MotoGP Misano: che succede a Marquez?

MotoGP Misano: che succede a Marquez?

I problemi della sua Honda sono sempre gli stessi e per lui sembrano irrisolvibili…

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11.09.2016 18:28

MISANO ADRIATICO - Ripercorrendo il weekend di Marquez è impossibile non notare che nella FP3 e nella FP4 lo spagnolo è stato molto veloce; il più veloce. Inoltre Marc ha sempre dichiarato di avere il pacchetto per puntare al podio e per lottare con le Yamaha. Poi, dopo le qualifiche, sono emersi i soliti problemi; mancanza di accelerazione, causata da un’elettronica che non permette al controllo di trazione di lavorare al meglio. Però, mentre in gara Marquez non riesce a migliorarsi, gli altri fanno dei passi avanti. Così quando le corse hanno ritmi elevati, Marquez è costretto a tirare i remi in barca. Nel caso specifico, ovvero il GP San Marino, le Yamaha ufficiali e la RC213V del suo compagno di squadra, hanno viaggiato a ritmi da astronavi aliene, mentre Marc non ci ha neppure provato. 

PEDROSA METTE LE ALI ALLA RC213V - Sicuramente Marquez sta guidando senza prendersi grossi rischi, pensando al campionato, però a Misano Adriatico la sua Honda e quella di Pedrosa sembravano due moto notevolmente diverse. Dani utilizza un assetto diverso rispetto a quello di Marc, però quando Pedrosa riesce a trovare una buona messa a punto, la RC213V si trasforma di nuovo in quella perfetta macchina macina mondiali che gli avversari della Honda ricordano con terrore. Livio Suppo ha dichiarato che la Honda sta seguendo le indicazioni di entrambi i piloti e c’è da credergli. L’impressione è che alcuni dettagli tecnici della RC213V debbano ancora essere sistemati ma anche che Marquez non riesca a mettere a punto la moto per sfruttare le sue doti e che Pedrosa non sempre trova le motivazioni per esaltare il suo talento di pilota e di collaudatore…

“Credo di avere fato le scelte giuste, sia a livello di assetto sia a livello di pneumatici - ha dichiarato Marquez -. Secondo me la nuova carcassa della gomma anteriore Michelin (che non sarà usata su altre piste, ndr) non funzionava bene sulla mia moto, così all’avantreno ho scelto il pneumatico con la mescola dura, che aveva la carcassa utilizzata da Le Mans in avanti. C’è da dire che Dani, con la gomma anteriore morbida (abbinata alla nuova carcassa, ndr), è andato fortissimo, però lui ha esigenze diverse rispetto a tutti gli altri piloti Honda…”.

Marquez ha guidato al limite ma non è bastato. “Io stavo guidando al limite, giravo intorno all’1’33” basso, poi, dal box, mi hanno segnalato l’arrivo di Pedrosa, che stava girando i 1’32” alto. Ho pensato… ma quanto sta andando forte! Quando Dani mi ha superato, ho capito che non potevo seguirlo, così non ho rischiato più del necessario. In campionato ho 43 punti di vantaggio su Rossi; sono molti ma non non ho matematicamente vinto il mondiale...”.

Ultimamente, quando Marquez cerca di guidare al suo limite la moto non gli permette di essere veloce. “Ho sempre i soliti problemi. Quando inizio a guidare al limite, in accelerazione, per non avere problemi di impennamento, dobbiamo utilizzare molto il controllo di trazione, che però riduce troppo la potenza, facendomi perdere decimi preziosi; quei decimi che in gare come questa fanno la differenza. Non è normale che io arrivi sempre dietro a Rossi e Lorenzo, però quando non posso attaccarli non lo faccio. A Silverstone ero in condizione di poterlo fare e ci ho provato”.

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