Rossi: "L'enduro non era nella black list..."

Rossi: "L'enduro non era nella black list..."
"E' venuto ad aiutarci un contadino con una jeep. Mi hanno caricato in 6 nel bagagliaio e il tragitto è stato il momento più doloroso, con tutte le buche..." dice Valentino nella prima intervista dopo l'incidente

08.09.2017 11:49

Dice bene, Valentino Rossi: "L'enduro non era nella black list...   È un giro che facciamo da quando avevo 18 anni, mi portava mio padre con i suoi amici quando lo facevano anche loro da giovani. Quindi è una cosa che ho fatto duecento volte..." così il pesarese spiega perché aveva affrontato senza preoccupazioni la sua uscita sulla moto da enduro, dove però ha rimediato la frattura a tibia e perone.

Rossi non è il solo ad essersi fatto male in allemento su due ruote. All’inizio dello scorso anno era capitato a Jack Miller, che poi ha compromesso tutta la stagione, e anche Marc Marquez si è infortunato scon moto da off-road. Del resto, l’allenamento è fondamentale. E lo stesso Valentino era uscito fortunatamente bene da un incidente con il cross prima del Mugello. Come ha detto una volta il compagno di squadra di Rossi, Maverick Viñales: “E’ impossibile rimanere in forma stando seduti sul divano”.

MARQUEZ DIFENDE ROSSI - Non ce lo saremmo mai aspettato, ma Marc Marquez nella conferenza stampa dei piloti a Misano, ieri, ha difeso Valentino Rossi e il suo allenamento in moto da offroad. "Odio quando leggo qualche volta che noi non dovremmo usare le moto fra una gara e l'altra. E' pericoloso, ma fa parte del nostro lavoro. Ovviamente ci piacerebe stare in spiaggia a rilassarci, ma così non puoi migliorarti... per farlo devi stare in moto e allenarti a casa. Ti puoi fare male in qualsiasi modo, anche cucinando, come Cal", ha scherzato poi Marquez facendo riferimento a Crutchlow che si è tagliato un dito in cucina la scorsa settimana (leggi qui).

CON LA PLAYSTATION - “Il calcolo delle probabilità metteva il cross in cattiva luce perché con la moto da cross si sono fatti male tutti, me compreso. Ma l’Enduro non era nella black list... ma alla fine ogni volta che sali su una moto è sempre pericoloso. "È una cosa che 4-5 volte all’anno l’abbiamo sempre fatta. Ora mi alleno a casa con la Playstation, è meno pericolosa e magari riesco a non farmi male, dice Rossi nell’intervista rilasciata a Guido Meda e andata in onda ieri sera alle 21 su Sky MotoGP HD (e disponibile da oggi “on demand”)

L'INCIDENTE _ Nell’intervista Rossi spiega anche cosa è successo il giorno dell'incidente. “Eravamo in una discesa abbastanza ripida, stavamo andando giù piano sulle pedane in seconda, solo che c’era uno scalino roccioso. Quando ho preso lo scalino mi si è mosso il manubrio come se avessi preso un sasso, una cosa del genere. Sulla sinistra io sono andato giù col piede a destra, solo che c’era uno sbalzo e quindi quando il piede ha toccato con tutto il peso del mio corpo e della moto sopra si è rotta la gamba. Mancavano 400 metri alla fine del giro.

"Nel momento in cui capisci che hai una gamba rotta, sei completamente immobile e sei mezzo a un bosco, ti chiedi “e adesso cosa succede?”. Perché tra l’altro erano anche le 18.45, quasi cominciava anche ad essere buio, io non riuscivo neanche a muovermi e appena mi muovevo faceva malissimo. Siamo stati fortunati perché sono andati nel paesino sotto, hanno chiamato un contadino – senza dirgli che era Valentino Rossi – e lui è venuto ad aiutarci con una jeep piccolina. È riuscito ad arrivare fino lì sotto, dove ero io, è venuto su in retro piano, piano fino a 5 metri da me. A quel punto mi hanno caricato in 6 nel bagagliaio e il tragitto, da lì fino in fondo, è stato il momento più doloroso, con tutte le buche. Con la gamba rotta non lo auguro a nessuno”.

MISANO - Chiaramente perdere la possibilità di correre a Misano è la cosa che gli dispiace di più, oltre alla situazione in campionato. “Mi dispiace molto perché dopo la pausa stavo guidando bene, ero veloce in prova, sono partito in prima fila e mi sentivo in forma per Misano.

"Ci sono un sacco di piloti italiani che possono vincere. C’è Dovizioso che corre con la Ducati, ci sono anche tanti altri piloti in Moto2 e Moto3. Quindi sarà sicuramente un gran weekend. Mi dispiace non esserci per tutti i miei tifosi, ma penso che quelli che saranno a Misano si divertiranno lo stesso perché sarà una bella giornata di gara”.  

YAMAHA - A proposito di Yamaha, Rossi dice: “Viñales potrà essere molto competitivo. Mi dispiace molto perché siamo in lotta per tutto, per le marche, per i team, quindi senza di me questo fa male per la Yamaha. Però li vedo al momento loro tre i più in forma: Ducati, Honda e Yamaha, Viñales, Marquez e Dovizioso. Anche Pedrosa e Lorenzo vanno forte a Misano”.

COSA FA - Ma come passa le giornate Valentino Rossi in questo periodo? “Guardo la tele, i film, le serie. Mi alleno la mattina, poi faccio fisioterapia il pomeriggio, già abbiamo da fare. È un po’ come quando ti sospendono da scuola ma con l’obbligo di frequenza. Praticamente io non guido la moto ma devo fare tutto il resto”.

LA CONDIZIONE FISICA - "Sto abbastanza bene, rispetto all’altra volta (incidente al Mugello 2010 ndr), la frattura è meno brutta e sono stato subito bene, come il resto del corpo, già da dopo l’operazione. Ho trovato un dottore molto bravo, mi ha fatto una buona operazione subito la notte e quindi mi sono svegliato la mattina che già stavo bene. Ho potuto subito iniziare a lavorare per la riabilitazione, ma bisogna comunque stare sempre molto attenti, fare molto poco, giorno per giorno, vedere che la gamba si sgonfia un po’, è una procedura molto lenta e noiosa.

IL RIENTRO - Quando tornerà in pista Valentino Rossi? "Dipende molto da come sta la gamba. Nella mia testa ho pensato a Motegi, ma adesso tutte le previsioni sono un prenderci, perché bisogna vedere come sta la gamba, come reagisce al lavoro, se possiamo spingerla un po’, muoverla, se non si gonfia, bisogna vedere come sto io per il resto. L’altra volta sono tornato in pista dopo 40-41 giorni al Sachsenring, e quindi più o meno ci saremo con la tempistica di Motegi. Aragon è molto prima, perché sarebbe tipo tre settimane dopo l’incidente, quindi sarà veramente difficile. Però noi ci proviamo, tutte le mattine proviamo, lavoriamo e vediamo".

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