Poncharal: cosa cambia in MotoGP

Poncharal: cosa cambia in MotoGP
"E' stato proprio l'incidente di Baz a farci identificare il problema che stavamo cercando arginare da tempo", spiega Poncharal

Redazione

12.02.2016 ( Aggiornata il 12.02.2016 11:56 )

"Quello che sta per cambiare è che la Direzione Gara controllerà la corsa pronunciandosi su decisioni come l’eccesso di velocità in pit-lane o sull’uso di una bandiera gialla o rossa, decisioni di oggettiva rilevanza e infrazione", spiega Poncharel a MotoGP.com. Il presidente IRTA e membro della GP Commission ha commentato infatti le modifiche al regolamento del MotoGP decise a Ginevra la prima settimana di febbraio. "Ma ogni altro caso che richiede un'analisi corretta come ad esempio l'incidente alla chicane finale di Assen l'anno scorso, l'ultima curva a Jerez o, ovviamente, quello che è successo a Sepang necessiterà di un altro controllo. I comportamenti in pista di questo genere saranno infatti trattati e approfonditi da Mike Webb e da due commissari nominati dalla FIM in accordo con Dorna e IRTA, insieme andranno a comporre il nuovo organo di controllo sui GP. Questi tre steward saranno esperti dalla FIM e credo sia una buona scelta perché Dorna ha ricevuto molte critiche in questo periodo. Dopo le dure reazioni dell'anno scorso è una bella novità la creazione di questo organo che deciderà in modo competente e indipendente senza alcun conflitto di interesse. Credo che il 98% della polemica che ci ha investito nel 2015 era del tutto ingiustificata e, questa decisione, è un passo in avanti per dare meno occasione a proteste immotivate di ogni tipo. Il nuovo organo sarà molto utile e avrà una libertà di giudizio importante, per questo la commissione GP non può che essere d’accordo con la sua nascita, infatti la decisione è stata unanime". Sul nuovo sistema a punti per le penalità inflitte ai piloti che non riescono a rispettare i loro obblighi di comunicazione e pr, Poncharal spiega: "Il MotoGP attrae un vasto pubblico, tanti appassionati partecipano ai fine settimana di GP, abbiamo bisogno di molti sponsor ed è normale che, considerando l’investimento da parte di soggetti commerciali e anche degli spettatori che spendono soldi per arrivare il più vicino possibile ai propri idoli, alle moto e alle scuderie, credo che sia stata la scelta più giusta per offrire il miglior spettacolo possibile. Naturalmente nel nostro sport le stelle sono i piloti e hanno un obbligo non solo nei confronti dei media ma anche verso i tifosi e gli sponsor. La Commissione Grand Prix voleva solo chiarire questo. Credo che ognuno debba interpretare la propria parte con la buona volontà, ma a volte è necessario mettere nero su bianco le intenzioni. Sappiamo che non si può chiedere troppo ai piloti ma c’è un minimo da dare alle persone che sostengono i team senza le quali nessuno di noi, scuderie e corridori su tutti non potremmo vivere di questo sport. Volevamo solo scriverlo e tutto quello pattuito esisteva già, per tutti i piloti erano regole del lavoro quotidiano. Ovviamente più il successo è grande meno si è inclini alla disponibilità verso i fans e i media. Abbiamo solo vuolto ricordare a tutti che si deve lavorare insieme per soddisfare le aspettative di spettatori, tifosi, giornalisti e sponsor che accompagnano il mondo del MotoGP". Per quanto riguarda l'inserimento dei sensori all’interno della gomma che ne controlla la pressione, questa la spiegazione di Poncharal: "Un'altra cosa che abbiamo deciso con la Commissione Grand Prix e, sono felice di averlo fatto, è l'inserimento dei sensori di pressione obbligatori per le gomme posteriori in MotoGP. Abbiamo chiaramente avuto qualche difficoltà tecnica, ma a volte i problemi possono portare a cose buone. Sono contento che Loris (Baz) non si sia fatto nulla di grave ma è stato quell’incidente proprio a farci identificare il problema che stavamo cercando arginare da tempo e trovare un accordo. Dobbiamo essere in grado di controllare la pressione dei pneumatici costantemente, è molto importante per aumentare la sicurezza. Non se ne parla molto ma è la decisione forse più positiva presa a Ginevra”.

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