L'editoriale del Direttore: arcobaleno MotoGP

L'editoriale del Direttore: arcobaleno MotoGP

Su Motosprint in edicola parliamo del rosso sbiadito Ducati, dell’azzurro acceso Suzuki e dell’arancione carico Honda. E dell’oro...

 

27.08.2019 12:07

Se dovessimo trasformare in colori i temi emersi durante il weekend, verrebbe fuori una sorta di arcobaleno. Diverso da quello originale, ma a volte basta la fantasia.  
C’è il rosso Ducati, un po’ sbiadito. A Borgo Panigale avevano appena rialzato la testa, con l’infilata di Dovizioso su Marquez a Spielberg, ed ecco che in Inghilterra ci pensa Quartararo a mettere la parola “fine” (o quasi) alle già flebili speranze di titolo. Nel giro di poco più di tre anni, è la sesta volta che Dovi è coinvolto in un incidente non causato da lui. Le abbiamo ricordate tutte, in questo numero. Perché la sfortuna, a volte, ci vede benissimo.  

Poi c’è il brillante azzurro della Suzuki di Rins. Lo spagnolo ha deciso la gara di Silverstone: alla prima curva, una sua esitazione ha forse destabilizzato Quartararo, finito ko insieme a Dovi. All’ultima curva, invece, ha passato Marquez nell’unico punto utile con un’altra manovra che ricorderemo. E pensare che nel 2017 c’era chi voleva Zarco al suo posto... 

C’è spazio anche per l’arancione carico di Marquez. Nonostante l’ennesimo duello perso all’ultima curva (ne scriviamo con dati e tabelle alla mano), il campione del Mondo ha portato a casa 20 punti preziosissimi per... l’iride. L’arcobaleno. Quello vero. Adesso Marc ha tre gare di vantaggio proprio su Dovizioso. Un’eternità, per un campione che ha imparato anche ad accontentarsi, quando la classifica dice che non serve strafare. Chi lo batte più, così maturo? 

Il blu spento di una Yamaha partita fortissimo in prova ma poi costretta ad accontentarsi di un terzo posto, e il nero un po’ meno opaco di un’Aprilia entrata in top ten con entrambi i piloti completano il quadro.  

Anzi no, c’è anche l’oro. Quello di Prado nella MX2. L’ennesimo gioiello scovato e valorizzato da quel “Re Mida” di Claudio De Carli. Ce lo ha raccontato lui stesso, in un’intervista che parte da Chiodi e Federici, passa per Cairoli e arriva proprio al giovanissimo talento spagnolo.  

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