ESCLUSIVA - Sesti (FMI) e Di Rocco (FCI) insieme: “Rai, quello spot è stato un autogol”

ESCLUSIVA - Sesti (FMI) e Di Rocco (FCI) insieme: “Rai, quello spot è stato un autogol”

I due presidenti si sono dati appuntamento per scambiarsi le maglie delle rispettive “nazionali” e per sancire il legame tra le due discipline

 

17.05.2016 17:27

Il presidente FMI, Paolo Sesti e il presidente di Federciclismo, Renato di Rocco, si sono incontrati nella sede della Federmoto di Viale Tiziano a Roma: Sesti ha consegnato a Di Rocco la divisa da ciclismo con i colori della tuta del 3570 Racing Team, ricevendo a sua volta la maglia della nazionale di ciclismo. Uno scambio che rafforza simbolicamente il legame tra le due discipline a due ruote. 

RISPOSTA - L’incontro è stato anche una risposta alle critiche arrivate in seguito alla messa in onda da parte della Rai dello spot per il Giro d’Italia, attraverso il quale si esaltava il ciclismo screditando quello motociclistico. Un punto su cui, intervistati in esclusiva dalla nostra redazione, i due “numeri uno” di questi sport hanno voluto dire la loro.

SESTI: “SOLO UN INFORTUNIO” - “Avendo parlato anche con alcuni dirigenti della Rai, voglio giudicarlo un infortunio. Si sono resi conto subito che non era quello il metodo per sponsorizzare il Giro d’Italia, che tra l’altro, non ne ha bisogno perché anche chi non è appassionato di ciclismo segue il Giro che è un evento di livello mondiale – ha detto Sesti – E’ stato un intervento sbagliato da parte della Rai, che poi lo ha anche tolto dalla programmazione. Informalmente ci hanno anche chiesto scusa ma non credo sia stato fatto con cattiveria. I motociclisti, professionisti e non, utilizzano spesso la mountain bike e la bici da corsa perché è utile per la preparazione atletica, perché forma il “fiato” e muove tutto l’organismo quindi non c’è nessuna contrapposizione. Anzi.”

DI ROCCO: “LA MOTO E’ BICI” - “E’ stato un autogol da parte della Rai soprattutto dal punto di vista della comunicazione – spiega Di Rocco - un messaggio aggressivo, che ha messo in “competizione” due sport che hanno invece gli stessi valori e una caduta di stile dal punto di vista commerciale, senza immaginare che il il Giro d’Italia è il più grande evento popolare che la nostra Nazione può ospitare e che sono tutti legati a questo straordinario evento, che tra l'altro porta in risalto tutte le nostre bellezze artistiche. Quello del Giro è un pubblico aperto, che non segue solo il ciclismo ma che si esalta ogni volta davanti alle belle imprese di una bella Italia, quindi per me non ha senso che la televisione pubblica presentasse un messaggio di questo tipo. Tra motociclismo e ciclismo c’è sinergia, la bici è strategica nella preparazione dei piloti ed è uno strumento di formazione tecnica, aiuta l’equilibrio e in più molte bici specifiche si avvicinano sempre di più all’estetica e alla tecnologia delle moto da fuoristrada. Non c’è mai stata competizione. Addirittura tantissime motociclette, nonostante qualche incidente di troppo soprattutto nelle gare classiche del Nord Europa, sono presenti alle nostre gare e fanno la differenza in positivo tra assistenza, radioinformazioni o polizia stradale che è la scorta del gruppo per antonomasia. Senza questi mezzi il nostro sport non potrebbe vivere, quindi per noi la moto è bici”.

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