La sfida di Jack Miller? Correre in Australia

La sfida di Jack Miller? Correre in Australia

Anche il pilota Honda punta a un rientro record dopo il ko in allenamento: ci proverà sul circuito di "casa" 

 

Stefano Saragoni

17.10.2017 ( Aggiornata il 17.10.2017 15:25 )

Senza che la notizia finisse sulle prime pagine dei giornali, né facesse il giro del mondo social in pochi minuti, il primo giorno di ottobre abbiamo appreso che anche Jack Miller, al pari di Valentino Rossi un mese prima, si è rotto la gamba destra allenandosi in fuoristrada nei pressi della sua residenza europea ad Andorra. Mentre era alla guida di una moto da trial, l’australiano ha appoggiato pesantemente un piede a terra per evitare una caduta e questo lo ha portato a fare i conti con la frattura della tibia (lui il perone non lo ha rotto) e la necessità di sottoporsi a un’operazione a Barcellona, dove la frattura è stata ridotta con l’inserimento di una placca e otto viti. Ha saltato il GP di Motegi (sostituito da un uomo Honda come Hiroshi Aoyama), ma farà il possibile per essere al via del “suo” GP, a Phillip Island.  
 
FUORISTRADA SI - Adesso sono due su 23 i piloti della MotoGP che quest’anno sono incappati in un serio infortunio in allenamento (a Rossi in verità è successo addirittura due volte), così che nei prossimi giorni ci si interrogherà nuovamente sull’opportunità di allenarsi off road, sfidando i pericoli annessi e connessi, dimenticando che Andrea Dovizioso, con la sua straordinaria capacità analitica, sull’argomento ha fornito una risposta ineccepibile, ricordando come i piloti della MotoGP, non potendo farlo con la propria moto da gara, per allenarsi bene devono fare un po’ di tutto. Anche guidare una moto da fuoristrada, e di come sia necessario farlo a ritmo sostenuto, ma al tempo stesso tenendo un po’ di margine, necessario a evitare errori e infortuni. Va da sé che l’equilibrio è sottile, e che si viaggia su un filo che può spezzarsi anche per i migliori piloti del mondo.  
 
ESPERIMENTO RIUSCITO A META’ - Jack Miller ha incantato gli appassionati con la sua capacità di impennare una Moto3 in piedi sulle pedane e pur perdendo il titolo del 2014 per due soli punti – per i troppi errori abbinati alle sue sei vittorie – è stato oggetto di un “esperimento” della Honda, che l’ha voluto in MotoGP senza passare dalla Moto2. Ora, dopo tre anni di tante cadute riscattate dalla vittoria di Assen nel 2016 sul bagnato, la stessa Honda ha deciso di lasciarlo andare, segno di un esperimento riuscito a metà: nel 2018 a scommettere su di lui sarà la Ducati-Pramac.  
Tornando all’infortunio e alle sue conseguenze, così come Rossi anche Miller tenterà di rientrare in tempi record, per non perdersi il proprio GP e l’abbraccio dei tifosi australiani. È l’obiettivo da raggiungere con un programma di fisioterapia che dovrà consentirgli di tenersi in piedi e risalire in sella meno di venti giorni dopo l’infortunio. Se ci riuscirà sarà l’ennesimo recupero record cui ci hanno abituato i piloti di moto, gente dura e cocciuta, che stringe i denti e getta il cuore oltre l’ostacolo.

 

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