Tutto bello, pubblico record. Allora basta così?

Dopo il Nazioni dei record Franciacorta dice stop al Cross

Redazione

14.10.2009 ( Aggiornata il 14.10.2009 12:31 )

Abbiamo aspettato ventitrè anni, ma sembra ne sia valsa la pena. Non abbiamo vinto e nemmeno siamo saliti sul podio, ma la magica atmosfera del Nazioni in Italia si è fatta sentire eccome. Lasciando da parte i risultati sportivi, le imprese di David Philippaerts e le sfortune di Guarneri prima e Cairoli poi, il pubblico non si è certo annoiato. Adesso resta aperta la questione della pista. Sì perché se da una parte Youthstrem e DBO hanno vinto la loro personale scommessa, Ettore Bonara proprietario del circuito di Franciacorta ha manifestato chiare perplessità sul futuro crossistico del suo impianto. Facciamo un piccolo passo indietro: il venerdì precedente la gara, Giuseppe Luongo in una infuocata conferenza stampa è stato un fiume in piena. Il presidente di Youthstream forte dei numeri delle prevendite e dei tempi rispettati sulla scommessa di portare la gara più importante dell’anno su un circuito che sei mesi fa nemmeno esisteva, manifesta a chiare parole il successo di un’edizione pronta a battere ogni record. A chi lo ha accusato risponde in modo esplicito: "Lavoro da 25 anni nel Motocross, dicono che ho ucciso lo sport del Motocross, ma voglio dire che il Cross adesso, nonostante la crisi, è più forte che mai. Come importanza, come crescita e come iscritti per il 2010. Su Franciacorta abbiamo fatto una scommessa e la stiamo vincendo… Se è così spero di continuare ad “uccidere” il Cross". Alle parole di Luongo si sono poi aggiunti i lusinghieri commenti di Wolfang Srb responsabile della Federazione Internazionale e un testimonial di eccezione come Ricky Johnson. Tutto bene quindi. Invece no. L’atteso annuncio di una data di un Gp mondiale il prossimo settembre, non arriva e i rapporti fra gli organizzatori ed Ettore Bonara si sono raffreddati. A questo punto la questione sembra chiusa. Da una parte i numeri con un record di spettatori e una cornice che in Italia non si era mai vista, dall’altra la volontà del proprietario di casa che adesso sembra che di Cross non voglia più sentir parlare. Eppure lo spettacolo c’è stato, le gare sono state avvincenti e paradossalmente il pubblico avrebbe potuto essere ancora maggiore e magari con una visuale ancora più ampia e confortato da una logistica migliore. Insomma, dopo aver visto il tracciato di Franciacorta sarebbe un peccato non “sfruttarlo” più. Certo è che, manifestazioni come il Nazioni non possono che andare nuovamente in luoghi logisticamente adatti e quindi in circuiti stradali permanenti dove già esistono strutture adatte ad accogliere un volume logistico impressionante. Come già vediamo da anni a Donington, Zolder o Spa. L’ampliamento e i grandi lavori fatti al Franciacorta sono stati fatti in prospettiva futura e non crediamo solo per una manifestazione occasionale. Non vogliamo aspettare altri 23 anni: gli appassionati accorsi a Franciacorta da tutta Italia dall’Europa non se lo meritano. Per il Cross italiano è stata una sferzata con la quale tutto l’ambiente deve fare i conti. Crescere o restare dove siamo? La nostra nazionale ha dimostrato di essere fra le grandi. Lo è anche il nostro Paese?

Cosa ne pensate?

Giulio Gori


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