Il Ranch è salvo, un'altra vittoria per Rossi

Il Ranch è salvo, un'altra vittoria per Rossi

Il Tribunale amministrativo Regionale ha emesso una sentenza che scagiona il Ranch dalle accuse che gli erano state mosse

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04.01.2018 11:41

La diatriba sul Ranch di Valentino Rossi scatenatasi poco dopo la fine del Campionato è stata messa a tacere dal Tar. Il Dottore, ancora una volta, è riuscito a spuntarla sui “vicini di casa” che accusavano il circuito pesarese, nato nel 2011, di essere troppo rumoroso e dannoso per l'ambiente, nonché non in regola con i permessi.

IL RICORSO AL TAR – Per questi motivi, alcuni dei residenti nella zona del Ranch (che si trova in provincia di Pesaro) avevano deciso di fare ricorso al Tar delle Marche per mettere la parola “fine” alle attività della pista, ma il tribunale proprio ieri ha emesso il suo verdetto che ha dato ragione a Rossi e al Ranch. Nello specifico, le accuse dei vicini facevano riferimento al troppo rumore, agli orari di utilizzo dell'impianto non idonei e alla mancanza della Via, ovvero la valutazione di impatto ambientale che a parere dei vicini non era stata fatta.

LA DECISIONE DEL TAR – Ieri mattina, però, è arrivata la prima sentenza del Tar delle Marche che ha dato ragione a Valentino scagionando, almeno per il momento, il Ranch da ogni accusa. I giudici hanno spiegato le loro motivazioni con un documento di quasi 20 pagine all'interno del quale, in sostanza, si dice che non c'è stato alcun illecito per ciò che riguarda i permessi di costruzione, in quanto il Comune di Tavullia aveva autorizzato Rossi e i suoi soci a realizzare il circuito in terra battuta, apportando delle modifiche al piano regolatore e cambiando la destinazione d'uso dei terreni, da agricolo a didattico-ricreativo. Inoltre, per quanto riguarda le lamentele dovute al rumore e all'utilizzo del circuito in orari non idonei, il Tar ha ritenuto che le lamentele erano infondate poichè gli orari in cui è stato autorizzato il funzionamento non coincidono con quelle del riposo diurno e notturno. Infine, le misurazioni sul rumore eseguite dall'Arpa (Agenzia Regionale per la protezione ambientale) hanno dimostrato che il rumore emesso dalle moto non supera i decibel consentiti dalla legge.

VITTORIA SCHIACCIANTE quindi per Dottor Rossi e per il suo Ranch anche se la vicenda potrebbe ancora non essersi del tutto esaurita: i vicini, se non contenti del risultato della prima sentenza, potranno rivolgersi in appello al Consiglio di stato... lo faranno? Staremo a vedere...

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