MotoGP: promossi, bocciati e rimandati del GP Austria

MotoGP: promossi, bocciati e rimandati del GP Austria

I piloti ufficiali Ducati passano l'esame del Red Bull Ring a pieni voti. Le Yamaha si difendono, la Suzuki di Vinales sorprende, la Honda delude.

15.08.2016 12:12

Al GP Austria di MotoGP, al Red Bull Ring, tutti si aspettavano molto dalle Ducati, che non hanno deluso. Come non ha deluso Jorge Lorenzo, tornato protagonista. Poi c'è la lista dei "contenti a metà", in cima alla quale c'è Valentino Rossi. Infine ci sono quelli che hanno lasciato l'Austria delusi e arrabbiati: Marc Marquez, Dani Pedrosa e il Team HRC hanno capito che c'è ancora molto lavoro da fare sulla RC213V; Danilo Petrucci non è riuscito a sfruttare il vantaggio tecnico della sua Ducati; Barbera avrebbe potuto terminare la gara tra i "big", invece, è dovuto rientrare in anticipo al box a causa della bandiera nera... 

ANDREA IANNONE 10 - ROMBO DI TUONO
È arrivato al Red Bull Ring con qualche acciacco e il morale non certo alle stelle, però il suo weekend è stato un crescendo di prestazioni. Pole position, vittoria e giro veloce in gara. Difficile ottenere di più... Ha riportato la Ducati sul gradino più alto del podio e ha dimostrato che quando tutto è a posto e un "big". Andrea ha 27 anni, ancora tanto da dare e, forse anche a causa degli errori commessi nel 2016 e delle critiche ricevute, sta maturando. Ducati avrà fatto bene a lasciarlo andare?

ANDREA DOVIZIOSO 9 - CONSERVATORE
Il suo voto rispecchia perfettamente il suo risultato. È veloce. È un eccellente collaudatore. È un pilota che sa cosa gli occorre per andare forte ma ogni volta, per qualche motivo, non riesce a salire sul gradino più alto del podio. Questa volta avrebbe potuto farcela ma ha scelto la gomma dura per paura di non riuscire a finire la gara, mentre il suo compagno di squadra ha rischiato, utilizzando la mescola morbida, che gli ha dato un vantaggio di grip. Un punto in meno di Iannone, che è stato più coraggioso.

JORGE LORENZO 8,5 - RINATO
Prima della pausa estiva era l'ombra di se stesso. In Germania è caduto, caduto, caduto, fino a perdere il conto delle volte che è finito a terra. Il feeling con la sua Yamaha e con la velocità sembravano persi però, in poche settimane, lo spagnolo ha ritrovato la concentrazione e in Austria, turno dopo turno, è tornato al vertice. Pochi errori, tanta velocità e quello stile di guida inconfondibile, "pulito", rotondo". L'accademia della guida. Lorenzo è di nuovo veloce e se la Honda non risolverà i problemi della RC213V, i 43 punti di distacco da Marquez potrebbero ridursi in fretta...

VALENTINO ROSSI 7,5 - GLI È MANCATO IL GOL
Dopo il "tempone" in Q2 era diventato un candidato alla vittoria,
perché in gara le Ducati, al contrario delle Yamaha, hanno sempre usurato troppo le gomme. I 147 millesimi di secondo di vantaggio di Iannone su Rossi in Q2 non sembravano sufficienti a tenere lontano Valentino nel finale di gara. Rossi, invece, non è mai riuscito a essere incisivo, subendo anche il ritorno del suo compagno di squadra. Nella parte finale della corsa, addirittura, le Ducati dei due Andrea hanno staccato le Yamaha di Jorge e Valentino, che si è accontentato della quarta posizione. Forse i tanti, troppi errori della prima parte di stagione hanno lasciato il segno.

MARC MARQUEZ 8 - FENOMENO SILENZIOSO
La RC213V è allergica al Red Bull Ring, che sembra costruito appositamente per mettere in evidenza i limiti della Honda. Marquez si attrezza per fare i miracoli, guidando sempre al limite."Perde l'avantreno" più volte in cerca di decimi di secondo preziosi, cade, si lussa una spalla, torna in sella e in gara lotta come un leone, portando la sua RC213V al quinto posto, conquistando punti importanti e limitando i danni. Per anni Marc ha dovuto ringraziare la Honda, che ha permesso allo spagnolo di dominare. Quest'anno è la Honda che deve ringraziare Marquez: gran parte del merito del primo posto provvisorio nel mondiale è suo.

MAVERICK VINALES 8 - TOP RIDER
La Suzuki avrebbe dovuto faticare tanto al Red Bull Ring, a causa dei lunghi rettilinei e delle curve "stop and go". Così è stato, però Vinales è riuscito ancora una volta a portare la quadricilindrica di Hamamatsu a ridosso dei primi della classe. Ormai lo spagnolo è costantemente uno dei piloti più veloci della MotoGP. Inoltre, pur guidando sempre al limite, sbaglia poco, segno che ha la situazione sotto controllo. Maverick è già un top rider in grado di vincere delle gare.

DANI PEDROSA 6 - DEMOTIVATO
Le sue prestazioni rappresentano il vero livello prestazionale della Honda, in questo momento. Pedrosa era ed è uno dei migliori piloti della MotoGP e il suo settimo posto, come le sue molte gare mediocri, dimostrano che il progetto RC213V ha bisogno di un'evoluzione. In alcune piste la Honda fatica meno, ma la V4 giapponese ha evidenti problemi di competitività, che a volte non possono essere coperti neppure con il mostruoso talento di Marquez. Appare evidente che il cambio regolamentare non è stato digerito bene dalla RC213V...

HECTOR BARBERA 5 - VEDO NERO
In sella alla vecchia Desmosedici GP14.2, sta dimostrando di avere ritrovato grinta e velocità ma di non avere fatto tesoro degli errori del passato. Lo spagnolo, quando è in forma, è velocissimo, però in gara raramente riesce a portare a termine con successo l'ottimo lavoro iniziato nelle prove. Le sue sorprendenti prestazioni in qualifica ormai sono una costante. In gara, al Red Bull Ring, Barbera sembrava in grado di tenere il passo della Honda ufficiale di Pedrosa, però ignorare il ride through non è stata una buona idea ed alla fine è arrivata la bandiera nera.

DANILO PETRUCCI 5 - GIORNATA STORTA
I "weekend no", capitano a tutti e al Red Bull Ring è stato il turno di Petrucci. Un peccato, considerando che la pista austriaca ha favorito le Ducati. Danilo non ha mai trovato un buon feeling con la moto e con il tracciato, non è stato mai veloce, al contrario del suo compagno di squadra, e ha addirittura inseguito i piloti in sella alle Desmosedici GP 14.2. In gara c'è stato il contatto con Eugene Laverty e un finale al fotofinish con Michele Pirro. Petrucci ha avuto la meglio per un millesimo di secondo. Magra consolazione, perché il livello prestazionale a cui il ternano ci ha abituati è molto più alto.

  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi