Lucchinelli a Moto dei Miti: ricordi “mondiali” con Ferrari e Gallina

Lucchinelli a Moto dei Miti: ricordi “mondiali” con Ferrari e Gallina

Lo spezzino è stato tra gli ospiti d’onore della serata organizzata da Genesio Bevilacqua nel suo museo. Tanti gli aneddoti e le battute del trio che, insieme a Uncini, fece sognare il motociclismo italiano degli anni Settanta e Ottanta

21.11.2017 20:10

Tra le presenze importanti all’evento Moto dei Miti, oltre a Carlos Checa c’erano anche tre figure importanti della storia del motomondiale. Tutti e tre sono saliti sul palco del museo di Civita Castellana, quartier generale del Team Althea di Bevilacqua.

PILOTA, MANAGER E COSTRUTTORE – Dopo essere stato pilota di gare in salita con oltre 60 vittorie e dominatore delle piccole cilindrate in pista, passò alle moto “grandi” dove a livello nazionale trovò sulla sua strada un certo Giacomo Agostini. Accontentandosi, quindi di parecchi podi e del titolo di vice-campione. Appeso il casco al chiodo, è diventato manager e con il “leggendario” Team Gallina Nava-Olio Fiat ha sfiorato il titolo con Virginio Ferrari nel 1979, centrandolo poi per ben due volte nel 1981 e 1982, con Lucchinelli prima e Uncini poi.

L'INIZIO DEL MITO“Quando riuscì a comprare la prima Suzuki 500, la affidai a Marco, un pilota che era della mia stessa zona e che già correva con me – ha detto Gallina - in quel momento nacque la mia Squadra Corse e con lui alla guida centrammo i primi risultati. Poi, la squadra di Pagani (il Team Life, n.d.r.), sulla carta più professionale della mia, mi soffiò Lucchinelli e io lo rimpiazzai con un altro giovane di belle speranze, Virginio Ferrari. Al quale affidai la Suzuki ufficiale: con questa moto fu il secondo italiano dopo Agostini a vincere al Nurburgring e nel ’79 solo a causa di due episodi sfortunati non portò a casa il titolo iridato, che andò a Roberts. Il resto, ovvero i titoli di Marco e di Uncini, sono storia”.

CAMPIONE - Sul palco, insieme a Gallina, sono saliti anche due dei piloti “simbolo” del suo team negli anni Settanta e Ottanta, proprio Marco Lucchinelli e Virginio Ferrari. Ad aprire lo show è stato “Lucky”, che durante la serata ha autografato anche la sua Suzuki 500 esposta nel museo. “Per prima cosa vorrei dire ai commentatori dell’era moderna che il primo italiano a vincere con una Ducati a livello mondiale sono stato io, nel 1988 a Donington con la 851. Poi ho vinto il mondiale come team manager con Roche (nel 1990, sempre con la Ducati) e anche nel 1991 con Polen”.
Ne ha anche per il suo amico e rivale Ferrari, Lucchinelli. Sapete perché tante delle mie Suzuki potete trovarle nei musei di tutto il mondo mentre quelle di Virginio no? Perché io le riportavo quasi sempre al box intere mentre lui le ha distrutte tutte”.

PROTAGONISTA - Ferrari, dal canto suo, ha replicato con il sorriso di chi “la sa lunga” e dopo una serie di reciproci e divertenti scambi di battute con Lucchinelli ci ha tenuto a ringraziare Bevilacqua per l’invito e per il suo impegno a mantenere intatti, con eventi di questo tipo, i ricordi del motociclismo che fu. Tempi in cui è stato certamente tra i protagonisti assoluti della classe regina del motomondiale (2 vittorie e 10 podi in 68 gare disputate, vice-campione nel 1979) insieme a Roberts, Agostini, Read, Sheene ma anche Uncini e lo stesso Lucchinelli. Anche lui, come quest’ultimo, passò a fine carriera alle derivate di serie (prima come pilota e poi come team manager), vincendo nel 1987 il titolo mondiale F1. Un anno prima che diventasse “Superbike”.

Moto dei Miti: tutte le moto della collezione in un sito

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