Superbike, le Ducati sono tornate

Superbike, le Ducati sono tornate
L’ultimo test a Jerez ha evidenziato come le Penigale vadano forte sia sull’asciutto che sul bagnato

Redazione

07.12.2014 ( Aggiornata il 07.12.2014 15:49 )

A Jerez, un’affollata sessione di test Superbike ha visto in azione, nonostante il meteo molto variabile, quasi tutti i protagonisti della stagione 2015 della Superbike per quasi tutta la settimana scorsa. L’attività delle Case è stata notevole, perché bisogna scoprire come reagiscono le moto nella configurazione imposta del nuovo regolamento, ma anche i piloti non si sono risparmiati, soprattutto quelli alle prese per la prima volta con un mezzo diverso da quello impiegato in precedenza. L’aspetto più strano di questo test, però, è stato che anche chi aveva già parecchi chilometri sulle spalle si è dato molto da fare per definire le moto che vedremo in azione il prossimo anno. C’è chi è andato forte, eccome; ad esempio, il pimpante Johnny Rea che vuol far venire fuori tutto il potenziale della Kawasaki, che potrebbe fargli trovare quei successi che gli sono mancati con la Honda. Naturalmente è andato forte, nonostante una fastidiosa forma virale, anche Tom Sykes. Ha stupito la grande aggressività di Lowes che ha fatto volare la Suzuki, persino più veloce dell’Aprilia MotoGP presente in pista, vincendo per ora molto nettamente il confronto con Randy De Puniet, che per girare forte ha dovuto usare le gomme da qualifica. Ad ogni modo, il problema non sono i tempi, almeno per ora. Dai box, infatti, è stato difficile capire chi stesse usando moto 2014 più o meno adattate e chi disponesse già di soluzioni 2015. Tali soluzioni per ora sembrano quasi definitive solo in casa Ducati, che ha schierato il team ufficiale - recentemente rinforzato dall’arrivo del nuovo test rider Luca Scassa - al quale si sono aggiunti Terol e Baiocco con le moto del team Althea e la Panigale del campione Superstock Leandro Mercado, che però ha chiuso i test con una frattura e la lussazione al polso sinistro ed è stato costretto a volare in Italia per farsi operare. Le altre Case sono ancora in una fase di sviluppo, quindi costruire ipotesi di competitività ad oggi è prematuro. L’esempio più classico è quello della moto campione del mondo, l’Aprilia, che si è presentata con il team satellite Red Devils Roma, una bella formazione, rinforzata da elementi della squadra ufficiale 2014 e che ha addirittura trasferito la sede a Noale. Come a dire che il legame con la Casa c’è, eccome: a Jerez nel box Red Devils c’era Romano Albesiano, tanto per capirci. L’Aprilia vista nei test dovrebbe essere, però, una 2014 depotenziata per calcolare la competitività della nuova che, con albero motore, pistoni e bielle di serie, non sarà di certo più il missile dello scorso anno, ma sembra promettere bene. La squadra romana di Andrea Petricca si è presentata con due piloti esperti e bisognosi di rilancio dopo annate difficili, Leon Haslam e Michel Fabrizio. Il primo è rimasto più che positivamente colpito dalle doti della moto italiana, mentre Michel sogna di lasciare il ruolo di test rider e di essere schierato come titolare nel Mondiale ( (ma non è stato ingaggiato e al momento è a piedi leggi QUI). Anche in casa Honda c’è qualcosa di strano: Sylvain Guintoli - che ha inaugurato la collaborazione con il nuovo capotecnico Fabio Prodolliet - è stato un secondo più lento rispetto al debuttante Van den Mark; campione Superstock al debutto in SBK; segno che si sta lavorando a tutto campo senza pensare troppo a soluzioni estreme, cioè da gara. I più veloci hanno girato sotto il crono di 1’41”, ma solo utilizzando le gomme da qualifica. I tempi più normali, ottenuti con pneumatici da gara, si sono attestati invece attorno al 1’41”5; quindi, non si va tanto più piano rispetto alla stagione appena conclusa con le “full superbike”. Tenendo conto di questo, chi ha dimostrato di andare forte è stata ancora la Ducati, come aveva già fatto vedere nelle prove della settimana precedente ad Aragon. Così gira perfino voce che a Borgo Panigale si stia iniziando a lavorare ad una configurazione con air restrictor, nel caso in cui le prestazioni e i risultati delle bicilindriche iniziassero ad essere superiori alla concorrenza e si rendesse necessaria la “penalizzazione tecnica” prevista dal regolamento. Pur avendo girato sull’asciutto per una sola mezza giornata il mercoledì - mentre gli altri avevano iniziato dal lunedì - Giugliano e Davies con le gomme da gara hanno infatti fermato il cronometro rispettivamente sui tempi di 1’41”4 e 1’41”5 (secondo rilevamenti  non ufficiali, in quanto le moto erano prive del transponder). E la Ducati ha confermato la competitività anche sul bagnato. A Jerez è infatti piovuto parecchio e in tali condizioni Giugliano ha svettato col crono di 1’51”9, davanti a Sykes (1’52”2), Rea (1’52”6), Guintoli (1’53”3), De Puniet (1’54”1) e Camier (1’55”6), al debutto con la MV al posto di Claudio Corti. Per il britannico è iniziata una nuova avventura con la moto della Casa varesina, che spera di trovare competitività con le nuove regole, mentre il pilota italiano è alla ricerca di una moto per correre. Marco Masetti Questo articolo è stato pubblicato sul numero 48 di Motosprint.

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