        Siccome &egrave; stata presa una decisione importante, Dorna e FIM hanno tenuto una conferenza stampa ad hoc, nella quale fornire spiegazioni relative al cambiamento di format. Le previsioni meteo, consultate dai pi&ugrave;, hanno suggerito interventi del caso, cos&igrave; commentati da Loris Capirossi: "Ovviamente, non vogliamo che i piloti siano esposti a rischi eccessivi. Meglio pensarci prima, anzich&eacute; remuginare dopo". Giusto. Capirossi a Phillip Island: "La dinamica delle moto ne verrebbe condizionata"  Loris ha ragione, quando parla della dinamica relativa alla MotoGP: "Mettiamoci la pioggia, aggiungiamo il freddo, consideriamo il vento... un mix micidiale per i piloti, anzi, per le azioni dei piloti. Sono previste raffiche sino a 80 chilometri orari. Troppo forti". Capirossi, ex pilota di grande esperienza, entra nel dettaglio: "Su una pista cos&igrave; veloce, tutto deve essere a posto e in regola con gli standard allestiti. Chiaramente, le bizze del meteo non si possono controllare, per&ograve; noi abbiamo il dovere di porre i protagonisti nella massima condizione di sicurezza possibile. Quindi, se domenica arriva il peggio, la Sprint potrebbe essere cancellata. Sperando di no". &nbsp;       

Loris, Responsabile Sicurezza Dorna: "Sono previste raffiche sino a 80 chilometri orari, meglio evitare eccessivi rischi ai piloti"

Capirossi sul GP Australia: "La pioggia? ll problema sarà il vento"

        Con la tuta con il 65 grosso quanto la sua schiena, la scritta Capirossi sul fondoschiena e il richiamo al tricolore italiano bianco, rosso e verde, si &egrave; presentato Loris Capirossi al ProDay, la giornata ideata e organizzata da Graziano Milone (Presidente Vmoto Soco) a Misano dove diversi piloti, di diverse epoche, si sono ritrovati per il semplice e puro gusto di divertirsi. Anche perch&eacute;, come ha sottolineato il romagnolo, tre volte iridato: &ldquo;Un pilota rimane pilota tutta la vita, diventiamo solo pi&ugrave; vecchi e andiamo pi&ugrave; piano, per&ograve; ci divertiamo uguale&rdquo;. Come commenti oggi questa MotoGP?&ldquo;In Ducati sono stati pi&ugrave; bravi, hanno investito meglio i soldi. Michele (Pirro) ha fatto un buon lavoro. Hanno reso una moto competitiva, come era la Honda negli anni 2000: una moto che guidavano tutti e tutti andavano forte. Ducati ora &egrave; una moto facile, chiunque la guidi va forte, per&ograve; sono epoche. La cosa pu&ograve; cambiare. Intanto KTM sta investendo e sta crescendo. Oggi il problema &egrave; che questi regolamenti sono limitativi, non ci si pu&ograve; inventare tanto durante la stagione&rdquo;. Mancano le giapponesi."Honda e Yamaha devono fare uno step importante, pi&ugrave; Honda per&ograve; tra le due. Non dico niente, ma qualcosa succeder&agrave;. So ma non so! (ride) Dispiace che facciano fatica". Classifica piloti MotoGP 2023 Capirex: &ldquo;Pensa se avessi vent&rsquo;anni in meno cosa sarebbe salire su questa Ducati&rdquo;  Questa Desmosedici GP ti fa gola?&ldquo;Ne parlavo prima con Michele e gli ho detto: &ldquo;Pensa se avessi vent&rsquo;anni in meno cosa sarebbe salire su questa Ducati&rdquo;. Ai miei tempi Ducati era una bella moto, per&ograve; non era questa. Ci facevamo il mazzo a guidarla e ci siamo divertiti ugualmente. Le moto oggi sono pi&ugrave; semplici per arrivare fino a un certo punto, infatti sono tutti vicini, poi andare forte &egrave; sempre difficile. Ho una MotoGP e vado a girare, ma andare forte &egrave; un&rsquo;altra cosa. Subentrano esperienza, talento&hellip; Gli ultimi due/tre decimi sono la differenza&rdquo;. Oggi quanto conta la moto?&ldquo;Alla mia epoca il pilota faceva di pi&ugrave; la differenza, con la moto due tempi, lo stile, era diverso. Adesso la moto &egrave; importante: il pilota serve ed &egrave; bravo, ma se il pilota numero uno ha la moto peggiore arriva dietro. Secondo me una volta il rapporto tra moto e pilota era 40% e 60%, ora i valori sono equivalenti, 50 - 50&rdquo;. Ti sarebbe piaciuto correre la Sprint?&ldquo;Di brutto! Io sono fatto per la Sprint. I primi tre-quattro giri ero sempre primo!&rdquo; Sia sulla pista di Misano sia al Misanino, a provare i prodotti Vmoto Electric TCmax, hai sfidato Jorge Lorenzo, com&rsquo;&egrave; andata?&ldquo;Giochiamo, per&ograve; rimane l&rsquo;ignoranza dentro. Noi in Romagna siamo ignoranti!&rdquo; Calendario MotoGP 2023       

Al ProDay 2023 di Vmoto Soco il romagnolo ha parlato della Casa bolognese, delle marche giapponesi in difficolt&agrave; e non solo... &nbsp;

MotoGP, Loris Capirossi: “Ai miei tempi ci facevamo il mazzo con la Ducati”

Il ritorno del mondiale in riva al Santerno ha attirato diverse personalità nel paddock: ecco quali

SBK: da Iannone a Capirossi, tutte le celebrità viste a Imola

Nel terzo appuntamento stagionale, il tre volte iridato è sceso in pista con i due piloti della Moto3 per un giro in sella all'Ohvale

CIV Junior in salsa MotoGP: Capirossi, Masia e Farioli in pista a Modena

        Nella &ldquo;Road to Mugello&rdquo; abbiamo avuto modo di chiacchierare con uno degli interpreti del tracciato toscano con tre vittorie all&rsquo;attivo, preziosa quella in 500 del 2000 con la battaglia tutta italiana con Rossi e Biaggi. Stiamo parlando ovviamente di Loris Capirossi, oggi Safety Commissioner del Motomondiale, con il quale abbiamo toccato anche l&rsquo;importante tema della sicurezza, pi&ugrave; che mai attuale visti i recenti incidenti. Loris, ci avviciniamo al Gran Premio d&rsquo;Italia &ldquo;Ormai sono un ex pilota e prepararsi per arrivare al Mugello &egrave; sempre emozionante. Quando varchi i cancelli dove c&rsquo;&egrave; il casco enorme, senti gi&agrave; l&rsquo;adrenalina di quella pista fantastica, con quei sali-scendi incredibili, la velocit&agrave; che si fa nel rettilineo&hellip;e poi essere italiani fa sempre la differenza.&rdquo;&nbsp; Hai vinto al Mugello in 500 nel 2000 al termine di quella battaglia con Rossi e Biaggi sei salito sul podio nel 2005 con Ducati. Che ricordi hai di quella vittoria del 2000?  &ldquo;E&rsquo; stata una vittoria bellissima quella del 2000, era ancora la 500. Una battaglia bellissima, sono partito forte ma poi ho avuto un calo di gomme. Rossi e Biaggi mi hanno raggiunto ed abbiamo iniziato a lottare, avevamo un ritmo pazzesco. Poi, prima Valentino &egrave; caduto al Correntaio e, dopo qualche giro, Max all&rsquo;entrata della S mi ha toccato ed &egrave; caduto anche lui. Mi sono trovato all&rsquo;ultimo giro che non avevo nessuno dietro di me. Con la Ducati nel 2005 &egrave; stata una gara altrettanto epica, abbiamo lottato tantissimo. Con Melandri ci siamo giocati il podio all&rsquo;ultimo giro. Ho dei bellissimi ricordi. Anche se non sono pi&ugrave; pilota, non vedo l&rsquo;ora di arrivare a questo Gran Premio.&rdquo; Nella tua storia al Mugello c&rsquo;&egrave; stata anche la squalifica del 99 in 250, che cosa &egrave; successo? &ldquo;La squalifica &egrave; arrivata perch&eacute; in partenza Marcellino Lucchi con l&rsquo;Aprilia ha avuto un problema alla carburazione, ha rallentato, io l&rsquo;ho scartato e, quando, sono rientrato in posizione ci siamo toccati ed &egrave; scivolato. Il direttore di gara dell&rsquo;epoca ha deciso di darmi bandiera nera, io non l&rsquo;ho vista perch&eacute; abbiamo fatto la gara tutti in fila. Sono stato squalificato per la gara del Mugello e quella di Barcellona. Piccolo aneddoto, grazie a quella squalifica ho conosciuto mia moglie.&rdquo; Quello di quest&rsquo;anno sar&agrave; un Mugello speciale, il primo senza Giovanni Di Pillo come speaker&nbsp; &ldquo;Questa &egrave; una cosa terribile, Giovanni &egrave; sempre stata la voce del Mugello insieme a Ringo fin da quando correvo. Mancher&agrave; sentire il suo classico &ldquo;Mugellooo, Buongiornooo&rdquo;, eravamo amici. Mi manca la sua simpatia e la sua passione sfrenata per le moto.&rdquo;&nbsp; Cosa significa per un italiano vincere al Mugello?&nbsp; &ldquo;La vittoria in Top Class al Mugello &egrave; differente dalla vittoria di un Mondiale ma &egrave; molto vicina, ti d&agrave; una emozione veramente particolare. Ho avuto la fortuna di viverla due volte, una in 250 e l&rsquo;altra in 500, in MotoGP ci sono andato vicino ma non ce l&rsquo;ho mai fatta. Me le ricordo come se fossero oggi.&rdquo;&nbsp; GP Italia le gare pi&ugrave; belle Italia al Mugello, parole di Bagnaia e questione sicurezza  Arriviamo al Mugello di quest&rsquo;anno con due italiani in testa in MotoGP, Arbolino primo in Moto2 mentre in Moto3 i nostri fanno un po&rsquo; fatica. Cosa ci dobbiamo aspettare? &ldquo;In MotoGP stiamo vivendo una situazione fortissima, Bagnaia sta andando veramente forte e porta con onore il numero 1 sulla carena, Bezzecchi ha vinto gi&agrave; due gare ed &egrave; sempre tra i protagonisti, Marini a parte la sfortuna della caduta di Le Mans fa parte del gruppo dei migliori, Bastianini spero possa fare bene al rientro perch&eacute; manca. Di italiani veloci ce ne sono, anche Di Giannantonio sta facendo delle belle gare, c&rsquo;&egrave; da aspettarsi tanto dagli italiani in MotoGP. Arbolino invece stupisce sempre di pi&ugrave;, &egrave; cresciuto tanto, si sta dimostrando un grande campione ed &egrave; in testa meritatamente alla Moto2. In Moto3 stiamo soffrendo perch&eacute; non abbiamo un italiano protagonista.&rdquo;&nbsp; Come hai interpretato le parole di Bagnaia dopo Le Mans sul gap tra moto factory e clienti?&nbsp; &ldquo;Non sono d&rsquo;accordo con le sue parole. Il campionato attualmente &egrave; molto combattuto, sono tutti molto vicini e le moto sono simili. Quando c&rsquo;era parecchio gap tra la moto ufficiale e quelle clienti le gare non erano molto belle. Le regole apportate hanno portato beneficio, ovviamente c&rsquo;&egrave; pi&ugrave; pericolo quando ci sono piloti tutti vicini ma le gare sono pi&ugrave; intense. Da pilota ufficiale e campione del mondo pu&ograve; dire la sua e fa comodo avere una moto migliore degli altri, ma Pecco ha un talento talmente alto che pu&ograve; fare bene e giocarsi il campionato senza problemi.&rdquo; Che cosa &egrave; uscito dall&rsquo;incontro a Le Mans della Safety Commission? &ldquo;L&rsquo;incontro a Le Mans &egrave; stato positivo, all&rsquo;interno della Safety Commission discutiamo sempre della sicurezza dei circuiti e dei lavori che dobbiamo fare per renderli pi&ugrave; sicuri. Nel weekend di Le Mans i tre steward hanno parlato e discusso con i piloti, si sono chiarite tante cose.&rdquo; GP Italia orari       

ESCLUSIVA | L&rsquo;attuale Safety Commissioner del Motomondiale parla ai nostri microfoni in vista del Gran Premio d&rsquo;Italia del prossimo 11 giugno

Loris Capirossi: “Vincere al Mugello ti dà una emozione particolare"

        Il 4 aprile 1973 nasceva a Castel San Pietro Terme, comune in provincia di Bologna, Loris Capirossi, riferimento delle due ruote italiane che quest'oggi taglia l'importante traguardo dei 50 anni d'et&agrave;. "Capirex", soprannome che l'ha accompagnato per quasi tutta la carriera, &egrave; stato uno dei piloti pi&ugrave; iconici del movimento motoclistico italiano nel suo periodo pi&ugrave; aureo dgli ultimi 30 anni. Fenomeno di precocit&agrave; e longevit&agrave;, il romagnolo ha attraversato almeno tre ere del motociclismo, rappresentando ed essendo protagonista di tante sfaccettature del motomondiale.  Tre volte campione del mondo e sin da subito riconosciuto come un pilota destinato a prendere l'eredit&agrave; dei piloti italiani di qualche generazione addietro, Capirossi corse per ben 21 stagioni nel motomondiale, dal 1990 al 2011, disputando 328 gare in totale e risultando il terzo pilota con pi&ugrave; presenze in griglia della storia, alle spalle solamente di Valentino Rossi (432) e Andrea Dovizioso (346). Sono tanti i record di Capirossi, su tutti quello di essere il pilota pi&ugrave; giovane ad aver vinto un campionato del mondo nel motomondiale. A 17 anni e 165 giorni "Capirex" infatti, si laure&ograve; campione della 125; un record messo in pericolo solo recentemente da Pedro Acosta, che nel 2021 vinse la Moto3 a 17 anni e 166 giorni, un solo giorno dopo l'italiano che ha potuto cos&igrave; conservare il primato.  L'inizio da predestinato e i due titoli mondiali Il debutto di Capirossi nel motomondiale avvenne nella classe 125 nel 1990 in sella alla Honda del Team Pileri. L'irruenza nella guida ed un carattere frizzante e genuino catturarono subito i cuori di fan e addetti ai lavori, che misero sotto la lente d'ingrandimento le gesta della giovane promessa "azzurra". Il rookie Capirossi impression&ograve; subito, alla quarta gara conquist&ograve; il primo podio della sua lunga carriera, mantenne una costanza di rendimento davvero notevole e nelle ultime cinque gare si port&ograve; a casa tre successi che gli consentirono di conquistare la corona di campione del mondo della piccola cilindrata, beffando il belga Hans Spaan. Nel 1991 Capirossi decise di restare in 125, con l'intento di difendere il titolo conquistato. L'impresa riusc&igrave; alla perfezione, il pilota Honda and&ograve; sempre a podio, trionfando in cinque gare e avendo la meglio a fine anno su Fausto Gresini. Il passaggio nella classe di mezzo, l'allora "250", apparve giustamente inevitabile e nel 1992 Capirossi fece il salto di categoria. Le aspettative furono subito alte per un pilota che veniva da due campionati del mondo vinti nei primi due anni di carriera e pertanto portava con s&egrave; un alone di ambizioni di altissimo livello. Dopo una stagione d'apprendistato, nel 1993 Capirossi vinse il suo primo GP nella classe di mezzo e si gioc&ograve; il titolo fino alla fine, perdendolo per soli quattro punti in favore di Testuya Harada. Anche nel 1994 l'italiano fu in lotta per il titolo ma, sebbene riusc&igrave; a vincere in quattro gare, dovette cedere allo strapotere di Max Biaggi, dominatore assoluto per le quattro stagioni avvenire. Insieme al "corsaro", Capirossi inizi&ograve; a saldare una sana rivalit&agrave; che toccher&agrave; l'apice negli anni della classe regina, quando con Valentino Rossi form&ograve; un trio di assoluto rilievo per il motociclismo italiano e non solo. Passa alla prossima pagina &nbsp;  Il primo approdo in classe regina ed il titolo nella 250 Dopo aver sfiorato il titolo in "250", Capirossi tent&ograve; l'approdo nella classe regina. I risultati non furono quelli sperati sebbene nell'ultima gara del 1996 in Australia arriv&ograve; il primo successo della sua carriera in top class, battendo Tadayuki Okada e Carlos Checa. "Capirex" torn&ograve; in 250 nel 1997 con il chiaro obiettivo di vincere il titolo anche nella classe di mezzo e l'anno successivo riusc&igrave; nel tanto agognato obiettivo, in un'annata che verr&agrave; ricordata per la nascita della rivalit&agrave; (e amicizia) con Valentino Rossi, e soprattutto per l'intensissimo duello andato in scena con Harada. Il giapponese e&nbsp;Capirossi arrivarono all'ultima gara in Argentina con il titolo in palio; Capirossi inizi&ograve; l'ultimo giro in testa, fino a quando allarg&ograve; una curva e lasci&ograve; ingenuamente uno spazio del quale Rossi approfitt&ograve; e lo sorpass&ograve;, poche curve pi&ugrave; avanti allarg&ograve; di nuovo la traiettoria e Harada lo super&ograve;.  Negli istanti finali della corsa, Capirossi tent&ograve; l'attacco nonostante fosse molto indietro attaccando in staccata Harada, i due si toccarono e ad avere la peggio fu proprio il giapponese che cadde rinunciando cos&igrave; alle sue ambizioni iridate. Alla fine, Rossi vinse la gara, mentre Capirossi termin&ograve; secondo e vinse il terzo titolo mondiale, all'et&agrave; di 25 anni. Nel 1999 Capirossi si scontr&ograve; con l'inevitabile ascesa di Valentino Rossi, che gli tolse la corona di campione del mondo della classe di mezzo e nel 2000 fece nuovamente il salto in top class, ad aspettarlo c'era la Honda del Team Pons. Passa alla prossima pagina &nbsp;     L'avventura Ducati e la rivalit&agrave; con Biaggi e Rossi Le stagioni in 500 dei primi anni duemila non furono le pi&ugrave; facili per Capirossi che tuttavia riusc&igrave; a dimostrare il suo talento in svariate occasioni. In tal senso il GP del Mugello del 2000 rappresenta un esempio perfetto, sul saliscendi toscano and&ograve; in scena una delle gare pi&ugrave; iconiche di quegli anni, attraverso una fantastica lotta a tre con Valentino Rossi e Max Biaggi che vide cadere quest'ultimi due e trionfare Capirossi, in una delle vittorie pi&ugrave; belle ed importanti della sua carriera. Negli anni avvenire i tre piloti italiani furono il volto del motociclismo italiano e della top class, grazie alle loro bagarre in pista e alla diversit&agrave; reciproca del loro carattere. Il 2001 fu l'annata pi&ugrave; simbolica in tal senso, il trio di italiani chiuse in testa il campionato della 500, con Rossi campione del mondo seguito da Biaggi e Capirossi.  Nel 2003 Capirossi colse la sfida Ducati, che lo scelse come pilota di riferimento per approdare in MotoGP. Una scelta felice per entrambe le parti, il romagnolo divenne in breve tempo l'alfiere nonch&eacute; l'uomo immagine della casa di Borgo Panigale, che dal canto suo fu portata al primo trionfo della sua storia proprio da Capirossi, nel GP di Barcellona, una data storica per l'azienda italiana. Capirossi batt&egrave; Valentino Rossi e la Honda e sul podio si lasci&ograve; andare ad una forte emozione. Il 2006 fu l'anno migliore per l'italiano in top class e solo la rovinosa di Barcellona gli imped&igrave; di lottare per il titolo fino alla fine. Loris vinse tre gare e collezion&ograve; otto podi finendo alle spalle di Nicky Hayden e Valentino Rossi. Nel 2007 in Giappone il tre volte campione del mondo vinse il suo ultimo GP battendo la concorrenza di Randy De Puniet e Toni Elias mentre nel 2008 a Brno ottenne il suo ultimo podio portando la Suzuki al terzo posto. Dopo aver disputato tre annate con la casa di Hamamatsu, Capirossi chiuse la sua lunghissima carriera nel 2011 in sella alla Ducati del team Pramac, correndo l'ultima gara con il numero "58", in onore di Marco Simoncelli deceduto nel precedente appuntamento stagionale della Malesia. Una carriera leggendara condita da 328 gare disputate, tre campionati del mondo vinti, 29 GP conquistati e 99 podi.       I viaggi in furgone, la telemetria ed il Ciao: vi racconto Bezzecchi        

Il 4 aprile &egrave; una data importante per il motociclismo italiano; spegne le candeline uno dei piloti pi&ugrave; iconici della nostra storia

Sono "50" per Loris Capirossi! Buon compleanno al tre volte iridato

        Impegnato nell&rsquo;ambito della sicurezza per Dorna, Loris Capirossi vive ancora da molto vicino la MotoGP e cos&igrave;, durante la serata evento organizzata da Prometeon a Milano, ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni su quello che si aspetta quest&rsquo;anno dal Campionato della categoria regina, dopo aver assistito direttamente ai test. MotoGP: la griglia completa dei piloti stagione 2023 Capirossi fa le sue previsioni sulla MotoGP 2023  L&rsquo;anno scorso Ducati ha vinto tutto il possibile e dopo un ottimo inverno, e ottimi test, &egrave; ora pronta a difendere il titolo in pista dai tanti avversari presenti. Il tre volte iridato bolognese ci ha raccontato: &ldquo;Ho visto una Ducati in super forma , un&rsquo;Aprilia che sta andando molto forte con tutte e quattro le moto, una Yamaha ancora un pelino in difficolt&agrave; con Franco (Morbidelli) ma in crescita con Fabio (Quartararo) e ho visto un po&rsquo; in difficolt&agrave; la Honda. Si &egrave; presentata con altro materiale nuovo, ma ho parlato con i piloti e non tutti erano contenti&rdquo;. Ora che ormai mancano pochi giorni al vero inizio (ecco gli orari TV del GP inaugurale), quante possibilit&agrave; ci sono che il titolo resti in Italia? Lui non ha avuto dubbt: &ldquo;Quasi sicuramente resta qui...&rdquo; Ecco&nbsp; il video completo:  Calendario MotoGP 2023       

Siamo alla vigilia del primo Gran Premio stagionale e abbiamo incontrato l&rsquo;ex pilota all'evento Prometeon, di cui Motosprint &egrave; stato media partner

MotoGP, Capirossi dice la sua su Ducati, Aprilia, Yamaha e Honda

Tre volte campione del mondo, oggi "Capirex" si occupa della sicurezza e ha dato una sua lettura di quanto visto finora nei test della top class

MotoGP, Capirossi: "Il Titolo? Rimarrà quasi sicuramente in Italia"

Giacomo Agostini, Marco Lucchinelli e Loris Capirossi sono stati ospiti al teatro Lirico di Milano per una chiacchierata molto interessante sulle loro carriere

"Meet the Titans" l'evento Prometeon con i grandi della storia del motociclismo

        Premiato con il Casco d&rsquo;Oro alla carriera, Loris Capirossi &egrave; stato, insieme a Max Biaggi, un altro dei grandi protagonisti del motociclismo italiano prima dell&rsquo;avvento del ciclone Valentino Rossi che ha stracciato poi tutti.&nbsp; Nell&rsquo;intervista concessaci prima di accomodarsi al suo posto riservato nel teatro, Capirex ha aperto il libro dei ricordi parlando della sua storia con Motosprint oltre a ricordare gli anni '90 del motociclismo. Capirossi: &ldquo;Orgoglioso che Motosprint abbia pensato anche a me&rdquo;  Il tre volte iridato ha parlato del suo rapporto con Motosprint, Bibbia degli appassionati di motociclismo negli anni 90: &ldquo;Motosprint &ndash; dice Capirex &ndash; &egrave; stata mia storia, soprattutto negli anni '90 era la Bibbia del motociclismo ed io aspettavo solamente il marted&igrave; sera per poter andare a comprare il giornale. La mia prima festa dei &ldquo;Caschi d&rsquo;Oro&rdquo; risale al 1988 quando vinsi il trofeo &ldquo;Michelin Motosprint Shoei&rdquo; ed essere qui dopo tanti anni &egrave; sempre molto bello.&rdquo; Guarda l&rsquo;intervista integrale qui -&nbsp;Loris Capirossi, "Orgoglioso che Motosprint abbia pensato anche a me" IL VIDEO         

Il bolognese, tre volte campione del mondo, &egrave; stato un altro dei grandi protagonisti del motociclismo italiano degli anni 90

Loris Capirossi, MotoGP: l’intervista ai Caschi d’Oro 2022

Il bolognese, premiato con il Casco d'Oro alla carriera, ha ripercorso il suo passato da pilota

Loris Capirossi: "Orgoglioso che Motosprint abbia pensato anche a me" IL VIDEO

La Casa torinese ha presentato tre esemplari della supersportiva basata sulla Sorpasso dedicati a Capirex

Frangivento GT65, la pazzesca supercar da 650 CV ispirata a Loris Capirossi

        Correre a 300 km/h mette pensiero anche a chi lo fa di lavoro e per gestire la pressione del weekend di gara e soprattutto quella della Domenica, c&rsquo;&egrave; chi attua dei riti scaramantici per stare pi&ugrave; tranquillo. Max Biaggi   Partendo dal grande Max; lui, in pochi lo sanno, ha usato per tutta la carriera sempre la stessa biancheria intima. Nei tronfi con l&rsquo;Aprilia? Sempre quelle &ldquo;mutande&rdquo;. Gli anni nella classe 500? Rigorosamente quelle. Ma anche nelle mitiche lotte con Valentino Rossi? Assolutamente si. Marco Lucchinelli   Il mitico &ldquo;Lucky&rdquo; nell&rsquo;anno in cui si coron&ograve; campione del mondo, precisamente nel 1981, sotto la tuta ha sempre indossato una camicia con tanto di cravatta. Direi che ha portato bene. Passa alla prossima pagina! &nbsp; Jorge Lorenzo  Con cinque mondiali vinti, il maiorchino &egrave; stato uno dei piloti pi&ugrave; forti della storia del motociclismo e con il suo carattere originale &egrave; rimasto nei nostri cuori. Lo spagnolo nel giorno di gara, quando aveva posizionato la moto in griglia, dopo aver effettuato il giro di uscita dai box, andava sempre in bagno. Danilo Petrucci   Molto spesso questi riti riguardano dei vestiti o biancheria intima e anche per il pilota umbro si parla di quest'ultima, nello specifico di calzini. Danilo fino a qualche tempo fa, quando correva nel circus del motomondiale indossava sempre le stesse calze per tutto il weekend. Passa alla prossima pagina, la scaramanzia non si ferma qui! &nbsp; Yonny Hern&aacute;ndez  Il colombiano ha esordito nel motomondiale nel 2010 approdando direttamente in Moto2 poi conseguentemente nel 2013 fa la sua prima apparizione nella categoria regina della MotoGP. Nel 2021 ha preso parte al campionato MotoE. Yonny ogni volta che saliva in moto faceva il segno della croce sul serbatoio. Loris Capirossi   Il baluardo storico pilota della Ducati e uno dei migliori motociclisti del tricolore al momento di partire per un turno, che sia di prove libere o qualifica ma soprattutto in gara, saliva sul prototipo da 300 all&rsquo;ora sempre dal lato destro. Andrea Iannone   Il pilota Abbruzzese precedentemente allo sfortunato evento in cui &egrave; stato incriminato per assunzione di sostanze dopanti, prima di partire e salire in sella si faceva il segno della croce. Quasi a scongiurare ogni brutto accadimento. Passa alla prossima pagina per l'ultimo pilota &nbsp; Valentino Rossi  Forse &egrave; proprio il fenomeno di Tavullia che detiene il record di pi&ugrave; riti scaramantici o perlomeno "mosse" molto originali. Partendo dall&rsquo;iconico momento di raccoglimento prima di salire in moto, fino ad arrivare alle famosissime &ldquo;grattate&rdquo; delle parti intime mentre percorreva la corsia dei box. &nbsp;       

La maggior parte degli sportivi ha un suo rituale &ldquo;pre-gara&rdquo; che gli consente maggior tranquillit&agrave; nell&rsquo;affrontare la sfida. Quali sono le stranezze delle leggende delle due ruote?

I riti scaramantici dei piloti di MotoGP

Pecco Bagnaia ha ormai preso lo scettro di pilota italiano di riferimento in top class e la quinta vittoria stagionale ha di fatto sancito questo &quot;status&quot;. Il piemontese in Austria ha trionfato per la terza gara consecutiva, entrando in un ristretto cerchio di piloti in grado di riuscire in questa impresa in MotoGP, parliamo infatti dei soli Valentino Rossi, Dani Pedrosa, Jorge Lorenzo, Marc Marquez e Casey Stoner. Il pilota dell&#39;Academy ha acquisito il vizio della vittoria e tra tutte le classi del motomondiale ha raccolto 19 successi fino ad ora in carriera, di cui 9 in top class.  Bagnaia diventa il quinto italiano pi&ugrave; vincente di sempre in classe regina   Con il successo austriaco Pecco Bagnaia ha raggiunto la nona vittoria in MotoGP, eguagliando Sete Gibernau, Maverick Vi&ntilde;ales e Loris Capirossi. Con quest&#39;ultimo adesso condivide il ruolo di quinto italiano pi&ugrave; vincente di sempre nella classe regina (500-MotoGP), alle spalle di Valentino Rossi, Giacomo Agostini, Andrea Dovizioso e Max Biaggi. In questa speciale classifica &quot;Pecco&quot; ha staccato Luca Cadalora, Kenny Roberts Jr e Gary Hocking, fermi a 8. Adesso Bagnaia punta, a due vittorie di distanza, Phil Read e Fabio Quartararo; il francese &egrave; destinato ad accrescere il suo numero di vittorie, cosi come l&#39;italiano; un duello pertanto doppiamente affascinante. &nbsp;  Restando in tema di piloti pi&ugrave; vincenti nella classe regina, notiamo come in vetta ci siano due italiani: Valentino Rossi primeggia con 89 successi, seguito da Giacomo Agostini con 68. Al terzo posto, a sole 9 lunghezze di distanza da chi lo precede, spicca Marc Marquez, il quale ha nel mirino il sorpasso ai danni di &quot;Ago&quot;, al netto ovviamente di una condizione fisica ottimale. Lo spagnolo della Honda ha da poco superato un altro storico alfiere della casa di Tokyo, ovvero Mick Doohan, quinto a 54 vittorie, davanti a Jorge Lorenzo con 47, Casey Stoner con 38 e Mike Hailwood con 37.  MotoGP, Lorenzo: &quot;Se fossi rimasto in Honda, avrei seguito un&#39;altra strada&quot; 

Con l&#39;ultimo successo in Austria il piemontese ha toccato quota nove successi in top class. Il primo in questa speciale classifica &egrave; Valentino Rossi

MotoGP: Bagnaia come Capirossi e Gibernau, superato Cadalora

Il piemontese ha raggiunto Loris Capirossi, Sete Gibernau e Maverick Vinales a nove successi. A quota undici ci sono Phil Read e Fabio Quartararo

MotoGP: Bagnaia scala posizioni nella classifica dei più vincenti in top class

Quando mancano solo pochi giorni al primo GP dopo la pausa estiva, l&#39;Aprilia ha gi&agrave; iniziato a scaldare i motori sul tracciato di Misano. Poche ore fa, infatti, mentre il tester Lorenzo Savadori era intento a portare avanti lo sviluppo della&nbsp;RS-GP, il protipo della Casa di Noale&nbsp;&egrave; sceso in pista per fare qualche giro&nbsp;anche&nbsp;con in sella l&#39;ex pilota del Motomondiale, Loris Capirossi.    Solo divertimento per Loris?   Sul circuito romagnolo abbiamo visto in azione il pilota nato a Castel San Pietro Terme, che provava entusiasta il prototipo da MotoGP. Una bellissima giornata per Loris, che ha condiviso sui social diversi contenuti video e foto, mentre si divertiva tra i cordoli di Misano, in sella alla RS-GP. Chiss&agrave; che la Casa veneta non abbia approfittato dell&#39;esperienza di Capirossi per avere anche un suo parere sul prototipo.     &nbsp;   &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;     Visualizza questo post su Instagram   Un post condiviso da Loris Capirossi (@capirossiloris)    Test IRTA   Quel che &egrave; certo &egrave; che Aprilia Racing non sta a guardare e a settembre ha programmato un test IRTA sul tracciato della riviera romagnola, dove verranno provate molte novit&agrave; partendo da quel famoso alettone posteriore visto tempo fa nelle libere del GP Mugello fino a quelle riguardanti il motore.  Del resto, oltre che a concentrarsi al massimo su questa stagione, il team di Noale sta preparando anche il 2023 in ogni minimo dettaglio, visto che la prossima stagione, vedr&agrave; aprirsi una nuova porta per Aprilia, che per la prima volta potr&agrave; contare su una squadra satellite, grazie al team RNF. 

Quando mancano poche ore alla ripresa del Motomondiale, Il Responsabile della Sicurezza MotoGP si diverte in sella alla moto veneta

MotoGP, Loris Capirossi scende in pista a Misano con l&#39;Aprilia RS-GP

Il campionissimo &egrave; salito di nuovo sulla RS-GP sul tracciato romagnolo

Loris Capirossi in sella all'Aprilia a Misano

        Dotate di eccessiva potenza, sostenute da caratteristiche aerodinamiche estremizzate, coadiuvate da gestioni elettroniche oltremodo invadenti. Cos&igrave; Giacomo Agostini ha descritto le MotoGP di oggi, ritenute dal 15 volte iridato quasi &ldquo;inutili&rdquo; (inteso come sinonimo di &ldquo;superflue&rdquo;) poich&eacute;, diversamente, sarebbe possibile divertirsi e far divertire anche con modelli meno prestanti e tecnologici. La fine di un'era per Suzuki: addio a MotoGP ed EWC Ezpeleta: "Ma le gare non sono noiose"   Ha ragione il pi&ugrave; vincente di tutti i tempi o &egrave; giusto che ricerca e sviluppo vadano avanti, seguendo la logica prototipale che, appunto, esclude certi vincoli strutturali e concede via libera a soluzioni d&rsquo;avanguardia? Dipende dai punti di vista e, se proprio vogliamo servire una sentenza definitiva, va innanzitutto stilata una breve analisi di quanto registrato anno dopo anno. Recentemente, Carmelo Ezpeleta ha svelato che si sta gi&agrave; lavorando in ottica futura. Ecco uno stralcio di quanto dichiarato dal numero uno Dorna: &ldquo;Arriveremo al 2027 pronti per velocit&agrave; massime pi&ugrave; basse rispetto alle attuali &ndash; il recente record di Jorge Martin al Mugello &egrave; di 363,6 km/h &ndash; e sulle moto ci dovranno essere meno cose rispetto al presente&rdquo;. Queste &ldquo;cose&rdquo;, secondo il CEO catalano, influiscono comunque poco e niente nelle dinamiche di pista: &ldquo;La storia legata ai sorpassi &egrave; soltanto una storia, io mica mi annoio. Le corse sono inficiate da circostanze, parliamo di sport con le relative pressioni del caso. Abbiamo in atto regole approvate dai sei costruttori, verr&agrave; rispettato il contratto valido per un lustro esatto&rdquo;. &nbsp; L'esempio di fine 2006  Funziona che, periodicamente, Dorna, MSMA, FIM e IRTA si riuniscano, nel tentativo di calmierare prestazioni e costi, voci in costante crescita. Era cos&igrave; nell&rsquo;era dei due tempi, si continua con ulteriore impegno dall&rsquo;introduzione dei quattro tempi: apporre modifiche, paletti, argini e quote ove possibile, sapendo che &ndash; in ogni caso &ndash; gli ingegneri troveranno il modo per ottenere cavalli, capacit&agrave; di tenuta in curva, staccate sempre pi&ugrave; violente. La cilindrata massima introdotta agli albori della MotoGP era di 990 centimetri cubi, e prevedeva l&rsquo;utilizzo di frazionamenti disparati. La Honda aveva nel suo cinque cilindri l&rsquo;arma totale, la Yamaha rispose con il &ldquo;quattro in linea&rdquo;, soluzione adottata anche dalla Kawasaki, mentre Ducati e inizialmente anche Suzuki andarono sul V4. Diverso il tre cilindri proposto dall&rsquo;Aprilia. Gi&agrave; in quel periodo, le Case come i team notarono quanti soldi servissero per alimentare i progetti, da cronologici sul giro in crollo praticamente ovunque, anche per merito delle gomme, nel periodo denominato &ldquo;Tyre War&rdquo;, definizione mutuata dalla Formula 1. Alla fine del 2006 fu rivisto il regolamento, portato a 800 cm&sup3;. L&rsquo;intento venne pensato in termini di sicurezza e prestazionali. Se abbassare di due litri la capacit&agrave; dei serbatoi delle 990 &ndash; da 24 a 22 nelle stagioni 2005 e 2006 &ndash; sembr&ograve; un palliativo, la riduzione di una &ldquo;fetta di motore&rdquo; prometteva bene. S&igrave;, ma bene per velocit&agrave; in curva ed erogazione dei propulsori: le &ldquo;ottocento&rdquo; volavano in piega, somigliando davvero alle due tempi nella qualit&agrave; dell&rsquo;accelerazione. Si sfiorarono i 20.000 giri al minuto ma a colpire era soprattutto la distribuzione della potenza: quando entrava in coppia, la MotoGP del lustro 2007-2011 sembrava spinta da una turbina, con relative pattinate di posteriore. Per non parlare delle citate curve: in caso di scivolata, gli spazi di fuga di alcuni tracciati si rivelarono risicati e da ampliare. Da abbassare, invece, le spese: la categoria regina lievitava in richieste ed esigenze, ecco perch&eacute; il regolamento fu riscritto. E rieccoci alle &ldquo;mille&rdquo;, da cilindrata piena. Quattro cilindri per tutti, alesaggio massimo di 81 millimetri, peso minimo lievitato nel tempo, fissato a 157 chilogrammi. Senza dimenticare l&rsquo;avvento del monofornitore di pneumatici dal 2009 e il contingentamento dei propulsori, aggiungiamo il capitolo dedicato ad ali e aerodinamica. Perch&eacute; vanno bene il mass damper, il cambio seamless, il kers, le piattaforme inerziali, i GPS, gli abbassatori (oggetto di contesa tra Case e squadre) e quant&rsquo;altro, per&ograve; le ali no. O meglio. s&igrave;, tuttavia &ldquo;scatolate&rdquo;, dato che le appendici aerodinamiche viste nel 2016 ricevettero critiche e il dito puntato alla voce &ldquo;pericolo&rdquo;. Nessun pericolo per disegnatori e progettisti, capaci di trovare soluzioni efficaci, efficienti e nel rispetto di quanto richiesto dall&rsquo;organizzatore e, va sempre tenuto in mente, marchi del caso. Perch&eacute; sono i marchi a spingere nello sviluppo, altrimenti, la MotoGP avrebbe poco senso. Per&ograve;, senza esagerare, perch&eacute; anche le casse delle aziende vanno tutelate. &nbsp; Una MotoGP livellata  E qui torniamo al punto di partenza. Sebbene si tenti di chiudere il rubinetto, la goccia esce libera. Anzi, pi&ugrave; si gira la vite, pi&ugrave; questa goccia sar&agrave; pesante e carica. Ecco nuovamente Ezpeleta: "Facciamo in modo che le moto siano equilibrate, garantendo a ciascun partecipante possibilit&agrave; di successo e sicuro spettacolo". Carmelo ha ragione: se vi chiedessimo chi conquister&agrave; il GP Gran Bretagna, cosa rispondereste? Ci sono almeno tre nomi in lizza, forse quattro o addirittura cinque. Guardiamo la classifica: Fabio Quartararo, Aleix Espargar&oacute;, Johann Zarco, Pecco Bagnaia. Mettiamo dentro Enea Bastianini. Brad Binder, Jack Miller, Alex Rins e Miguel Oliveira. Del resto in undici GP ben tredici piloti sono andati sul podio almeno una volta e tra questi per esempio non c&rsquo;&egrave; Joan Mir, ma come si fa a non considerare tra i big il campione 2020? Al di l&agrave; di chi abbia fatto meglio o peggio nel seguente ricco gruppo di &ldquo;favoriti&rdquo; per Silverstone (dove manca soltanto un rappresentante Honda) non direste che, per esempio, una KTM potrebbe vincere sul possibile asfalto bagnato britannico? S&igrave;, come &egrave; possibile una reazione Suzuki o un bis Aprilia. C&rsquo;&egrave; Maverick Vi&ntilde;ales in grande crescita, per esempio. O lo stesso Aleix, autore di un doppio sorpasso ad Assen, per sempre ricordato dall&rsquo;esecutore, altrettanto da Binder e Miller, infilzati senza piet&agrave; all&rsquo;ultima staccata. &nbsp; La difesa di Capirossi   La manovra non &egrave; sfuggita agli occhi di Loris Capirossi, uno che di sorpassi se ne intende: &ldquo;Visto? Quindi non &egrave; vero che in MotoGP &egrave; impossibile superare, tutt&rsquo;altro. Si pu&ograve;, malgrado sia pi&ugrave; difficile. Il motivo? Le moto viaggiano su livelli davvero simili, ecco perch&eacute; i distacchi tra il primo della lista e l&rsquo;ultimo &egrave; particolarmente esiguo. Questo &egrave; un bene per lo show&rdquo;. Il tre volte iridato, membro della Commissione Sicurezza, arricchisce il discorso: "Io guido le MotoGP del presente, &egrave; normale paragonarle al passato in cui correvo. Se prima chi stava in sella doveva parzializzare di pi&ugrave; il gas, adesso l&rsquo;esigenza &egrave; inferiore. Ma non significa che sia pi&ugrave; o meno facile. &Egrave; diversa l&rsquo;erogazione, si ha coppia a ogni regime, tanto che si fa fatica a capire quale marcia sia in uso. E poi, le ali: ho sentito critiche a riguardo, io sostengo che siano di aiuto, soprattutto in dossi come quello del Mugello: prima si decollava, ora si sta incollati al suolo, tranne la classica impennata d&rsquo;avantreno". L&rsquo;esperto imolese chiosa deciso: &ldquo;Oggi, come in passato, vince chi fa la differenza, cio&egrave; l&rsquo;uomo. E le gare sono bellissime, incerte e appassionanti&rdquo;. Ammettiamo di trovarci d&rsquo;accordo con il detentore di 29 Gran Premi e 99 podi, bench&eacute; il progresso faccia strada, davanti sta chi &egrave; meglio preparato, specialmente quando tra il primo e il 24&deg; il gap non arriva a due secondi sul singolo giro. I costi  Esiste per&ograve; un ultimo dettaglio (altro che dettaglio&hellip;), i soldi. Sentite Lucio Cecchinello: "Soltanto in freni &ndash; svela il manager LCR &ndash; ho speso pi&ugrave; di 400.000 Euro. Le specifiche sono aumentate, al pari delle personalizzazioni". Personalizzate erano le ali sfoggiate dalla RC213V di Alex Marquez in Olanda: &ldquo;Predilige un avantreno leggero rispetto agli altri sulla Honda, in particolar modo nelle curve lente. Fatica meno, risparmiando energie fisiche. Il risparmio, invece, non si contempla: per costruirle, sono servite ore in galleria del vento&rdquo;. Visto? Se si tarpano le ali alla MotoGP, la MotoGP prover&agrave; ugualmente a decollare. &Egrave; scritto in ogni classe regina dello sport: il meglio deve dare il meglio, il resto rimane opinione, idea o lamentela. Lo confermano i piloti: si lamentano se le prestazioni peggiorano, contestualmente vorrebbero sempre pi&ugrave; cavalli, coefficiente aerodinamico, G laterali, bar disponibili alla leva ed elettroniche pensanti. Ma non troppo. MotoGP, Keith Huewen: "L'incidente? Bagnaia &egrave; stato un idiota"       

Le moto della classe regina fanno discutere: le sofisticazioni livellano i valori in campo e rendono difficili i sorpassi. Ecco i pareri di Agostini e Capirossi

Troppa tecnologia in MotoGP: chi fermerà il progresso?

        La MotoGP non si ferma, tanto che a Barcellona &egrave; gi&agrave; tutto pronto per il nono appuntamento della stagione. Si riparte da quanto accaduto al Mugello, con Pecco Bagnaia in grado di regalare il successo numero 63 in classe regina alla Ducati in sella alla GP22 numero 63, e con Fabio Quartarato ed Aleix Espargar&ograve; che continuano ad essere gli unici due piloti sempre a punti dall&rsquo;inizio della stagione. Il Mugello ad ogni modo &egrave; alle spalle, ed &egrave; tempo di focalizzarsi sul Montmel&ograve;. I piloti pi&ugrave; vittoriosi in Catalogna  &nbsp;A guidare la classifica dei piloti con il maggior numero di successi a Barcellona &egrave; Valentino Rossi, a quota 10 affermazioni, 7 delle quali in classe regina, con 6 vittorie in MotoGP ed una in 500. Segue Jorge Lorenzo a quota 6, davanti al suo grande amico Max Biaggi, capace di vincere 4 volte durante le sue annate d&rsquo;oro in 250.&nbsp;Barcellona &egrave; per&ograve; anche casa Marquez, e lo confermano i numeri, dato che sia Marc che Alex possono vantare al Montmel&ograve; 3 vittorie, diversamente distribuite tra le categorie, pareggiando il conto con un altro talentuoso spagnolo come Dani Pedrosa, che ha vinto una gara al Montmel&ograve; in tutte e tre le categorie mondiali - 125, 250 e MotoGP -nelle quali ha corso. &nbsp; Il bilancio delle case   Se Rossi guida la classifica dei successi per quanto concerne i piloti, Yamaha guida quella legata alle case. La casa di Iwata infatti si &egrave; imposta in 13 occasioni, l&rsquo;ultima delle quali nel 2020 con Fabio Quartararo. Di queste 13 vittorie tre sono state in 500, con Wayne Rainey &ndash; 1992 e 93 &ndash; e Luca Cadalora l&rsquo;anno successivo.&nbsp;Sulla scia di Yamaha c&rsquo;&egrave; Honda, a quota 11 vittorie. Il periodo d&rsquo;oro della casa alata in Catalogna &egrave; andato in scena tra il 1995 ed il 1999, con cinque vittorie di fila grazie ad Alex Criville, Carlos Checa e Mick Doohan, mentre l&rsquo;ultimo successo &egrave; firmato Marc Marquez nel 2019. Molto staccata in questa classifica Ducati, ferma a 4 dal successo di Jorge Lorenzo nel 2018: il tracciato spagnolo &egrave; comunque molto caro alla casa bolognese, che qui ha colto nel 2003 il suo primo successo in MotoGP, grazie a Loris Capirossi. &nbsp;Una vittoria a testa &egrave; invece il bottino di Suzuki e KTM, vittoriose in due periodi molto lontani. Suzuki infatti ha trionfato nel 2000 in 500, grazie a Kenny Roberts Junior, mentre la KTM ben 21 anni dopo &ndash; e dunque in MotoGP &ndash; grazie a Miguel Oliveira. Chi invece &egrave; ancora ferma a zero vittorie &egrave; Aprilia: la casa di Noale pu&ograve; vantare come miglior risultato in MotoGP l&rsquo;ottavo posto di Alvaro Bautista nel 2016, e come miglior piazzamento in assoluto il quarto di Tetsuya Harada in 500 nel 1999. &nbsp; A caccia dei migliori  &nbsp;Tornando ai piloti, ed in particolare a Pecco Bagnaia, la vittoria al Mugello gli ha permesso di portarsi in scia a Loris Capirossi, terzo assoluto &ndash; a quota 7 - nella classifica dei piloti pi&ugrave; vittoriosi della storia di Ducati in MotoGP. Il GP di Barcellona dunque &egrave; la prima occasione per il piemontese di agganciare Capirex. La seconda piazza della classifica &egrave; occupata da Andrea Dovizioso con 14 vittorie, 9 in meno del leader Casey Stoner. &nbsp;Chi invece vuole allungare il suo vantaggio in vetta &egrave; Fabio Quartararo, gi&agrave; leader in termini di podi per quanto concerne i piloti francesi in top class. El Diablo &egrave; ora a quota 24, contro i 18 di Christian Sarron ed i 13 di Johann Zarco. Il francese infine detiene anche un altro record in questa stagione: Fabio infatti &egrave; stato sinora l&rsquo;unico in grado di vincere una gara e di piazzarsi in top ten nella successiva, segno di quella costanza che gli sta valendo la leadership di campionato. MotoGP, Jorge lorenzo: "Marquez avrebbe superato i titoli di Rossi"&nbsp;       

Il piemontese &egrave; ad un solo successo con Ducati da Loris, ma in Catalogna la casa di Iwata ha uno score invidiabile

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