di Riccardo Piergentili
Anche
questa volta, per l'
ennesima volta, Valentino
Rossi ha dato una lezione di strategia a tutti. Anche questa volta, quando le
incertezze erano più delle
certezze, Rossi ha fatto le
scelte migliori, sicuramente per quanto riguarda il modo di guidare e di rischiare.
Valentino è al vertice delle classifiche mondiali dal 1997, per numerosissimi motivi. Uno di questi è la sua
visione d'insieme, quella rarissima capacità che permette di sfruttare sempre al massimo il
talento e la
moto.
Jorge
Lorenzo ha dichiarato che
Rossi, oggi, non è il pilota più veloce. Probabilmente
lo spagnolo ha ragione, infatti, in
assenza di variabili (quando le condizioni del meteo e dell'asfalto non cambiano molto durante il weekend di gara),
Lorenzo è imbattibile. Parliamo di
condizioni ideali, dove l'
esperienza, l'
astuzia e la capacità di
prevedere cosa accadrà non sono determinanti. Parliamo di condizioni in cui bisogna abbassare la visiera e
guidare al limite, sfruttando al massimo il
pacchetto tecnico messo a punto alla perfezione durante le prove.
Però le
corse sono caratterizzate anche da
imprevisti, dalla pista
asciutta che diventa
bagnata, dalla pista
bagnata che diventa
asciutta, dai
temporali improvvisi, dalle
variazioni delle temperature. Tutte queste
variabili vanno analizzate e interpretate. E
decidere cosa fare (a livello tecnico e di guida) non è mai semplice. Nel
mondiale 2015 l'incertezza sul da farsi è stata protagonista, in molte gare.
Marquez ha sbagliato molto,
Lorenzo ha sbagliato poco,
Rossi non ha sbagliato nulla, neppure a Motegi...
Valentino Rossi (secondo classificato al GP Giappone, a Motegi):
"È stata una gara lunga e difficile, dove era davvero facile commettere un errore. All'inizio Lorenzo andava fortissimo, poi, quando la pista si è asciugata, è andato in crisi. Quando piove la mia vittoria non è automatica... Ogni gara ha la sua storia, come dimostra questa. Io ero molto al limite, anche perché con i dischi freno in acciaio e l'assetto che avevo in staccata non riuscivo a decelerare come avrei voluto. Non avevo un buon feeling sul bagnato e sono partito con prudenza; avevo capito che avrebbe potuto smettere di piovere.
Così è stato e a quel punto
è iniziata un'altra gara. Pedrosa mi ha passato e io mi sono attaccato al suo codino. Mi sono fatto tirare.
Jorge era in difficoltà, l'avevo capito e ne ho approfittato. Nei giri in cui ho seguito Dani
ho giocato molto con le mappature della centralina, perché le condizioni dell'asfalto cambiavano continuamente;
la gomma posteriore slittava anche nel dritto, in quinta marcia! A un certo punto, Pedrosa si è allontanato e ha passato anche Lorenzo. Io e lui eravamo in crisi, perché
la Yamaha scalda facilmente la gomma dietro. La
Honda, invece, fa più fatica a farlo.
Quindi, io e
Jorge a fine gara abbiamo surriscaldato le gomme, proprio quando Pedrosa aveva la moto a punto. Alla fine
sono molto contento, sia perché ho guadagnato punti a Lorenzo, sia perché sull'asciutto avrei potuto vincere. Qui
abbiamo trovato un assetto estremo, che si potrebbe usare anche in altre piste. Non tutte. Però
su alcuni tracciati potrei avere dei vantaggi...".
Qui potete leggere le
dichiarazioni di
Jorge Lorenzo.
Qui potete leggere le
dichiarazioni di
Dani Pedrosa.