Marco Masetti ha messo sotto la lente di ingrandimento le prestazioni di tutti i protagonisti della classe regina, impegnati nella sfida spagnola
Andrea Iannone - Nonostante la spalla lo faccia soffrire parecchio e prestazioni lievemente inferiori a quelle della moto di Espargaro, il pluritatuato ingaggia battaglie gagliarde, sfiora la top ten, batte una Ducati ufficiale e si diverte pure. Perché quando c’è da lottare Andrea si trasforma. Transformer 7
Takaaki Nakagami - Sognava la top ten e l’ha conseguita. Si è anche divertito anche se nelle battaglie la frenata non era al massimo. Non c’è da esaltarsi ma nemmeno da deprimersi. Giapponese medio 6
Joan Mir - Prende una bella bastonata da Rins in avvio e si ritrova senza un’aletta anteriore. Fa il possibile, stringe i denti e arriva in fondo. Vittima innocente 6
Alex Rins - Ne combina una grossa, sbagliando la frenata e centrando Morbidelli dopo un’ottima partenza, ma anche dopo aver sportellato il compagno di squadra Mir. Ha solo un problema: in qualifica non è quasi mai incisivo e parte sempre troppo dietro per uno da quartieri alti come lui. Esagerato 5
Mika Kallio - Il Vecchio Unno è fatto così: lo tiri fuori dalla naftalina, una spolverata, ed eccolo pronto a fare una buona figura. Merita la stima che KTM ripone in lui. Vecchia guardia 6
Danilo Petrucci - Si sta mettendo in discussione, a iniziare dal peso allo stile di guida. Spera nell’analisi dei dati da fare approfonditamente in Ducati, ma il sospetto è che l’autostima stia scemando. Dovrebbe ritornare a correre con la testa più leggera, ma soprattutto a sorridere. Sotto pressione 4,5
Franco Morbidelli - La sua gara dura lo spazio di un amen: Rins lo abbatte e game over. Peccato, poteva fare bene. Incolpevole ng
Bradley Smith - Il collaudatore deve collaudatore e far poche storie, ma soprattutto arrivare in fondo. Missione compiuta nella più che positiva giornata Aprilia. Lavoratore 6-
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