Simoncelli: un diavolo per capello

La nuova sfidaè partita male,Sic ha reagitoma ancoranon sono arrivatii risultati che sentedi poter fare

Redazione

25.08.2010 ( Aggiornata il 25.08.2010 15:13 )

La top ten è a un passo, basta recuperare tre punti a Colin Edwards, ma non è a questo che Marco Simoncelli sta pensando. Lui è concentrato su se stesso, più che sugli altri, e sta andando alla ricerca dello standard indispensabile per poter fare progetti ambiziosi.

Sta cercando un passo di gara, un metodo di lavoro, una strategia per le prove. L’ex iridato della 250 vuole cominciare ad andare forte in modo costante, cioè per tutto l’arco del week-end, perché è in questo modo che potrà centrare l’unico obiettivo che si è fissato per la seconda parte del suo primo campionato nella classe regina: «Compiere il terzo passo in avanti, che sarebbe quello decisivo per poter fare un altro salto di qualità: ho già fatto un paio di miglioramenti, ma ora serve qualcosa di più».

Il sole e il caldo, nonché la spiaggia a pochi chilometri da casa, vicino a Riccione, non lo distraggono. Marco Simoncelli continua a lavorare in palestra, si prepara, resta concentrato sul suo lavoro e sulle gare. L’ultima non è andata bene, ma non è stata colpa sua: alla sua RCV è capitato lo stesso inconveniente che si verificò sulla moto di Dani Pedrosa a Jerez: «La centralina ha deciso che stavo consumando troppo, quindi ha ridotto le prestazioni del motore».

Può, un computer, prendere una simile decisione?

«Eccome se può! Basta programmarlo. A Brno dopo 7 giri la centralina ha deciso che non sarei arrivato in fondo se avessi continuato con quel ritmo, e la centralina se ne frega se stavo lottando per la settima posizione... Così ha cominciato a smagrire la carburazione e la moto ha smesso di andare bene. Quando entra questa funzione, che comunque una sua utilità ce l’ha, il motore rende meno e soprattutto va peggio».

Tutta l’intervista a Simoncelli sul numero in edicola di Motosprint


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