KTM &egrave; partita con molto ottimismo per questa nuova stagione 2019, con l&#39;idea che il veterano Pol Espargar&ograve; e il nuovo acquisto Johann Zarco, fossero i piloti giusti per portare in alto il progetto austriaco. E se sullo spagnolo, Ktm non ha dubbi, dopo l&#39;ultimo Gp di Jerez, iniziano ad insinuarsi perplessit&agrave; sul pilota francese. A raccontare il suo punto di vista a Speedweek.com &egrave; stato il CEO Ktm Stefan Pierer che senza troppi giri di parole ha detto:&rdquo;Zarco &egrave; una grande delusione.&rdquo;  LA VICENDA &ndash; Da quanto riporta il giornale tedesco, sembra che, la situazione per Zarco si sia aggravata dopo che durante le prove libere del venerd&igrave; a Jerez, rientrato ai box, si sia fatto sfuggire qualche parola di troppo mentre era inquadrato dalle telecamere. Il francese avrebbe espresso il suo grande disappunto nei confronti del telaio della moto e di una &ldquo;power delivery&rdquo; apostrofando entrambe con la parola &ldquo;shit&rdquo;. Questo non &egrave; per niente piaciuto ai piani alti della casa austriaca tanto che, sempre nel weekend di Jerez, avrebbe ricevuto un messaggio molto chiaro dalla dirigenza nel quale gli veniva detto cosa &egrave; possibile e cosa non &egrave; possibile dire.  DELUSIONE &ndash; A raccontare il suo punto di vista &egrave; quindi Stefan Pierer, CEO Ktm che si sente deluso da come il francese si stia comportando in pista:&rdquo;molto positivo &ndash; ha detto a Speedweek - &egrave; che Pol &egrave; di buon umore, in buona salute e sta facendo un buon lavoro. Sono anche molto contento del nuovo arrivato Miguel Oliveira &egrave; andato avanti rapidamente con la Ktm nella classe Motogp. Ecco perch&eacute; abbiamo prorogato il suo contratto immediatamente. Una grande delusione, invece, &egrave; Johann. Mi fa davvero male, perch&eacute; lo abbiamo preso proprio perch&egrave; lui e Pol imparassero l&#39;un l&#39;altro. Ma &egrave; il contrario.&rdquo;  FUTURO INCERTO &ndash; Il CEO Ktm prosegue la sua intervista sempre pi&ugrave; dubbioso sull&#39;arrivo di Zarco che, a quanto pare, potrebbe non continuare a lungo a vestire i panni arancio della casa austriaca:&rdquo;Johann &egrave; venuto con l&#39;intenzione di supportare Pol in modo da poter arrivare al top con due piloti, ovvero dove vogliamo arrivare. Ma ora Pol &egrave; solo, e Zarco &egrave; un caso problematico che viene superato da un novellino (si riferisce a Oliveira). Ora c&#39;&egrave; solo da esserci o non esserci. Lo dico chiaramente: faremo tutto il possibile per portarlo avanti quest&#39;anno. Nuovo materiale &egrave; gi&agrave; stato dato a Zarco per soddisfare le sue richieste. Ma se questo non funziona, a fine stagione dovremmo prendere una decisione.&rdquo; 

<p>Sembra che il francese, durante il weekend spagnolo, abbia pronunciato parole poco belle nei confronti della moto, senza accorgersi che le telecamere lo stessero riprendendo</p> 

Guai in casa KTM, Pierer: &#39;Zarco &egrave; una grande delusione&#39;

KTM ne ha fatti di passi avanti da quando, nel 2012, ha presentato per la prima volta un team ufficiale nella categoria Moto3.  Un piccolo inizio che negli anni ha avuto i suoi sviluppi fino ad approdare alle categorie Moto2 e Motogp, dove ancora la Casa austriaca deve crescere, ma ha buone possibilit&agrave; di ottenere risultati.  A parlare di tutto ci&ograve; &egrave; stato Stefan Pierer, CEO KTM, in un&#39;intervista riportata da Speedweek.com dove non solo ha parlato della crescita della sua squadra, ma ha raccontato anche alcune curiosit&agrave; sul &ldquo;modus operandi&rdquo; di Ktm.  CHE SQUADRA! - Gi&agrave;, perch&egrave; come ha spiegato Pierer, il lavoro svolto all&#39;interno delle fabbriche KTM che riguarda tutto ci&ograve; che c&#39;&egrave; dietro la semplice gara motociclistica o automobilistica, non &egrave; solo un lavoro puramente tecnico, ma anche e soprattutto di &ldquo;appartenenza&rdquo; al marchio:&rdquo;ogni anno nel Gp d&#39;Austria, quasi la met&agrave; dei biglietti viene consegnata ai nostri dipendenti, ovvero 4500. - spiega Pierer a Speedweek.com - Questo Granpremio &egrave; per noi un&#39;occasione importante perch&eacute; vogliamo portare i nostri dipendenti, ma anche clienti e amici in pista e mostrare loro lo slogan&quot; Ready to Race &quot;. Le corse sono il DNA del nostro marchio: significano che devi prima scegliere una categoria, poi vedi ogni due settimane al Grand Prix ci&ograve; che manca alla tua moto. Invitando ogni anno 4.500 dipendenti da Mattighofen e Munderfing al GP di Spielberg, vedono quanto sia difficile il business MotoGP. Capiscono quindi che la pazienza &egrave; necessaria in questo business. Ma riconoscono anche che alla fine avremo anche successo nel Campionato del Mondo.&rdquo;  &ldquo;BISOGNA COMBATTERE CON I MIGLIORI&rdquo; - Gi&agrave;, perch&egrave; per il Ceo KTM e la sua squadra, l&#39;obiettivo &egrave; proprio questo, riuscire ad arrivare in alto anche nella classe regina del Campionato del Mondo Motogp, cos&igrave; come gi&agrave; sono in alto in tanti altri sport. Pierer, non si dimentica per&ograve; di come &egrave; nata la Casa austriaca:&rdquo;ho assunto la Ktm nel 1992, a quel tempo eravamo una piccola compagnia di motocicli fuoristrada. Allora avevamo 200 dipendenti e vendevamo 7.000 moto all&#39;anno. Ci siamo concentrati a lungo sulla scena fuoristrada, e c&#39;&egrave; voluto molto tempo per vincere la Dakar per la prima volta. Ben dieci anni. E ci sono voluti sette anni per dominare il campionato statunitense Supercross. E sono passati quasi 20 anni da quando abbiamo preso la decisione strategica di entrare nel mondo delle moto da strada. Ci &egrave; voluto un decennio perch&eacute; venissimo presi sul serio e accettati in questo mercato. Abbiamo sviluppato i prodotti giusti. Abbiamo appena terminato il nostro ottavo anno da record, vendendo per la prima volta pi&ugrave; di 261.500 motocicli. Quindi &egrave; chiaro: dovevamo dirigerci verso il mercato delle moto da strada. Alla fine, questo includeva la partecipazione al Campionato del Mondo MotoGP, perch&egrave; devi rischiare in pista e combattere con i migliori del mondo.&quot; 

<p>Il CEO KTM racconta il lungo percorso della Casa austriaca, parlando non solo dell&#39;arrivo in Motogp, ma anche di come tutti i membri dell&#39;azienda vivano l&#39;appartenenza al marchio</p> 

KTM, Stefan Pierer: &quot;In MotoGP per combattere con i migliori al mondo&rdquo;

La KTM arriver&agrave; in MotoGP nel 2017. Motosprint lo aveva anticipato da tempo (qui di seguito potete leggere i brani pi&ugrave; significativi dell&rsquo;intervista del nostro inviato Enrico Borghi a Pit Beirer, responsabile del racing KTM, pubblicata sul numero 19 in edicola a&nbsp; maggio). Ora arriva la conferma di Stefan Pierer, CEO KTM, al sito speedweek.com. Dall'intervista a Pit Beirer BASTA uno sguardo per capire che la disgrazia e la sofferenza non hanno cambiato Peter Beirer. Si muove con spiccato dinamismo, guarda la gente dritto negli occhi, accoglie tutti con il sorriso, sa cosa vuole e come ottenerlo. Perch&eacute; &egrave; un professionista serio e un interlocutore gioviale. S&igrave;, il capo del Racing KTM &egrave; rimasto lo stesso di quando &ndash; tra la seconda met&agrave; degli anni &lsquo;90 e l&rsquo;inizio dei 2000 &ndash; era uno dei pi&ugrave; forti crossisti del mondo. Nella primavera del 2003 Beirer, a 32 anni, era l&rsquo;uomo di punta della KTM nel mondiale cross 250. In ottobre il ragazzo tedesco non era pi&ugrave; un pilota ma un manager. La sua carriera agonistica, e gran parte della sua vita cos&igrave; come era abituato a viverla, erano state annullate da un volo terrificante conclusosi con un schianto agghiacciante: &laquo;&Egrave; stato un volo di 30 metri &ndash; ricorda &ndash; : atterrando ho colpito la schiena e la testa, un istante dopo ho sentito un brivido percorrermi tutto il corpo e in quel momento ho capito di essere rimasto paralizzato&raquo;. Era l&rsquo;8 giugno 2003, si correva il GP Bulgaria a Sevlievo.  La KTM perse uno dei suoi piloti di riferimento, ma quattro mesi dopo trov&ograve; un manager dalle doti inaspettate. Un ragazzo lucido e intelligente, che reag&igrave; con immutata determinazione: &laquo;Nella caduta ho battuto la testa, ho sub&igrave;to anche una lesione ai polmoni, andai in coma. Ho rischiato di morire. Grazie al mio carattere, ma forse anche perch&eacute; la gioia per essere rimasto vivo super&ograve; la disperazione per avere perso l&rsquo;uso delle gambe, mi inventai una nuova esistenza. E ho sempre ripetuto a me stesso che, tutto sommato, mi &egrave; andata bene cos&igrave;&raquo;.  Nei primi anni 2000 era gi&agrave; evidente che il livello di tecnologica della Casa austriaca stava crescendo a grandi passi &ndash;&nbsp; grazie ad investimenti oculati e alla formazione di un &ldquo;vivaio&rdquo; di ingegneri di altissimo livello &ndash; ma l&rsquo;opera venne poi completata con lo sviluppo di una gestione sportiva che in breve tempo &egrave; stata affidata proprio a Pit Beirer.  Oggi &egrave; il responsabile del Racing KTM, un&rsquo;organizzazione che produce successi in ogni campo: dal motocross iridato a quello americano, dall&rsquo;enduro ai rally, fino alla velocit&agrave;. E questo, forse, lo sanno in molti. Pochi invece sanno che lui &egrave; dietro anche al progetto Moto3 (come manager, ovviamente) che da due anni miete successi iridati, che nel 2013 ha vinto tutte le gare e che ha conquistato i primi quattro GP della nuova stagione.  QUALI SONO i progetti per la velocit&agrave;? &laquo;In primo luogo dobbiamo rafforzarci, perch&eacute; i nostri rivali stanno aspettando i nostri primi errori; dopo che abbiamo vinto tutte le gare del 2013 le cose sono cambiate, ora diamo fastidio e siamo sotto pressione. Quindi stiamo ampliando l&rsquo;organizzazione per i nostri clienti, che sono in aumento: in soli tre anni ci siamo ritrovati a gestire 12 moto e 7 motori, ed &egrave; un impegno notevole&raquo;.  La scelta di schierare in Moto3 anche il marchio Husqvarna rientra in questo ambito? Sei capo anche di questa attivit&agrave;? &laquo;La Husqvarna ha un suo responsabile e una sua attivit&agrave;, ma l&rsquo;azienda fa naturalmente parte della nostra famiglia e i due reparti corse sono comunicanti. Stefan Pierer, che ha acquistato il Marchio, vuole che le Husqvarna arrivino al livello di tecnologia delle KTM. Quindi adesso le due Moto3 sono identiche, per&ograve; vogliamo che i modelli abbiano identit&agrave; separate: piano piano la Husqvarna si distaccher&agrave; dalla KTM e presto o tardi diventer&agrave; anche un vero avversario. Ed &egrave; il nostro obiettivo, perch&eacute; vogliamo che nelle Husqvarna resti il DNA Husqvarna&raquo;.  Si dice che punterete pi&ugrave; in alto. Cio&egrave; anche alle cilindrate pi&ugrave; grosse. &laquo;S&igrave;, stiamo pensando di fare altri passi. Ci sono diversi progetti, stiamo preparando un piano di sviluppo&raquo;.  A met&agrave; degli anni 2000 la KTM ha sviluppato un V4 1000 per la MotoGP, che poi ha fatto qualche uscita con la KR. La MotoGP resta un obiettivo possibile? &laquo;La MotoGP &egrave; di sicuro uno dei nostri sogni, ma &egrave; un&rsquo;altra dimensione: si tratta di un campionato estremo, perci&ograve; bisogna arrivarci ben preparati. Ecco perch&eacute; prima di parlare di un piano concreto per la MotoGP bisognerebbe pensare alla Moto2. Noi vogliamo crescere, ma lo vogliamo fare in modo logico, facendo un passo alla volta, avanzando solo dopo avere consolidato una posizione&raquo;.   Siete un esercito in marcia, quindi. Ma in cosa consiste il progetto Moto2? &laquo;Abbiamo chiesto alla Dorna di valutare la possibilit&agrave; di aprire la Moto2 alle moto complete. Insomma, di &ldquo;liberalizzare&rdquo; il motore. Se questa categoria verr&agrave; aperta ad altre motorizzazioni, allora faremo una Moto2 perch&eacute; a noi interessa correre con il nostro motore. E penso che anche agli appassionati faccia piacere, vedere una sfida anche tra le Case. &Egrave; vero che la Moto2 offre un ottimo spettacolo, ma noi siamo interessati solo se possiamo costruire una moto intera perch&eacute; vogliamo fare esperienza&raquo;.  Esperienza per la MotoGP? &laquo;&Egrave; questo il nostro piano, un giorno. Ma non ci sembra il caso di saltare in MotoGP direttamente dalla Moto3. Invece dopo avere fatto il passaggio intermedio &ndash; sviluppare una nostra Moto2, quindi una moto completa &ndash; potremo occuparci della MotoGP&raquo;. Le mosse del futuro La KTM &egrave; un&rsquo;azienda importante,e lo dimostra facendo progetti ambiziosi in velocit&agrave; dopo avere conquistato un&rsquo;enorme fetta del mercato del fuoristrada. E infatti piace molto anche alla Dorna. Il promoter spagnolo sta disegnando il nuovo volto dei GP, per una rivoluzione da attuare in due anni, e fa affidamento anche sulla Casa austriaca che &egrave; gi&agrave; un partner strategico: supporta la Rookies Cup, &egrave; una delle colonne della Moto3 e, senza fare rumore (come &egrave; nel suo stile), ha gi&agrave; fatto intendere a Madrid che la fine del suo percorso prevede l&rsquo;approdo nella classe regina, passando per la Moto2. Del resto la KTM ha raggiunto un alto livello di tecnologia nel campo della meccanica e quanto all&rsquo;elettronica, sar&agrave; la Dorna a risolvere il problema (con l&rsquo;elettronica unica a partire dal 2016). Non a caso in Austria starebbero valutando un progetto che riguarderebbe l&rsquo;ingresso nella classe regina entro pochi (forse quattro) anni.  Ma, come spiega Pit Beirer, ora la KTM &egrave; molto attenta all&rsquo;evoluzione della Moto2 ed &egrave; infatti tra le aziende che chiedono la fine della regola del motore &ldquo;unico&rdquo; (fornito dalla Honda). Ci sta pensando anche la Dorna (perch&eacute; le Case danno maggiore personalit&agrave; al campionato) e, nell&rsquo;ambito dei cambiamenti che riguarderanno tutte le classi, le mosse del promoter spagnolo sembrano indicare che la strada sar&agrave; quella. Dal 2015 la Moto3 sar&agrave; aperta solo ai costruttori (quindi non pi&ugrave; ai telaisti) e dovrebbe accadere la stessa cosa per la Moto2 nella stagione successiva. Il 2016. Cio&egrave; in contemporanea con il nuovo format (elettronica unica e nuovo fornitore di pneumatici) previsto per la MotoGP.  Enrico Borghi

La conferma il CEO Pierer. Motosprint lo aveva scritto in maggio

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Guai in casa KTM, Pierer: 'Zarco è una grande delusione'

KTM, Stefan Pierer: "In MotoGP per combattere con i migliori al mondo”

La KTM in MotoGP nel 2017