Moto2 Mugello, Zarco supera di un soffio Baldassarri

Moto2 Mugello, Zarco supera di un soffio Baldassarri

Dopo la procedura di "Quick Restart", eseguita nel caos generale, dieci giri al cardiopalma. Terzo Lowes

Alessandro Vai

22.05.2016 14:02

Fuori in 60 secondi! Non è solo il titolo di un film ma la bizzarra procedura di “Quick Restart” - prevista da quest’anno dal regolamento della Moto2 – che ha caratterizzato il Gran Premio d’Italia del Mugello 2016. Alla fine a vincere è stato il campione in carica Johann Zarco, dopo un duello all’ultimo sangue con Lorenzo Baldassarri, che nell’ultimo giro non è riuscito a trovare il sorpasso decisivo.
 
Al terzo posto si è piazzato, dopo un bel combattimento con Thomas Luthi, il poleman Sam Lowes che ha guadagnato punti decisivi su Sam Rines e si è portato in testa alla classifica. Questo è quello che è successo dopo la ripartenza, causata dalla moto di Xavi Vierge che ha abbattuto gli air fence, quando il quintetto di testa era composto da Lowes, Luthi, Nagakami, Baldassari e Rins.
 
A questo punto è stata esposta la bandiera rossa, al giro numero cinque, per permettere il ripristino della protezione. Fin qui tutto normale, poi il teatro dell’assurdo. Il problema è che il Quick Restart prevede un minuto esatto per uscire dalla pit lane (per andare a compiere il giro di formazione) da quando il semaforo diventa verde. Un tempo molto ridotto, visto che per percorrerla tutta servono almeno 20 secondi.
 
Quindi, i team e i piloti devono essere pronti e reattivi, ma alcuni – Corsi, Nakagami, Pons, Simeon, Simon, Rins e Wilariot – non lo sono stati, anche perché le comunicazioni dalla direzione gara sono arrivate con troppo poco anticipo. Così, al momento di ripartire dopo la sospensione della gara, si è creato un curioso paradosso.
 
Questi piloti non sono stati abbastanza veloci a entrare in pista e la procedura della ri-partenza è stata annullata e nuovamente riavviata. Si tratta di procedure, d’accordo, ma è mancata la chiarezza di informazioni tra direzione gara e team, con un curioso “balletto” di moto che entravano e uscivano dalla griglia alla pit lane, accompagnate dai commissari di gara.
 
Insomma, per essere veloci, alla fine si è perso più tempo e anziché gli undici giri rimanenti previsti, ne sono stati percorsi ancora meno, cioè dieci. Tutto questo senza contare il ritardo sul programma e l’incertezza sullo stato delle moto, con le temperature dei motori che andavano alle stelle mentre quella delle gomme scendeva troppo. Un vero peccato, perché lo spettacolo ne ha risentito e qualcuno è stato penalizzato (Nakagami su tutti) senza aver fatto nulla di male. 
 

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