        In cima alla lista delle persone che Marc Marquez ha dovuto salutare a malincuore a fine 2023 c&rsquo;&egrave; Santiago Hernandez Alcaraz. Vale a dire il suo storico capotecnico, quel ragazzo con i riccioli che negli ultimi tredici anni &egrave; sempre stato al fianco del Fenomeno nel box. Hernandez, 47 anni, &egrave; una delle persone che meglio conoscono Marc, l&rsquo;intesa era tale che bastava uno sguardo per capirsi, e proprio questo &egrave; stato uno dei segreti in un percorso da sette titoli iridati, visto che i due iniziarono a collaborare quando l&rsquo;allora diciottenne sal&igrave; in Moto2 da campione in carica della 125. &ldquo;Nel 2011 iniziai a lavorare con Marc &ndash; dice Hernandez, parlando delle origini di un rapporto professionale poi divenuto di complicit&agrave; e quindi di amicizia &ndash; quando cominciammo il progetto in Moto2. Prima lo conoscevo soltanto di vista, da quando correva nel campionato spagnolo, ma non avevamo mai parlato&rdquo;. MotoGP, Marc Marquez: tutte le FOTO con i colori Gresini Passa alla prossima pagina &nbsp; Santi Hernandez racconta Marc Marquez  Quale fu la prima impressione del Marc pilota? &ldquo;La prima volta mi colpirono soprattutto i suoi commenti. Per quanto era giovane e per la poca esperienza che aveva, seppe esprimersi in merito alla moto, a quello che succedeva o meno, e mi stup&igrave;. Sembrava avere molta pi&ugrave; esperienza. Mi impression&ograve;&rdquo;. Dal punto di vista umano invece? &ldquo;Marc &egrave; sempre stato una persona molto buona, di cuore, una persona vera che d&agrave; tutto per i suoi amici e la famiglia. Come lo si vede sorridere in televisione, &egrave; cos&igrave; anche nella realt&agrave;. &Egrave; una persona molto positiva. Anche quando le cose non vanno bene cerca sempre qualcosa di positivo, e questo mi piace tanto. Marc &egrave; un leader, traccia la direzione con la squadra e la sua gente. E soprattutto &egrave; una brava persona. Diciamo che &egrave; una persona normale, ed essere tali al giorno d&rsquo;oggi, in questo mondo, &egrave; fantastico, perch&eacute; &egrave; davvero difficile&rdquo;. Avete lavorato insieme tredici anni: com&rsquo;&egrave; cambiato Marc in questo arco di tempo? &ldquo;Quando cominciammo era un &lsquo;bambino&rsquo;, &egrave; cambiato perch&eacute;, come tutti a questa et&agrave;, &egrave; cresciuto, per&ograve; non ha perso quella motivazione, quella gioia di arrivare qui, per lavorare, divertirsi e vincere. Non &egrave; cambiato in questo. Il suo DNA &egrave; sempre lo stesso. D&agrave; il 200% quando guida la moto. Certo, &egrave; pi&ugrave; adulto, l&rsquo;approccio che avevamo prima con un giovane non &egrave; lo stesso. Prima non era una persona cos&igrave; &lsquo;importante&rsquo;, ora &egrave; uno sportivo conosciuto in tutto il Mondo. &Egrave; diventato diverso per esempio andare a cena con lui, ma a livello personale &egrave; lo stesso ragazzo dell&rsquo;inizio&rdquo;. Qual &egrave; stato il momento pi&ugrave; difficile che avete vissuto insieme? &ldquo;Ce ne sono stati due, e sono legati agli infortuni&rdquo;. Quali? &ldquo;Il primo risale al 2011, quando cadde in Malesia ed ebbe la diplopia. In quel momento divenne tutto incerto: non sapevamo nemmeno se sarebbe riuscito a tornare in sella. E poi la caduta a Jerez nel 2020. Quello &egrave; stato un periodo duro, con tutto quanto &egrave; successo e le operazioni a cui si &egrave; dovuto sottoporre&rdquo;. Personalmente, come hai vissuto quei periodi? &ldquo;Si vivono male. Nel 2011 il pensiero era per un ragazzo giovane, che avrebbe potuto fare grandi cose in questo sport: se fosse stato costretto a smettere di correre per un infortunio, sarebbe stato brutto, perch&eacute; aveva tutta la carriera davanti. Ma era diverso anche perch&eacute; non avevamo un rapporto ancora cos&igrave; stretto, mentre oggi siamo amici: non lavoreremo pi&ugrave; insieme, ma resta l&rsquo;amicizia. Per questo nel 2020 l&rsquo;ho vissuta da un altro punto di vista: a livello personale vedevo un amico che stava soffrendo tanto. In quel caso il problema l&rsquo;ho fatto mio&rdquo;.  Passa alla prossima pagina &nbsp; Santi Hernandez e Marc Marquez, amicizia vera  Dal punto di vista tecnico, com&rsquo;&egrave; stato lavorare con Marc? &ldquo;Mi sento fortunato perch&eacute; ho potuto lavorare con un pilota forte, veloce e anche intelligente. Non tutti hanno la possibilit&agrave; di affiancare persone cos&igrave;: si impara tanto a livello lavorativo. Quando parla, Marc dice le cose in maniera chiara: in situazioni come i periodi pi&ugrave; recenti, in cui non riuscivamo a essere competitivi, &egrave; pi&ugrave; difficile per tutti, eppure il suo commento &egrave; sempre stato chiaro su quanto accadeva sulla moto. Nei momenti difficili Marquez non si innervosisce e questo d&agrave; tranquillit&agrave; per lavorare: quando invece un pilota si agita, magari getta via il casco e va nel camion, la squadra va in tensione. Marc invece si toglie il casco e spiega quello che c&rsquo;&egrave; da risolvere: lavorare con una persona cos&igrave; d&agrave; pace&rdquo;. Cosa hai imparato da lui, e viceversa cosa pensi di avergli insegnato? &ldquo;Ho imparato che nella vita non si deve mai mollare: quando si cade bisogna rialzarsi e pensare positivo. Questo suo insegnamento mi ha aiutato nella mia sfera personale e mi ha spinto a prendere la vita con il sorriso. Se penso a ci&ograve; che Marc ha imparato da me, ricordo che quando era pi&ugrave; giovane, nel 2011, gli facevo scrivere un report per il suo futuro, affinch&eacute; si ricordasse le cose l&rsquo;anno successivo. Inoltre, pur essendo entrambi spagnoli, volevo che comunicassimo in inglese, gli dicevo che era importante perch&eacute; in ottica MotoGP avrebbe dovuto impararlo. Ma con un ragazzo cos&igrave;, ho appreso pi&ugrave; cose rispetto a quelle che ho insegnato&rdquo;. Ti sarebbe piaciuto vederlo sulle 500 due tempi? &ldquo;Lui, Valentino Rossi (con cui Hernandez lavor&ograve; ai tempi della Honda, nde), Casey Stoner, Mick Doohan, Jorge Lorenzo, Dani Pedrosa sono piloti che hanno un talento. Se si fossero messi alla guida di un&rsquo;altra moto, penso che avrebbero potuto ottenere gli stessi grandi risultati. Non posso dire che Marc avrebbe vinto come in MotoGP, ma con questo talento, penso che avrebbe potuto fare bene ugualmente&rdquo;. Se dovessi descrivere Marc a qualcuno che non lo conosce, quali parole useresti? &ldquo;&Egrave; una persona ambiziosa e un lavoratore. Una persona felice, e dentro &egrave; sempre un bambino&rdquo;. Nel 2023 lo abbiamo visto guidare la Honda anche con un approccio diverso, in maniera meno aggressiva: com&rsquo;&egrave; avvenuto questo cambiamento? &ldquo;Aveva capito che prima ci metteva tanto del suo, quando la moto non era a posto, e questo comportava correre un rischio. Quando fai pi&ugrave; di quello che ti pu&ograve; dare la moto, a volte &egrave; possibile, ma quando poi inizi a cadere... Non &egrave; lo stesso di quando aveva 20 anni. Adesso ne ha quasi 31 e dopo quattro operazioni al braccio &egrave; diventato pi&ugrave; maturo, ci pensa di pi&ugrave;&rdquo;. Tra tutti i grandi risultati ottenuti insieme, qual &egrave; stata la soddisfazione pi&ugrave; grande? &ldquo;Abbiamo vinto tanti Mondiali, e il primo in MotoGP, nel 2013, &egrave; stato speciale sotto diversi aspetti. Ma l&rsquo;impresa che ricordo con molta gioia &egrave; la sua prima vittoria in Moto2, nel 2011 a Le Mans. L&rsquo;inizio della stagione era stato difficile, Marc cadeva, non si facevano risultati e si parlava persino di un suo possibile cambio di squadra. Fu un periodo duro per me, quella vittoria signific&ograve; tanto: evidentemente non stavamo facendo male. Una vittoria molto, molto speciale&rdquo;. In questi anni hai maturato una scaramanzia tutta tua, ovvero non guardi mai le partenze: da cosa nasce? &ldquo;Nel 1999 lavoravo con Alex Criville e mi occupavo delle sospensioni. Era la prima o la seconda gara e non so perch&eacute;, ma non potei vedere la partenza e lui and&ograve; bene. Da quel momento in avanti non ne ho pi&ugrave; guardata una di tutti i piloti con cui ho lavorato, Marc compreso. Normalmente esco dal box e poi mi metto davanti alla TV alla prima curva per vedere dov&rsquo;&egrave; posizionato. &Egrave; una questione di superstizione, anche se questo non c&rsquo;entra poi con il risultato finale&rdquo;.  MotoGP 2024: le prospettive dei 22 piloti in griglia       

L'intervista esclusiva all'ex capotecnico del #93: "In tredici stagioni l&rsquo;ho visto vincere, maturare e soffrire, ma non ha perso due prerogative"

MotoGP, Hernandez: "Vi racconto Marc Marquez, tra vittorie e dolori"

Honda &egrave; chiamata a cambiare rotta, non potendo pi&ugrave; contare sul talento di Marc Marquez unico in questa stagione a tenere costantemente la RC213V nelle posizioni di vertice. Con Joan Mir e Luca Marini che arriva sulla Honda ufficiale 20 anni dopo l&rsquo;addio di suo fratello Valentino Rossi. La moto portata a Valencia &egrave; una vera rivoluzione rispetto a quella con cui domenica Marc Marquez ha dato l&rsquo;addio alla casa dell&rsquo;ala dorata.  MOTOGP E CONCESSIONI 2024: CHI CI GUADAGNA E CHI PERDE  Cambiano i capitecnici  Dopo 11 anni di collaborazione si separano le strade di Marc Marquez e Santi Hernandez, con il primo che passato in Ducati Gresini trover&agrave; ad aspettarlo Frankie Carchedi che quest&rsquo;anno &egrave; stato al fianco di Fabio Di Giannantonio. Santi Hernandez che resta all&rsquo;interno del box Repsol cambia per&ograve; lato andando ad assistere Joan Mir che guadagna tutta la squadra dell&rsquo;8 volte iridato. Santi Hernandez che vent&rsquo;anni fa lavor&ograve; con Valentino Rossi non lavorer&agrave; dunque con Luca Marini che invece trover&agrave; la squadra che quest&rsquo;anno ha lavorato con il campione del mondo 2020 con Giacomo Guidotti.  La nuova RC213V &egrave; una rivoluzione rispetto anache a quella provata da Stefan Bradl a Misano e poi assaggiata anche da Marc Marquez nei successivi test sul cirucito romagnolo. Un nuovo telaio&nbsp;sulla filosofia di Ducati e KTM oltre ad una aerodinamica completamente rivista e finalmente all&#39;altezza delle europee oltre che un nuovo codone che &egrave; molto pi&ugrave; vistoso con la ormai nota &quot;salad box&quot; che torna ad essere ben visibile dopo il ridimensionamento della moto 2023.&nbsp;    VALENCIA TEST, PEDRO ACOSTA HA SCELTO IL NUMERO PER LA MOTOGP 

Il team Repsol Honda guarda al futuro, salutato Marc Marquez &egrave; tempo di pensare al 2024 rivoluzionando non solo la RC213V ma anche le squadre nei box

Valencia Test, Honda cambia tutto: moto, piloti e capo tecnico

        Da quando Marc Marquez ha debuttato in Moto2 al suo fianco c&rsquo;&egrave; sempre Santi Hernandez, suo attuale capotecnico. Da bambino, Hernandez l&rsquo;ha visto evolversi fino a diventare un otto volte campione del mondo, passando per le difficolt&agrave;, per gli infortuni e vivendo oggi un momento in salita, ma anche di incertezza. In esclusiva abbiamo chiacchierato con lui. Classifica piloti MotoGP 2023 Lavorate insieme da 12 anni, com&rsquo;&egrave; cambiato Marc Marquez?&ldquo;Quando &egrave; iniziata la nostra collaborazione era un bambino. &Egrave; cambiato perch&eacute; &egrave; cresciuto, ma non ha perso quella motivazione, quell&rsquo;emozione di arrivare qui, lavorare, divertirsi, vincere e fare le cose. Il suo DNA &egrave; sempre lo stesso. D&agrave; il 200% quando guida la moto. Prima non era una persona tanto importante, adesso &egrave; diventato uno sportivo conosciuto in tutto il mondo. &Egrave; diverso adesso per esempio andare a cena con lui, ma a livello umano &egrave; lo stesso ragazzo dell&rsquo;inizio&rdquo;.  Cosa avrebbe potuto fare Marc Marquez nell'iconica classe 500?  Dal punto di vista tecnico com&rsquo;&egrave; lavorare con Marc?&ldquo;Mi sento fortunato di essere con un pilota forte, che va veloce, ed &egrave; anche intelligente. Non tutti hanno la possibilit&agrave; di lavorare con persone cos&igrave;. Si impara tanto a livello lavorativo. &Egrave; un pilota che quando parla dice le cose in maniera chiara. Anche adesso che siamo in una situazione che &egrave; pi&ugrave; difficile per tutti, ma il suo commento &egrave; chiaro su quello che succede con la moto&rdquo;. Arrivi dalla 500, ti sarebbe piaciuto vederlo in quella classe?&ldquo;Lui come Valentino Rossi, Casey Stoner, Mick Doohan, Jorge Lorenzo, Dani Pedrosa sono piloti che hanno un talento. Se si fossero messi alla guida di un&rsquo;altra moto, penso avrebbero potuto ottenere lo stesso risultato. Dire che avrebbe vinto come oggi non possiamo saperlo, ma con questo talento, penso che avrebbe potuto fare bene ugualmente&rdquo;. Se dovessi descrivere Marc a una persona che non lo conosce, che parole useresti?&ldquo;Una persona ambiziosa, un lavoratore. Una persona felice, e dentro &egrave; sempre un bambino&rdquo;. Calendario MotoGP 2023       

Accanto a Marc Marquez nel box c&rsquo;&egrave; sempre lui, il capotecnico con cui ha condiviso gioie e dolori, che abbiamo intervistato in esclusiva

Santi Hernandez: “Marquez? Il suo DNA è lo stesso” | ESCLUSIVA

        Marc Marquez, sar&agrave; vero addio alla Honda? Nel paddock di Misano, teatro del GP San Marino e Riviera di Rimini, continuano a rincorrersi le voci riguardo il possibile trasferimento dell&rsquo;otto volte iridato in Gresini Racing, dove andrebbe a occupare la sella che attualmente appartiene a Fabio Di Giannantonio. La MotoGP dice abbio a Mike Trimby Marquez, le voci continuano  Marquez, che dal canto suo afferma di sapere dove correr&agrave; l'anno prossimo, passerebbe nella compagine italiana senza pagare penali trattandosi di un team non ufficiale, e qui rimarrebbe fino al termine del 2024, quando potrebbe approdare in KTM. Una soluzione che non piacerebbe ai vertici della Rossa, ma il team che porta il nome del compianto Fausto pu&ograve; agire in autonomia nella scelta dei propri piloti. A tal proposito, dalla Spagna emergono ulteriori rumors su quello che sarebbe il trasferimento dell&rsquo;anno: secondo la testata AS, Marc vorrebbe portare in Ducati il suo storico capotecnico Santi Hernandez, che lo segue sin dal 2011.  Santi Hernandez al seguito di Marc  La volont&agrave; di Marquez non sarebbe ovviamente dettata dalla sfiducia nei confronti degli uomini Gresini, ma dal grande rapporto instaurato con Santi nel corso di queste stagioni, mai crollato nemmeno nei momenti pi&ugrave; difficili nella carriera del pilota spagnolo. Adesso tocca alle parti in causa uscire allo scoperto, magari gi&agrave; dopo i test in programma dopo il GP di Misano, in cui il #93 tester&agrave; la Honda RC213V 2024. MotoGP Misano: programmazione e orari tv       

La voce rimbalza dalla Spagna: in caso di addio alla Honda, Marc cercherebbe di portare con s&egrave; il fidato capotecnico

MotoGP, Marquez vorrebbe portare anche Santi Hernandez in Gresini

        One of the rider&rsquo;s most trusted colleagues is their crew chief and the relationship between Santi Hernandez and Marc Marquez is particularly well established, considering they&rsquo;ve worked together for twelve years already. The two Spaniards understand each other perfectly, the technician knows what the rider needs to best express himself and, after two tough seasons, a new challenge now awaits them in the shape of the new 2022 RC213V. The feeling is excellent  The pair enjoy a very close relationship, one based on clear mutual respect. Hernandez notes: &ldquo;As always, I try to best advise him after verifying everything with the team members. Of course, the rider&rsquo;s opinion is also very important. Sometimes you have to listen closely to what he&rsquo;s saying because the problem has to do with what he&rsquo;s feeling. During the flag-to-flag you have to listen more to the rider because what he might feel can make the difference&rdquo;. It&rsquo;s a continuous exchange: &ldquo;And then there are times when the rider listens more to the staff because we have all the data and more information. But in the end decisions are made together". The added value of Pol Espargar&oacute;  The two teams inside the Repsol Honda garage, that of Marquez and of Pol Espargar&oacute;, support each other: &ldquo;The other side of the garage is always a help, particularly in the last two years when we haven&rsquo;t always been 100%&rdquo;. Last year began with the new era of Espargar&oacute; in Honda, and Hernandez admits: &ldquo;It&rsquo;s not easy for Ramon (Aurin, Pol&rsquo;s crew chief) to change rider each year. I hope his work is easier this year because he&rsquo;s already known Pol for a year and that will clearly help us&rdquo;. As for &ldquo;Polyccio&rdquo;, Hernandez says: &ldquo;He&rsquo;s a rider who wants to continuously improve. He&rsquo;s a hard-worker, he never gives up. It&rsquo;s great to have this kind of rider at HRC. I hope that, with the new bike, he can achieve better results this year - it can be important for the entire team&rdquo;. High hopes  And now they have the new RC213V on thier hands: &ldquo;Unfortunately we haven&rsquo;t been able to test a lot. The only time we tested the new bike was at Misano (prior to the Sepang and Mandalika tests) and we were forced to miss the Jerez test&rdquo;. There have been a lot of changes: &ldquo;The bike is different, as is the engine and the aerodynamics. It won&rsquo;t be the perfect bike, but it&rsquo;s interesting to start the season and see where we&rsquo;re at. We believe we can run up front&rdquo;. As for goals, the technician explains: &ldquo;After two years in which we were unable to fight for the title, we want to give it our all this season. But honestly, when you work with a rider like Marc, the aim is to win the title&rdquo;. From a personal standpoint, he admits: &ldquo;The important thing is to believe in what you&rsquo;re doing and enjoy the moment. Then we&rsquo;ll see about the result&rdquo;. Translated by Heather Watson MotoGP, Honda: a good idea to let Pol Espargar&oacute; &lsquo;get away&rsquo;?       

The eight-time champion&rsquo;s loyal crew chief talks about what awaits this season, the team&rsquo;s work approach and their goals for 2022

MotoGP, Hernandez: “The RC213V won’t be perfect, but Marquez can win”

        Una delle persone pi&ugrave; fidate per i piloti &egrave; il capo-tecnico e tra Santi Hernandez e Marc Marquez (qui le sue ultime dichiarazioni) il rapporto &egrave; ben collaudato, considerando che lavorano insieme ormai da 12 anni. I due spagnoli si intendono alla perfezione, il tecnico sa di cosa ha bisogno il pilota per esprimersi al meglio e dopo due anni difficili, in questa stagione li attende una nuova sfida con la RC213V 2022. Il feeling &egrave; ottimo  Il rapporto i due ruoli &egrave; naturalmente molto stretto e dev&rsquo;essere basato su una fiducia reciproca ben forte. Hernandez ha raccontato: &ldquo;Come sempre cerco di consigliarlo al meglio dopo aver verificato tutto con lo staff della squadra. Ovviamente anche il parere del pilota &egrave; molto importante. A volte devi ascoltare di pi&ugrave; i suoi commenti perch&eacute; il problema viene pi&ugrave; da quello che sta provando. Forse nel flag-to-flag bisgona ascoltare di pi&ugrave; il pilota perch&eacute; quello che pu&ograve; sentire lui pu&ograve; fare la differenza&rdquo;. Si tratta di un dare e avere alla pari: &ldquo;Altre volte il pilota ascolta di pi&ugrave; lo staff perch&eacute; abbiamo tutti i dati e pi&ugrave; informazioni. Ma alla fine decidiamo tutti insieme". Il valore aggiunto di Pol Espargar&ograve;  Le due squadre all'interno del team Repsol Honda, quella di Marquez e di Pol Espargar&ograve;, sono un supporto l'una per l'altra: &ldquo;L'altro lato del box &egrave; sempre un aiuto per noi, soprattutto lo &egrave; stato negli ultimi due anni in cui non siamo stati sempre al 100%&rdquo;. L&rsquo;anno scorso &egrave; iniziata la nuova era di Espargar&ograve; in Honda e Hernandez ammette: &ldquo;Anche per Ramon (Aurin, il capotecnico di Pol, ndr) non &egrave; facile cambiare pilota ogni anno. Spero che quest'anno il suo lavoro sia pi&ugrave; facile perch&eacute; conosce Pol da un anno e ovviamente questo ci aiuter&agrave;&rdquo;. A proposito di &ldquo;Polyccio&rdquo;, Hernandez ha detto: &ldquo;&Egrave; un pilota a cui piace migliorare sempre. &Egrave; un lavoratore, non si arrende mai.. &Egrave; bello avere in HRC quel tipo di pilota. Spero che quest'anno con la nuova moto possa ottenere risultati migliori, pu&ograve; essere importante per tutto il nostro team&rdquo;.  Le ambizioni sono alte  Per le mani hanno la nuova RC213V: &ldquo;Purtroppo non abbiamo potuto provare tanto prima. L'unica volta che abbiamo provato la nuova moto &egrave; stato a Misano (prima dei test di Sepang e Mandalika, ndr) e abbiamo dovuto saltare il test di Jerez&rdquo;. Le modifiche sono state tante: &ldquo;La moto &egrave; diversa, cos&igrave; come il motore, l&rsquo;aerodinamica. Non sar&agrave; la moto perfetta, ma &egrave; piuttosto interessante iniziare la stagione e vedere a che punto siamo. Crediamo di poter essere davanti&rdquo;.E appunto, parlando di obiettivi, il tecnico ha spiegato: &ldquo;Quando si arriva da due anni in cui non siamo stati pronti a lottare per il titolo, vogliamo fare il massimo. Ma onestamente, quando lavori con un pilota come Marc, l'obiettivo &egrave; vincere il titolo&rdquo;. Dal proprio punto di vista personale ha ammesso: &ldquo;L&rsquo;importante &egrave; credere in quello che si fa e godersi il momento. Poi vedremo il risultato&rdquo;. MotoGP, Honda: ha senso lasciarsi "scappare" Pol Espargar&ograve;?       

Lo storico capotecnico dell'otto volte iridato ha raccontato cosa lo aspetta quest'anno, come funziona il lavoro della squadra e le ambizioni 2022

MotoGP, Hernandez: “La RC213V non sarà perfetta, ma Marquez può vincere”

        The win at Austin, his seventh in eight editions of the event, marked the return of Marc Marquez the &lsquo;cannibal&rsquo;, a Marquez who, in the technical superiority he has always demonstrated around the Texan track, was able to find a strong ally with which to tackle the physical difficulties that have characterised his season. His long-term crew chief in MotoGP, Santi Hernandez, talked to As.com about the importance of his rider&rsquo;s return to the top and his rediscovered riding standard. Hernandez on Marc: "For Marc it&rsquo;s a joy to be back on top"  The win at Austin felt like a liberation for the eight-time champion, who appears to be regaining that all-important feeling aboard his bike. Crew chief Santi Hernandez recalls the champion&rsquo;s tough year: &ldquo;For Marc it&rsquo;s a joy to be back on top and it means that he&rsquo;s not forgotten how to ride. It&rsquo;s a reward for all the work he's put in during the recovery process. It means a lot to him, and for us too, because it hasn&rsquo;t been an easy year. This result encourages us, but particularly Marc, who is the one suffering. Both Germany and Austin were important. After a year in which he was unable to race, every win is important, perhaps the win in Germany was even more emotional". His recovery is a slow process  With just three races left to run, the goal is to regain both his feeling and physical fitness with a view to next season, when Marquez will attempt to secure his ninth world title win, perhaps going for another race win in the meantime: "We want to win again but it&rsquo;s not easy to be on the podium. We need this year to understand the bike and see what can be improved and start working in preparation for next year. And Marc needs to recover and slowly regain the old sensations. We know he&rsquo;s not 100% as we would like, but he&rsquo;s getting better. His recovery is ongoing, it&rsquo;s a little slow for sure, and that can mean that the results feel like more of a struggle, but we&rsquo;re pleased to see him suffering less". Translated by Heather Watson MotoGP: the provisional 2022 calendar is published       

The Austin win brought the return of the Marc Marquez we all know and his crew chief, Santi Hernandez, recognises the eight-time champion&rsquo;s many struggles and sacrifices

MotoGP, Santi Hernandez praises Marquez: “He hasn’t forgotten how to ride”

Il trionfo di Austin, il settimo in otto edizioni del GP da quando &egrave; in calendario (2013), ha fatto vedere un Marc Marquez nuovamente &quot;cannibale&quot;, un Marquez che ha trovato nella sua superiorit&agrave; tecnica che da sempre esprime sulla pista texana, un ottimo alleato nei confronti delle difficolt&agrave; fisiche che lo hanno caratterizzato in questa stagione. Il suo capotecnico, Santi Hernandez, da sempre nel box dello spagnolo in MotoGP, ha evidenziato ad As.com l&#39;importanza di essere tornati al top e di aver ritrovato il solito standard di guida.  Hernandez su Marc: &quot;Per Marc &egrave; una gioia essere al top&quot;   Il successo di Austin &egrave; sembrato come una liberazione per l&#39;otto volte iridato, che sembra stia riacquisendo in pieno il feeling con la moto. Santi Hernandez, capotecnico del pilota di Cervera ricorda l&#39;anno difficile del campione: &quot;Per Marc &egrave; una gioia essere di nuovo al top e questo significa che non ha dimenticato come si guida. &Egrave; una ricompensa per tutto il lavoro fatto per il suo recupero. Per lui vale molto, e lo stesso per noi, perch&eacute; non &egrave; stato un anno facile. Questo risultato ci incoraggia, ma soprattutto incoraggia Marc, che &egrave; quello che sta soffrendo. Sia la Germania che Austin sono state importanti. Dopo aver passato un anno senza poter correre ogni vittoria &egrave; importante, forse quella in Germania &egrave; stata anche pi&ugrave; emozionante&quot;.  Il recupero procede lentamente   Quando mancano tre gare alla fine della stagione, l&#39;obiettivo &egrave; di ritrovare feeling e condizione fisica in vista del prossimo anno, quando Marquez tenter&agrave; di agguantare il nono titolo mondiale, puntando nel frattempo magari ad un&#39;altra vittoria: &quot;Noi puntiamo a vincere ancora ma non &egrave; facile essere sul podio. Quest&#39;anno serve per capire la moto e vedere cosa pu&ograve; essere migliorata e come iniziare a lavorare per il prossimo anno. E Marc deve recuperare e poco a poco le sensazioni di sempre. Sappiamo che non &egrave; al cento per cento, come vorremmo, ma sta migliorando. Non si &egrave; bloccato nel suo recupero, sicuramente &egrave; un po&#39; lento e quando &egrave; cos&igrave; sembra che i risultati siano pi&ugrave; faticosi, ma siamo felici di vederlo soffrire meno&quot;.  MotoGP: svelato il calendario provvisorio della stagione 2022 

La vittoria di Austin ha riconsegnato al motomondiale il Marc Marquez che conoscevamo ed il suo capotecnico, Santi Hernandez, riconosce tutta la fatica ed i sacrifici dell&#39;otto volte iridato

MotoGP, Santi Hernandez esalta Marquez: &ldquo;Non ha dimenticato come si guida&rdquo;

        In a video created by the Respol team, Marc Marquez&rsquo;s chief mechanic Santi Hern&aacute;ndez answers some questions and looks back at 2020, a year conditioned by coronavirus and his rider&rsquo;s injury. The Spaniard also talks about the eight-time champion&rsquo;s return to the track and the plans for test rider Stefan Bradl. Marc&rsquo;s return  Marquez will not take part in this week&rsquo;s tests at the Losail track in Qatar, as he awaits an update from his doctors as to his physical condition. From a racing standpoint, Hernandez comments: &ldquo;The most important thing is that Marc gets on the bike and has the same positive sensations he had before his injury. From there, time will tell, we&rsquo;ll have all the answers once Marc gets back on the bike&rdquo;. As for whether Marc will be aiming high right from the outset:&nbsp;&ldquo;With a rider like Marc, the goal doesn&rsquo;t change, and that is to try and win the world championship.&rdquo; &nbsp; Bradl&rsquo;s role  As of now, his replacement will be the same as in 2020, or rather test rider Stefan Bradl, who will work to understand the new elements and improve the bike: &ldquo;We&rsquo;ll work to give Marc a bike with which he can win or give it his all&rdquo; explains Hernandez. And as for the start of the championship, he adds: &ldquo;We&rsquo;ll also help Stefan to be able to score good results if he is the one competing in the first race&rdquo;. 2020 and the many lessons learned   Hernandez sums up last season as &ldquo;very complicated&rdquo; and explains: &ldquo;We learned to work with a new rider and change our mentality and work method, but it wasn&rsquo;t easy for Stefan to go from test rider to doing the whole season as rider&rdquo;. From his own point of view, he comments: &ldquo;I&rsquo;ve learned that you feel pride depending on who you work with, and this helps you understand how difficult it is for many teams to win&rdquo;. &ldquo;When you&rsquo;re used to winning almost every weekend, it seems normal, but when we struggled to reach the points zone with Stefan you realise that this is the reality&rdquo;. Something different to before: &ldquo;It&rsquo;s not like a dream but it&rsquo;s true that the work is different and this makes you appreciate the work, the team and the rider&rdquo;. Translated by Heather Watson Moto2, Beaubier: &ldquo;Marquez was amazing from a young age&rdquo;       

The eight-time champion&rsquo;s chief mechanic talks about Marc's recovery and how it was to work with Bradl last year

MotoGP, Hernandez: “Marquez absent from Qatar?”

In un video realizzato dal team Respol Santi Hern&aacute;ndez, il capo meccanico di Marc M&aacute;rquez, ha risposto ad alcune domande e ha cos&igrave; spiegato come ha vissuto il 2020, un anno condizionato dal Coronavirus e dall&rsquo;infortunio del suo pupillo. Lo spagnolo ha anche parlato del rientro in pista dell&rsquo;otto volte iridato, e dei programmi del collaudatore Stefan Bradl (le ultime dichiarazioni contrarie su di lui).  Il ritorno di Marc   Ai test che andranno in scena in questi giorni sul circuito di Losail, in Qatar, Marquez non parteciper&agrave;, in attesa che i dottori gli dicano nuove informazioni sulle sue condizioni fisiche. Hernandez, da un punto di vista sportivo, ha detto: &ldquo;La cosa pi&ugrave; importante &egrave; che Marc salga sulla moto e abbia le sensazioni positive che aveva prima dell&#39;infortunio. Da quel momento in poi il tempo lo dir&agrave; e quando Marc salir&agrave; sulla sua moto avremo tutte queste risposte&rdquo;. Quando sar&agrave; in forma si potr&agrave; subito puntare in alto: &ldquo;Con un pilota come Marc, l&#39;obiettivo non cambia ed &egrave; quello di provare a vincere il Campionato del Mondo&rdquo;.  MotoGP, Marc Marquez e il rientro a met&agrave; stagione    La figura di Bradl   Fino ad allora il suo sostituto sar&agrave; lo stesso del 2020, ovvero il collaudatore Stefan Bradl che prover&agrave; a capire le novit&agrave; e a migliorare la moto. &ldquo;Lavoreremo per dare a Marc una moto per vincere gare o dare il massimo&rdquo; ha spiegato Hernandez. E sull&rsquo;inizio del campionato ha aggiunto: &ldquo;Aiuteremo anche Stefan a poter ottenere buoni risultati nel caso in cui dovesse correre lui la prima gara&rdquo;.  MotoGP, Marquez: &quot;Richiesta di pista per il decollo&quot;  Il 2020 e le tante lezioni imparate   Hernandez definisca la passata stagione come &ldquo;molto complicata&rdquo; e ha raccontato: &ldquo;Abbiamo imparato a lavorare con un nuovo pilota, a cambiare mentalit&agrave; e sistemi di lavoro, ma non &egrave; stato facile per Stefan passare dall&#39;essere un tester a fare l&#39;intera stagione come pilota&rdquo;. Dal suo punto di vista, invece: &ldquo;Ho imparato che ti senti orgoglioso a seconda con chi lavori e questo ti fa capire quanto sia difficile vincere per molte squadre&rdquo;.    &ldquo;Quando sei abituato a vincere quasi tutti i fine settimana&rdquo; ha continuato, &ldquo;sembra che sia normale, ma quando quest&#39;anno con Stefan abbiamo avuto difficolt&agrave; ad arrivare a punti, ti rendi conto che questa &egrave; la realt&agrave;&rdquo;. Un qualcosa di diverso da prima: &ldquo;Non &egrave; come un sogno, ma &egrave; vero che il lavoro &egrave; diverso e questo ti fa apprezzare il lavoro, la squadra e il pilota&rdquo;.  MotoGP, Vinales-Quartararo: la coppia &quot;lunatica&quot; Yamaha 

Il capo meccanico dell&rsquo;otto volte iridato ha parlato del suo recupero dall&rsquo;infortunio e di com&rsquo;&egrave; stato l&rsquo;anno scorso lavorare con Bradl

MotoGP, Hernandez: &ldquo;Marquez assente in Qatar?&rdquo;

Cosa si prova a non vincere una stagione dopo che da anni &ldquo;qualcuno&rdquo; ti ha abituato fin troppo bene? E&#39; la domanda che si &egrave; posto lo storico Capotecnico di Marc Marquez Santi Hernandez che nel 2020 ha dovuto rivedere i suoi obiettivi e le priorit&agrave; del team Honda. Se fino a quel momento, infatti, lo scopo di ogni stagione era sempre stato quello di vincere, con l&#39;assenza del &ldquo;pupillo&rdquo; Marc Marquez e l&#39;arrivo di Stefan Bradl, Honda &egrave; passata a dire: &ldquo;Ok, cerchiamo di arrivare almeno in top ten&rdquo;. Un ridimensionamento importante che per&ograve; non ha scoraggiato il box Alato.  Nuovi obiettivi da fissare   &ldquo;All&#39;inizio pensavamo che Marc potesse tornare prima. Quindi non ti prepari mentalmente per una cos&igrave; lunga assenza&nbsp;- ha detto Hernandez in un&#39;intervista a motorsport-total.com -. Pensavamo che avrebbe saltato due o tre gare. Il cambiamento &egrave; stato enorme. Di solito lottiamo per la vittoria o per un posto sul podio ogni fine settimana, il nostro obiettivo &egrave; sempre stato vincere il campionato del mondo. All&#39;improvviso abbiamo dovuto fissare obiettivi completamente diversi. Il passaggio da Marc a Bradl mi ha reso chiaro che ogni fine settimana non si sarebbe trattato di vincere ma di fare punti&rdquo;.  Esclusiva, Capirossi: &ldquo;Oggi il compleanno del SIC, aveva tanto cuore...&rdquo;  &ldquo;Ho apprezzato ancora di pi&ugrave; Marc&rdquo;   &ldquo;Perdere&rdquo; Marc per un&#39;intera stagione, quindi, &egrave; stato un vero e proprio shock e per Santi Hernandez ha portato anche una consapevolezza in pi&ugrave;: &ldquo;Sono con Marc dal 2011 - ha proseguito - e il nostro obiettivo &egrave; sempre stato quello di vincere. Quindi siamo arrivati a pensare che vincere sia normale, ma non sempre lo &egrave;. Un buon risultato &egrave; un posto tra i primi 10. Quello che &egrave; successo mi ha fatto apprezzare quello che veramente abbiamo con Marc. La cosa migliore che ci &egrave; successa quest&#39;anno &egrave; che ognuno di noi ha trovato la propria motivazione&rdquo;.  MotoGP: migliorano le condizioni di Marquez, ma il rientro resta un mistero  Nuovi stimoli al box alato   Un esempio di questa motivazione? E&#39; stato a Portimao: &ldquo;Stefan &egrave; caduto e ha distrutto la moto - ha spiegato il capotecnico - Non ho mai visto una moto cos&igrave; distrutta. E anche il nostro capo, Takeo (Yokoyama), ci ha detto che avrebbe capito se non ci fosse stato il tempo per le riparazioni. E invece i meccanici si sono messi al lavoro e hanno anche avuto il tempo di prendere un caff&egrave; dopo che la moto era stata completata&rdquo;.   Bradl si &egrave; quindi rivelato il pilota giusto al momento giusto: &ldquo;Non &egrave; stato facile per lui, si tratta di un pilota che &egrave; stato chiamato come collaudatore e diventa improvvisamente un pilota abituale. L&#39;obiettivo era di portarlo nella top 10 nelle ultime gare. E ci siamo riusciti. Si &egrave; adattato molto bene alla squadra&rdquo;.  Sul rientro di Marquez dopo il primo intervento   Infine, due parole su quanto accaduto a Marc Marquez. Hernandez ha spiegato come la colpa del rientro repentino dello spagnolo non sia attribuibile a Honda: &ldquo;La Honda non ha mai chiesto nulla - ha concluso -.&nbsp;Hanno capito la situazione e ci hanno dato molta sicurezza. &Egrave; stato un anno cos&igrave; complicato, posso solo essere grato per il trattamento che abbiamo ricevuto. &Egrave; stato davvero sorprendente&rdquo;.  MotoGP, Pol Espargaro: &ldquo;Non vedo l&#39;ora di misurarmi con Marc Marquez&rdquo; 

Il capotecnico del numero #93 ha parlato del difficile 2020 trascorso al box Honda. Non c&#39;era Marc Marquez e con Bradl hanno dovuto ridefinire gli obiettivi

MotoGP, Santi Hernandez: &ldquo;Marquez ci aveva abituati troppo bene&rdquo;

Da diversi anni, Santi Hernandez &egrave; il capotecnico che giostra lo staff di Marc Marquez. La squadra del campione catalano opera sulla Honda numero 93, soddisfando le esigenze del pilota.   Santi conosce bene il paddock della MotoGP e sta attento alle mosse del suo corridore, anche se il mondiale &egrave; fermo: &ldquo;Dopo l&rsquo;intervento chirurgico alla spalla - comincia Hernandez&nbsp;- &egrave; positivo vedere Marc allenarsi con una moto da cross. Lo stop legato alla pandemia &egrave; risultato positivo per il recupero di Marquez, spero che quando si inizier&agrave;, non sar&agrave; un problema, come lo sarebbe stato se fossimo partiti a marzo&rdquo;.    Tra il tecnico ed il corridore, il contatto &egrave; rimasto diretto, anche a gare ferme: &ldquo;Abbiamo parlato di come approntare il set up della moto. Anche se non sappiamo quando sar&agrave; il primo Gran Premio, faremo riunioni e programmeremo tutto. Vogliamo arrivare pronti in gara&rdquo;.  Santi entra nel dettaglio: &ldquo;Siamo un po&rsquo; preoccupati dal freno motore e dalla fase di staccata. Vorremmo guadagnare qualcosa in termini di grip dalla ruota anteriore. Abbiamo sofferto in quest&rsquo;aspetto lo scorso anno, ci siamo resi conto che eravamo finiti fuori strada, durante i test invernali. Compiere un passo indietro ci ha aiutato, ma non &egrave; stato semplice: l&rsquo;infortunio di Marc ha complicato le cose&rdquo;.    Come fanno alcune Case, anche Honda sta pensando di introdurre l&rsquo;holeshot, il sistema che aiuta il pilota ad effettuare partenze perfette: &ldquo;Ci stiamo lavorando - conferma Santi - ma non siamo certi che torneremo ad averlo. Certo, il sistema potrebbe aiutarci parecchio, specialmente nella fase di partenza. Nelle moto rivali, l&rsquo;holeshot fa la differenza, vedremo se le sensazioni di Marquez saranno le stesse dei test prestagionali&rdquo;.  Per quanto riguarda l&rsquo;inizio delle corse, Hernandez &egrave; convinto che ci saranno sorprese: &ldquo;Penso che nelle prime gare vedremo sorprese, la pausa &egrave; stata lunga. Per esempio, quando andiamo in pista dopo il break natalizio, assistiamo a piloti che, anche se non te li aspetti, sono davanti. Ecco perch&eacute; dico che ci saranno sorprese&rdquo;.  Haro: &ldquo;Pedrosa il peggior rivale di Stoner&rdquo; 

Santi Hernandez, che cura la Honda del numero 93, ammette: &quot;Se avessimo inziato a marzo, prima della pandemia, sarebbe stato un problema&quot;

Il capotecnico di Marquez: &ldquo;Stop positivo per il recupero fisico di Marc&rdquo;

        Alla vigilia di una gara importante come quella di Buriram nella quale Marc Marquez potrebbe laurearsi campione del mondo, a parlare &egrave; il &ldquo;braccio destro&rdquo; del numero 93, Santi Hernandez, il capotecnico che &egrave; stato con lui fin dalla Moto2 per poi proseguire, sempre al suo fianco, in motogp.Hernandez, in un'intervista al giornale spagnolo motosan.es, ha parlato del sua carriera e del suo rapporto con Marc Marquez dicendo che lo spagnolo &ldquo;ha gli stessi problemi degli altri piloti Honda, ma al contrario di loro sa come affrontarli.&rdquo; GLI INIZI - &ldquo;Nel 2009 mi &egrave; stato offerto di lavorare con Sete Gibernau in MotoGP, &ndash; racconta Hernandez - in quel momento &egrave; iniziata la famosa avventura con il team Nieto e il budget fantasma del gruppo Francisco Hernando. A causa della mancanza di soldi, siamo stati licenziati durante la stagione e ho perso il lavoro. Ho portato il mio curriculum a destra e sinistra fino a quando non mi hanno chiamato dal team Forward Moto2 con Jules Cluzel .&rdquo; Da qui, per Santi, &egrave; iniziata quella che sarebbe stata la sua lunga avventura, che va avanti tutt'oggi, con Marc Marquez.In realt&agrave;, il rapporto con il team Cluzel si esaur&igrave; velocemente e ad Hernandez venne chiesto da parte di Emilio Alzamora, il manager di Marquez, di essere il suo capotecnico per la stagione successiva che il pilota spagnolo avrebbe disputato in Moto2.&ldquo;&Egrave; stata una grande opportunit&agrave; per me. - prosegue - Non conoscevo Marc, ma il suo talento era pi&ugrave; che ovvio.&rdquo; IL RAPPORTO CON MARQUEZ - Cos&igrave;, Marquez ed Hernandez sono cresciuti insieme e la complicit&agrave; &egrave; stata la chiave dei tanti successi ottenuti:&rdquo;nel 2011 era un ragazzo, - prosegue - oggi &egrave; un uomo. Ha acquisito esperienza e comprende meglio cosa sta succedendo intorno a lui, non solo nel box. La sua personalit&agrave; rimane la stessa, ma la sua passione &egrave; forte come il suo gusto per il lavoro e la formazione. Marc investe il 200% in ogni gara. Ora &egrave; semplicemente meno innocente di dieci anni fa. Per Marc, lo spirito della squadra &egrave; qualcosa di molto importante.&rdquo;Hernandez, crede che il merito delle tante vittorie, non sia soltanto quello del team, ma &egrave; soprattutto Marquez a dire la sua:&rdquo;&egrave; pi&ugrave; facile ottenere risultati quando si lavora per il miglior pilota del mondo. Marc non si arrabbia mai, ma se lo fa non incolpa mai la squadra. E quando affrontiamo problemi, &egrave; il primo a mantenere la calma.&rdquo; LE CRITICHE - Infine, Hernandez parla delle varie polemiche che ci sono state durante la stagione relative alla RC213V che nel caso di Jorge Lorenzo e Cal Crutchlow &egrave; stata additata come una moto molto difficile da guidare:&rdquo;Marc si lamenta degli stessi problemi degli altri piloti Honda, - conclude - la differenza &egrave; che sa come affrontarli. Questa &egrave; la sua grande forza. Non capisco perch&eacute; tutti ripetano ancora e ancora che &egrave; l'unico a ottenere risultati. Anche in Yamaha c'&egrave; un solo pilota veloce: Fabio Quartararo. Marc &egrave; il miglior pilota Honda semplicemente perch&eacute; attualmente &egrave; il miglior pilota della MotoGP.&rdquo;       

Il capotecnico del numero 93 in un'intervista ha parlato dei suoi rapporti con Marquez facendo un confronto anche con i piloti Yamaha

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