        Pur essendo passato ormai oltre un decennio dalla sua ultima stagione completa come pilota professionista, Ruben Xaus ha sempre continuato a frequentare i paddock di tutto il mondo in svariate vesti, da quella di ambasciatore del team Go Eleven fino a quella di Team Manager del team Avintia in MotoGP. Ora, per&ograve;, per il pilota spagnolo sembra sia tornato il momento di rimettersi in gioco in prima persona con tuta e casco. BSB, Lee Jackson torna alle origini: al via del 2024 con Hawk Racing Xaus al via del King of the Baggers  Il classe '78 &egrave; infatti tornato in azione negli scorsi giorni nella &ldquo;Bagger Racing League&rdquo; salendo immediatamente sul podio e, soprattutto, preparandosi per l'impegno a tempo pieno del 2024, anno in cui sar&agrave; al via del King of the Baggers nel contesto del MotoAmerica. Un campionato che, complice il sempre crescente impegno di Harley-Davidson e Indian (presenti in maniera ufficiale con i propri team Factory) ed un ottimo livello dei piloti coinvolti, sta incuriosendo anche gli appassionati europei. La presenza in griglia di un altro volto noto come quello di Ruben Xaus, che seguir&agrave; cos&igrave; le orme di altri nomi altisonanti quali Ben Bostrom (presente nella prima edizione) e Jeremy McWilliams, render&agrave; la prossima annata della serie a stelle e strisce davvero imperdibile. Rivedremo un Ruben competitivo e affamato di vittorie come quello degli anni d'oro della SBK? SSP300 e non solo: doppio impegno per Bruno Ieraci nel 2024       

Grande protagonista della Superbike nello scorso decennio, il pilota spagnolo &egrave; tornato in azione con le baggers ed &egrave; pronto a rimettersi in gioco nel 2024

Il ritorno in gara di Ruben Xaus, pronto per il King of the Baggers

        Domenica 30 settembre 2001, il cielo di Imola era di un grigio che, scritto cos&igrave; potrebbe ispirarvi tristezza, in realt&agrave; risultava piacevole, perch&eacute; esaltava tutte le tinte che coloravano il debutto della SBK iridata al Santerno. Nell&rsquo;Autodromo Enzo e Dino Ferrari dominava un silenzio quasi assordante, battuto dall&rsquo;accensione dei motori a quattro tempi derivati di serie. Sulla linea di partenza venne rispettato un minuto di raccoglimento per ricordare le vittime di quel maledetto ma indimenticabile 11 settembre. New York, cos&igrave; distante, era rappresentata dai volti seri degli americani Colin Edwards e Ben Bostrom. La felicit&agrave; dei vincitori di tappa, Ruben Xaus e Regis Laconi, fece capire - ancora una volta - quanto lo sport fosse e sia messaggio di unione e di speranza a un mondo migliore.&nbsp;  Prossime gare SBK Xaus e la &ldquo;toilette&rdquo; di Imola: seconda vittoria in SBK nel 2001 Dopo l&rsquo;assenza di suoni per gli interminabili 60 secondi, le moto trovarono voce, previa accensione degli allora avviatori a spingere la ruota posteriore. Fu come un tuono: i bicilindrici Ducati, Aprilia e Honda con le proprie tonalit&agrave;, i quattro in linea Suzuki, Yamaha e Kawasaki &ldquo;fischiavano&rdquo;, baritonale il suono del tre cilindri Benelli. Ad un certo punto, un alto e corpulonto pilota vestito di Rosso lasciava la sua 996R nelle mani dei meccaninci Infostrada; ehi, ma dove cavolo sta andando Ruben Xaus? Tra pochi minuti scatta la prima manche... Semplice: lo spagnolo, vuoi per la forte emozione, aggiungiamo nell&rsquo;obiettivo di smaltire quanto bevuto precedentemente alla contesa, abbandon&ograve; per qualche istante l&rsquo;ottava posizione dello schieramento, dirigendosi verso il muretto di cinta a dividere tracciato e tribuna centrale. Un colpo secco alla zip della tuta in pelle e... via di pip&igrave;, esattamente contro il muro e davanti a migliaia di tifosi. Le telecamere non inquadrarano il giovane numero 11 che, fidatevi di chi era presente, urin&ograve; disinvolto, convinto e... veloce.  Evidentemente sapeva di aver passo da vittoria, a dispetto della scivolata accusata in Superpole. La Superpole quella vera, per intenderci. Infatti, grazie a ritmo indiavolato e sorpassi a dir poco rischiosi, riusc&igrave; a imporsi per la seconda volta nella stagione, che poi fu anche la seconda volta di carriera in SBK. Lo fece, presentandosi al box osservato dai pi&ugrave;: le carene della Ducati presentavano evidenti buchi e grattate, frutto delle esagerate pieghe esibite, con le quali releg&ograve; nomi piuttosto pesanti: oltre ai gi&agrave; citati statunitensi, menzioniamo l&rsquo;inglese Neil Hodgson, gli australiani Troy Corser e Troy Bayliss. A proposito, come si piazz&ograve; il neo campione del mondo? Male, perch&eacute; coinvolto in un incidente dal quale si rialz&ograve; con una clavicola fratturata. And&ograve; a terra pure il francese Regis Laconi, riscattotosi dopo poche ore.  Classifica piloti SBK Laconi e Aprilia in trionfo nella SBK di Imola 2001: tutti zitti! Chi sosteneva che la RSV Mille potesse trionfare solo per mezzo delle mani e incastrata tra le chiappe di Troy Corser, dovette ricredersi. S&igrave;, il team Virgilio Aprilia Axo aveva nel coccodrillo la prima punta, per&ograve; la &ldquo;spalla&rdquo; transalpina non era affatto male. A proposito di male, come avrete letto, Troy Bayliss lasci&ograve; il Santerno col braccio legato al collo. Che dolore! Per sua fortuna - e bravura - il titolo era gi&agrave; in cassaforte.  Quindi, l&rsquo;ultimo round stagionale si corse per onorare contratti e rispettare i tanti tifosi arrivati in circuito. Insomma, a Imola i piloti si divertirono, nel vero senso del termine. In un gruppo ricco di personalit&agrave; uniche. Regis Laconi non invidiava nessuno i quanto a doti da personaggio, crediateci, manetta destra. Magari peccava di emotivit&agrave;, tuttavia il francese di origine sarda spiccava per coraggio, rapidit&agrave; e talento.&nbsp; Lo dimostr&ograve; in Gara Due, affermandosi. L&rsquo;apparentemente troppo voluminosa nera di Noale gommata Dunlop era, invece, agile a m&ograve; di gatto affamato: in quel caso, di trippa ne fu mangiata dal nativo di Saint Dizier, mentre per gli altri... b&egrave;, il detto gi&agrave; lo conoscete. Perlomeno, dovreste averlo sentito da qualche parte. Le lacrime stridevano d'assurdo: nessuno come Regis affrontava i seguenti punti del tracciato: la Piratella e la discesa che porta alla Rivazza erano di sua propriet&agrave;. Certo, Laconi volava altrettanto nelle restanti parti di Imola, e il fotofinish lo inser&igrave; tra i grandi categoria, lanciandolo diretto in MotoGP. Sempre con e per Aprilia, sulla esageratamente tecnologica e poco compresa - dagli addetti ai lavori - RS Cube. P.S. Il pianto di Laconi pales&ograve; gioia e rabbia: per la serie "zitti tutti", posso vincere pure io. Sar&agrave; indetta una "asta speciale" per aiutare gli alluvionati dell'Emilia-Romagna        

Debutto mondiale per le derivate, con le vittorie di Ruben e Regis: l'urina dello spagnolo e il pianto del francese bagnarono il Santerno

Imola SBK 2001: la pipì di Xaus e le lacrime di Laconi

        Se si pensa al numero 11, uno dei primi nomi a cui lo si associa &egrave; sicuramente quello di Ruben Xaus, che proprio con l&rsquo;11 e il 111 &egrave; stato uno dei grandi protagonisti del mondiale Superbike nel primo decennio degli anni 2000, con anche un biennio passato in MotoGP. Lo spagnolo, classe &lsquo;78 e nativo di Barcellona, si &egrave; ormai ritirato dall&rsquo;attivit&agrave; agonistica con undici &ndash; ironia della sorte &ndash; vittorie all&rsquo;attivo in SBK e un podio nel Motomondiale, ma ha continuato a frequentare i paddock in diverse vesti, compresa quella di team manager. Abbiamo incontrato Xaus in occasione della presentazione del Team Go Eleven, squadra capitanata da Gianni Ramello e Denis Sacchetti di cui &egrave; stato il co-fondatore, nonch&eacute; primo pilota nell&rsquo;ormai lontano 2006. Dalla sua carriera ai temi di pi&ugrave; stretta attualit&agrave; riguardanti sia le derivate di serie che la MotoGP, ecco cosa ci ha raccontato in esclusiva. Xaus e il legame con Ducati   Ruben, tu hai un legame particolare con il Team Go Eleven: ci racconti come &egrave; nato? &ldquo;Il team &egrave; nato nel 2006, quando ho concluso la mia avventura in MotoGP e avevo bisogno di rilanciare la mia carriera in Superbike. Il nome richiama il mio numero di gara e il tutto nacque con Gianni Ramello e Marco Borciani, oltre al supporto di Ducati Cuneo; &egrave; un progetto che part&igrave; da zero, ma ora la squadra &egrave; una presenza fissa del Mondiale e sono orgoglioso di ci&ograve; che hanno ottenuto. Oggi sono ambasciatore del team e continuo ad aiutarli con la ricerca degli sponsor, oltre ad avere ancora un ottimo rapporto con Gianni&rdquo;. E poi &egrave; sempre un team della Ducati, marchio a cui sei molto legato... &ldquo;Esatto, da qualche anno &egrave; tornato alla Ducati dopo aver corso con altre Case come KTM e Kawasaki. Penso che il loro rapporto con l&rsquo;azienda ora sia ottimo, anche perch&eacute; quando si diventa legati a questo marchio &egrave; dura separarsi. &Egrave; vero: costa di pi&ugrave; rispetto ad altre moto, specialmente se sei un team satellite, ma hai la garanzia di avere un pacchetto tecnico competitivo con cui lottare per le posizioni di vertice&rdquo;. A proposito della Ducati, il 2022 per loro &egrave; stato davvero trionfale. Da ex pilota, come giudichi il lavoro di Borgo Panigale? &ldquo;Erano anni che la Ducati meritava il Mondiale, perch&eacute; ha compiuto un grande salto di qualit&agrave; in tutti i sensi, specialmente da quando &egrave; arrivato GIgi Dall&rsquo;Igna, che ha sempre avuto le idee chiare sulla direzione da prendere per sviluppare le proprie moto e renderle vincenti, spingendo spesso la concorrenza a inseguire adottando le loro stesse soluzioni tecniche. Non &egrave; un caso che sia in MotoGP che in Superbike siano diventati campioni e abbiano la moto migliore in griglia, anche se con questo ovviamente non voglio sminuire la bella stagione di Alvaro Bautista e Pecco Bagnaia, visto che entrambi hanno meritato il titolo mondiale guidando alla grande&rdquo;. Parlando della Superbike, quanto &egrave; cambiata rispetto a quando eri uno dei grandi protagonisti? &ldquo;Rispetto a quando correvo io, oggi &egrave; cambiata tantissimo. La differenza pi&ugrave; grande riguarda sicuramente l&rsquo;elettronica, visto che oggi &egrave; un componente fondamentale, mentre prima era soltanto una questione di sintonia tra moto e pilota, con quest&rsquo;ultimo che poteva fare forse anche pi&ugrave; differenza. Inoltre, una volta c&rsquo;era anche un maggior divario tra una moto e l&rsquo;altra dal punto di vista prestazionale, visto che c&rsquo;erano pi&ugrave; imprevisti e venivano montati freni e gomme di marchi differenti. Ora invece &egrave; tutto pi&ugrave; standardizzato, le strategie in gara sono importantissime e ci sono pi&ugrave; piloti e team in grado di lottare al vertice; non posso dire che sia meglio o peggio rispetto a qualche anno fa. &Egrave; soltanto diversa&rdquo;. Xaus: "Bayliss &egrave; stato il rivale pi&ugrave; tosto"   Pensando alla tua carriera, hai qualche rimpianto? &ldquo;S&igrave;, come penso ne abbia qualunque pilota. Sono felice di ci&ograve; che ho ottenuto nel corso della mia carriera visto che per tanti anni sono stato tra i protagonisti in Superbike, ho avuto l&rsquo;occasione di correre in MotoGP e ho guidato tante moto fantastiche. L&rsquo;unico vero rimpianto &egrave; quello di essermi trovato diverse volte nel posto giusto al momento sbagliato&rdquo;. Che cosa significa? &ldquo;In alcune occasioni ho avuto delle chances teoricamente vincenti, ma per una serie di vicissitudini non le premesse iniziali non sono state mantenute, come quando alla Suzuki salt&ograve; il progetto della TL1000 con cui avrei corso in Superbike o quando dovetti correre nell&rsquo;IDM per rilanciarmi prima di tornare in Supersport ed entrare nell&rsquo;orbita Ducati, o ancora quando corsi con la BMW il cui progetto era buono ma ancora acerbo. Come detto, per&ograve;, sono felice della mia carriera e guardo al passato con il sorriso&rdquo;. Hai vissuto in prima persona l&rsquo;epoca d&rsquo;oro di una SBK ricca di personaggi: chi &egrave; stato il rivale pi&ugrave; forte? &ldquo;Dico Troy Bayliss senza neanche pensarci. Ho condiviso la pista con piloti fantastici e fortissimi quali Ben Bostrom, Troy Corser, Regis Laconi, James Toseland, Neil Hodgson e Pierfrancesco Chili. Potrei continuare all&rsquo;infinito, ma Troy aveva qualcosa di diverso ed &egrave; anche il pilota da cui ho imparato di pi&ugrave;, perch&eacute; &egrave; stato il mio compagno di squadra quando sono arrivato in Superbike a soltanto 21 anni e mi ha insegnato molto in quelle prime stagioni pur essendo il pilota di punta della squadra&rdquo;. Oggi in Superbike si parla della questione riguardante il peso minimo moto-pilota: cosa ne pensi? &ldquo;Penso che introdurre un peso minimo non sia la soluzione giusta. Quando correvo io era il contrario, perch&eacute; se eri pi&ugrave; basso e leggero avevi meno controllo in sella, mentre ora sei pi&ugrave; aerodinamico, ma mi sembra impossibile creare una regola in grado di accontentare sia il Bautista che il Redding di turno. Una buona soluzione per livellare il tutto e avere un campionato equilibrato, invece, potrebbe essere l&rsquo;introduzione degli scarti, in modo da permettere a tutti i piloti di togliere i due-tre risultati peggiori evitando troppe polemiche&rdquo;. &nbsp; Ruben: "Troppe gare in MotoGP"  Un altro tema attuale &egrave; quello dell&rsquo;introduzione delle Sprint Race in MotoGP. &ldquo;Permetter&agrave; a piloti che non hanno nulla da perdere di lottare per le posizioni di alta classifica, essendo gare con meno giri in cui coloro che puntano al Mondiale cercheranno di non prendere troppi rischi per non compromettere la corsa principale della domenica, mentre gli altri potranno dare il tutto per tutto. Il problema riguarder&agrave; il numero di gare, perch&eacute; introducendo la Sprint Race a ogni Gran Premio, verranno corse oltre 40 manche e potrebbero diventare troppe sia per i team che soprattutto per i piloti, sottoposti a uno stress fisico e mentale senza precedenti&rdquo;. Pensi quindi che le gare siano diventate troppe&hellip; &ldquo;In un certo senso s&igrave;. Con tutte queste gare, aumenta anche il rischio di farsi male e di perdere tante corse essendo molto ravvicinate, compromettendo il proprio Mondiale. &Egrave; vero, ci sono anche pi&ugrave; chances di rimonta per i piloti, come accaduto nel 2022 con Bagnaia che ha vinto il titolo nonostante una prima parte difficile, ma il tempo per recuperare tra un weekend e l&rsquo;altro inizia a essere davvero poco&rdquo;. Nel recente passato, proprio in MotoGP, hai svolto anche il ruolo di team manager: com&rsquo;&egrave; stato? &ldquo;&Egrave; stata una bella esperienza. Ho lavorato con il Team Avintia e ci siamo tolti delle belle soddisfazioni nel corso delle ultime stagioni, ma &egrave; un ruolo davvero molto impegnativo. Tra i Gran Premi, i test, i viaggi in giro per il Mondo, il jet lag e i costi sempre pi&ugrave; alti, stava diventando sempre pi&ugrave; complicata e stare cos&igrave; spesso lontani dalla propria famiglia non &egrave; facile&rdquo;. Qual &egrave; il pronostico per la stagione alle porte? &ldquo;&Egrave; molto difficile, ma cos&igrave; su due piedi dico che Bagnaia e Bautista possono ripetersi quest&rsquo;anno. Pu&ograve; sembrare scontato visto che il campione in carica &egrave; sempre il favorito numero uno, ma vedo la Ducati nuovamente favorita sia in MotoGP che in Superbike. Quel che &egrave; certo &egrave; che assisteremo a una grande stagione, con tanti protagonisti in entrambi i campionati&rdquo;. SBK, Locatelli: "Non voglio copiare Toprak"       

Abbiamo incontrato lo spagnolo in occasione della presentazione del Team Go Eleven. Dalla sua carriera all'attualit&agrave; MotoGP e Superbike, ecco cosa ci ha raccontato&nbsp;

Esclusiva SBK, Ruben Xaus: "Vi racconto il mio amore per Ducati"

        Tra le special guest presenti all'evento di presentazione della stagione 2023 del team Go Eleven c'era anche Ruben Xaus, ex pilota spagnolo dagli ottimi trascorsi sia nel Motomondiale, sia soprattutto in Superbike, dove &egrave; diventato uno dei piloti simbolo di Ducati nella cosiddetta &ldquo;epoca d'oro&rdquo; delle derivate di serie. Ecco cosa ci ha detto, in esclusiva, a proposito dell'attuale SBK e dei temi pi&ugrave; attuali legati ad essa. SBK: tra certezze e scoomesse, chi sono i candidati al titolo? Xaus: &ldquo;La Ducati ha fatto la differenza nel 2022&rdquo;  &ldquo;Il titolo mondiale di Bautista &egrave; stato assolutamente meritato, ma ci&ograve; che pi&ugrave; mi ha colpito &egrave; stata la forza di Ducati, intesa come marchio e non soltanto come team ufficiale&rdquo;, spiega il classe '78. &ldquo;Hanno vinto il mondiale sia in MotoGP che in Superbike, ma hanno anche e soprattutto alzato l'asticella sotto ogni punto di vista, introducendo nuove soluzioni tecniche sulle loro moto e spingendo la concorrenza ad inseguirle e prendere spunto per stare al passo&rdquo;. &ldquo;Il lavoro di Gigi (Dall'Igna, ndr) &egrave; stato pazzesco in questi ultimi anni, specialmente durante la pandemia&rdquo;, prosegue l'ex pilota di Barcellona. &ldquo;Nonostante lo sviluppo dei motori fosse congelato, le novit&agrave; portate dal punto di vista dell'aerodinamica hanno creato nuovi standard. Inoltre, con le Ducati anche i team clienti riescono a lottare per le prime posizioni, confermando la bont&agrave; dei progetti della Casa bolognese&rdquo;. Da Petrucci a Gardner: livello stellare tra i rookie della SBK 2023 &ldquo;Introdurre il peso minimo non &egrave; la soluzione giusta&rdquo;   Non &egrave; poi mancato il punto di vista di Ruben sul tema del peso minimo moto-pilota, chiamato a gran voce da Scott Redding e non solo, che teoricamente potrebbe livellare le prestazioni tra piloti di diversa stazza: &ldquo;Secondo me non &egrave; la soluzione corretta, perch&egrave; &egrave; quasi impossibile trovare un criterio in grado di mettere tutti d'accordo. Pu&ograve; darsi che oggi i piloti pi&ugrave; leggeri abbiano un vantaggio, ma non &egrave; assolutamente una colpa&rdquo;. &ldquo;Quando correvo io in Superbike, era quasi l'opposto: se eri troppo basso o leggero, facevi molta fatica a guidare le moto dell'epoca e ogni tanto si sentiva la polemica al contrario&rdquo;, prosegue Xaus. &ldquo;Una buona soluzione, secondo me sarebbe quella degli scarti. Visto che si corrono tante gare, dare a tutti i piloti la possibilit&agrave; di togliere i due o tre risultati peggiori renderebbe la lotta al titolo pi&ugrave; incerta senza fare torti a nessuno. A ben pensarci, a me avrebbe fatto comodo una regola simile; non mi lamento della mia carriera, anzi, ma magari avrei vinto qualcosa in pi&ugrave;&rdquo;. Doppia punta MotoZoo in Supersport: Booth-Amos affianca Power       

Ospite alla presentazione del team Go Eleven, l'ex pilota spagnolo ci ha dato in esclusiva il suo punto di vista sulla SBK attuale: &ldquo;Difficile accontentare tutti, ma togliendo i risultati peggiori...&rdquo;

SBK, Ruben Xaus: “Il peso minimo? Meglio un campionato con gli scarti”

Che effetto fa avere Valentino Rossi come boss? Questa &egrave; la prima domanda fatta a Ruben Xaus, direttore sportivo del team Esponsorama Racing con moto Ducati. Lo spagnolo ha nel garage due Desmosedici; quella di Enea Bastianini e quella dipinta dai colori VR46, affidata a Luca Marini: &quot;Alla fine, il lavoro &egrave; sempre lo stesso - la sua risposta - portare avanti una squadra con due piloti giovani, ai quali affidare le Ducati. La situazione &egrave; particolare, perch&eacute; abbiamo nel team due livree diverse. I nostri piloti sono i primi classificati della Moto2, entrambi pronti all&#39;esordio nella Classe Regina. Sky VR46 &egrave; un Marchio che richiede tanto. Valentino ed il suo nome rappresentano un pi&ugrave;. Noi faremo il nostro lavoro. Cambia l&#39;immagine ma non la sostanza&quot;.  Quale &egrave; la qualit&agrave; giusta di Marini per la MotoGP e come si gestisce il suo debutto?  &quot;Luca merita la MotoGP, perch&egrave; &egrave; stato spesso secondo o terzo in Moto2. Marini ha tante qualit&agrave;, sa analizzare ogni cosa molto profondamente, aspetto che mi piace tanto. Lui &egrave; giovane e, anche se non lo sa, ha ereditato tanto da suo fratello. Da Valentino Rossi. Inoltre, ha un fisico adatto alla Classe Regina: nei trasferimenti di carico e con le gomme Michelin uguali per tutti, la potenza deve essere gestita bene. Questo pu&ograve; essere il suo segreto, noi gli daremo una mano&quot;.  Cosa possono fare due debuttanti come Marini e Bastianini?  &quot;Possono fare molto. Entrambi arrivano dalla Moto2 e necessitano di esperienza. I due avranno una velocit&agrave; molto simile, si portano dalla Middle Class la medesima esperienza. Loro hanno bisogno di imparare e credo che potranno crescere insieme e si daranno una mano. La volont&agrave; &egrave; di creare una squadra forte. Ho due piloti intelligenti, posso farlo&quot;.    Marco Bezzecchi: &quot;Sono pi&ugrave; uomo squadra che capitano e sogno il titolo&quot;  &nbsp; 

Ruben &egrave; il direttore sportivo Esponsorama Racing Ducati: &quot;Luca merita la MotoGP. Lui ed Enea Bastianini cresceranno insieme, dandosi una mano&quot;

MotoGP, Xaus: &ldquo;Anche se non lo sa, Marini ha preso tanto da Valentino&rdquo;

Continuano ad essere agitate le acque del mercato piloti nella classe regina ed oggi, direttamente dal paddock di Misano, in quella che &egrave; stata la prima giornata di prove libere, &egrave; arrivata una notizia da parte del team Ducati Avintia.  &ldquo;Bastianini con noi dal 2021&rdquo;   Ad anticiparla era stato Sky Sport MotoGP e oggi, attraverso le parole del team manager Ducati Avintia Ruben Xaus &egrave; arrivata la conferma: &ldquo;Zarco non sar&agrave; con noi l&#39;anno prossimo - ha detto a Motogp.com -, sono sicuro al 99% che Bastianini si unir&agrave; alla nostra squadra&rdquo;.  L&#39;attuale pilota Italtrans, in lotta in questo 2020 per il titolo iridato insieme a Luca Marini e Jorge Martin, quindi, far&agrave; il salto di categoria e andr&agrave; a prendere il posto di Johann Zarco che molto probabilmente passer&agrave; al team Ducati ufficiale o in Pramac.  Insieme ad Enea, almeno per la prossima stagione, correr&agrave; l&#39;ormai veterano del team Tito Rabat che gode di un contratto fino al 2021 e che il team Avintia sembra intenzionato a non rescindere.  &ldquo;Un&#39;occasione bellissima&rdquo;   A parlare di questa bella notizia, ai microfoni di Sky Sport MotoGP &egrave; stato lo stesso Bastianini dopo la fine delle FP2: &ldquo;Ho firmato con Ducati per il prossimo anno. Per me &egrave; un&#39;occasione bellissima che pochi piloti hanno avuto, quindi sono onorato. Ringrazio tutti, dalla famiglia ai miei meccanici. Abbiamo fatto tutti un grande lavoro e adesso ne raccogliamo i frutti. Oggi &egrave; una gran giornata&rdquo;.  Moto2 Misano, FP2: il pi&ugrave; veloce &egrave; Bastianini, futuro pilota Avintia Ducati 

Una notizia che aleggiava nell&#39;aria e che oggi ha trovato conferma. Bastianini: &quot;Un&#39;occasione bellissima che pochi piloti hanno avuto&quot;

MotoGP, Xaus: &ldquo;Zarco non sar&agrave; pi&ugrave; con noi nel 2021, al 99% arriver&agrave; Bastianini&rdquo;

        Ruben Xaus ha corso sia in MotoGP che nel mondiale Superbike, laureandosi vicecampione delle derivate dalle serie del 2003, alle spalle di Neil Hodgson. Quest&rsquo;anno collabora con l&rsquo;Avintia Racing team in MotoGP al fianco di Tito Rabat e Karel Abraham ma segue comunque con grande attenzione il mondiale Superbike, dove ha trascorso una lunga e importante parte della sua carriera, fino al 2011, anno del suo ritiro. Per questo, il pilota spagnolo ha rilasciato delle dichiarazioni a WorldSBK.com a proposito della lotta al vertice fra Jonathan Rea e Alvaro Bautista e ha sottolineato la differenza fra la prima e la seconda parte della stagione.&nbsp; LE MODIFICHE AL REGOLAMENTO - &ldquo;&Egrave; come se fossero stati due campionati diversi: c'&egrave; stata battaglia tra Bautista e Rea, dove uno &egrave; stato il dominatore assoluto nella prima parte di stagione&rdquo;, ha spiegato Ruben Xaus. &ldquo;Poi il regolamento ha imposto delle modifiche. Quando una moto funziona bene bisogna controllare il motore e limitare quella &lsquo;musica&rsquo; che ti permette di guidare con gusto&bull; Questo ha degli effetti nel modo di guidare e si ripercuote su tutto. La moto &egrave; meno competitiva, la pressione aumenta e anche la fame dei tuoi rivali di batterti diventa sempre pi&ugrave; intensa&rdquo;. IL FATTORE UMANO - Per questo, dopo essere stato il vincitore di tante gare all&rsquo;inizio del campionato, Bautista ha dovuto cedere la leadership nelle mani di Rea. A partire dal quarto round, infatti &ndash; l&rsquo;appuntamento di Assen &ndash; per regolamento Ducati ha dovuto ridurre i giri del motore di 250 rpm. Oltre al fattore tecnico, secondo Ruben Xaus anche quello psicologico conta molto. &ldquo;Rea ha imparato molto in questa prima parte di stagione,&nbsp;si &egrave; trovato in pista un rivale che non conosceva affatto...&rdquo;, spiega Xaus. &ldquo;&Egrave; stato il leader di questo campionato per quattro anni e all&rsquo;improvviso arriva uno e lo sorpassa... Quello che ha fatto Jonathan &egrave; stato imparare molto durante da queste gare, non si &egrave; innervosito, non &egrave; impazzito e questo gli ha permesso di restare l&igrave; in ogni momento riuscendo sempre ad essere il secondo miglior pilota in pista. E quando le moto si sono equilibrate secondo il regolamento, visti i risultati che stava ottenendo Alvaro, Johnny &egrave; tornato a vincere&rdquo;. LA PRESSIONE AUMENTA &ndash; Ruben Xaus ha analizzato finemente l&rsquo;aspetto piscologico che molto verosimilmente Bautista sta vivendo. &nbsp;&ldquo;Se sbagli una gara, inizi ad accusare la pressione e quando poi ne sbagli un&rsquo;altra e poi un&rsquo;altra ancora e inizi ad accumulare due, tre errori consecutivi inizi a pagarli cari. Soprattutto se il tuo principale rivale non fa mai errori e questo non pu&ograve; che attribuirsi all&rsquo;aspetto tecnico quando, per esempio, la moto non si comporta come vorresti o come faceva prima delle modifiche&rdquo;. Ruben Xaus, da pilota, aggiunge un&rsquo;altra considerazione importante. &ldquo;Non &egrave; che Alvaro faccia qualcosa di sbagliato, &egrave; che forse ora il vento sta soffiando in un&rsquo;altra direzione. I suoi rivali sono abituati a lavorare sotto pressione e stanno gestendo meglio la situazione. Agli occhi di un profano, sembra che Alvaro si sia dimenticato come andare in moto e 5 mesi fa sembrava che invece fosse Rea quello che non si ricordasse come guidare&hellip; tutto &egrave; amplificato rispetto a quello che &egrave; realmente&rdquo;. REA SI E&rsquo; SVEGLIATO &ndash; Secondo Ruben Xaus, con l&rsquo;arrivo di Bautista, Jonathan Rea ha dovuto impegnarsi di pi&ugrave;. &ldquo;Rea ha imparato che anche se vinci quattro titoli, non puoi dormire, si &egrave; dovuto svegliare, e come se l&rsquo;ha fatto!&rdquo;, dice Rea. &ldquo;Lo ha fatto lui, la sua squadra e la Kawasaki. Questo &egrave; stato un ottimo stimolo per non permettere alla Kawasaki di dormire. Prima potevano pensare &lsquo;se stiamo vincendo usando una sola mano, perch&eacute; fare dell&rsquo;altro&rsquo;, invece la prima parte di stagione &egrave; stato un bel colpo e gli ha resi tutti pi&ugrave; forti. Lo conferma Haslam che sembrava in grandi difficolt&agrave; sulla moto e invece si trova ora a stare davanti con una squadra competitiva&hellip;&rdquo; ASPETTANDO IL CORPO A CORPO - Con quattro round ancora da disputare, ci sono 81 punti tra Rea e Bautista e Xaus non si sbilancia su chi potrebbe essere il nuovo campione del mondo. &ldquo;Non si pu&ograve; mai dire, soprattutto adesso, con tre gare per Round e molti pi&ugrave; punti in palio ad ogni appuntamento. Pu&ograve; succedere di tutto, una caduta, un infortunio che non si augurano a nessuno per&ograve; sono situazioni che potrebbero verificarsi. Fino alla fine, non sapremo chi sar&agrave; il campione!&rdquo; conclude Xaus, che si augura anche di vedere un &ldquo;corpo a corpo in pista perch&eacute; non abbiamo ancora visto uno scontro diretto e duro tra loro&rdquo;. &nbsp;       

&ldquo;Il regolamento ha imposto delle modifiche. Quando una moto funziona bene bisogna controllare il motore e limitare quella &lsquo;musica&rsquo; che ti permette di guidare con gusto&rdquo;, spiega l&rsquo;ex pilota Ducati

SBK, Ruben Xaus: “Con Bautista, Rea si è dovuto svegliare”

        Potrebbero esserci grandi cambiamenti nella griglia di partenza della MotoGP del 2020, con il team Stop and Go attualmente schierato in Moto2 che punta a prendere il posto di Avintia Ducati e passare al marchio Suzuki. A rivelarlo &egrave; la testata Motorcyclenews.com, che ha recepito i rumors del paddock. Sembra anche che il team manager della Suzuki Davide Brivio abbia negato che la Casa giapponese sia pronta a lanciare una squadra satellite, ma ha ammesso che Dorna li sta spingendo ad aggiungere altre due moto alla loro scuderia non appena possibile. SYAHRIN: POSSIBILE FUTURO IN SUZUKI &ndash; I rumors parlano anche di trattative fra Hafizh Syahrin e Dorna sul suo futuro. Il pilota malese rappresenta il colossale mercato del Sud-Est asiatico sulla griglia di partenza e al momento sembra destinato a essere sostituito da Brad Binder nel team Tech 3 KTM, ma potrebbe costituire il pilota perfetto per la nuova squadra satellite di Suzuki.In passato Suzuki ha espresso interesse a gestire una squadra satellite per agevolare lo sviluppo del GSX-RR. Ad un certo momento sembrava che il progetto potesse decollare con il team Marc VDS, fin quando &egrave; scoppiata la guerra civile all'interno della squadra.IL TEAM SATELLITE NEL 2021 - "Vogliamo fare una squadra satellite e ci abbiamo provato, ma non c'&egrave; possibilit&agrave; per il 2020. Lo diciamo da alcuni anni, ma ora sembra che dovremmo provare di nuovo a farlo per il 2021&rdquo;, ha dichiarato Davide Brivio a Motorcyclenews. &ldquo;Vorremmo davvero farlo, ma abbiamo risorse limitate e abbiamo bisogno di organizzare una struttura adeguata. Scegliere il partner giusto &egrave; un altro problema, ma quando decideremo di fare una squadra satellite vedremo se ci saranno alcune squadre interessate. Forse il prossimo anno dovremo lavorare su questo obiettivo per il 2021&rdquo;, ha aggiunto Davide Brivio."Non c'&egrave; stata una reale pressione da parte di Dorna per avere quattro moto, ma di sicuro hanno messo in chiaro che sarebbero contenti se le avessimo&rdquo;, spiega ancora Brivio. &ldquo;Immagino che se decidessimo di farlo, proverebbero a supportarci, come hanno sempre fatto ". AVINTIA: POSSIBILI CAMBIAMENTI - Anche in Avintia stanno cercando un accordo migliore per il 2020, e il direttore sportivo del team Ruben Xaus ha dichiarato che stanno cercando un pilota in Moto2 e stanno studiando partnership con altre Case per quando il loro attuale accordo Ducati sar&agrave; terminato. L&rsquo;accordo potrebbe essere anche con Suzuki."La prima opzione &egrave; Ducati perch&eacute; abbiamo un buon rapporto con loro. Ho corso con Ducati per molto tempo, quindi conosco il loro DNA&rdquo;, ha dichiarato Ruben Xaus a MotoGP.com. &ldquo;Ma, come sempre, ci sono situazioni in corso nel paddock e altre opzioni sono gi&agrave; sul tavolo. Ma per il momento abbiamo un contratto per due anni. Una cosa &egrave; certa: faremo una buona scelta. A proposito di piloti&hellip; ci sono due o tre giovani della Moto2 che stiamo tenendo d&rsquo;occhio, sperando di averne uno a bordo entro due anni&rdquo;, ha concluso Xaus. &nbsp;       

&ldquo;Vogliamo fare una squadra satellite e ci abbiamo provato, ma non c'&egrave; possibilit&agrave; per il 2020. Forse dovremo lavorare su questo obiettivo per il 2021&rdquo;, dice Davide Brivio &nbsp;

MotoGP: team Suzuki satellite in arrivo?

L&rsquo;accordo fra Ducati e Alvaro Bautista, con l&rsquo;approdo di quest&rsquo;ultimo nel mondiale Superbike, sta facendo parlare molto. Ad esprimere il loro parere, anche due protagonisti del campionato di qualche anno fa: Carlos Checa e Ruben Xaus.   &nbsp;  Carlos Checa: &ldquo;Serve avere qualcosa in pi&ugrave;&hellip;&rdquo; - Carlos Checa riveste molta importanza sia nella storia di Ducati che del mondiale Superbike, in quanto &egrave; stato l&#39;ultimo pilota spagnolo a vincere il titolo e ha avuto successo sia in MotoGP che con le derivate di serie. Dopo aver vinto il titolo nel 2011 con Ducati, il pilota di Barcellona ha ancora un rapporto speciale con Borgo Panigale, ed &egrave; entusiasta della notizia che il suo connazionale sar&agrave; nel box rosso nel 2019.  &nbsp;&ldquo;Penso che sia una grande notizia! Per fare bene nelle corse, serve la motivazione, e con un campionato nuovo, nuova moto, gomme nuove, squadra nuova, circuiti diversi, sar&agrave; un nuovo inizio. Dopo 16 anni, &egrave; pi&ugrave; facile capire quale sia una buona opportunit&agrave; e sapere qual &egrave; la giusta direzione da seguire&rdquo;, ha dichiarato Carlos Checa a WorldSBK.com.  &ldquo;Penso che abbia bisogno di abituarsi al formato delle due gare, al nuovo calendario, ai nuovi rivali, alle nuove squadre e questo pu&ograve; richiedere del tempo. Ma con l&rsquo;ambizione giusta e se riesce a dimenticare il mondo che lo circonda, potrebbe essere un potenziale candidato per il titolo&rdquo;.  Checa ha parlato anche delle principali differenze fra il mondiale Superbike e la MotoGP.  &quot;Nel WorldSBK hai due gare ma la moto &egrave; forse un po&#39; pi&ugrave; facile, in quanto &egrave; tecnicamente meno regolamentata. Ma raggiungere il limite, e raggiungere gli stessi livelli dei tuoi rivali non pu&ograve; arrivare da un giorno all&#39;altro. Quindi &egrave; necessario trovare la squadra giusta, con le persone giuste e crescere, e cercare di costruire quella fiducia che pu&ograve; darti qualcosa in pi&ugrave; rispetto agli altri&quot;, ha concluso Carlos Checa.  Ruben Xaus: &ldquo;Essere ufficiali &egrave; sempre un vantaggio&rdquo;. Ruben Xaus ha concluso a podio sia nel mondiale Superbike che nella MotoGP.  &ldquo;Nel mio caso, &egrave; stato diverso: sono arrivato senza esperienza, avevo 20 anni quando sono entrato a far parte del team ufficiale della Ducati nel Mondiale Supersport, ero sotto la pressione di essere nel team ufficiale. Ma per me &egrave; stato magico lavorare con Ducati: &egrave; qualcosa di interessante ed eccitante, &egrave; sempre un vantaggio essere ufficiali, spero che il suo debutto sia buono come il mio&quot;, ha detto Xaus a WorldSBK.com.  Anche secondo Ruben Xaus, gi&agrave; il prossimo anno Bautista potr&agrave; dire la sua.  &ldquo;Se continua con lo stesso ritmo, non sar&agrave; fuori dal podio o dalle posizioni in lotta per il podio in nessuna delle gare&quot;, dice Ruben Xaus.   &quot;Il titolo &egrave; una parola grossa: andr&agrave; bene in fretta, ma &egrave; difficile affrontare la pressione: puoi vincere una gara, ma &egrave; importante sapere quando devi correre in modo sicuro per ottenere punti. Quando non c&#39;&egrave; pressione, &egrave; pi&ugrave; facile: ma deve ricordare che anche quando la Ducati non andr&agrave; bene, dovr&agrave; comunque prendere punti&quot;, conclude Xaus. 

&quot;In un campionato nuovo, con gomme nuove, squadra nuova e circuiti diversi, avr&agrave; un nuovo inizio&quot;, dice Checa. &quot;Gli auguro che il suo debutto sia buono come il mio&quot;, dice Xaus

SBK: Checa e Xaus promuovono Bautista

La stagione 2015 vedr&agrave; il debutto del Cat Bike Exit Team, che prender&agrave; parte al Mondiale Supersport con gli spagnoli Marcos Ramirez e Nacho Calero nonch&eacute; al Campionato Europeo Superstock 600 con l&rsquo;argentino Ezequiel Iturrioz.  La squadra &egrave; stata presentata alla stampa a San Cugat de Valles, cittadina situata non lontano da Barcellona, con la presenza sul palco anche del team manager Jordi Villares e dall&rsquo;undici volte vincitore di gara nel Mondiale Superbike Ruben Xaus, che seguir&agrave; il team attraverso la sua azienda AndMove management.  La compagine spagnola potr&agrave; inoltre contare sull&rsquo;aiuto diretto del Team Go Eleven, quest&rsquo;ultimo da anni impegnato nelle due categorie e, dal 2015, presente anche nella griglia del Mondiale Superbike. Presenti all&rsquo;evento i due fratelli Checa, Carlos e David, e Joan Lascorz.  Lo scorso anno Ruben Xaus era gi&agrave; interessato ad un progetto e sapevo cosa era in grado di offrire", ha detto Nacho Calero. "Il team gi&agrave; di per s&eacute; &egrave; buono, ma con il suo apporto l&rsquo;appeal &egrave; cresciuto notevolmente. L&rsquo;obiettivo per quanto mi riguarda &egrave; quello di restare in zona punti, e far&ograve; il possibile affinch&eacute; ci&ograve; avvenga.&rdquo;  &nbsp;&ldquo;Lo scorso anno ho corso tre gare nella Coppa di Spagna e mi sono allenato duramente durante l&rsquo;inverno", ha detto Marcos Ramirez. "Correre in Moto3 (nel campionato spagnolo) stava diventando un po&rsquo; difficile, viste le dimensioni contenute della moto, e credo che potr&ograve; essere competitivo in sella ad una 600cc, lo sono gi&agrave; stato nonostante il deficit a livello di esperienza. Credo che, verso met&agrave; stagione, sar&ograve; in grado di lottare per dei risultati importanti.&rdquo;  Calero e Ramirez avranno l&rsquo;occasione di provare la nuova moto tra due settimane, in occasione dei test ufficiali di Phillip Island, in programma poco prima del round di apertura della stagione.  Assente alla presentazione Ezequiel Iturrioz, impegnato a chiudere la sua preparazione in madrepatria visto il mese e mezzo in pi&ugrave; a disposizione prima del debutto stagionale, che avverr&agrave; il prossimo 11 aprile ad Aragon.

La formazione spagnola pronta alla sfida nel Mondiale Supersport ed in Superstock 600

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