Dopo la vittoria di Valentino Rossi contro gli ex custodi della sua villa di Tavullia, il secondo round, in Appello, ha visto la sconfitta del nove volte iridato. A dare la notizia &egrave; &ldquo;Il Resto del Carlino&rdquo;, dopo che lo scorso 16 gennaio la sentenza della Corte di Appello di Ancona, ha dato ragione agli ex custodi che, a quanto pare, sono stati licenziati in modo illegittimo dal pilota. Rossi, dovr&agrave; quindi dare alla coppia, se tramite i suoi legali non decider&agrave; di andare in Cassazione, un totale di 34 mila euro, suddivisi tra l&#39;indennizzo per il licenziamento e le 10 mila euro di spese legali per il loro avvocato.  Come &egrave; iniziato il tutto  La faccenda risale al 2016, quando i due componenti della coppia moldava, a distanza di pochi giorni l&#39;uno dall&#39;altro vengono licenziati da Domus mea, ovvero la societ&agrave; che possiede la villa, di cui il pap&agrave; di Valentino, Graziano Rossi, &egrave; l&#39;amministratore unico. La motivazione del licenziamento &egrave; dovuta al fatto che la villa &egrave; stata messa in vendita.  Alla coppia, per&ograve;, non va gi&ugrave;, tanto che decide subito di impugnare il licenziamento, oltre a chiedere il pagamento degli straordinari, (qualcosa come 80 mila euro) ore extra che i due moldavi avrebbero impiegato per tenere in ordine la villa. L&#39;unica soluzione, quindi, &egrave; il tribunale. In primo grado, il Giudice d&agrave; ragione a Rossi, ma il legale dei moldavi ricorre in appello.  La sentenza della Corte d&#39;Appello  Adesso, dopo la sentenza della Corte d&#39;Appello di Ancona, la decisione &egrave; stata quindi ribaltata e a perdere, questa volta, &egrave; stato il Dottore che dovr&agrave; pagare una somma di 34 mila euro.  &ldquo;Il datore di lavoro Rossi Valentino &ndash; come si legge dalla decisione del Tribunale &ndash; &egrave; obbligato a riassumere ciascun appellante entro tre giorni o, in mancanza, a risarcire il danno versando a costoro idennit&agrave; pari a mensilit&agrave; sei per Unto e cinque per Jigan.&rdquo;  La fidanzata di Rossi tra le vallette di Sanremo 2020 - FOTO 

La Corte d&#39;Appello ha dato ragione agli ex custodi della villa di Vale e adesso Dottor Rossi dovr&agrave; pagare 34 mila euro per risarcirli

Valentino Rossi perde contro gli ex custodi: dovr&agrave; risarcirli

        E&rsquo; una questione annosa quella delle emissioni sonore intorno ai circuiti. Ultimamente erano stati proposti dei ricorsi nei confronti del Comune di Scarperia e San Piero, perch&eacute; avrebbe concesso all&rsquo;autodromo del Mugello delle autorizzazioni in deroga ai limiti massimi di emissioni sonore per l&rsquo;anno 2018. Secondo alcuni residenti che hanno presentato il ricorso al TAR, l&rsquo;autorizzazione sarebbe illegittima, non giustificata da idonee motivazioni e avrebbe pregiudicato i diritti costituzionali alla salubrit&agrave; dell&rsquo;ambiente ed alla salute dei residenti nelle vicinanze dell&rsquo;Autodromo. LA SENTENZA - Il TAR Toscana, con la sentenza n. 418/2019, ha respinto le accuse, ritenendo innanzitutto che le autorizzazioni de Comune di Scarperia all&rsquo;autodromo fossero state concesse nel rispetto dei principi di cui al D.P.R. n. 304/2001 in base ad un bilanciamento di interessi contrapposti: quello all&rsquo;esercizio dell&rsquo;impianto sportivo e quello dei residenti. Ma non solo: in questa sua sentenza, il TAR Toscana ha evidenziato diversi aspetti presenti nelle autorizzazioni non solo non danneggino i cittadini residenti vicino all&rsquo;Autodromo, ma addirittura li favoriscano! UN VOLANO PER LO SVILUPPO - &ldquo;Sono molto contento che il Tribunale abbia attestato la correttezza dell&rsquo;operato del Comune&rdquo;, ha dichiarato il Sindaco di Scarperia Federico Ignesti. &ldquo;Ci viene riconosciuto che abbiamo lavorato con professionalit&agrave; e a tutela anche di quei cittadini, un&rsquo;esigua minoranza, che vorrebbero far cessare l&rsquo;attivit&agrave; della Mugello Circuit Spa.. Per questa Amministrazione, l&rsquo;Autodromo &egrave; un valore aggiunto per la Toscana, per Firenze e, soprattutto, per il Mugello, con notevoli ricadute economiche e occupazionali nonch&eacute; importante volano per la promozione e lo sviluppo turistico ed economico del territorio. Questa sentenza ci mette tranquilli anche per le nuove autorizzazioni necessarie per la prosecuzione dell&rsquo;attivit&agrave; dell&rsquo;Autodromo e lo svolgimento delle prossime gare internazionali&rdquo;. La sentenza del TAR Toscana, infatti, traccia coordinate precise anche per quanto riguarda i futuri provvedimenti autorizzativi in materia di emissioni acustiche, in vista delle prossime manifestazioni motoristiche all&rsquo;Autodromo del Mugello. &nbsp;       

Il tribunale della Toscana ha respinto i ricorsi sulle emissioni sonore: &ldquo;l&rsquo;autodromo di Scarperia non danneggia i residenti, ma li favorisce&rdquo;

Il TAR: il circuito del Mugello è un valore aggiunto

C&rsquo;&egrave; un problema pi&ugrave; serio del reclamo contro la Ducati: deve cambiare il modo in cui vengono analizzate e approvate le soluzioni tecniche. Ed &egrave; ovvio che Danny Aldridge, il direttore tecnico, non pu&ograve; pi&ugrave; essere lasciato solo. Dall&rsquo;udienza di Ginevra emerge che in MotoGP le soluzioni sono approvate o rigettate in base allo &ldquo;scopo&rdquo; che viene dichiarato da chi propone. Insomma, alla maniera in cui l&rsquo;idea viene raccontata. &Egrave; emerso che l&rsquo;appendice in uso sulla Ducati genera carico &ndash; cosa gi&agrave; nota, peraltro &ndash; e cos&igrave; se qualcuno dichiara un intento e una finalit&agrave; (&laquo;Raffreddo le gomme!&raquo;) e poi vuole ottenere altro (generare un effetto aerodinamico) la passa liscia perch&eacute; vale lo &ldquo;scopo&rdquo; dichiarato... State attenti alle parole appena lette, perch&eacute; le ha pronunciate il direttore tecnico, Aldridge. Quindi il concetto &egrave;: se il carico aerodinamico &egrave; un effetto, diciamo, collaterale al raffreddamento della gomma, va bene lo stesso. Cos&igrave;, se in Argentina un costruttore vorr&agrave; montare l&rsquo;appendice per scopi aerodinamici, potr&agrave; farlo: basta che dichiari che servir&agrave; per raffreddare la gomma, anche se il vero motivo sar&agrave; un altro. Tanto, come si potr&agrave; verificare la sincerit&agrave; del dichiarante?!&nbsp; La Ducati ha il diritto di tenersi la vittoria &ndash; se c&rsquo;&egrave; chi le ha detto che poteva usare l&rsquo;appendice, il problema &egrave; risolto &ndash; ma resta il &ldquo;caso-Aldridge&rdquo;: come pu&ograve;, un direttore tecnico, dire che si &egrave; fidato della descrizione della Ducati? Un direttore tecnico non deve fidarsi di nessuno. Perch&eacute; la Legge &egrave; Legge, non un&rsquo;opinione. 

Il problema non &egrave; la Casa di Borgo Panigale, che fa il suo mestiere, ma chi permette che accadano certe cose

Caso-Ducati, il commento: qui perdono tutti

Ducati ha vinto. La tanto attesa sentenza della Corte d&#39;Appello della FIM le ha dato ragione. Doppi festeggiamenti, quindi, per la Casa di Borgo Panigale che vede, prima di tutto, confermata la vittoria di Andrea Dovizioso nel Gp del Qatar, e in secondo luogo ha avuto ragione sull&#39;appendice montata sulla ruota posteriore che &egrave; stata dichiarata regolare.  LA DECISIONE - La Corte d&#39;Appello della FIM, dopo che Honda, KTM, Suzuki e Aprilia avevano fatto ricorso in merito allo spoiler della Desmosedici giudicato da loro irregolare, ha constatato che invece, nonostante generi un indubbio carico aerodinamico, ha come scopo principale il raffreddamento della gomma posteriore. Questo, va quindi a confermare la versione degli ingegneri Ducati che da subito si erano difesi dalle accuse dei team proprio parlando in favore di questa funzione.  APPENDICI PER TUTTI - La decisione presa dalla Corte d&#39;Appello, che potrebbe essere impugnata ulteriormente da parte dei quattro Team che hanno la possibilit&agrave; di ricorrere al TAS entro 5 giorni, in realt&agrave; potrebbe giocare a loro favore. Anche loro infatti, se lo vorranno, potranno sviluppare questo stesso componente per le proprie moto.  &ldquo;PERDITA DI TEMPO&rdquo; - Intanto, poco dopo il verdetto della Corte d&#39;Appello, l&#39;amministratore delegato Ducati Claudio Domenicali ha commentato quanto accaduto attraverso un post su Twitter:&rdquo;Ducati &egrave; orgogliosa del suo ingegno, dell&#39;ingnegneristica italiana e della sua capacit&agrave; di innovare. Molte persone nelle ultime settimane hanno dichiarato che stavamo imbrogliando. Speriamo che ora facciano silenzio e cerchino di batterci in pista. In ogni caso, &egrave; un peccato che per ottenere questo risultato abbiamo dovuto spendere il nostro tempo e denaro con gli avvocati e rivelare ai concorrenti la nostra ricerca sul raffreddamento dei pneumatici.&rdquo; 

La sentenza della Corte d&#39;Appello ha deciso che l&#39;appendice montata sulla gomma della Desmosedici in Qatar era regolare

Ducati vince la battaglia, la FIM le d&agrave; ragione

        La sentenza &egrave; destinata a creare un precedente: il Tribunale di Firenze, infatti, ha condannato l'autodromo del Mugello a risarcire una famiglia che vive in una villa a pochi metri dall&rsquo;impianto sportivo, e che ha intentato causa al circuito per i "disagi" causati dall'elevato livello di rumorosit&agrave;.  Il risarcimento ammonta a &euro; 5.000 annui per ogni persona che abita nella villa, a partire dal 2013. Considerando che si tratta di quattro persone il totale &egrave; di &euro; 100.000, pi&ugrave; &euro; 7.000 di spese legali. La sentenza fa riflettere, se solo si considera che la villa in questione &egrave; stata acquistata negli anni Ottanta (come dichiarato dagli stessi proprietari durante il procedimento), e quindi molto dopo che l'autodromo era stato edificato. Ma, soprattutto, i proprietari della villa l'hanno adibita a Bed and Breakfast, ed &egrave; facile immaginare che se non ci fosse l'attivit&agrave; del circuito il Bed and Breakfast in quella collocazione non avrebbe lo stesso volume di affari. Omettiamo volontariamente il nome dell'attivit&agrave; - che altrimenti, paradossalmente, beneficerebbe pure della pubblicit&agrave;! - ma si tratta di una villa a ridosso del circuito. E' evidente che i clienti la prescelgono per la vicinanza con la pista.  Il Tribunale di Firenze ha perlomeno rigettato la domanda di risarcimento di danno alla salute, avanzato dai proprietari del bed and breakfast, ma ha comunque condannato l'autodromo del Mugello al risarcimento dei danni per il superamento dei limiti dei decibel consentiti (sono stati rilevati oltre 10 decibel in pi&ugrave;), sia pure solo per 28 giorni l'anno.  &ldquo;Rispetteremo la sentenza&rdquo;, commentano dall&rsquo;autodromo. "Prima, per&ograve;, valuteremo se impugnarla o meno".          

L'impianto di Scarperia dovr&agrave; risarcire i proprietari di un Bed and Breakfast a pochi metri dall'impianto: 5.000 euro l'anno a persona

5 risultati per 'sentenza'

Valentino Rossi perde contro gli ex custodi: dovrà risarcirli

Il TAR: il circuito del Mugello è un valore aggiunto

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Ducati vince la battaglia, la FIM le dà ragione

Il Tribunale condanna il Mugello per rumori molesti