MotoGP: la grande farsa

MotoGP: la grande farsa
Lo squallido spettacolo teatrale andato in pista nell'ultima parte del mondiale è terminato. Ora speriamo che lo sport ritorni protagonista.

Redazione

08.11.2015 ( Aggiornata il 08.11.2015 17:29 )

di Riccardo Piergentili Finalmente è finita. La grande farsa è terminata. Stiamo parlando del mondiale MotoGP, che dovrebbe essere la massima espressione dello sport motociclistico internazionale e che, invece, è diventato qualcosa che somiglia molto a una brutta commedia teatrale. Uno spettacolo pietoso, nel quale alcuni degli eroi che si sfidano sul filo dei 300 km/h sono sembrati attori alle prime armi. Uno spettacolo pietoso, per colpa del quale il motociclismo ha fatto una brutta figura, mostrando il suo lato peggiore, dilettantistico più che professionistico. Al termine di questa farsa tutti hanno perso qualcosa e niente sarà più come prima. Solo il tempo potrà aiutare a dimenticare quello che si è visto in circuito e quello che si è ascoltato fuori dal circuito. IL MONDIALE "SPAGNOLO" - In MotoGP la polemica ha preso il sopravvento sullo spettacolo e la sensazione della presa in giro ha creato la voglia di denunciare qualcosa che era sotto gli occhi di tutti ma che gli attori e la compagnia teatrale negavano. Al GP Valencia, per fortuna, Marc Marquez ha continuato a recitare la sua parte di scudiero di Jorge Lorenzo, che, forse a causa della gioia per la vittoria del mondiale, forse per colpa di un pizzico di ingenuità o forse perché la sua immagine pubblica troppo compromessa andava in qualche modo salvata, ha ammesso che Marquez lo ha protetto, lo ha rispettato perché lui (Lorenzo) era in lotta per il mondiale (esattamente come Rossi a Sepang). Quel mondiale che è ora di tutta la Spagna.
LA BRUTTA FIGURA DI MARQUEZ E DELLA HONDA - Parole pesantissime, quelle di Jorge Lorenzo, che senza mezzi termini ha lasciato intendere che il titolo iridato della MotoGP doveva essere della Spagna e degli spagnoli. Le parole di Lorenzo, il quale ha dichiarato "Il titolo, mio, nostro, della Spagna", hanno fatto fare una pessima figura a Marquez, che da Phillip Island in avanti ha corso in maniera a dir poco anti sportiva, senza mai ammettere le sue condotte di gara faziose, alla Honda, che ha difeso un pilota che stava alterando l'esito di un mondiale favorendo un pilota Yamaha, e alla Dorna, che ha agito in maniera tardiva e scoordinata, permettendo a dei ragazzi di farsi dei dispetti come all'asilo.
GRAZIE PEDROSA, BRAVO LORENZO - Al GP Valencia tutto stava andando come da copione, come Marquez aveva immaginato, ma alla fine l'onestà professionale di Pedrosa e le dichiarazioni di Lorenzo hanno mostrato a tutto il mondo il trucco. Jorge aveva la gomma posteriore massacrata e nel dopo gara ha spiegato che, per questo motivo, alla fine era molto in difficoltà nelle curve a destra. Marquez giocava con Lorenzo, che soprattutto nella prima parte del tracciato era molto più lento del pilota della Honda, che però non ha mai affondato il colpo. Mai un attacco, mai un'azione di disturbo. Molto strano, considerando lo stile di guida aggressivo di Marquez, che si è visto solo quando Pedrosa lo ha attaccato. A quel punto Marquez è tornato il demonio che tutti conoscono e per riprendersi la posizione ha attaccato Dani, con decisione, sfiorando le carene del compagno di squadra.
PER FORTUNA, LA FINE - Marc Marquez ha trasformato il motociclismo in uno sport che oggi ci piace meno del passato. Probabilmente Marquez vincerà tantissimo, perché le sue doti atletiche e di guida sono indiscutibili. La carriera di Marc, però, sarà macchiata per sempre da questa vicenda, che è addirittura riuscita ad oscurare la vittoria del mondiale di F1 di Lewis Hamilton. Tutto il mondo ha visto quello che è successo da Phillip Island in avanti e, a Valencia, Lorenzo ha confermato che i sospetti di molti erano fondati. Forse Jorge avrebbe vinto il mondiale anche senza l'aiuto di Marquez. Forse no. Non lo sapremo mai. Tra qualche anno, resterà un nome (quello di Jorge Lorenzo) su un libro. Per ora restano l'amarezza e la preoccupazione che il motociclismo di domani è nelle mani di piloti che non hanno più una deontologia professionale. Twitter: @Hokutonoken_79

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