PR e Ufficio stampa della Casa di Milwaukee per i media italiani

Harley-Davidson: &egrave; Bob Lonardi il nuovo addetto stampa della filiale italiana

Il lato oscuro delle bicilindriche di Milwaukee. In America vengono utilizzate nelle gare di flat track, che rappresentano anche un importante strumento di marketing per il colosso americano.

Traversi e derapate in sella alle Harley Davidson

In curva sorprende, in accelerazione romba ma non spaventa e con un filo di gas borbotta che &egrave; un piacere. La pi&ugrave; sportiva, tra le Harley, raccontata dal Guru delle Harley!

Motosprint - The Test di Riccardo Piergentili: Harley-Davidson Roadster

Le novit&agrave; del 2014: Harley Davidson

Papa Francesco continua a sorprendere. In occasione dei festeggiamenti per i 110 anni della Harley Davidson aveva incontrato i partecipanti al grande raduno di Roma, e aveva ricevuto in dono due moto dalla Casa di Milwaukee.  La notizia &egrave; che ne ha messa una all&rsquo;asta: il ricavato servir&agrave; per contribuire alla ristrutturazione dell&rsquo;ostello con mensa della Caritas &ldquo;Don Luigi Di Liegro&rdquo;, presso la Stazione Termini, dove vengono offerti pasti e alloggio per un migliaio di persone ogni giorno.  L&rsquo;annuncio &egrave; stato dato da monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas Roma. Trattandosi di una moto personalizzata per Papa Francesco &egrave; probabile che raggiunga un prezzo molto superiore a quello di listino. Pare che la stessa Harley-Davidson sia interessata a ri-acquistarla, per destinarla al museo di Milwaukee.

Il Papa mette all&rsquo;asta la sua Harley 

In scena da marted&igrave; 3 a domenica 8 settembre 2013, l&rsquo;European Bike Week ha ancora una volta raccolto grande successo e consensi con oltre 100.000 motociclisti Harley-Davidson giunti nella tranquilla cittadina austriaca di Faak am See, consacrandola a indiscussa capitale europea del bicilindrico a V.  L'evento di quest'anno, in particolare, completa un'epica stagione di appuntamenti attraverso i quali il brand Harley-Davidson ha celebrato il suo 110&deg; Anniversario.  Nato nel 1998, il raduno annuale organizzato nel suggestivo paesaggio della Carinzia, idillio tra monti e laghi, &egrave; stato ancora una volta scenario di cinque giorni e cinque notti di musica dal vivo, grande intrattenimento, fantastici giri in moto e tutto il mondo Harley-Davidson.....

Oltre 100.000 appassionati da tutto il mondo hanno raggiunto l' Austria per l'evento conclusivo del 2013 firmato Harley

15 risultati per 'harley-davidson'

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