Moto3, Antonelli: ufficiale e gentiluomo

Moto3, Antonelli: ufficiale e gentiluomo

Un’intervista esclusiva a Niccolò, il ragazzo sensibile che nel 2017 sarà un pilota ufficiale KTM. Un viaggio nel suo passato per capire il suo futuro...

22.09.2016 11:50

Niccolò Antonelli è un pilota dotato di un indiscutibile talento ma è innanzitutto un ragazzo molto sensibile. Una dote che lo rende un uomo oltre che un agonista; un difetto che a volte lo ha reso vulnerabile. Il motomondiale, infatti, è una vasca piena di squali, pronti ad attaccare chi mostra le proprie debolezze. Antonelli è veloce, velocissimo, però, più di altri, ha bisogno dell’ambiente giusto per sfruttare il suo elevato potenziale. 

DA PRIVATO A UFFICIALE - Nel team Ongetta Rivacold ha dimostrato di essere un top rider della Moto3 e si è guadagnato i gradi da ufficiale. Il prossimo anno infatti, Antonelli non guiderà più una Honda ma una KTM schierata dal team Ajo, che potrebbe rappresentare un importante rampa di lancio. Niccolò ha deciso di mettersi in gioco e ha deciso di raccontarci, in esclusiva, le motivazioni della sua decisione di accettare l'offerta del team Ajo.

Innanzitutto, dato che sei reduce da un brutto infortunio alla clavicola sinistra, come stai fisicamente?
“Sto bene. Certo, mi sono infortunato al GP Germania e non è passato molto tempo dalla caduta. Non sono ancora in forma, perché sto iniziando ad allenarmi davvero in questi giorni, dopo il GP San Marino. Fino a oggi non ho potuto fare molto, perché avevo dolore e addirittura non potevo correre senza prendere gli anti dolorifici. Ora ho ripreso gran parte della mobilità alla spalla e ho anche ricominciato a fare le flessioni. Sicuramente dal GP Aragon sarò più in forma”.

Potresti ricostruire la fine del rapporto con il team Ongetta Rivacold e l’inizio dell’avventura nel team Ajo?
“Il mio team (Ongetta Rivacold, ndr) mi ha fatto un’offerta di pre collaborazione, che io avevo firmato. Poi è arrivata l’offerta del team Ajo, che per me è stata un grande motivo di orgoglio. L’ho accettata e sono molto contento della mia scelta, perché andrò in un top team. Ce sono solo tre a quel livello. Non ho potuto dire di no, anche perché intorno a me è stato costruito un progetto”.

Sei rimasto in buoni rapporti col team Ongetta Rivacold?
“Purtroppo c’è stata un po’ di diffcoltà, però abbiamo costruito un rapporto che ci permetterà di andare avanti al meglio fino alla fine della stagione. Entrambi daremo il massimo e continueremo a puntare alla vittoria”.

Essendo un pilota della VR46 Riders Academy, puoi spiegarci come funziona il tuo management?
“I miei manager sono i ragazzi dell’Academy, Uccio, Gianluca, eccetera. Le offerte arrivano a loro, che poi parlano con me. Alla fine decido io cosa fare”.

A differenza di molti altri piloti della tua categoria, dai l'idea di essere un pilota che ha bisogno di un ambiente familiare per fare bene. Pensi che riuscirai a rendere al meglio anche in un mega team come quello di Ajo?
“Io mi trovo molto bene con il team Ongetta Rivacold. Sono fantastici. Quest’anno, però, è sorto qualche problema, non con la mia squadra ma con delle persone che gravitano intorno al team. A causa loro mi sono spesso sentito a disagio; non ero più sereno. Non voglio entrare nel dettaglio, però i fatti sono questi. Quando è arrivata l’offerta di Ajo, questa situazione mi ha convinto ad accettarla. Per rispondere alla tua domanda, credo di essere pronto ad affrontare un’avventura in un grande team. Prima o poi dovrò fare questo passo e credo che sia arrivato il momento di farlo. Se vuoi crescere veramente, devi andare nei team come quello di Ajo. Io sono convinto che nel team Ajo potrò migliorare ancora, imparando il metodo per andare ancora più forte”.

Nel team Ongetta Rivacold usavi la Honda. C’era un progetto per il tuo futuro?
“No. Che io sappia non c'era un progetto per il futuro, in altre categorie, mentre nel team Ajo, se farò bene, avrò la possibilità di correre in Moto2, dove KTM ha appena presentato una moto che promette bene. Anche questo mi ha spinto a cambiare strada. Ora ho sia un obiettivo di medio termine, sia uno nel lungo periodo. In sostanza, so che, se andrò forte, avrò una continuità”.

Quanto tempo resterai in Moto3?
“Il prossimo anno decideremo insieme al team Ajo cosa fare. Non c’è nulla di certo. Molto dipenderà dai miei risultati ma anche da quelli dei piloti che gareggeranno in Moto2. Se mi stai chiedendo se nel 2018 correrò in Moto2, la risposta è forse. Diciamo che c’è questa possibilità. Certo, se Binder e Oliveira (i piloti che KTM schiererà in Moto2, ndr) resteranno in Moto2, anche se io andrò forte in Moto3 nel 2017, non avrò posto nella classe di mezzo nel 2018. Vedremo… Intanto voglio pensare a fare bene sia in questo finale di stagione, sia nel 2017”.

È la prima volta che corri in un team Factory. Cosa provi?
“L’idea di lavorare a stretto contatto con un costruttore è stimolante! Non mi era mai capitato e sono curioso di capire cosa proverò. Sicuramente sarà fichissimo!”.

Pensi che la KTM sia adatta al tuo stile di guida?
“Penso che un pilota davvero forte debba adattarsi a tutte le moto. Da quello che vedo in pista, la KTM ha un pizzico di motore in più della Honda, che guadagna il terreno perso in curva. Detto questo, ci sono piloti che vanno forte con la KTM e piloti che vanno forte con la Honda, pertanto, alla fine, entrambe le moto sono competitive. Non c’è un punto della pista dove una moto è notevolmente migliore dell’altra. I piloti forti vanno incontro alle esigenze della moto e fanno la differenza con quella moto, indipendentemente dalla marca”.

Conosci già la squadra con cui lavorerai?
“No. Conosco qualche ragazzo del team Ajo ma non so chi ci sarà l’anno prossimo. Lo scoprirò alla fine del 2016, quando proverò la moto e conoscerò il mio team”.

Fino ad oggi il tuo rendimento è stato altalenante e questo non ti ha permesso di lottare per il titolo iridiato. Per quale motivo quando inizi male un weekend di gara difficilmente riesci a trovare la competitività? Dipende da te o da fattori tecnici?
“Entrambe le cose. Io devo sicuramente migliorare, però credo di avere bisogno di qualcuno in grado di aiutarmi a migliorare, qualcuno che sappia spiegarmi dove sbaglio e come posso evitare di sbagliare. Il team Ongetta Rivacold mi ha aiutato molto. Insieme abbiamo trovato il sistema per essere competitivi. Poi, purtroppo, mi sono infortunato. Certamente mi manca ancora qualcosa per arrivare al top e spero che il team Ajo mi aiuti a fare un ulteriore salto di qualità”.

Tu, come altri piloti, sei migliorato dopo essere entrato a fare parte della VR46 Riders Academy. Perché?
“Sicuramente avere la possibilità di allenarsi insieme a Valentino Rossi mi ha stimolato e mia permesso di migliorare anche la mia tecnica, però credo che il segreto della VR46 Riders Academy sia un altro. In passato, quando mi allenavo, dovevo trovare gli stimoli e gli obiettivi dentro di me e non sempre è semplice riuscirci. Oggi, invece, alla VR46 Riders Academy mi alleno con tanti piloti di alto livello, alcuni dei quali sono i miei avversari nel mondiale. Quando prendo la paga in allenamento torno a casa e penso a come migliorare, a cosa cambiare per vincere la gara di allenamento del giorno dopo. Sono stimolato continuamente a fare di più e questo mi permette di spingermi oltre il mio limite, perché la competitività che è dentro ogni pilota è alimentata sistematicamente. Inoltre, abbiamo la possibilità di allenarci al ranch e a Misano Adriatico, in strutture importanti. Non tutti hanno queste possibilità”.

Romano Fenati, pur essendo un pilota della VR46 Riders Academy, non faceva parte di questo sistema. Perché?
“Non lo so. Non conosco la sua situazione. Posso dirti che per un pilota la serenità è molto importante e magari lui, stando a casa sua, era sereno. Io ho la fortuna di abitare a pochi chilometri dalla sede della VR46 Riders Academy, quindi, di fatto, sto a casa mia. Non credo proprio che tutto quello che è accaduto tra Fenati e la VR46 Racing Academy dipenda dal fatto che Fenati non si allenava con noi”.

Qui potete leggere tutti i retroscena sul caso Fenati, collegato alla partenza di Antonelli dal team Ongetta Rivacold.

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