MotoGP Qatar: martello Lorenzo

MotoGP Qatar: martello Lorenzo
Dopo la pole position, la vittoria e il record del circuito ottenuti grazie a una gara perfetta. La Ducati convince. La Honda e Rossi inseguono.

Redazione

20.03.2016 ( Aggiornata il 20.03.2016 20:44 )

di Riccardo Piergentili Alla domenica, quando il semaforo diventa verde e i migliori iniziano a fare sul serio, si possono fare le analisi tecniche migliori e più attendibili. Dopo il GP Qatar si potrebbe pensare che gli equilibri non siano cambiati rispetto allo scorso, perché Jorge Lorenzo (primo), Marc Marquez (terzo) e Valentino Rossi (quarto) continuano a fare un altro sport e Andrea Dovizioso (secondo) resta uno specialista della pista di Losail. I dati, però, vanno anche analizzati e facendolo si scopre che il nuovo regolamento e il cambio di fornitore unico di pneumatici hanno modificato qualcosa... ma solo per alcuni. SEMPRE I SOLITI IN TESTA - Lorenzo, Marquez, Rossi. Anche nel 2016 assisteremo a emozionanti battaglie tra questi piloti, anche se gli spagnoli sono apparsi un po’ più veloci di Rossi, che in Qatar ha inseguito i suoi rivali, sia nelle prove, sia in gara. Questione di decimi, preziosi, soprattutto quando bisogna inseguire un pilota (Lorenzo) che è in grado di migliorare il record del circuito (che era di Stoner, che lo deteneva dal 2008) a due giri dalla fine. LORENZO IL "PENNELLATORE" - Lo scorso anno Lorenzo aveva rovinato la prima parte del suo mondiale nelle primissime gare. Nel 2015 Jorge non si era presentato in pista in forma e, anche a causa di un po’ di sfortuna, aveva impiegato alcuni gran premi prima di trovare il giusto ritmo. Per questo motivo, per tutta la stagione ha dovuto inseguire Rossi. Quest’anno Lorenzo ha dimostrato di avere imparato la lezione e in Qatar ha dimostrato che sarà l’uomo da battere. Dopo la pole position, Lorenzo ha ottenuto una vittoria incredibile. Jorge non ha sbagliato nulla; ha lasciato sfogare i piloti della Ducati, poi ha preso il comando della gara e ha amministrato il vantaggio, incrementandolo nel finale, mettendosi al riparo da qualsiasi tentativo di attacco.
LA DUCATI VOLA BASSA - Le Ducati Desmosedici GP si confermano molto competitive, non solo in rettilineo (dove non hanno rivali) ma anche in curva. Andrea Iannone avrebbe potuto lottare per il podio ma a 17 giri dalla fine ha perso l’avantreno, lasciando Dovizioso a lottare con le Yamaha ufficiali e con Marquez. Si parla molto del super motore Ducati ma il segreto delle Desmosedici GP, come avevamo già scritto lo scorso anno, si nasconde nell’aerodinamica, (nelle ali, nello specifico), che permettono ridurre l’impennamento in accelerazione, sfruttando gran parte della potenza a disposizione. Non a caso, anche sulla M1 la Yamaha ha montato dei vistosi profili aerodinamici, che saranno sicuramente oggetto di attenzioni regolamentari durante la stagione. MARQUEZ SALVA LA HONDA - La RC213V è sempre stata una moto velocissima in rettilineo. In Qatar, invece, la Honda è apparsa in difficoltà, come ha confermato Marquez alla fine della corsa (Marc ha dichiarato che la Honda ha problemi in accelerazione). Marquez ha perso il duello con Dovizioso a causa della mancanza di velocità in rettilineo, che lo ha costretto a rischiare molto in staccata e in curva. Pedrosa, quinto, ha subìto un distacco importante (oltre 14”) dai primi quattro e le altre Honda hanno terminato la corsa in fondo alla classifica. ROSSI INSEGUE - Rossi ha inseguito Lorenzo (e non solo) per tutto il weekend e in gara si è dovuto arrendere anche a Dovizioso e a Marquez. Valentino ha puntato sulle gomme dure, pensando di poter fare la differenza nella seconda parte della corsa ma così non è stato. Rossi, come molti altri piloti, temeva il decadiemtno prestazionale delle Michelin, che alla fine non c’è stato, tant’è verò che tutti sono andati più forte rispetto allo scorso anno, quando c’erano le Bridgestone e l’elettronica “libera”. Twitter: @Hokutonoken_79

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