        Franco Morbidelli non c'&egrave;, e ci dispiace davvero tantissimo. Vorremmo e potremmo parlare di un top rider della MotoGP ma, al momento siamo costretti a limitarci sulla sua difficile e negativa stagione 2022, nella quale le soddisfazioni (di risultato) mancano, e le insoddisfazioni (di classifica) aumentano. Attualmente diciannovesimo con 31 punti raccolti in 18 gare, l'italo-brasiliano non rispecchia il reale valore di cui &egrave; dotato. Morbidelli e il titolo avvicinato nella MotoGP del 2020  Stiamo parlando di un corridore che compir&agrave; 28 anni il prossimo 4 dicembre, capace gi&agrave; di vincere gare e titolo nella classe Moto2, Gran Premi in MotoGP, avvicinando l'impresa massima nel 2020, campionato inficiato dalla pandemia e rivisto pi&agrave; volte nel calendario. In quella stagione, Morbidelli era schierato dal team Petronas Yamaha, formazione satellite correlata a Iwata. Il suo compagno di box si chiamava - e si chiama - Fabio Quartararo. Malgrado le quotazioni ricadessero perlopi&ugrave; sul francese, Franco fece meglio di El Diablo, imponendosi in tre gare e salendo sul podio in ulteriori due occasioni.&nbsp; Furono risultati a sfiorare la titolazione iridata, perch&eacute; Joan Mir concluse in vetta con solo 5 punti in pi&ugrave;. Sulla testa del numero 20 pesarono diversi inconvenienti tecnici, altrimenti le cose sarebbero andate diversamente. Altro fattore strano, nonostante l'ottavo posto finale, Fabio venne promosso ufficiale. Franco dovette attendere la met&agrave; del 2021. Il Morbido e la Yamaha ufficiale: mmm...  Come dicevamo, il Morbido agognava, giustamente, una investitura ufficiale. I tempi erano maturi, i piazzamenti ottimi, l'esperienza incamerata anche. Invece, la sua partenza avvenne ancora col team Petronas, e una M1 non aggiornata. In pratica: mentre Valentino Rossi aveva la Yamaha 2021 e relative evoluzioni, Franco no. Vabb&egrave;, a dispetto di ci&ograve;, il nativo di Roma con radici brasiliane fece meglio del nove volte iridato, poi per&ograve; si infortun&ograve; al ginocchio ginocchio sinistro durante una sessione di allenamento, saltando cinque Gran Premi consecutivi. Fu quindi operato e, attenzione, torn&ograve; in sella a una quattro cilindri dei tre diapason, nel frattempo diventata Factory. Perch&eacute; da Misano alla fine della stagione, Franky condivise il garage Monster Energy con Fabio Quartararo, concretizzando uno degli obiettivi di carriera. C'erano le premesse per costruire un solido 2022, per&ograve; qualcosa &egrave; venuto a mancare. Dal capotecnico di fiducia - Ramon Forcada rest&ograve; in Yamaha SRT - al feeling instaurato con la M1. Quasi ultimo no: questo non &egrave; il Morbidelli che conosciamo  D'accordo, il tormentone dell'anno dice che la Yamaha sia inferiore. Inferiore a chi? Alla Ducati? Probabilmente tutte le moto diverse dalla Desmosedici GP22 sono "inferiori" alla Ducati. Quindi Aprilia, Honda, KTM, Suzuki e... la M1. Per&ograve;, va detta una cosa: se "inferiore" intediamo i relativi valori di potenza e velocit&agrave; in rettilineo, allora s&igrave;. Altrimenti, dipende. Pare che la quattro cilindri a scoppi irregolari di Iwata abbia caratteristiche assolute, invidiate dale concorrenti. Per esempio, l'erogazione morbida, sincera e regolare. Oppure, capacit&agrave; di precisione in piega da riferimento. Altro ancora, la fedelt&agrave; di copiare giro dopo giro le medesime traiettorie. Mica poco, Signori. Mica poco. Nonostante il discorso, Quartararo soffre, le prende, perde la vetta del mondiale. Il compagno di box - Franco - fa pure peggio: a Phillip Island lo avete visto? No, perch&eacute; troppo arretrato. Ora, va bene che anche El Diablo stia arrancando, va bene che Morbidelli sia il secondo pilota del team, ma non veniteci a dire che il miglior risulato da settima posizione e 9 punti conquistati siano il vero valore del protagonista di questo pezzo.       

<p>Il forte e simpatico italo-brasiliano &egrave; l'ombra di se stesso: la Yamaha palesa evidenti limiti, ma il numero 21 &egrave; lontano parente del pilota che vinse gare, contentendo il titolo a Joan Mir due stagioni orsono</p>

Morbidelli, che ti succede? Non sei il Franco della MotoGP che conosciamo

        E' stata una presentazione importante quella avvenuta a Jakarta, quando in Italia era notte, per il team Yamaha Monster. Un nuovo inizio, non solo per una nuova stagione, ma anche un &ldquo;reset&rdquo; per ripartire con buone intenzioni e tanta grinta. Ed &egrave; proprio quello di cui Valentino Rossi ha parlato i microfoni di Sky subito dopo lo svelamento della livrea nero-blu dell'M1 versione 2019. ASPETTI TECNICI E NON &ndash; Intanto, a colpo d'occhio la nuova livrea presenta due colori principali, il nero e il blu che a Dottor Rossi piacciono molto: &ldquo;la moto &egrave; bella &ndash; ha detto - e molto aggressiva con il nero e blu, &egrave; un po' una moto interista quindi mi trovo a mio agio. Adesso vediamo come andr&agrave; perch&egrave; dopo domani iniziano i test. Quella del 2018 &egrave; stata una stagione difficile, ci aspettavamo di pi&ugrave; quindi l'obiettivo di quest'anno &egrave; essere pi&ugrave; competitivi rispetto all'anno scorso e naturalmente cercarcheremo di lottare per vincere.&rdquo; Vale ha parlato ovviamente di quelli che fino ad oggi sono stati i punti deboli della Yamaha e si sente ottimista per questo nuovo inizio di stagione, pur sapendo che resta ancora qualcosa da risolvere:&rdquo;abbiamo parlato a lungo con gli ingegneri giapponesi, so che hanno lavorato questo inverno e la chiave di svolta sono sempre le gomme, bisogna cercare di fare una moto che consumi meno le gomme e che le faccia lavorare bene, ovvero dove abbiamo sofferto nell'ultimo periodo. Vediamo e speriamo, ci sono tante cose da provare nei prossimi test.&rdquo; GLI AVVERSARI &ndash; Intanto, da vedere a Sepang, saranno tutti i nuovi cambiamenti all'interno dei vari box, tra nuovi piloti e nuovi team:&rdquo;in questo primo test &ndash; ha proseguito Rossi - non mi aspetto di aver recuperato tutto il gap con Honda e Ducati, ma sar&agrave; comunque importante vedere se siamo riusciti a recuperare un p&ograve; e se stiamo lavorando nella direzione giusta.&rdquo; Ma come primo avversario, Vale ha parlato proprio del suo compagno di box, Maverick Vinales, pi&ugrave; giovane e con tanto potenziale:&rdquo;collaboro molto con il mio compagno di squadra, i due team lavorano insieme, guardo come lavora Vinales, provando a imparare qualcosa, Maverick &egrave; forte e corre in modo molto preciso, &egrave; positivo avere due team di alto livello, perch&eacute; possiamo entrambi migliorare.&rdquo; E I 40 ANNI &ndash; Ovviamente, arrivato alla soglia dei 40 anni, Valentino non pu&ograve; sfuggire alle domande relative alla sua &ldquo;veneranda&rdquo; et&agrave; come pilota di Motogp. Domande alle quali il Dottore risponde sempre con molta ironia, ma anche saggezza, senza nasconde che quello che pi&ugrave; vorrebbe &egrave; trovarsi nella massima categoria a gareggiare con suo fratello Luca Marini che attualmente corre in Moto2: &ldquo;40 anni cominciano ad essere molti, - ha concluso - soprattutto se sei un pilota di motogp ma penso che in futuro anche altri piloti correranno pi&ugrave; a lungo. Per essere qui non &egrave; facile, bisogna impegnarsi molto, allenarsi senza mai perdere il ritmo, non lasciare niente al caso. Vorrei tanto riuscire a chiudere la carriera correndo con Luca in Motogp.&rdquo;       

Valentino parla della nuova Yamaha e del suo futuro di pilota alle porte dei quarant'anni: "cominciano ad essere molti"

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