Contromano: umanità, questa sconosciuta

Contromano: umanità, questa sconosciuta

I casi di Lorenzo e Zarco testimoniano una deriva presa dal nostro ambiente

 

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Marco Masetti

29.08.2019 ( Aggiornata il 29.08.2019 16:08 )

Questo mondo (il nostro) è diventato davvero di m.... Detto così, chiaro e tondo e senza girarci attorno. Nel generale imbarbarimento che ha mille cause sulle quali è inutile tentare un approfondimento nello spazio di una rubrica come questa, c’è soltanto da segnalare che le persone sono le grandi sconfitte in questo non troppo favoloso scorcio di secolo. 
Partiamo con gli esempi, quindi facciamo entrare in scena Jorge Lorenzo. Si è parlato soltanto per sottolineare la più che probabile bollitura del cinque volte campione del Mondo (cinque titoli mondiali non si comprano al supermercato e nemmeno si conquistano con una milionata di click, bisogna sudarseli, eccome) o il suo trasferimento sul mercato a questo o a quel team. Oppure il ritiro, magari la conversione a qualche setta religiosa… Nessuno che abbia detto «Bentornato Jorge, siamo felici di rivederti in un mondo che è tuo da più di tre lustri». E neppure un «Come stanno le tue vertebre?». 

Già, perché Jorge è stato fuori per una doppia frattura di vertebre, non per un “tiramento di fondoschiena”. Avete presente una frattura? Bene, non è una cosa che si guarisce con 500 milligrammi di paracetamolo e, soprattutto, per parlarne bisognerebbe aver studiato, non all’università della vita, possibilmente. Ma soprattutto servirebbe un briciolo di umanità, che manca a chi, di fronte al ritorno di un campione che si è fatto male, ha soltanto in testa ruoli in HRC e mercato piloti. Poracci…

Esempio numero due, Johann Zarco (sopra). Quello che ha detto alla KTM che non ne aveva più voglia di correre per loro, rinunciando a un anno di contratto e a quasi due milioni di Euro. Una scelta che soltanto un uomo vero può fare, uno che ha capito che un matrimonio sbagliato può toglierti la gioia di vivere. Non so se ricordate un articolo apparso un paio d’anni fa che parlava del cono d’ombra nel quale stava entrando Zarco. L’ho scritto io, in una tarda serata dopo un Gran Premio. Lo ricordo soprattutto perché qualcuno mi disse che non rispettavo il pilota francese. Errore, forse avevo visto che qualcosa non stava funzionando. 
Bene, adesso siete convinti che il francese sia finito davvero nel cono d’ombra o aspettate gesti clamorosi? Ovviamente ai senza cuore non sembra possibile che uno rinunci a una fortuna economica per un problema di animo. Quindi siamo già ai teoremi su destinazioni e strategie sul futuro di un pilota. Nessuno che abbia detto la cosa più umana: Zarco non si trova bene in un ambiente duro come quello KTM e vuole vivere in un altro modo. Più umano, parola difficile. 

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