Io… non me la bevo!

Io… non me la bevo!
Dopo cinque mesi di iniziative itineranti nelle scuole, si conclude con successo il progetto realizzato da Federmoto con la Polizia Stradale. "Abbiamo raggiunto direttamente oltre 4.000 ragazzi per sensibilizzarli sull'importanza di una guida consapevole", dice il presidente Copioli

FLG

31.01.2019 ( Aggiornata il 31.01.2019 13:33 )

Ben 4.000 studenti direttamente coinvolti e, sui social, 220.000 persone raggiunte e 5.000 interazioni. Questi i numeri del progetto “Io…non me la bevo!”, il progetto realizzato dal Dipartimento di Educazione Stradale della FMI in collaborazione con Observo Onlus, con l’Istituto Labriola, con la Polizia Stradale e grazie al contributo del Dipartimento delle Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Partita cinque mesi fa, l’iniziativa si è conclusa a Roma, al Liceo Scientifico J.F. Kennedy, ma ha toccato varie città, da Potenza a Trieste, da Venezia a Rapallo, da Bologna a Foggia e ha riscosso grande interesse da parte di dirigenti scolastici, docenti e, soprattutto, alunni grazie alle modalità di svolgimento.

ATTENZIONE E LUCIDITA’ -  “Io…non me la bevo! è un progetto molto interessante nel quale, come FMI, abbiamo creduto fin da subito”, ha detto Giovanni Copioli, Presidente FMI. “Abbiamo raggiunto direttamente oltre 4.000 ragazzi di numerosi istituti per sensibilizzarli sull'importanza di una guida consapevole.

L'attenzione, la lucidità, sono elementi fondamentali che possono aiutarci ad avere un comportamento più sicuro in strada. Vogliamo far capire agli alunni la pericolosità degli effetti di alcool e droghe, che vanno assolutamente evitati, soprattutto prima di mettersi al manubrio o al volante. Abbiamo portato loro un messaggio positivo che, spero e credo, abbiano recepito. Con il nostro Dipartimento di Educazione Stradale e con questo tipo di attività, la FMI vuole andare ad incidere nel sociale e in particolare sui giovani. Un consiglio agli studenti? Prudenza e molta attenzione quando si circola per strada, perché molto spesso si pagano a caro prezzo gli errori degli altri".

IL PROGRAMMA - Ogni appuntamento si è tenuto nell’arco di tre giornate. Una di queste è stata sempre dedicata ad una conferenza interattiva, durante la quale i giovani hanno potuto capire – attraverso dati e immagini di impatto – quanto sia importante guidare con la massima lucidità e attenzione. Della durata di due ore l’uno, con questi incontri si è voluta trasmettere ai ragazzi una maggiore consapevolezza dei rischi che si corrono guidando in strada.

Nel corso delle altre giornate gli alunni hanno partecipato a tre laboratori: sulla sicurezza attiva e passiva, sul primo soccorso e sulla guida in stato di ebrezza (simulata attraverso appositi occhiali). Al termine di tali prove pratiche, ad ogni classe veniva chiesto di elaborare una frase che rispondesse alla domanda: “Perché io…non me la bevo?”.

I CAMPIONI DI ENDURO - La riuscita del progetto è stata resa possibile dal grande impegno dei Formatori di Educazione Stradale FMI, che con la loro passione, competenza e capacità di rivolgersi ad un pubblico giovane, hanno trasmesso concetti di fondamentale importanza. Forte attrattiva per gli studenti, la presenza di Matteo Cavallo, Davide Soreca e Andrea Verona ad alcune tappe del progetto. I campioni del mondo di Enduro, testimonial dell’iniziativa, si sono interfacciati con gli studenti svelando la loro esperienza in una disciplina che richiede il rispetto del Codice della Strada e una guida molto attenta in ogni momento.

UN PROGETTO DI SQUADRA -  “Con ‘Io...non me la bevo! abbiamo fatto prevenzione e sensibilizzazione su una tematica molto importante”, ha aggiunto Francesca Marozza, Coordinatrice Dipartimento di Educazione Stradale FMI. “I riscontri sono stati davvero incoraggianti sia con i ragazzi, che in più occasioni hanno dimostrato di aver assimilato i concetti trasmessi, che con i docenti, i quali a più riprese ci hanno chiesto di tornare nelle loro scuole. Voglio ringraziare il Dipartimento delle Politiche Antidroga, la Polizia Stradale, l'Istituto Labriola e Observo Onlus per il supporto dato a questa iniziativa. Il plauso più grande va però ai Formatori di Educazione Stradale FMI, vero cuore del progetto. Trasmettono le loro competenze con una grande passione. Grazie alla loro dedizione, non ci fermeremo qui e continueremo in questa avventura di sensibilizzazione degli utenti della strada, giovani e meno giovani”.

  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi