MotoGP, Rossi: 'L’airbag, un grande passo per la sicurezza'

MotoGP, Rossi: 'L’airbag, un grande passo per la sicurezza'
'All'inizio non mi sentivo a mio agio perché mi limitava un po' nei movimenti e mi appesantiva. Ora non voglio mai scendere in pista senza l'airbag', dice Rossi

30.03.2018 17:37

I piloti della MotoGP oggi arrivano ad oltrepassare i 350 km/h. Per questo la sicurezza non è mai troppa e da quest’anno la Federazione Motociclistica Internazionale ha introdotto l’obbligo dell’uso dell’airbag, che già da qualche anno era presente nelle tute di molti piloti. E’ infatti dal 2001 che Alpinestars e Dainese hanno iniziato a produrre e sperimentare gli airbag per le tute della MotoGP.

Ma cosa ne pensano i piloti?
"All'inizio, penso che fosse nel 2009 Dainese iniziò a portare l'airbag dopo un lungo studio, ma non mi sentivo a mio agio perché perdevo un po' di movimento e guadagnavo peso", ha spiegato Valentino Rossi al Telegraph.co.uk.

"Era troppo grande. Ma da quel momento sono migliorati molto, e ora, sinceramente, non voglio mai scendere in pista senza. Per me è un grande passo per la sicurezza, soprattutto per le spalle, per le clavicole". ha aggiunto Rossi.

Il pensiero di Crutchlow - Anche Cal Crutchlow, alfiere della LCR Honda Castrol, ha dichiarato che l’airbag è un grande passo avanti in termini di sicurezza e che lo ha salvato da alcune lesioni certe.

"Lo sto testando dal 2014: comfort diverso, differenti modalità di implementazione e diversi livelli", ha dichiarato Crutchlow al Telegraph. "Alpinestars lavora tanto sulle piste di tutto il mondo ed è per questo che sono stati in grado di svilupparlo così velocemente. Riceviamo cose nuove e aggiornate di continuo.

"So che non può proteggere tutto il corpo ma è usato per sopra le spalle, la parte superiore del braccio e le costole. Ora la protezione si estende anche sui fianchi e le gambe. Il modo in cui funziona è superbo e ha sicuramente salvato me e altri piloti dalle ossa rotte", conclude Crutcholow.

Tanti però, secondo Crutchlow, hanno avuto alcuni effetti collaterali: "E’ come comprare un’auto con l’airbag. Ho parlato con il mio chirurgo delle spalle, al quale mi sono rivolto per molti anni come molti altri piloti e ciclisti, gli ho chiesto come andavano gli affari e se avesse avuto molti clienti negli ultimi tempi e lui ha scherzato dicendo che si vedeva che era arrivato l'airbag!

Penso che ci fosse solo una percentuale del 50% di persone che aveva un incidente e si risparmiava una clavicola rotta, e con l'airbag siamo 90% perché funziona bene”, conclude Crutchlow.

Rea: “Mi ha salvato il campionato!” - Essendo uno dei migliori piloti di Alpinestars, anche il tre volte campione del mondo Superbike Jonathan Rea ha contribuito alla rapida evoluzione dell’airbag.

"Come pilota, sei sempre alla ricerca di guadagni marginali, quindi quando Alpinestars mi ha parlato dell'airbag, ho pensato nel modo sbagliato: ho pensato che avrebbe solo aggiunto del peso. Non sono sicuro di quanti grammi in più fossero, ma alla fine mi sono convinto, e la tuta si è adattata come un guanto la prima volta che l'ho indossata. Penso che il peso in più sia solo 600 grammi", ha spiegato Rea.

“La prima volta che si è attivato e è stato al Lausitzring, in Germania, nel 2016, e mi ha salvato il campionato. La moto mi era andata in folle e mi ha praticamente catapultato a terra sulla spalla sinistra. Sono sicuro al 100% che avrebbe causato danni se non avessi avuto l'airbag”, ha concluso Rea.

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