Le MotoGP sono troppo veloci

Le MotoGP sono troppo veloci
La protesta viene dai piloti. Limitazioni in vista

Redazione

04.06.2014 ( Aggiornata il 04.06.2014 17:03 )

La Dorna ha accolto le richieste dei piloti e appoggia l’idea di dare il via ad uno studio per capire come si possa ridurre la velocità massima delle MotoGP. Siamo arrivati alla soglia dei 360 km/h e sono tutti concordi sul fatto che bisogna ragionare su cosa fare «Almeno a medio termine», come ha detto Jorge Lorenzo. La velocità massima al Mugello è sempre avvolta dal mistero perché i dati forniti dal sistema di rilevamento della Dorna non sono reali: i transponder vengono collocati in un range (circa 30 metri) calcolato per rilevare una velocità che tenga conto anche delle altre due categorie, dunque la velocità non è quella vera. Sono i team, grazie alla telemetria, che conoscono esattamente la velocità massima raggiunta dalla loro moto; infatti dalla telemetria della Ducati emerge che le Desmosedici viaggiano a 357 km/h, velocità raggiunta per tutto il weekend. E le Honda non sono lontane. In più va sottolineato che i calcoli della Brembo indicano i 361 km/h come velocità di punta delle MotoGP. Dunque il record di 349,6 km/h dichiarato (fissato da Iannone sabato) non è reale.
Del resto Kouichi Tsuji, il capo del racing Yamaha, un anno fa sollevò il problema della velocità spiegando che con le 1000 di nuova generazione si può arrivare a raggiungere i 360 km/h. Aveva ragione. Ora i piloti chiedono di ragionare su questi fatti: «All’interno della Safety Commission siamo praticamente tutti d’accordo – ha spiegato Jorge Lorenzo –: lo spettacolo si fa in curva e non in rettilineo, queste velocità cominciano ad essere preoccupanti». «In effetti se fai i 330 anzichè i 360 non è che la gente se ne accorga» ha detto Andrea Dovizioso, mentre Valentino Rossi sostiene che «Non è necessario andare oltre i 320».
«Mi piace la velocità, ma lo spettacolo non lo fanno i 360 all’ora – ha aggiunto Marquez –. Cominciare a ragionare su come ridurre la velocità è una cosa sensata, che mi trova perfettamente d’accordo». Enrico Borghi

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