Rimonte impossibili: la storia "rassicura" Bagnaia

Con tre gare e 75 punti ancora da assegnare, un vantaggio di 37 lunghezze come quello di Pecco Bagnaia su Miguel Oliveira garantisce un discreto margine d'errore. Anche perché l'andamento è promettente: il torinese ha preceduto il portoghese in tutte le ultime cinque gare disputate, un cammino da degno erede di Franco Morbidelli sul trono della Moto2. 

I 26 di Maverick: è anche la storia a “incoronare” Bagnaia, perché negli ultimi vent'anni un pilota con questo vantaggio ha sempre conquistato il titolo. La rimonta da record risale al 2013, quando ad aggiudicarsi la Moto3 fu il pilota terzo in classifica all'ingresso negli ultimi tre GP, Maverick Vinales, staccato di 12 punti da Alex Rins e di 26 dal povero Luis Salom. Il diciottenne Maverick (nella foto) trionfò nella battaglia tutta spagnola a Valencia. Nel 2015, in MotoGP, a Valentino Rossi non bastò il +18 su Jorge Lorenzo: il maiorchino riuscì a precedere il Dottore nelle ultime tre gare disputate, comprese la famigerata Sepang e quella Valencia che per Rossi iniziò da fondo schieramento. 

I 26 di Melandri: un altro -26, invece, non si tramutò in un titolo per un soffio. In questo caso si ritorna al 1999, quando Marco Melandri diede vita a una furiosa rimonta nella seconda parte della stagione. Una rincorsa a cui l'allora diciassettenne fu obbligato dall'infortunio alla mano di inizio campionato, che gli fece saltare i primi due GP. Melandri arrivò a 26 punti da Emilio Alzamora a tre gare dalla fine, e poi non gli bastò precederlo sempre sul traguardo, vincendo l'ultima tappa in Argentina davanti proprio allo spagnolo. Che così vinse il titolo senza aver vinto una gara. Successivamente Alzamora ha avuto persino più successo come talent-scout, perché oltre a Marquez c'è stato anche Pecco Bagnaia, lanciato nelle categorie di formazione quando ancora la VR46 Academy non era stata fondata. Oggi Pecco può diventare iridato e difende un margine che finora è sempre stato sinonimo di garanzia.