Petrucci: Il mondiale ai soliti

Petrucci: Il mondiale ai soliti
"Hanno qualche cosa in più e sfruttano bene le loro moto. Però con questi cambi di regolamento anche noi..." dice Petrucci

Redazione

12.02.2016 ( Aggiornata il 12.02.2016 11:48 )

Danilo Petrucci ha stupito tutti con il grande tempo conquistato il secondo giorno di test ufficiali a Sepang in sella alla Ducati Octo Pramac Yakhnich. E che si è confermato come secondo tempo assoluto della tre giornidi test. Un risultato che, seppur iniziale, è stato raggiunto con un grande impegno in questi anni per il pilota di Terni del team satellite di Borgo Panigale e per la sua scuderia. “Si, un buon test per noi. Però c’è da dire che non portano a molto questi risultati ora", ha detto Petrucci a MotoGP.com. "Serve poco guardare la classifica dei tempi adesso visto che tutti stanno facendo un lavoro di preparazione e, come noi, si stanno cucendo addosso la moto del 2016. Non conta nulla il bel tempo fatto, ma meglio partire con il piede giusto piuttosto che avere subito dei problemi. La nostra moto (Ducati Desmosedici GP 15, ndr) è collaudata bene perché è il prototipo dell’anno scorso e andava molto forte; quindi è stato un po’ più facile e abbiamo solo pensato a sposare bene il tutto con le nuove gomme Michelin e la nuova elettronica”. In che modo state affrontando le novità tecniche? “C’è da dire che le novità sono molto importanti e incideranno tanto; magari da fuori si fa fatica a capirlo. Le gomme sono cambiate parecchio rispetto alle Bridgestone, sono molto diverse e trovare il giusto feeling con loro è compito principale dei piloti; gli pneumatici sono fondamentali, sono l’unica parte di moto a contatto con l’asfalto, è una questione di sensazione soggettiva del corridore riuscire a capirle; la scuderia può solo darti delle indicazioni su come gestirle. Invece, il lavoro sull’elettronica deve farsi a fianco dell’ingegnere. È una centralina nuova quella del 2016 ma in Ducati hanno lavorato molto inverno per farla funzionare in modo simile a quella del 2015, il vecchio software privato. Su quella nuova ora c’è un po’ più da lavorare e al momento sembra essere un filo inferiore rispetto a quello precedentemente in uso. Però siamo solo all’inizio e anche noi dobbiamo capire bene come gestirla, quindi, come sarà il comportamento della moto nell’intero arco di gara; dobbiamo cercare di lavorare tanto con i tecnici per renderci tutt’uno con la moto dalla partenza al traguardo della gara ma anche durante le qualifiche e le prove libere”. Petrucci questo fine settimana volerà a Phillip Island per i secondi test ufficiali IRTA; una tre giorni che servirà ancora per accumulare dati per il 2016. Conclusi questi, per il pilota 26 enne, qualche giorno di vacanza e la partenza per il Qatar dove ad aspettarlo ci saranno i terzi e ultimi test pre-season; un lavoro con gli occhi già puntati al GP sul circuito di Losail dopo qualche giorno che darà il via ufficiale al campionato MotoGP 2016 Si dice che Ducati, con otto piloti in pista questa stagione, possa avere un certo vantaggio nella raccolta dati per il lavoro sulla moto. È vero secondo te? “No, secondo me non è affatto vero. Anzi, Ducati è stata penalizzata rispetto all’anno scorso visto che le sono state tolte le agevolazioni che nel 2015 aveva (Petrucci si riferisce alla possibilità di sviluppo, quest’anno parificato rispetto alle concorrenti dirette Honda e Yamaha, ndr).  Sicuramente Ducati ha fatto degli investimenti sul software unico, ha usato il team satellite per svilupparlo e adesso si trova con questo leggero vantaggio solo sotto questo punto di vista. Ducati sapeva che sarebbe arrivato questo software unico e quindi ha iniziato a pensarci prima degli altri e a investire risorse economiche, umane e impegno per arrivare preparata. Hanno fatto un grande lavoro, da questo punto nulla è arrivato da solo”. Che previsioni fai per  questa stagione? “Credo che il mondiale se lo giocheranno i soliti, perché hanno qualche cosa in più e sfruttano bene le loro moto. Però penso anche che, con questi cambi di regolamento, qualche cosa possa anche uscire fuori dalle prime gare per noi; ci possono essere delle moto che si adattano meglio e dei piloti che si adattano meglio ma non voglio aspettarmi nulla. So come posso lavorare e so che se faccio un bel lavoro posso far bene. Ho accumulato un po’ di esperienza, è il mio secondo anno nel team Pramac, credo che verrà da se sfruttarla sperando di farne tesoro”.

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