Presto la Suzuki avrà più potenza

Presto la Suzuki avrà più potenza
Lo afferma il project leader della MotoGP Satoru Terada: "Vorrei che si riuscisse a puntare al podio nel 2015"

Redazione

30.11.2014 ( Aggiornata il 30.11.2014 19:07 )

Sul numero 46 di Motosprint, subito dopo i test di Valencia MotoGP (leggi QUI) abbiamo pubblicato questa intervista a Satoru Terada, project leader della Suzuki. La Casa giapponese tornerà quest’anno in MotoGP. A che livello è, oggi, la GSX-RR? «Credo abbia un certo potenziale: credo che arriverà a cavarsela, nel confronto con le altre moto. In questa gara, e nelle prove seguenti, la potenza è stata abbassata sensibilmente, rispetto ai valori che esprime nelle prove al banco. L’obiettivo consiste nel tornare a quei valori, dopo avere raggiunto l’affidabilità. E quello che conta è che a certi valori di potenza ci siamo arrivati già». Quando arriverà il cambio seamless? «Il progetto è in fase di sviluppo. Per adesso lo stiamo provando al banco, ma tra non molto inizieremo a provarlo in pista. Si tratta di un sistema molto complesso, che richiede tanto tempo e tanto lavoro». Quando pensate di portarlo in gara? «Mi piacerebbe fosse pronto all’inizio del 2015. Se non sarà possibile, arriverà a metà stagione. Ma credo proprio che il prossima anno l’avremo anche noi». Il reparto corse aveva già sviluppato un V4, perché per la moto nuova avete scelto un 4 in linea? «Perché questa operazione, cioè il ritorno in MotoGP, non è fine a se stessa. Il vertice dell’azienda ci sostiene, ma il rapporto tra questo progetto e la produzione deve essere stretto. Le moto di serie hanno il motore in linea: la MotoGP ci permetterà di acquisire esperienza da trasferire sulle moto stradali». Il fatto che correrete senza sponsor potrebbe creare problemi? «Questa scelta viene dall’alto. La Suzuki intende utilizzare la MotoGP anche per questioni di marketing, cioè per promuovere il marchio e il nome. È per questo che sulle carene della GSX-RR ci sono solo il nome e il marchio. Infatti lo stesso nome della moto è legato al nome della moto stradale; e i colori sono gli stessi». Il progetto MotoGP è quindi legato al prodotto di serie? «Questo progetto deve essere finalizzato agli interessi dell’azienda, che sono sempre gli stessi: rendere il marchio più attraente e di conseguenza vendere più moto nel mondo. E non credo che la Suzuki sia diversa dalle altre aziende: nè quelle asiatiche, né quelle europee».
In effetti la MotoGP rappresenta la vetrina più importante. «Il vertice dell’azienda vuole promuovere il marchio attraverso lo sport, ma in particolare vuole che sia fatta una promozione massiccia in Asia. Quindi la nostra squadra della MotoGP farà molte attività in Asia e anche noi (come Honda e Yamaha) auspichiamo che nel futuro vengano organizzati altri Gran Premi in Asia». La moto che ha corso a Valencia cambierà in vista del 2015? «La versione 2015 avrà delle differenze, ma se parliamo degli aspetti fondamentali il progetto è questo». Realisticamente, che obiettivi ci si può porre? «Vorrei che si riuscisse a puntare al podio nel 2015. E poi, entro 3 anni, vorrei provare a lottare per il campionato». Sono obiettivi piuttosto alti? «Sono gli obiettivi che un’azienda come la nostra deve porsi. Ma andremo con calma: adesso la priorità è la ricerca della potenza e il raggiungimento dell’affidabilità, e le due cose sono collegate tra di loro. Abbiamo ancora tanto lavoro da fare, ma non abbiamo paura». Enrico Borghi

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