Il ricordo: Angel Nieto, l’origine del Mito

Il ricordo: Angel Nieto, l’origine del Mito<br />

Ha portato la Spagna ai vertici del motociclismo internazionale ed è stato uno dei pochi che ha oltrepassato i confini del suo sport

 

Redazione

08.08.2017 ( Aggiornata il 08.08.2017 12:22 )

Sapete cos’era il motociclismo spagnolo prima di Angel Nieto? Il nulla. Pochi risultati di rilievo, qualche sporadico momento di soddisfazione ma, soprattutto, tanta frustrazione, perche? erano anni in cui il talento andava sprecato per mancanza di risorse. Questo era lo scenario del motociclismo spagnolo, prima che un ragazzo nato a Zamora e cresciuto nella periferia madrilena di Vallecas, salisse in moto.
Da bambino Nieto era irrequieto, sempre in movimento, innamorato di cio? che andava veloce e faceva rumore. Inizio? a frequentare un’officina del suo quartiere dove, a forza di vederselo attorno ogni giorno, si convinsero a dargli un lavoro. E prima che qualcuno lo venisse a sapere, lui aveva gia? imparato a mettere in moto il mezzo, e a girare attorno all’officina sulle due ruote.
Aveva talento, in tutto. Riusci? a farsi dare la moto di un cliente per correre: che fosse una gymkhana o un’esibizione nelle feste di quartiere, lui c’era. E un giorno, con la complicita? del proprietario dell’officina, si fece prestare una Derbi 50 iscrivendosi a una gara 125 a Granada.
Nonostante lo svantaggio in termini di cilindrata, fini? al terzo posto. Fu l’inizio della sua carriera. Era il 1963. Senza dirlo ai genitori, falsifico? la firma di suo padre per ottenere la licenza e inizio? a disputare ogni gara possibile, ovunque in giro per la Spagna: Segovia, Valencia, Saragozza e sempre con buoni risultati. Per tutti era “El Nin?o”, avendo un ciuccio disegnato sul casco. A fare la differenza fu la sua ambizione, che lo spinse alla decisione chiave: andare a Barcellona, dove avevano sede tutte le Case, cioe? Bultaco, Montesa, Derbi, Ducati-Mototrans, OSSA. E con la stessa strategia attuata nel periodo dell’officina, cioe? con la perseveranza, ottenne dai genitori il permesso di trasferirsi a casa di una zia.
Nieto si era preparato il terreno. Senza pensarci due volte, si presento? da Don Paco Bulto?, patron della Bultaco, per chiedergli un lavoro. “Ci mandi una lettera e le faremo sapere” disse Bulto?. “Guardi che io voglio diventare un pilota”, rispose Nieto. Il quale si presento? in fabbrica e venne messo a pulire e a lucidare i vari pezzi ma anche a lavorare con i meccanici del reparto motocross… 

Il testo completo è sul numero di Motosprint in edicola da martedì 8 agosto.

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