MotoGP: le PAGELLE dei test di Losail

MotoGP: le PAGELLE dei test di Losail

Il Sole tramonta su Losail e la stagione dei test precampionato è finita. Tanti piloti e tante Case hanno mostrato (o sono parse mostrare) un potenziale enorme, e sono numerosi i piloti che possono legittimamente ambire a un successo di GP. Ma per il Mondiale, il ritorno di Marc Marquez verso una condizione fisica accettabile rischia di chiudere la porta a molti rivali. Attenzione però alla Ducati e Andrea Dovizioso – serve capire quanto stiano bluffando – e alla progressione di Maverick Vinales

di Mirco Melloni

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Maverick Vinales 8 – Ha ritrovato la M1 che voleva, i cambiamenti iniziati con il GP Thailandia hanno restituito al catalano prestazioni, fiducia e certezze. In dieci giornate di test ha guidato il gruppo ben cinque volte. E a Losail, pista storicamente favorevole alla Yamaha (che qui ha vinto nel 2015, 2016 e 2017 con tre piloti diversi e lo scorso anno ha fatto la pole), Vinales si è confermato. Ma non è ancora soddisfatto: «<em>Serve più accelerazione</em>».
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Maverick Vinales 8 – Ha ritrovato la M1 che voleva, i cambiamenti iniziati con il GP Thailandia hanno restituito al catalano prestazioni, fiducia e certezze. In dieci giornate di test ha guidato il gruppo ben cinque volte. E a Losail, pista storicamente favorevole alla Yamaha (che qui ha vinto nel 2015, 2016 e 2017 con tre piloti diversi e lo scorso anno ha fatto la pole), Vinales si è confermato. Ma non è ancora soddisfatto: «Serve più accelerazione».
Fabio Quartararo 8 – Terzo in 54”9 e poi secondo in 54”4, ancora prima di debuttare nel Mondiale in top class il francese ha già fatto alzare più di un sopracciglio. L'adattamento alla Yamaha procede nel modo giusto, e lui mostra di non avere timori reverenziali. Lascia il Qatar alle spalle di un solo pilota: Maverick Vinales. 
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Fabio Quartararo 8 – Terzo in 54”9 e poi secondo in 54”4, ancora prima di debuttare nel Mondiale in top class il francese ha già fatto alzare più di un sopracciglio. L'adattamento alla Yamaha procede nel modo giusto, e lui mostra di non avere timori reverenziali. Lascia il Qatar alle spalle di un solo pilota: Maverick Vinales. 
Alex Rins 7,5 – Non ingannino i tempi di lunedì: lo spagnolo della Suzuki ha chiuso con il terzo posto assoluto sui tre giorni e ha mostrato, come a Sepang, che la propria forza non è nemmeno sul giro secco, ma sulla durata. Il binomio Rins-Suzuki è già una realtà pronta per l'assalto alla vittoria. 
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Alex Rins 7,5 – Non ingannino i tempi di lunedì: lo spagnolo della Suzuki ha chiuso con il terzo posto assoluto sui tre giorni e ha mostrato, come a Sepang, che la propria forza non è nemmeno sul giro secco, ma sulla durata. Il binomio Rins-Suzuki è già una realtà pronta per l'assalto alla vittoria. 
Marc Marquez 7,5 – È arrivato in Qatar con parecchie incognite legate alle condizioni della spalla, torna a casa con una valigia carica di certezze. «<em>Sono tornato a divertirmi alla guida</em>» e «<em>Ho guidato senza pensare alla spalla</em>» sono le frasi che raccontano i test di Marc. Il segnale del ritorno al top non è il terzo tempo di lunedì, ma le due cadute: è tornato a cercare il limite...  
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Marc Marquez 7,5 – È arrivato in Qatar con parecchie incognite legate alle condizioni della spalla, torna a casa con una valigia carica di certezze. «Sono tornato a divertirmi alla guida» e «Ho guidato senza pensare alla spalla» sono le frasi che raccontano i test di Marc. Il segnale del ritorno al top non è il terzo tempo di lunedì, ma le due cadute: è tornato a cercare il limite...  
Jorge Lorenzo 7 – Per essere un pilota alla prima uscita del 2019, non se l'è cavata male. La Top 5 sul giro secco è incoraggiante («<em>Ma sul passo è ancora lontano e se guidi una Honda devi stare là davanti</em>» l'ha punzecchiato Marquez) visto che in 48 ore ha tolto tre secondi al proprio crono. Il polso operato un mese fa non va male, il problema è il solito: l'ergonomia, anche se Jorge assicura che con la Ducati l'inizio era stato più difficile.   
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Jorge Lorenzo 7 – Per essere un pilota alla prima uscita del 2019, non se l'è cavata male. La Top 5 sul giro secco è incoraggiante («Ma sul passo è ancora lontano e se guidi una Honda devi stare là davanti» l'ha punzecchiato Marquez) visto che in 48 ore ha tolto tre secondi al proprio crono. Il polso operato un mese fa non va male, il problema è il solito: l'ergonomia, anche se Jorge assicura che con la Ducati l'inizio era stato più difficile.  
   Franco Morbidelli 7 – Ha chiuso bene, con il sesto tempo di lunedì a pochi millesimi da Valentino Rossi e Jorge Lorenzo, una sessione in cui non tutto è andato per il verso giusto. E in cui il compagno di team Fabio Quartararo ha viaggiato fortissimo. Ma essere la peggiore M1 e piazzarsi in seconda fila virtuale, non è un brutto passo…  
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Franco Morbidelli 7 – Ha chiuso bene, con il sesto tempo di lunedì a pochi millesimi da Valentino Rossi e Jorge Lorenzo, una sessione in cui non tutto è andato per il verso giusto. E in cui il compagno di team Fabio Quartararo ha viaggiato fortissimo. Ma essere la peggiore M1 e piazzarsi in seconda fila virtuale, non è un brutto passo…  
   Danilo Petrucci 6,5 – Aveva lasciato Sepang con il record della pista, esce dal Qatar forse con tante certezze che però non ha mostrato in pista. L'impressione è che non abbia cercato la prestazione, ma a differenza di Dovizioso è sceso sotto l'1'55”.
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Danilo Petrucci 6,5 – Aveva lasciato Sepang con il record della pista, esce dal Qatar forse con tante certezze che però non ha mostrato in pista. L'impressione è che non abbia cercato la prestazione, ma a differenza di Dovizioso è sceso sotto l'1'55”.
   Valentino Rossi 6,5 – Due giorni soffertissimi e le parole di domenica dopo il 19° tempo sapevano quasi di resa. «<em>Vinales dice che è la migliore M1: spero abbia ragione lui</em>». Ieri la riscossa, sul giro secco ma anche con un passo promettente. Ma sul ritmo, lo precedono almeno in cinque. E Vinales gli è stato davanti in dieci giorni di test su dieci.
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Valentino Rossi 6,5 – Due giorni soffertissimi e le parole di domenica dopo il 19° tempo sapevano quasi di resa. «Vinales dice che è la migliore M1: spero abbia ragione lui». Ieri la riscossa, sul giro secco ma anche con un passo promettente. Ma sul ritmo, lo precedono almeno in cinque. E Vinales gli è stato davanti in dieci giorni di test su dieci.
Pecco Bagnaia 6,5 – Il torinese ha rivendicato una posizione migliore a livello di passo gara rispetto alla quinta fila virtuale. A Losail ha incontrato le prime difficoltà, compresa la scivolata di lunedì, quando è stato uno dei numerosi piloti ad assaggiare l'asfalto alla Curva 2. Ma non è uscito ridimensionato da Losail e, nel complesso, i primi dieci giorni da pilota della MotoGP sono stati positivi.
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Pecco Bagnaia 6,5 – Il torinese ha rivendicato una posizione migliore a livello di passo gara rispetto alla quinta fila virtuale. A Losail ha incontrato le prime difficoltà, compresa la scivolata di lunedì, quando è stato uno dei numerosi piloti ad assaggiare l'asfalto alla Curva 2. Ma non è uscito ridimensionato da Losail e, nel complesso, i primi dieci giorni da pilota della MotoGP sono stati positivi.
Aleix Espargaro 6 – Alti e bassi vertiginosi, è passato dal 6° tempo di domenica sera al 19° del giorno di chiusura, il primo in cui Andrea Iannone l'ha preceduto in modo netto. Anche se, a onor del vero, Espargaro ieri ha lavorato soprattutto sulla durata. Ma qual è la verità sul pilota che conosce meglio di tutti l'Aprilia?
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Aleix Espargaro 6 – Alti e bassi vertiginosi, è passato dal 6° tempo di domenica sera al 19° del giorno di chiusura, il primo in cui Andrea Iannone l'ha preceduto in modo netto. Anche se, a onor del vero, Espargaro ieri ha lavorato soprattutto sulla durata. Ma qual è la verità sul pilota che conosce meglio di tutti l'Aprilia?
Andrea Dovizioso 6 – Soltanto lui sa quanto la Ducati possa aver bluffato. Fino a domenica, la Desmosedici era parsa in totale controllo, mostrando un passo potenzialmente insostenibile per la concorrenza. Qualche certezza è venuta a cadere lunedì, con Petrucci 9° e Dovi 15° e soprattutto il vice campione del Mondo non è tra i 12 piloti scesi sotto l'1'55”. Ma se c'è un pilota per il quale non valgono i riscontri cronometrici dei test, quello è Dovizioso.
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Andrea Dovizioso 6 – Soltanto lui sa quanto la Ducati possa aver bluffato. Fino a domenica, la Desmosedici era parsa in totale controllo, mostrando un passo potenzialmente insostenibile per la concorrenza. Qualche certezza è venuta a cadere lunedì, con Petrucci 9° e Dovi 15° e soprattutto il vice campione del Mondo non è tra i 12 piloti scesi sotto l'1'55”. Ma se c'è un pilota per il quale non valgono i riscontri cronometrici dei test, quello è Dovizioso.
Andrea Iannone 5,5 – Ha chiuso con una nota positiva, precedendo il compagno di team nell'ultima giornata di prove, ma il 18° tempo nel combinato dei tre giorni testimonia quanto l'abruzzese sia ancora distante. A Losail non è riuscito a recuperare il tempo perduto a causa dell'indisposizione di Sepang.
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Andrea Iannone 5,5 – Ha chiuso con una nota positiva, precedendo il compagno di team nell'ultima giornata di prove, ma il 18° tempo nel combinato dei tre giorni testimonia quanto l'abruzzese sia ancora distante. A Losail non è riuscito a recuperare il tempo perduto a causa dell'indisposizione di Sepang.
Johann Zarco 4.5 – Un anno fa firmava una sensazionale pole con un tempo (53”6) che Maverick Vinales in questi test non ha nemmeno sfiorato. Nell'ultimo giorno il francese è stato malinconicamente 22°, alle spalle anche del tester Aprilia Bradley Smith, mentre il compagno Pol Espargaro avvicinava i top rider: non serve altro per definire l'approccio di Zarco con la KTM. Il suo 2019 rischia di essere in salita. E sarà dura non farsi prendere dalla rabbia, pensando che l'HRC era pronta ad affidargli una moto ufficiale...
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Johann Zarco 4.5 – Un anno fa firmava una sensazionale pole con un tempo (53”6) che Maverick Vinales in questi test non ha nemmeno sfiorato. Nell'ultimo giorno il francese è stato malinconicamente 22°, alle spalle anche del tester Aprilia Bradley Smith, mentre il compagno Pol Espargaro avvicinava i top rider: non serve altro per definire l'approccio di Zarco con la KTM. Il suo 2019 rischia di essere in salita. E sarà dura non farsi prendere dalla rabbia, pensando che l'HRC era pronta ad affidargli una moto ufficiale...

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