La Yamaha M1 fa già paura

Rossi e gli altri piloti della Casa di Iwata sono velocissimi

Redazione

05.02.2010 ( Aggiornata il 05.02.2010 14:19 )

SEPANG Valentino Rossi e la Yamaha lasciano la Malesia, dove torneranno tra tre settimane insieme agli altri protagonisti della MotoGP con una certezza: la M1 va forte. Era questa, la sua maggiore preoccupazione. Insomma, da quando è entrata in vigore la norma che limita il numero dei motori la Yamaha ha perso potenza e c’era una grande curiosità di verificare a che punto fosse arrivata, la M1, rispetto a Honda e Ducati che vantano i motori di riferimento. Bene, quello che emerge è che la Yamaha è ancora la moto più efficace: perché si guida bene, si sfrutta bene, e va veloce.

Non ha perso nulla, sull’autostrada di Sepang, rispetto alla concorrenza, e questo è il motivo principale per il quale il campione del mondo è apparso raggiante. Del resto, ha anche guidato benissimo, e i suoi tempi lo dimostrano: è stato il più veloce sempre, in ogni momento (oggi le prove sono state rallentate e poi definitivamente chiuse da acquazzoni tropicali) sia con le gomme morbide (con le quali ha girato in 2’00”925) che quelle da gara, cioè le più dure, con le quali ha viaggiato sul passo del 2’01”5.

Ha preceduto Casey Stoner, staccato di quattro decimi. E non è poco. Da queste prime prove stagionali emerge che la Yamaha, con i suoi piloti, è in grande forma: sono andati forte tutti, con la M1. È stato veloce Lorenzo (che però si è beccato 7 decimi da Valentino, e alla fine non era proprio di ottimo umore), è stato di nuovo molto costante Colin Edwards (settimo) e ha sorpreso Ben Spies, quinto a un secondo e tre decimi da Rossi: andare forte a Sepang, al debutto, non è impresa di poco conto.

La Ducati è sulla buona strada (il motore a scoppi irregolari ha costretto ad un lungo, ma fruttuoso, lavoro di messa a punto di tutta la moto, anche della ciclistica) mentre la Honda è ancora indietro e la Suzuki è in difficoltà. In fondo, a bene vedere, si riparte dalle posizioni di fine 2009.

La Honda, secondo Dovizioso, che oggi è stato sesto con Pedrosa quarto, sta selezionando il materiale con il quale nella prossima sessione di prove (il 25 e 26 febbraio) verrà assemblata la versione definitiva della RCV.

La Suzuki invece vive nel suo solito stato: c’è tanto materiale ma manche l’organizzazione del lavoro. Capirossi questa volta è stato solo decimo.

È migliorato Marco Melandri, sempre alla ricerca di soluzioni per migliorare il bilanciamento dei pesi della sua moto, mentre Marco Simoncelli ha vissuto una delle tipiche esperienze dei debuttanti della classe regina: è incappato in un “high side” che lo ha lasciato un po’ dolorante, ma non gli ha comunque impedito di continuare il suo lavoro.

I team sono rientrati, le moto invece sono rimaste in Malesia. Aspettano i loro piloti, a fine mese.

Enrico Borghi


Ecco i tempi di Sepang:


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