Valentino Rossi ha archiviato il primo giorno della nuova stagione di MotoGP con un terzo tempo nei test ufficiali di Valencia. Il box di Yamaha si presenta con tante novit&agrave; che riguardano specialmente il motore e poco la ciclistica e il pesarese ha potuto provare il propulsore evoluzione, che per&ograve; non &egrave; ancora nella versione definitiva per il 2019.  &ldquo;Alla fine &egrave; stata una giornata positiva&rdquo;, ha commentato Rossi, dopo aver siglato 40 giri, nonostante il maltempo.   Il suo miglior crono, in 1&rsquo;31&rsquo;&rsquo;845, lo ha siglato al 27esimo passaggio, con un ritardo di poco pi&ugrave; di 4 decimi dal compagno di squadra Maverick Vi&ntilde;ales.  LE COMPARAZIONI&nbsp; - &ldquo;Non abbiamo avuto molto tempo a causa della pioggia ma sono abbastanza soddisfatto&quot;, ha aggiunto Valentino. &quot;Il lavoro &egrave; stato buono e siamo stati in grado di fare utili comparazioni con il motore. Quello evoluzione non &egrave; male, stressa meno le gomme. Cerchiamo sempre di ridurre il loro degrado e ora abbiamo un propulsore che le mette meno sotto pressione.  &ldquo;La moto &egrave; pi&ugrave; efficace in frenata grazie ad un miglior freno motore, &egrave; un po&rsquo; pi&ugrave; facile da guidare. L&rsquo;accelerazione &egrave; rimasta pi&ugrave; o meno la stessa. Abbiamo provato ad addolcirla un po&rsquo; ma non &egrave; ancora abbastanza&rdquo;, aggiunge il nove volte iridato.  &ldquo;La gomma posteriore si deteriora ancora troppo. Comunque non dobbiamo dimenticare che le condizioni non erano buone. Dobbiamo continuare a lavorare su tutto questo, ma probabilmente siamo nella direzione giusta&rdquo;, ha dichiarato Rossi a Speedweek.com.  FOCUS SUL MOTORE - Nella seconda giornata di test, oggi, verr&agrave; provata un&rsquo;altra specifica del motore. &ldquo;E&rsquo; simile, ma non proprio la stessa. Sar&agrave; la cosa pi&ugrave; importante per noi, perch&eacute; ci dobbiamo focalizzare proprio sul motore. Ci sar&agrave; tempo per svilupparlo fino al prossimo febbraio, ma dobbiamo avere un&rsquo;idea di dove vogliamo andare. Ovviamente dobbiamo anche migliorare nell&rsquo;area del telaio, ma non sono preoccupato perch&eacute; i ragazzi stanno lavorando incessantemente&rdquo;, conclude Valentino Rossi. 

&quot;Non abbiamo avuto molto tempo a causa della pioggia, ma siamo stati in grado di fare utili comparazioni con il motore...&quot;

Test Valencia, Rossi: &ldquo;Non &egrave; ancora abbastanza&rdquo;

        Il brutto tempo che sembra accompagner&agrave; i piloti nell'ultima gara di campionato in programma a Valencia, sembra il grattacapo pi&ugrave; grande da affrontare. Ma i piloti si sa, quando c'&egrave; da andare forte hanno sempre un asso nella manica e Valentino Rossi &egrave; uno di questi: &ldquo;il meteo sar&agrave; difficile ma dobbiamo&nbsp; essere pronti in qualunque condizione.&rdquo; DI RITORNO DA SEPANG &ndash; Un viaggio di ritorno dalla Malesia quello di Valentino che di certo ha lasciato il segno. Tante le emozioni che si sono susseguite in un'unica giornata a partire dalla corsa per la vittoria del titolo di Moto3 di Bezzecchi (titolo vinto poi da Jorge Martin), la vittoria iridata in Moto2 per Francesco Bagnaia, e la gara di Rossi che &egrave; stata dominata da lui fino a pochi giri dalla fine:&rdquo;&egrave; stata una giornata lunga ed emozionante &ndash; dice il Dottore- alla fine ero molto stanco, avevamo inziato gi&agrave; dalla Moto3 con Bezzecchi in lotta per il campionato, poi l'emozione di Pecco e anche per la prima vittoria dello Sky Racing Team VR46, insomma una giornata da ricordare. Anche la mia gara &egrave; stata buona la miglior gara della stagione anche se il finale non &egrave; stato lieto &egrave; stato un peccato tornare a casa con zero punti, ma rimane una buona gara ed &egrave; importante capire se qui a Valencia saremo competitivi.&rdquo; I TEST &ndash; Luned&igrave;, poi, i piloti saranno impegnati sempre a Valencia per i primi test ufficiali e per la Yamaha ci sar&agrave; molto da capire per riuscire a preparare una moto competitiva per la stagione 2019:&rdquo; il test di luned&igrave; &ndash; prosegue Rossi &ndash; sar&agrave; importante. Dopo la Thailandia siamo migliorati, siamo stati pi&ugrave; competitivi, Maverick ha vinto in Australia e io sono stato competitivo in Malesia ma abbiamo molto lavoro da fare. In inverno avremo tanto da testare e saranno importanti i prossimi mesi per sapere se saremo competitivi.&rdquo; STRESS MENTALE &ndash; Ma quanto &egrave; stato difficile da affrontare a livello mentale questo 2018? &ldquo;Per me &ndash; spiega Valentino - &egrave; stata una stagione molto simile alla scorsa, al 2017, forse il 2017 &egrave; stato un po' meglio perch&egrave; all'inizio eravamo pi&ugrave; compettivi dopo &egrave; stato difficile. In molte gare abbiamo faticato tanto e dopo &egrave; stato difficile mantenere la concentrazione. Ma in ogni modo mi diverto sempre, parto da casa sempre con l'umore alto, bisogna lottare e non mollare cercando di fare il possibile per essere forti e vincere. Se lotti per il podio ti diverti di pi&ugrave;.&rdquo; CIAO DANI &ndash; Quella di domenica sar&agrave; anche l'ultima gara per Dani Pedrosa che dal prossimo anno non vestir&agrave; pi&ugrave; i panni di pilota Honda e in conferenza stampa &egrave; stato chiesto a Valentino se l'addio di Dani lo facesse sentire ancora pi&ugrave; vecchio: &ldquo;non mi sento pi&ugrave; vecchio senza Pedrosa &ndash; ha concluso &ndash; mi sento gi&agrave; vecchio di mio! Quando &egrave; arrivato nel 2006 eravamo spaventati perch&egrave; aveva vinto due campionati in 250 cc e al debutto in motogp chiuse al secondo posto. &Egrave; stato un grande rivale per me e avrebbe meritato un campionato perch&egrave; ha vinto tante gare quindi ci mancher&agrave; speravo continuasse &egrave; un pezzo importante della motogp che se ne va.&rdquo;       

Il pilota di Tavullia durante la conferenza ha parlato dei test invernali e della voglia di dare il massimo che non lo abbandona mai

MotoGp Valencia, Rossi:”dobbiamo continuare a lottare senza mai mollare”

Un GP con tre titoli mondiali su tre gi&agrave; assegnati, non dovrebbe regalare brividi e tantomeno spunti di interesse. &Egrave; quanto prevede una visione superficiale di Valencia, dove domenica si chiuder&agrave; il 2018, ma la realt&agrave; &egrave; differente. Perch&eacute; dietro i trionfi di Marc Marquez, Pecco Bagnaia e Jorge Martin, si nascondono duelli interni, addii pi&ugrave; o meno dolorosi e sfide ancora in attesa di definizione. A cominciare per esempio dal confronto tra Italia e Spagna: il nostro motociclismo chiuder&agrave; con un ampio vantaggio nei podi (70-55 finora tra le tre classi), mentre deve recuperare una unit&agrave; in termini di successi, dato che la Spagna ha vinto 22 GP contro 21 dell&#39;Italia.  Conferme e addii: Valencia metter&agrave; in palio il terzo posto sul podio della MotoGP, una sfida che &egrave; soprattutto il derby in casa Yamaha tra Valentino Rossi e Maverick Vinales. Il pesarese conduce di due lunghezze ma Maverick &egrave; l&#39;unico ad aver vinto quest&#39;anno, in Australia. Rossi vuole vincere a Cheste, dove non trionfa dal lontano 2004, per evitare una stagione con zero successi, la prima nel Mondiale escludendo i due anni con la Ducati. E prevalere nel duello interno pu&ograve; valere il ruolo di riferimento nello sviluppo della M1 2019. Per questo, a Valencia, si prevedono scintille tra le moto all&#39;ultima gara con il main sponsor Movistar. Ma Valencia &egrave; anche il luogo dove finisce una stagione e ne inizia subito un&#39;altra, con i test 2019 che si terranno marted&igrave; e mercoled&igrave;. Test a cui Jorge Lorenzo e Andrea Iannone prenderanno parte con moto differenti rispetto al GP. Il maiorchino e l&#39;abruzzese cercheranno di chiudere in bellezza anche per lasciare un rimpianto a Ducati e Suzuki. &laquo;Sar&agrave; dura, l&#39;infortunio in Thailandia render&agrave; difficile mettere in atto il finale che sognavo con la Ducati&raquo; ha ammesso Jorge. &laquo;Non ho capito perch&eacute; la Suzuki mi abbia mollato&raquo; ha detto pi&ugrave; volte Andrea nelle ultime settimane. Segno che la chiusura di un capitolo durato due anni non sar&agrave; indolore.  Podio iridato: in Moto3, ci sar&agrave; un derby italiano per il secondo posto iridato alle spalle di Martin. Marco Bezzecchi &egrave; insidiato da Fabio Di Giannantonio, staccato di nove punti. Per entrambi sar&agrave; l&#39;ultima gara nella categoria inferiore, dato che il riminese salir&agrave; in Moto2 con la KTM di Tech 3 e il romano guider&agrave; la Speed Up. Diggia cerca il sorpasso anche per consentire a Fausto Gresini un clamoroso uno-due nella classifica iridata, due settimane dopo aver conquistato il terzo titolo della propria storia da manager (dopo Daijiro Kato e Toni Elias) con Martin.&nbsp; 

Il duello in casa Yamaha varr&agrave; per il 2019, Lorenzo e Iannone cercheranno di salutare Ducati e Suzuki facendosi rimpiangere. Di Giannantonio insidier&agrave; il secondo posto di Bezzecchi in Moto3. I motivi di interesse non mancheranno

Valencia non conta&hellip; sicuri?

Non &egrave; stato soltanto il modo in cui hanno creato una scuola, con un&#39;autentica filiera che parte dalle et&agrave; pi&ugrave; tenere, a rendere il movimento spagnolo come un precursore nel motociclismo. Oggi la Spagna, patria di Marc Marquez, della Dorna, di quattro GP nel calendario del Motomondiale e di tanto altro che la rende il Paese di riferimento per questo sport, apre una nuova era. Chi vorr&agrave; vedere la MotoGP in Spagna dovr&agrave; farlo in una maniera nuova che in Italia abbiamo iniziato a sperimentare negli ultimi mesi attraverso il campionato di calcio e altri eventi (come la stessa Liga spagnola). A rilevare i diritti TV della MotoGP in Spagna &egrave; stata infatti DAZN.  Un&#39;altra via: il contratto con Movistar &egrave; scaduto e il gruppo uscir&agrave; anche dal ruolo di main sponsor del team ufficiale Yamaha, e a rilevarlo con un contratto quadriennale &egrave; stata la piattaforma visibile in streaming su computer, tablet, smartphone o attraverso Smart TV. Di fatto &egrave; una novit&agrave; per un Paese di primo piano, che fa entrare la Dorna e il Motomondiale in una nuova epoca. &laquo;&Egrave; un nuovo capitolo della storia della MotoGP&raquo; ha confermato Manel Arroyo, managing director della Dorna. &laquo;Questo accordo cambier&agrave; il concetto di offerta per il pubblico spagnolo, puntiamo a far crescere l&#39;audience fino a raggiungere livelli mai toccati prima&raquo;.  Pacchetto ricco: l&#39;accordo non impedisce la cessione dei diritti di trasmissione di alcuni GP a network televisivi, ma al momento in Spagna si parla di DAZN &ndash; gruppo con sede nel Regno Unito ma presente in pi&ugrave; di 30 Paesi &ndash; come dell&#39;unica certezza per vedere il 2019, con il duello interno alla Honda tra Marquez e Jorge Lorenzo, la rincorsa di Andrea Dovizioso e della Ducati e il tentativo di rinascita della Yamaha con Valentino Rossi. L&#39;accordo riguarder&agrave; anche Superbike e CEV, a loro volta gestite dalla Dorna, per un pacchetto che potrebbe accumularsi proprio come in Italia, visto che SkySport manterr&agrave; Motomondiale e CEV e dovrebbe acquisire anche la Superbike. 

Nel Paese iberico, riferimento nella MotoGP, le gare saranno visibili in streaming, una novit&agrave; per questo sport. Funzioner&agrave;?

Il Motomondiale su DAZN: la nuova era spagnola

Un 3-5-2 in stile calcistico, con il rookie Vietti Ramus in porta, un trio della Moto3 del 2019 con Foggia, Migno e Antonelli in difesa, poi cinque protagonisti della futura Moto2 come Marini, Baldassarri, Manzi e i rookie Bezzecchi e Bulega, e due punte in MotoGP, Bagnaia e Morbidelli. La VR46 Academy ha festeggiato domenica il titolo di Pecco Bagnaia e ha ottenuto con Luca Marini il 13&deg; successo in una stagione in cui ha mandato sul podio sette dei suoi undici piloti. Un risultato ottenuto in pochi anni, e che va letto soprattutto in prospettiva, dato che nessuno dei piloti citati ha pi&ugrave; di 24 anni. Il futuro del movimento italiano passa anche da qui, dalla struttura messa in piedi da Valentino Rossi.&nbsp; &nbsp;

VR46: Academy? No, squadra di calcio!

Il momento che ha cambiato le sorti della gara MotoGP di Sepang, a quattro giri dalla fine. Valentino scivola e dice addio a una possibile vittoria, lasciando strada libera a Marquez

Rossi, la caduta - FOTOSEQUENZA

Un sogno sfumato a quattro giri dalla fine. A causa del &ldquo;tradimento&rdquo; della gomma posteriore, che l&rsquo;ha fatto finire in terra proprio mentre si trovava in testa. Valentino Rossi ha sfiorato il ritorno sul gradino pi&ugrave; alto del podio dopo 27 gare di digiuno. E ha sfiorato anche il ritorno alla vittoria suo e della Yamaha sul circuito di Sepang dopo otto anni. Un errore che per&ograve; non macchia del tutto una prestazione fino a quel momento notevole. La pi&ugrave; bella del 2018, come ammesso dallo stesso Valentino.  MIGLIORATO IL SET-UP - &rdquo;E &#39;stato un vero peccato perch&eacute; questa &egrave; stata la mia migliore gara della stagione, mi sentivo a mio agio, avevo un buon passo, ho spinto e ho avuto la possibilit&agrave; di vincere, ma purtroppo a quattro o cinque giri dalla fine sono caduto. Non capisco cosa &egrave; successo, ho commesso un errore, perch&eacute; mi sono schiantato, &egrave; un peccato, ma rimane comunque un buon fine settimana, perch&eacute; abbiamo migliorato il setting della moto, penso che dobbiamo fare ancora un po &#39;di lavoro, ma sembra che siamo stati in grado di utilizzare la moto in modo migliore nelle ultime gare. Questo &egrave; positivo, ma dobbiamo vedere se siamo forti anche a Valencia, &egrave; una pista difficile per noi in generale, ma dobbiamo provare.&quot; 

Il pesarese analizza la sua prestazione in Malesia, evidenziando il suo errore &nbsp;

Rossi: &ldquo;Peccato, ma &egrave; la mia migliore gara del 2018&rdquo;

Se ieri in prova era stata grande protagonista la pioggia, oggi &egrave; stato il gran caldo a condizionare la gara di Sepang della MotoGP. Una condizione atmosferica con cui &egrave; sembrato trovarsi a suo agio Valentino Rossi. Scattato forte dalla seconda casella, il pesarese della Yamaha ha preso subito il comando facendo il vuoto insieme a Marquez e Zarco. Rossi ha tenuto un ritmo impressionante (spesso sul 2&rsquo;00) per gran parte della gara, facendo sognare i &ldquo;vecchi tempi&rdquo; ai suoi tanti tifosi e soprattutto rispondendo in gara a chi lo dava per &ldquo;finito&rdquo;. Il suo passo &egrave; riuscito a replicarlo solo Marc Marquez, mentre Zarco via via ha perso terreno dai primi due.&nbsp;  TRADITO DAL POSTERIORE - A quattro giri dalla fine, gli appassionati pi&ugrave; mattinieri si stavano gi&agrave; pregustando un nuovo duello tra Rossi e Marquez (stavolta sano, dopo il &ldquo;fattaccio&rdquo; del 2015) quando il pesarese ha perso aderenza sul posteriore, finendo in terra e dicendo addio al sogno. Di tornare alla vittoria dopo 27 gare di digiuno, e di farlo in quella Sepang che l&rsquo;aveva visto trionfare (lui e la Yamaha) l&rsquo;ultima volta otto anni fa.&nbsp;  CAVALCATA FINALE - Cos&igrave;, le ultime quattro tornare sono diventate una cavalcata trionfale per il fresco campione del mondo: Marc &egrave; alla sua nona vittoria stagionale su 18 gare fin qui disputate. Una dimostrazione di superiorit&agrave; impressionante per lui, che adesso &egrave; atteso dai suoi tifosi a Valencia per l&rsquo;ultimo round che si trasformer&agrave; in una vera e propria celebrazione. &ldquo;Ho cercato di conservare le gomme e alla fine l&rsquo;errore di Valentino mi ha avvantaggiato - spiega Marc - &egrave; stata una gara dura per il gran caldo ma alla fine, il primo posto &egrave; stato il modo migliore di festeggiare il titolo mondiale&rdquo;  SUZUKI, TERZO PODIO CONSECUTIVO - In seconda posizione ha chiuso Alex Rins, il quale nel finale &egrave; riuscito a scavalcare Johann Zarco e a portare a casa il terzo podio consecutivo per la Suzuki e il suo quarto stagionale. Il francese della Yamaha, dal canto suo, torna ad assaporare la gioia della &ldquo;coppa&rdquo; dopo tredici gare di assenza: l&rsquo;ultima volta era stata in occasione del secondo posto centrato a Jerez a inizio anno.  VINALES &ldquo;STECCA&rdquo; - Quarto, con la solita gara in rimonta nel finale, si &egrave; piazzato Maverick Vinales che ha confermato solo in parte le ottime cose fatte vedere in prova. Il pilota Yamaha sembrava poter reggere il passo di Marquez e invece oggi gli &egrave; arrivato a oltre quattro secondi, mettendosi alle spalle Daniel Pedrosa che completa la top five al traguardo ma avvicinandosi alla top three del campionato: ora &egrave; a soli due punti da Rossi.  DUCATI IN DIFFICOLT&Agrave; - Sesto si &egrave; piazzato un Andrea Dovizioso che ha dovuto fare i conti con una Ducati che pi&ugrave; delle sue rivali ha sofferto il gran caldo malese. Alle sue spalle, tutte le altre Desmosedici: ovvero quelle guidate da Bautista, Miller e Petrucci, rispettivamente settimo, ottavo e nono mentre il &ldquo;padrone di casa&rdquo; Syahrin chiude la classifica dei primi dieci. Franco Morbidelli ha tagliato il traguardo in 12esima posizione mentre, sempre per i colori italiani, da segnalare le scivolate di Andrea Iannone e Michele Pirro poco dopo la partenza. 

Il campione del mondo fa sua la nona vittoria stagionale. Valentino scivola a 4 giri dal termine quando era in testa. Podio per Rins e Zarco

MotoGP Malesia, gara: vince Marquez, sfortuna Rossi

        Domenica a Sepang per Valentino Rossi sar&agrave; l'ultima grande occasione della stagione per provare a portare a casa quella vittoria mai arrivata quest'anno. L'ultima risale infatti al 2017, sul circuito di Assen. Nonostante il deficit e i tanti problemi avuti quest'anno con la M1, Rossi &egrave; ancora terzo nella classifica generale del Motomondiale e con due gare alla fine della stagione potrebbe sempre centrare il secondo posto, Dovizioso permettendo, ma soprattutto mantenere la leadership in casa Yamaha. Vinales &egrave; ancora dietro 15 punti. ORA PARLO IO - Il deludente sesto posto di Phillip Island, pista dove detiene il record di successi, ha per&ograve; riaperto l'infinita querelle sulla sua carriera. Valentino ha risposto per le rime ai suoi detrattori: &laquo;Ho sentito dire tante volte che sono finito, ci sono abituato, lo ripetono da 10 anni... La vittoria di Vinales in Australia &egrave; stata importante per l&rsquo;armonia, dai dati ho capito qualcosa, ma serve capirlo prima. Non aver cambiato la gomma, oltre al set up sbagliato, hanno influito sulla gara in Australia, ho sofferto pi&ugrave; di quello che mi aspettavo fin dall&rsquo;inizio, per me e per il mio team &egrave; stata una grande delusione&raquo;. IN TESTA IL 2019 - Rossi respinge le accuse anche di chi dice che rischia meno rispetto a prima: &laquo;Sinceramente non sono mai caduto tanto perch&eacute; non mi piace cadere, &egrave; vero che quando sei giovane sei pi&ugrave; spensierato, ma per me non cambia adesso, non penso al rischio quando sono in gara. Quest&rsquo;anno sono pi&ugrave; in forma dell&rsquo;anno scorso, arrivo meglio a fine gara. Ovviamente gli altri piloti sono fortissimi, giovani e possono migliorare la loro condizione. Anche Vinales migliora perch&eacute; ha 23 anni&raquo;. Altro che stanco, il Dottore pensa gi&agrave; al 2019: &laquo;L'anno prossimo la mia moto e la moto di Vinales saranno simili, cambia poco, non &egrave; come in Honda dove Marquez e Pedrosa hanno moto diverse. Il fatto che Morbidelli ne avr&agrave; un&rsquo;altra ufficiale non sar&agrave; un problema, sar&agrave; come Crutchlow per la Honda&raquo;. SEPANG: PERCHE' SI - Anche a Sepang Rossi detiene il maggior numero di vittorie, ben 6. E' una pista che gli piace, ma c'&egrave; l'incognita pioggia, condizione che storicamente non lo ha mai visto in difficolt&agrave;, ma molto dipender&agrave; dalla moto: &laquo;Sar&agrave; pi&ugrave; importante fare una bella gara qui in Malesia, la pista di Sepang mi piace moltissimo, bisogna vedere come la gomma viene stressata perch&eacute; il caldo qui la fa da padrone, negli ultimi anni anche la pioggia ha influito, sar&agrave; importante essere veloci in tutte le condizioni&raquo;. Valentino ci prover&agrave; per cancellare quel fastidioso zero nella casella delle vittorie, cosa che gli era accaduta solo nel deludente biennio Ducati. Sepang &egrave; la pista giusta perch&eacute; a Valencia, dove il 17 si correr&agrave; l'ultima tappa del Motomondiale, non gli &egrave; mai andata troppo bene...       

Il numero 46 a Sepang prover&agrave; a centrare la prima vittoria della stagione. Intanto pensa gi&agrave; al 2019

Valentino Rossi ribatte: «Secondo qualcuno sono finito da 10 anni»

Sette cadute nella gara della Moto3, otto in quella della Moto2 (pi&ugrave; Stefano Manzi costretto a dare forfeit per il ko in prova), tre in gara nella MotoGP, classe che aveva vissuto anche 14 capitomboli tra libere, qualifiche e warm up con il grave infortunio rimediato da Cal Crutchlow. Il bilancio del weekend di Phillip Island non &egrave; stato rassicurante, non a caso si parla di cambiamenti per il futuro: nessuno vuole perdere la location sull&#39;isola nello Stato di Victoria, a pochi km da Melbourne, sia per il fascino dell&#39;isola che per il layout di una pista unica nel suo genere con le sue curve ad altissima velocit&agrave; di percorrenza. Ma la sicurezza impone qualche cambiamento, e lo spostamento di un&#39;ora della gara rischia di non essere una misura sufficiente. Per questo, per prevenire invece che curare &ndash; e l&#39;esempio dell&#39;asfalto di Silverstone dovrebbe insegnare qualcosa &ndash; i piloti ne hanno parlato, ma servir&agrave; arrivare a una conclusione.&nbsp;    Attributi: nel downunder &egrave; attualmente primavera, una stagione che in quella parte del Mondo &egrave; caratterizzata da repentini cambiamenti climatici. Dalle temperature pi&ugrave; fredde che rendono pi&ugrave; difficile portare le gomme (in particolare l&#39;anteriore) alla giusta temperatura alle condizioni particolari come quelle vissute dalla MotoGP nelle qualifiche, con l&#39;inizio di una pioggerellina che ha colpito soltanto alcuni tratti della pista, e con il turno da affrontare con le gomme slick: &laquo;In quelle condizioni servono delle gran palle per andare forte&raquo; ha commentato in modo emblematico Valentino Rossi.  Spostamento: il vero cambiamento si avrebbe riportando il GP Australia all&#39;inizio della stagione, come era nelle prime edizioni (1989 e poi dal 1991 al 1995), e come accade per la Superbike, che a Phillip Island vive il prologo in febbraio (nell&#39;estate australiana) e che non ha avuto particolari problemi legati al clima. La proposta &egrave; stata avanzata dai piloti. Da qualcuno in modo meno esplicito, come Marc Marquez: &laquo;Spostare il programma di un&#39;ora non aiuterebbe, qui andiamo forte ma &egrave; freddo e le condizioni sono al limite, le reazioni delle moto sono pi&ugrave; aggressive&raquo;. E c&#39;&egrave; chi l&#39;ha chiesto in modo chiaro, come Johann Zarco, che domenica se l&#39;&egrave; vista brutta per la caduta avvenuta in scia proprio a Marquez (nella foto sotto, il francese si rialza dopo lo spavento): &laquo;Abbiamo avuto una discussione interessante, io non credo che sia questione di orari, ma di date: se corressimo qui a inizio stagione avremmo temperature molto pi&ugrave; miti e sarebbe meglio per tutti&raquo;. La proposta di anticipare il GP Australia, portandolo a inizio stagione, e sostituirlo nel Trittico con il GP Thailandia per ora &egrave; soltanto un&#39;idea, e non c&#39;&egrave; nulla sulla carta. Riusciranno i piloti a imporre il loro pensiero?   

Le numerose cadute sollevano il tema dei rischi legati al&nbsp;clima sfavorevole: &laquo;Le nostre moto hanno reazioni pi&ugrave; aggressive&raquo; dice Marquez. Ai piloti piacerebbe portare il GP di Phillip Island a inizio stagione

Australia da brividi: &egrave; ora di cambiare?

        Dopo 25 Gran Premi la Yamaha ritrova la vittoria. Non &egrave; un caso che ci sia riuscita in una gara dove Marquez &egrave; finito ko, non &egrave; un caso che lo abbia fatto a Phillip Island, pista dove negli anni qualche soddisfazione se l'&egrave; tolta. A voler esser cattivi si potrebbe dire che lo ha fatto con la moto sbagliata. Perch&eacute; a riportare la M1 sul gradino pi&ugrave; alto del podio &egrave; stato Maverik Vinales, per la terza volta in questa stagione, dopo l'Argentina e la Thailandia, davanti al compagno di squadra Valentino Rossi, il grande deluso del fine settimana, recordman di vittorie (8) in Australia. ROSSI AMARO - L'analisi del Dottore &egrave; spietata: &laquo;Rispetto a Maverick non abbiamo cambiato gomma sulla griglia, forse stando l&igrave; un quarto d&rsquo;ora ho perso un po&rsquo; di grip, come se la gomma fosse diventata pi&ugrave; dura. Nel giro di ricognizione scivolavo sulla sinistra, non me l&rsquo;aspettavo, perch&eacute; n&eacute; ieri pomeriggio n&eacute; la mattina con la hard ero cos&igrave; in difficolt&agrave;&raquo;. Valentino &egrave; rimasto sorpreso dalle differenze di prestazione: &laquo;Siamo sempre molto attenti allo spin e abbiamo lavorato tanto questo week-end per avere una parte posteriore della moto morbida, per non stressare troppo la gomma. In realt&agrave; lo spin &egrave; molto simile a quello di Maverick, ma lui continua a fare strada, nel senso che accelera, mentre io quando inizio a spinnare perdo tempo. Dobbiamo capire perch&eacute; e fare meglio nelle prossime gare&raquo;. FUTURO: E ADESSO? - Alle prossime gare, ma soprattutto al prossimo anno, pensa gi&agrave; Vinales, che sembra aver ritrovato il sorriso: &laquo;Spero che la Yamaha abbia visto che pu&ograve; vincere le gare con me, spero che possa fare un piccolo sforzo e darmi una moto pi&ugrave; competitiva per il prossimo anno&raquo;. A Iwata sono dunque a un punto di svolta: il 2018 &egrave; da archiviare come una delle peggiori stagioni degli ultimi 10 anni, il 2019 si aprir&agrave; con il grande dubbio: &egrave; giunto il momento di investire su un pilota che non sia Rossi per tornare a lottare per il titolo iridato? Quest'anno Valentino nelle difficolt&agrave; ha avuto un rendimento costante e per certi versi incredibile se pensate che sta lottando per il secondo posto nella classifica generale con Dovizioso. Pi&ugrave; volte lui stesso &egrave; stato critico con la gestione di casa madre, rea di non avergli fornito i necessari aggiornamenti tecnici per competere con Ducati e Honda. Sarebbe pronto ad accettare il ruolo di pilota esperto e vincente ma non pi&ugrave; competitivo per il titolo? La corazzata Honda si presenter&agrave; con la terribile coppia di fenomeni Marquez-Lorenzo, la Ducati ha fatto la sua scelta investendo su Dovizioso e sulla moto. Vinales sar&agrave; in grado di tenere il passo? Le due stagioni accanto a Rossi lo hanno sicuramente forgiato e arricchito. Ora per&ograve; tocca a lui dimostrare di poter fare il salto di qualir&agrave;.&nbsp;Il prossimo 12 gennaio compir&agrave; 24 anni, et&agrave; in cui Marquez e lo stesso Valentino avevano gi&agrave; in bacheca 4 titoli iridati.       

La vittoria di Vinales in Australia e il deludente sesto posto di Valentino Rossi riaprono una questione interna alla casa di Iwata: &egrave; giunto il momento del passaggio di testimone?

Yamaha,  è l'ora delle scelte: nel 2019 su chi punterai?

        Sono passati tre anni esatti dalla gara di Sepang 2015 che sanc&igrave; la rottura tra i due piloti pi&ugrave; forti dell'era moderna della MotoGp. Marc Marquez e Valentino Rossi in pista se le diedero di santa ragione dopo il clamoroso j'accuse del Dottore nella conferenza stampa precedente la gara. Ricorderete tutti la faccia del Cabroncito durante le parole di Rossi e ricorderete certamente anche l'aggressivit&agrave; dello spagnolo in pista proprio nei confronti del numero 46 che stava lottando per il mondiale. Marquez fin&igrave; a terra, Valentino arriv&ograve; terzo e venne sanzionato per la gara successiva di Valencia dove part&igrave; dall'ultima posizione e di fatto perse il Mondiale a favore del compagno di squadra Jorge Lorenzo, dopo essere rimasto in testa alla classifica per tutto il Mondiale. Una beffa clamorosa. TRE ANNI DOPO - Cosa &egrave; successo in questi tre anni? Tra una stretta di mano trovata e una rifiutata, un bel po' di cose. Ma andiamo con ordine. Marquez nelle ultime tre stagioni della MotoGp ha portato a casa tre Mondiali, scrivendo pagine di storia del motociclismo. Valentino Rossi, invece, ha vinto solo tre gare. L'ultima addirittura a giugno del 2017 sulla pista di Assen. Di fatto Valentino, nonostante un secondo posto in classifica generale nel 2016 e una lotta ancora in corso per questa stagione, non &egrave; pi&ugrave; stato competitivo per la vittoria del titolo piloti. La sua ambizione di arrivare a 10 mondiali in carriera &egrave; probabilmente sfumata sulla pista di Sepang nel 2015. ROTTURA INSANABILE - Tra i due il rapporto non si &egrave; mai pi&ugrave; ricomposto: a Barcellona, giugno 2016, al traguardo i due si salutarono con una stretta di mano. Valentino spieg&ograve; in conferenza che la morte d Luis Salom lo aveva fatto riflettere sulla vita.&nbsp;Nel 2016 Marquez si &egrave; confermato campione con tre gare di anticipo senza troppi problemi. Nel 2017 Valentino &egrave; diventato protagonista di una nuova fase in Yamaha dopo l'addio di Lorenzo e l'arrivo di Vinales. In quella stagione i rapporti fra i due furono di indifferenza, anche perch&eacute; il grande rivale di Marquez &egrave; diventato Dovizioso. Poi &egrave; arrivata l'Argentina del 2018, gara in cui Marquez, in preda a un raptus agonistico, non &egrave; riuscito a trattenere la sua fame di successo, compromettendo con una guida fuori dalle righe la corsa di diversi piloti tra cui Valentino, finito a terra dopo un contatto. Marquez stavolta ammise l'errore e nei mesi successivi cerc&ograve; la pace con il grande rivale. Che non arriv&ograve; mai, anzi. Da parte dell'italiano ormai la porta era chiusa. A conferma della freddezza tra i due anche la scenetta (un po' squallida) nella conferenza stampa pregara di Misano dove Marquez aveva prima rinnovato l'appello alla pace in alcune interviste per poi offrire la mano a Valentino, rimasto impassibile.&nbsp; LA FINE - La storia tra i due verr&agrave; raccontata un giorno come una grande rivalit&agrave; in pista, peccato che chi ha vissuto davvero questo grande duello, o passaggio di consegne tra il vecchio e il nuovo fenomeno del motociclismo, rester&agrave; con l'amaro in bocca per quel che poteva essere e non &egrave; stato, ovvero un dualismo fatto solo di sorpassi in staccata senza null'altro.       

Sono passati tre anni esatti dalla clamorosa gara di Sepang 2015 che sanc&igrave; la rottura tra i due fuoriclasse della MotoGp. Ecco cosa &egrave; successo da allora

Marquez e Rossi: 3 anni dopo la rottura, cosa è cambiato?

        Valentino Rossi arriva a Phillip Island con la voglia di salire sul podio. Un circuito quello australiano che lo ha visto 8 volte vincente nei suoi anni di carriera. Ma la Yamaha sar&agrave; davvero competitiva? Il secondo posto di Rossi e il terzo di Vinales dello scorso anno fanno ben sperare e anche Dottor. Rossi sembra ottimista:&rdquo; noi ci speriamo &ndash; dice &ndash; &egrave; da tanto ci manca il podio&rdquo;. In pi&ugrave;, la lotta con Andrea Dovizioso per il secondo posto nella classifica iridata&nbsp; pu&ograve; essere un incentivo per ottenere un ottimo risultato. LE DICHIARAZIONI - &ldquo;Phillip Island &ndash; dice Valentino in conferenza stampa - &egrave; uno dei migliori circuito della stagione un po' per tutti noi piloti, il clima e il meteo sono importanti speriamo di avere un buon tempo. L'anno scorso sono stato abbastanza forte entrambe le Yamaha sono salite sul podio.&rdquo; Poi prosegue: &ldquo;la pista &egrave; buona ma ogni anno le cose cambiano bisogna avere un buon assetto, ci sono curve veloci e quindi la priorit&agrave; sar&agrave; di essere competitivi per il podio.&nbsp;Per me Phillip Island &egrave; un circuito unico, ci sono altri tracciati in cui essere veloci ma qui c'&egrave; da essere veloci sulle curve, ci sono molti cambi di direzione che vanno fatti in velocit&agrave;, bisogna gestire bene le gomme e la temperatura delle gomme.&rdquo; SU MARC MARQUEZ &ndash; Durante la conferenza stampa, viene chiesto a Rossi in cosa Marc Marquez riesce a fare la differenza in pista: &ldquo;penso che il suo punto di forza &ndash; spiega - &egrave; che &egrave; sempre forte in diverse condizioni su diversi tracciati, ci sono altri piloti forti ma lui riesce sempre ad esserlo in ogni circuito.&rdquo; E per il futuro cambier&agrave; team? &ldquo;Cambiare moto &ndash; conclude Rossi - &egrave; personale, non devi cambiare moto, devi sentirlo. Se lui si sente bene con la Honda pu&ograve; fare tutta la carriera con questa moto dipende dal feeling dalla motivazione, ma ognuno ha il suo approccio.&rdquo;       

Valentino &egrave; ottimista per il weekend, lo scorso anno ha ottenuto il secondo posto

Phillip Island, Rossi: ”Il podio? Noi ci speriamo”

Sette titoli, cinque nella classe regina e 69 vittorie nell&#39;arco di undici stagioni, a 25 anni e otto mesi di et&agrave;. A Motegi, Marc Marquez ha abbattuto ogni record di precocit&agrave; nel Mondiale GP, lui che il primo titolo l&#39;aveva conquistato ancora minorenne, nel 2010, per poi diventare il pi&ugrave; giovane iridato della Moto2, a 19 anni, e della stessa MotoGP, a 20. Il confronto con gli altri grandi nomi della storia mostra dati interessanti, e testimonia come Marquez sia in vantaggio su tutti. Dal recordman Giacomo Agostini all&#39;uomo che ha fatto innamorare delle due ruote la Spagna, Angel Nieto, fino al totem Valentino Rossi, dal quale Marc ha raccolto (o forse sarebbe meglio dire &ldquo;ha strappato&rdquo;) l&#39;eredit&agrave; al vertice del movimento.  I precedenti: prendiamo in esame sei fenomeni del Motomondiale che hanno preceduto Marquez. Dagli unici due in doppia cifra di titoli mondiali, cio&egrave; Agostini (a quota 15) e Nieto (a 12+1, come amava ripetere la leggenda spagnola), agli altri due piloti che hanno raggiunto (Mick Doohan) o superato (Rossi) i cinque titoli nella classe regina. Fino al fenomeno Mike Hailwood e al simbolo della precocit&agrave; John Surtees, che lasci&ograve; le due ruote a 26 anni per passare alla Formula 1, diventando il primo e unico pilota iridato sia nel massimo campionato delle moto che in quello delle auto.&nbsp;  Il confronto: i dati sono relativi all&#39;epilogo della stagione vissuta a 25 anni. Il pi&ugrave; vicino a Marquez &egrave; Rossi, che chiuse il 2004 (nella foto) a quota sei titoli, quattro dei quali nella classe regina, nell&#39;arco di nove stagioni, con 68 vittorie, una in meno rispetto a Marc. Se il confronto si sposta sui piloti del passato, il vantaggio di Marquez si amplia, perch&eacute; i piloti dell&#39;era moderna iniziano prima e disputano quasi il doppio dei GP stagionali. Il vantaggio dei piloti degli anni &#39;60 e &#39;70, per&ograve;, &egrave; che c&#39;erano pi&ugrave; categorie (come 50 e 350, sparite nell&#39;era moderna del Motomondiale) ed era pi&ugrave; frequente prendere parte a due classi del Mondiale nello stesso anno. Il risultato &egrave; che, a 25 anni, Surtees, Hailwood e Nieto avevano conquistato cinque titoli: nel caso del futuro ferrarista avvenne in soltanto sei stagioni e con 31 GP vinti. Mike the Bike lo fece in otto stagioni con 41 vittorie di GP, e con quattro Mondiali consecutivi della 500. Nieto, mai approdato alla top class, raggiunse quota cinque titoli in nove stagioni, con 27 vittorie. Meno precoce Agostini, che a 25 anni aveva disputato appena quattro stagioni nel Mondiale, sufficienti per&ograve; per conquistare due titoli nella 500 con 16 vittorie. Il vero &ldquo;late bloomer&rdquo; resta per&ograve; Doohan, che a 25 anni conquist&ograve; la prima vittoria nella 500: la sua carriera, tra il terribile incidente di Assen e i successivi cinque Mondiali consecutivi con la Honda, doveva ancora cominciare.&nbsp;   

Il sette volte iridato &egrave; un mostro di precocit&agrave;: a parit&agrave; di et&agrave;, ha vinto un titolo e un GP in pi&ugrave; di Valentino. Precede tutte le grandi leggende: Ago, Nieto, Hailwood, Surtees e Doohan

Il confronto a 25 anni: Marquez batte Rossi e Agostini

Puntava forte al podio, Valentino Rossi. Al termine del warm-up di Motegi, nella testa del pesarese aveva iniziato a farsi consistente l&rsquo;idea di finire tra i primi tre dell&rsquo;ordine d&rsquo;arrivo. Un&rsquo;idea rimasta tale, visto che sotto la bandiera a scacchi il podio l&rsquo;ha solo sfiorato. Anzi, diciamo &ldquo;annusato&rdquo; per met&agrave; gara. Il gap che&nbsp;lo separava&nbsp;sul traguardo da Crutchlow e Rins, rispettivamente secondo e terzo grazie anche alla caduta di Dovizioso, &egrave; stato di circa cinque secondi. Uno scoglio enorme, per i sogni di gloria del pesarese. Il quale, anche stavolta, &egrave; riuscito comunque a tirare fuori il massimo dalla sua M1. Basti pensare che il suo compagno di squadra Vinales, di secondi da Crutchlow e Rins ne ha presi quasi tredici&hellip;    IL POTENZIALE E&rsquo; QUESTO - &ldquo;Durante il warm-up eravamo riusciti a fare un passo in avanti con il setting e mi sono trovato un po&rsquo; meglio - ha detto il Dottore - questa, alla fine, era la gara che mi aspettavo. Speravo di poter lottare per il podio ma le due Suzuki e Crutchlow erano troppo veloci. Mi aspettavo di essere cos&igrave;, questo &egrave; il nostro potenziale. Poi qualcuno davanti &egrave; scivolato e ho raccolto dei buoni punti per il campionato&rdquo;.&nbsp; Gi&agrave;, la classifica iridata. Nonostante tutti i problemi di competitivit&agrave; riscontrati quest&rsquo;anno, Rossi ha ancora la possibilit&agrave; di lottare per la piazza d&rsquo;onore in campionato. Con la scivolata di Dovizioso a due giri dal termine, Valentino ha recuperato punti preziosi nella personale sfida con il ducatista: &egrave; passato da -22 a -9, riaccendendo le speranze di poter chiudere l&rsquo;anno come il &ldquo;primo degli umani&rdquo;. Perch&eacute; il marziano, in questo 2018, &egrave; stato solo uno. E risponde al nome di Marc Marquez. 

Con la caduta del ducatista a Motegi, il pilota Yamaha si &egrave; riavvicinato in classifica generale: ora &egrave; a -9, ma &egrave; sempre deluso dalla sua M1

Rossi ha Dovizioso nel &ldquo;mirino&rdquo;

        Le libere non sono andate come sperava, ma Valentino Rossi, nonostante il nono posto, conserva ancora ottimismo in vista della giornata di sabato e soprattutto di domenica, quando cercher&agrave; di dare seguito ai miglioramenti della Yamaha visti a Buriram. &laquo;Stamattina - ha detto ai mcirofoni di Sky - non ero molto veloce, abbiamo provato diversi setting, nel pomeriggio invece le condizioni incerte della pista, met&agrave; bagnata met&agrave; asciutta, non ci hanno favorito. Dovevo provare diverse soluzioni ma non c'erano le condizioni ottimale. Comunque ho visto che Vinales e Zarco sono andati bene, significa che la Yamaha pu&ograve; andare veloce. Oggi onestamente non ci abbiamo capito molto&raquo;. SETTING - Rossi sta lavorando sull'assetto della M1: &laquo;Il nostro obbiettivo rimane quello di consumare il meno possibile la gomma posteriore. Sto cercando il miglior bilanciamento possibile per non stressarla. Domani dovebbe essere asciutto e dovremmo capirci qualcosa in pi&ugrave;. Per il momento non riesco a guidare bene perch&eacute; la gomma media che ho scelto scivola troppo e non riesco a tenere un gran passo&raquo;.       

Nonostante il nono posto nelle libere, Rossi non perde la fiducia. Il Dottore sta lavorando per trovare una soluzione che lo renda veloce e con un buon passo gara

Motegi, Rossi: 'Vinales e Zarco veloci mi fanno sperare'

Marc Marquez, per festeggiare il titolo mondiale in casa

Jorge Lorenzo, per il riscatto dopo l'infortunio

Andrea Dovizioso, per le speranze di titolo

Valentino Rossi, per il primo sigillo stagionale

Maverick Vinales, per lo stesso motivo di Rossi

Dani Pedrosa, per salutare al meglio la famiglia Honda

Cal Crutchlow, per la seconda vittoria nello stesso anno. Come il 2016

GP Motegi: chi vincerà sulla pista di proprietà della Honda? - SONDAGGIO

        L'arrivo in Giappone da parte dei piloti ha visto spuntare i primi sorrisi, tra cui quello di Valentino Rossi che da sempre ha avuto un certo feeling con l'oriente legato ai suoi piloti-idolo nipponici. In pi&ugrave;, sull'onda dello spunto positivo che l'M1 &egrave; riuscita ad avere durante l'ultima gara in Thailandia, il pilota del team Yamaha Movistar non pu&ograve; che essere ottimista. PISTA OK &ndash; Se a questo ci aggiungiamo che in passato Rossi sul circuito giapponese ha conquistato diversi podi e vinto nel 2001 e 2008 (anno in cui ha conquistato l'ottavo titolo iridato), allora la sfida si fa ancora pi&ugrave; avvincente. In palio, non solo c'&egrave; il riscatto per una stagione fatta di alti e bassi a causa di una moto che non riesce a stare al passo con le altre, ma anche una classifica da conquistare, dato che Valentino si trova in terza posizione a 22 punti da Andrea Dovizioso. LE DICHIARAZIONI - &ldquo;Dopo il fine settimana del granpremio in Thailandia &ndash; commenta Dottor. Rossi - sono tornato a casa. Sono rientrato in Italia, mi sono allenato e mi sono preparato per tre gare di fila. Arrivo in Giappone con ottimismo perch&egrave; possiamo essere competitivi qui. Solitamente, su quella pista mi sento a mio agio, &egrave; un tracciato che mi piace.&rdquo; Valentino prosegue:&rdquo;spero che sia un fine settimana caratterizzato dalle buone condizioni meteo perch&eacute; l&rsquo;anno scorso &egrave; stato un vero incubo con la pioggia. Vediamo come sar&agrave; questo GP e in generale come andranno le altre gare di tutto il triplete. Ultimamente la nostra moto &egrave; migliorata, se anche a Motegi le prestazioni saranno di questo livello, potremmo fare delle buone gare da qui alla fine del campionato&rdquo;.       

Il campione di Tavullia ha notato dei miglioramenti nella sua M1 ed &egrave; pronto ad affrontare al meglio il trittico asiatico

Rossi ottimista per Motegi:”E'una pista che mi piace molto”

&laquo;Date una moto competitiva a Marc Marquez, e dominer&agrave; il Mondiale senza piet&agrave;&raquo;. Quante volte ci &egrave; stato ripetuto in questi anni, soprattutto quando lo spagnolo vinceva mettendoci parecchio del proprio? Il 2018, nel quale la Ducati &egrave; stata per larghi tratti superiore ma la stessa Honda non ha creato grattacapi al fenomeno spagnolo, racconta che tale considerazione &egrave; la verit&agrave;. E lo &egrave; soprattutto se gli avversari commettono errori &ndash; vedi i ducatisti &ndash; o entrano nel vortice di una crisi tecnica, e il riferimento &egrave; ovviamente alla Yamaha. Dovesse chiudere davanti ad Andrea Dovizioso il GP Giappone, Marquez rispetter&agrave; la tradizione degli anni pari vincendo il Mondiale sulla pista dell&#39;HRC. Era avvenuto nel 2014, l&#39;anno delle dieci vittorie iniziali, e nel 2016, quando Yamaha e Ducati avevano vissuto parecchie battute a vuoto tra ritiri (Rossi), idiosincrasia nei confronti della pioggia (Lorenzo) e gli effetti di qualche duello fratricida (Iannone-Dovizioso in Argentina).&nbsp;  I record di Vale e Mick: Marquez &egrave; a +77 sul secondo, Dovizioso, e nell&#39;era dei 25 punti per vittoria &ndash; iniziata nel 1993 &ndash; pu&ograve; diventare il primo pilota della classe regina a vincere il Mondiale con tre gare d&#39;anticipo per tre volte. Valentino Rossi e Mick Doohan si erano &ldquo;fermati&rdquo; a due occasioni, anche se il pesarese pu&ograve; vantare il divario-record con questo format di punteggi: nel 2005, secondo anno sulla Yamaha, il 26enne Valentino conquist&ograve; il settimo Mondiale (lo stesso numero che oggi insegue Marquez) con 147 punti di divario su Marco Melandri, quasi sei GP. Doohan ha vinto per due volte con 143 punti sul principale antagonista, nel 1994 e nel 1997, e in entrambi i casi mise al sicuro il titolo con quattro gare d&#39;anticipo. La stessa &ldquo;precocit&agrave;&rdquo; fatta registrare da Rossi nel gi&agrave; citato 2005 e nel 2002, primo anno dell&#39;era MotoGP, ma anche da Johann Zarco nel 2015 (al primo dei due titoli in Moto2) e da Brad Binder l&#39;anno successivo in Moto3.&nbsp;    Perfetto in gara: si tratta di record inarrivabili persino per il Marquez del 2018. Il primato che il pilota della Honda pu&ograve; battere &egrave; per&ograve; personale, ed &egrave; quello del distacco inflitto al primo antagonista. Il tetto massimo &egrave; rappresentato dal +67 inflitto a Rossi nel 2014, un dato migliorabile ora che Marc vanta 10 lunghezze in pi&ugrave; su Dovizioso. Il distacco non &egrave; puramente sinonimo di voracit&agrave;, ma di regolarit&agrave;, dunque di maturit&agrave;. Il Marquez del 2018 ha sbagliato pochissimo in gara &ndash; a &ldquo;zero&rdquo; soltanto in Argentina e Italia &ndash; dove &egrave; caduto soltanto una volta, un dato che eguaglia il suo minimo storico del 2013, anno da rookie in cui era comprensibilmente pi&ugrave; guardingo. Marquez ha sbagliato nel modo &ldquo;giusto&rdquo; in prova, se &egrave; vero che rimane pur sempre il pilota che &egrave; caduto pi&ugrave; spesso nei weekend della MotoGP, con 17 scivolate (peggio di lui soltanto Stefano Manzi e Sam Lowes in Moto2). Il pilota migliore, su una moto competitiva, e che trova anche la regolarit&agrave;: esistono dubbi su come possa finire una stagione? 

Marc pu&ograve; diventare campione con tre GP d&#39;anticipo, ma Rossi e Doohan trionfarono con quattro gare ancora da disputare. Il suo 2018, per&ograve;, &egrave; gi&agrave; da consegnare alla storia

MotoGP: i record che Marquez non pu&ograve; (ancora) battere

        Rivelata la nuova formazione della scuderia di Faenza per il 2019 in Moto3: saranno Gabriel Rodrigo e Riccardo Rossi a comporre la line-up bianco-blu del prossimo anno. L&rsquo;argentino, che ha raggiunto un accordo annuale con il team capitanato da Fausto Gresini, sar&agrave; il pilota di punta. Con quattro stagioni di esperienza in Moto3 e un podio nel GP di Catalunya, Gabriel Rodrigo non ha mai corso con la Honda, ma ha dimostrato di poter essere tra i protagonisti di questa classe su tutti i tracciati del mondiale. Per Riccardo Rossi sar&agrave; un debutto assoluto in Moto3,. L&rsquo;italiano, che ha dimostrato velocit&agrave; e maturit&agrave; sia nel CIV, con una vittoria al Mugello, che nel CEV, si prepara ad un anno di apprendistato con l&rsquo;obiettivo dichiarato di Rookie of the Year 2019. Correr&agrave; con il numero 54 in onore a Pasini, suo primo mentore. Dalla prossima stagione e per tre annate, il Team Gresini vanter&agrave; anche un nuovo Title Sponsor: K&ouml;mmerling, marchio leader a livello europeo nella produzione di profili per serramenti in pvc il quale - tramite la filiale italiana ha deciso di sposare il progetto giovani della Gresini Racing e puntare su Rodrigo e Rossi. Rodrigo: &lsquo;Lotter&ograve; perch&eacute; sia un grande anno&rdquo; - &ldquo;Sono al settimo cielo per questo nuovo progetto, senza dubbio &egrave; una grande opportunit&agrave; per la mia carriera&rdquo;, dice Rodrigo. &ldquo;Potermi unire ad una squadra di livello assoluto come la Gresini Racing &egrave; fantastico. Sono molto grato a Fausto a tutto il team per aver creduto in me e sono sicuro che insieme potremo fare grandi cose. Lavorer&ograve; e lotter&ograve; perch&eacute; il 2019 sia un grande anno per tutti&rdquo;. Rossi: &ldquo;Obiettivo Rookie dell&rsquo;anno&rdquo; - &ldquo;Sono davvero molto contento e voglio ringraziare Fausto e la mia famiglia per questa grandissima opportunit&agrave;&rdquo;, dichiara il futuro rookie Riccardo Rossi. &ldquo;Come obiettivo nel mio primo anno mondiale mi piacerebbe stare nella top10 e sicuramente essere il Rookie dell&rsquo;anno. Ho una grandissima voglia di iniziare e ho scelto il 54: il mio primo mentore &egrave; stato Mattia Pasini e la mia prima wildcard al CEV con il Team Gresini era stata proprio con questo numero&rdquo;. Gresini: &ldquo;La continuazione di un processo&rdquo; - &ldquo;Sono felice di questo nuovo binomio&rdquo;, ha detto &nbsp;Fausto Gresini, Team Manager. &ldquo;Gabriel debutter&agrave; con noi e con la Honda, ma ha gi&agrave; grande esperienza mondiale e pensiamo che possa essere un pilota di punta di questa categoria, e poi c&rsquo;&egrave; un giovane italiano come Riccardo che passa dal CIV al mondiale: &egrave; la continuazione di un processo che in passato ha visto protagonisti Bastianini, Diggia, Baldassarri Antonelli e molti altri e che credo sia di buon auspicio per Riccardo.&nbsp; &ldquo;Con molto orgoglio annuncio anche l&rsquo;arrivo di K&ouml;mmerling Italia come nuovo title sponsor per i prossimi 3 anni. Una partnership importantissima per noi, quindi benvenuti a bordo a tutti, siamo carichissimi per il 2019&rdquo;, ha concluso Gresini.       

La line-up bianco-blu del prossimo anno vede al via l'argentino Gabriel Rodrigo e il rookie Riccardo Rossi

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