Verso il Qatar: Honda, finalmente al completo

Verso il Qatar: Honda, finalmente al completo

Lorenzo è atteso al debutto con i nuovi colori, mentre la spalla dovrebbe dare meno fastidio a Marquez

18.02.2019 20:40

Più che sugli aspetti tecnici, nelle ultime settimane la Honda si è dovuta concentrare su un'altra tematica: lo stato fisico dei propri uomini. Non soltanto i piloti, perché persino il team manager Alberto Puig si è infortunato cadendo in moto e ha saltato i test di Sepang. La sessione in Malesia è stata soltanto relativamente indicativa per l'HRC, dato che Marc Marquez è stato costretto a centellinare i chilometri mentre Jorge Lorenzo – il compagno che avrebbe potuto alleggerirgli il peso del lavoro di sviluppo e che tanto avrebbe avuto bisogno di girare sulla nuova moto – era in Svizzera a occuparsi del polso sinistro appena operato. 

Al completo: da sabato a lunedì, a Losail, il team campione del Mondo sarà con ogni probabilità presente nella “formazione tipo”, senza dover chiedere gli straordinari al collaudatore HRC Stefan Bradl. Lorenzo sta infatti proseguendo nella riabilitazione e “testerà” la propria condizione ancora prima che la RC213V, che per la prima volta guiderà con i colori del Team Repsol (nei test di fine 2018 aveva utilizzato una livrea “neutra”, sopra). Marquez, con due settimane di lavoro fisico in più, conta di avere meno problemi alla spalla sinistra, anche perché il finale in notturna delle sessioni garantirà temperature meno estreme rispetto a quelle trovate in Malesia. 

Motore: il livello di competitività raggiunto dalla Honda nel corso del 2018 – superiore rispetto alle due precedenti annate concluse sempre con il titolo di Marquez – e la capacità di portarsi avanti con il lavoro di sviluppo nei test di novembre hanno aiutato l'HRC a non risentire troppo dei guai fisici dei piloti. La priorità è rappresentata dal motore, e non soltanto perché il tipo di propulsore che verrà “punzonato” nel GP Qatar dovrà rimanere inalterato per il resto della stagione: l'obiettivo della Casa di Tokyo è anche quello di strappare alla Ducati lo scettro nella graduatoria della velocità di punta. Si è lavorato per questo anche sull'aerodinamica: la nuova carena è più “appuntita” sul cupolino per migliorare la penetrazione dell’aria alle velocità più elevate, e per evitare il rischio che l'accorgimento porti maggiori difficoltà nei cambi di direzione, sono state provate alette per minimizzare l'effetto dell'aria portata ai lati dal cupolino in questione. È un modo per facilitare il lavoro dei piloti, costretti finora a fare la differenza in staccata e in curva, ma non tutti sono in grado di guidare in maniera estrema come Marquez. Ma è anche un modo per ribadire un concetto vecchio come il Mondo, per la Honda: le vittorie devono arrivare per merito della moto prima che del pilota. Concetto che nell'era-Marquez, però, è stato spesso rovesciato, con il talento del fenomeno catalano a recitare un ruolo predominante. 

 

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