Angel Nieto non ce l'ha fatta

Angel Nieto non ce l'ha fatta

Con 13 titoli iridati, è stato uno dei più grandi della storia del motociclismo. Sarà ricordato anche come uomo, perché è stato uno dei pochi piloti che ha oltrepassato i confini del suo sport.

Enrico Borghi

03.08.2017 18:13

Non c’era speranza, per Angel Nieto, già alle prime luci dell’alba di Ibiza. Dopo l’intervento chirurgico d’urgenza, avvenuto nella notte, la leggenda del motociclismo spagnolo non ha mai risposto in modo positivo né al primo esito dell’intervento né ai farmaci. La situazione è peggiorata fino a diventare “morte cerebrale” durante la giornata. E la fine, che in questi casi è quasi sempre decretata dallo “spegnimento” delle macchine che garantiscono la respirazione artificiale, è arrivata nel pomeriggio.

Pablo Nieto (il figlio, ex pilota, ora team manager del Team Sky-VR46) questa mattina ai media spagnoli aveva spiegato che la situazione è peggiorata appunto nella notte, a causa di un aumento considerevole e improvviso della pressione endocranica. Angel Nieto è stato perciò operato d’urgenza (l’intervento è durato circa un’ora e mezzo) ma è stato inutile.

La situazione era comunque già considerata grave: Nieto era in stato di coma indotto, in conseguenza del fortissimo colpo alla testa che aveva subito in un incidente stradale avvenuto sulle strade di Ibiza, dove d’estate risiede tutta la grande famiglia Nieto, il 26 luglio scorso.

Angel Nieto, 70 anni compiuti quest’anno, ha vinto solo tra le classi più piccole, 50 e 125. Dunque non annovera successi nella classe regina ma nemmeno nella 250, tuttavia è considerato uno dei più grandi della storia e infatti nell’albo d’oro è al secondo posto, tra i più titolati, alle spalle di Giacomo Agostini. Nieto ha conquistato 13 titoli mondiali e 90 GP. Un’impresa che lui ha sempre amato definire «Non 13, ma 12+1», per scherzare sul tema della scaramanzia. Quei tredici titoli sono stati conquistati nelle classi piccole (7 nella 125, 6 nella 50), tra gli anni ’60 e ’80.

Angel Nieto è stato uno dei più affascinanti personaggi della velocità spagnola ma anche di quella iridata. Un personaggio di altissimo livello nel paddock della MotoGP, dove era commentatore televisivo ma lo si trovava ovunque e in tutte le situazioni. Brillantissimo, simpaticissimo, amabile affabulatore, gran viveur, e con frequentazioni altolocate: era amico del Re di Spagna. Un personaggio che ha oltrepassato i confini del suo sport, almeno nel suo Paese (su di lui hanno girato due film), infatti i media iberici l’hanno sempre tenuto al centro dell’attenzione, come icona delle due ruote anche quando si è formata l’attuale generazione di piloti spagnoli fenomenali.

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