MotoGP Aragòn. Promossi e bocciati

MotoGP Aragòn. Promossi e bocciati
Le Pagelle del direttore di Motosprint Stefano Saragoni

Redazione

29.09.2014 ( Aggiornata il 29.09.2014 19:13 )

Promossi e bocciati della MotoGP Aragòn. Le Pagelle del direttore di Motosprint  Stefano Saragoni Aleix Espargarò 10 La sua moto non ha un’elettronica sofisticata come le “Factory”. Per questo ha deciso di fermarsi a cambiare moto prima degli altri. L’aumento di intensità della pioggia lo ha trovato preparato. Jorge Lorenzo 10 Non si è fatto prendere dalla frenesia della lotta con il duo HRC. Quando l’aderenza si è fatta limite ha salutato la compagnia ed è rientrato per cambiare moto. La scelta vincente.
Cal Crutchlow 9 La Ducati sul podio, questa volta è la sua. Ormai sembrava in disarmo, invece in una gara difficile e insidiosa lo ha visto cogliere il miglior risultato della sua stagione sofferta sulla rossa. Bradley Smith 7,5 Spesso sembra fuoripista, in MotoGP. Invece il giovane inglese riesce a superare una gara piena di insidie assicurandosi un bel quinto posto, addirittura davanti al compagno di squadra Pol Espargarò, campione in carica della Moto2. Andrea Dovizioso 5 Accidenti. Questa dal Dovi chi se l’aspettava… Lui che sa leggere le situazioni come pochi altri si è fatto ingolosire ed ha tirato dritto su una pista ormai impraticabile con le stick. E ha sciupato una grande occasione per arrivare molto, molto avanti.
Valentino Rossi 5 L’erba sintetica ha ingigantito le conseguenze di un errore di valutazione che altrimenti sarebbe costato un semplice “lungo” cui si poteva porre rimedio. Dopo la botta forse lo ha dimenticato, ma visto quel che è successo a Iannone prima di lui… da quell’erba doveva stare alla larga.
Andrea Iannone NG Facile dire che ha sbagliato. Che ha “tirato troppo” e soprattutto ha messo le ruote dove non doveva metterle. Era al limite, certo, perché per stare davanti in MotoGP devi spingere al limite. Lo ha tradito l’erba sintetica umida. Palesemente inutile, pardon, pericolosa. Marc Marquez 4 Ha detto chiaro, prima del via, che soltanto lui avrebbe deciso cosa fare in caso di pioggia. Così nessuno gli ha dato consigli. Evitando il rischio di non venire ascoltato. Pensava di camminare sulle acque, ma per quanto divino nella guida, il miracolo non gli è concesso. Dani Pedrosa 4 In trance agonistica, ha continuato a seguire Marquez quando avrebbe fatto meglio a cambiare compagnia (e strategia), assicurandosi l’aderenza offerta dalle gomme rain. Così si è trovato lungo disteso… anziché sul podio.

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