Abbiamo intervistato il team manager della SpeedUp, che quest’anno in Moto2 cercherà di rilanciare anche Danny Kent.
La sfida è doppia, per Luca Boscoscuro e la sua squadra: rilanciare Danny Kent, entrato in crisi dopo aver vinto il mondiale Moto3 nel 2015, e dare una spinta decisa alla carriera di Fabio Quartararo che nel Mondiale stenta ad avviarsi.
«Fabio ha un grande talento, va forte e ha tutto quello che serve per emergere. Soltanto che non è ancora riuscito a esprimerlo, quel talento. Forse anche per fattori esterni, ma fondamentalmente per colpa sua: infatti la prima cosa che gli ho detto è che lui deve riflettere, capire dove ha sbagliato, riordinare le idee e fare tesoro degli errori. È molto giovane, fare degli errori è normale: l’importante è capire come fare a non ripeterli».
- Quali sono stati i suoi errori principali?
«È stato un errore cambiare team così spesso, per esempio, correndo praticamente una sola stagione in ogni squadra: così facendo non puoi trovare stabilità, perché bisogna integrarsi in un team, devi avere fiducia nei tuoi tecnici e loro devono fidarsi di te; se cambi ogni anno non puoi costruire dei rapporti di fiducia. E poi, anche cambiare moto ogni anno è un problema».
- Quartararo ha ammesso che la stabilità la cerca ora con te e la Speed Up.
«E io, con la mia squadra, voglio aiutarlo a crescere. È questa la nostra sfida. La mia squadra è sempre la stessa proprio perché siamo un gruppo unito che si è amalgamato con gli anni. E possiamo dare questo, a Fabio: la nostra coesione, l’esperienza, un clima amichevole in cui potersi esprimere. Quando ci siamo messi d’accordo per correre insieme, gli ho detto: dobbiamo lavorare insieme, per raggiungere lo stesso obiettivo. Mi sembra che abbia capito».
- Come vedi oggi la Moto2?
«È un campionato che non è così facile come si potrebbe pensare, basta vedere la fatica che sta facendo Alex Marquez, che è un campione del Mondo (della Moto3). E basta vedere quali piloti ha sfornato negli ultimi anni: Marc Marquez, Viñales, Zarco, Iannone, Rins, Morbidelli. È una categoria molto impegnativa perché il livello è alto e in qualifica puoi trovare 20 piloti dentro un solo secondo: questo dice già tanto. E sono molto alti anche i ritmi di gara».
- Qual è il segreto per andare forte?
«In una categoria così, dove i turni di prove sono corti, la fiducia nel proprio team e nel capo tecnico è fondamentale per compiere le scelte giuste a livello di set up. E noi dobbiamo aiutare i nostri piloti ad adattarsi alla nostra moto, costruendo la complicità necessaria».
- Dove può arrivare, in Moto2, Fabio Quartararo?
«Può, e deve, lottare per vincere».
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