Rossi (Antonio) dall’acqua alle due ruote: “Motocross? Scuola di vita”

Rossi (Antonio) dall’acqua alle due ruote: “Motocross? Scuola di vita”

Per conoscere la realtà lombarda del motocross abbiamo intervistato Antonio Rossi, ex-olimpionico di canoa ed ora assessore allo Sport e Politiche per i Giovani alla Regione Lombardia 

Giovanna Guiso

21.02.2018 10:48

Classe 1968, Antonio Rossi è un vero sportivo. Basta leggere il suo palmarès per rendersi conto che quando parla di sport sa quello che dice: campione olimpionico, mondiale ed europeo di Canoa Kayak, ha conquistato un bronzo alle Olimpiadi di Barcellona (1992), due ori alle Olimpiadi d’Atlanta (1996), un oro alle Olimpiadi di Sydney (2000), un argento alle Olimpiadi di Atene (2004), tre medaglie d'oro ai Campionati del Mondo. È un grande appassionato di moto. Dal 2013, anno della sua nomina nella giunta regionale, ha organizzato in collaborazione con la FMI Lombardia, numerose manifestazioni e incontri sul motociclismo. Da anni ha un filo diretto con il presidente FMI Lombardia Ivan Bidorini il quale lo tiene informato su tutto ciò che riguarda lo sport motociclistico in Lombardia.

- Assessore Rossi che diffusione ha il motocross, oggi, in Lombardia?
«Ci sono campi da motocross regolarmente omologati dalla FMI in quasi tutte le province: sono 16 di cui 3 a Ottobiano (Pv)».

- Quanti appassionati hanno gareggiato o si sono allenati su queste piste?
«Nel 2017, le gare del Campionato Regionale hanno accolto 2400 partecipanti e almeno altri 30.000 licenziati FMI (dato approssimativo) hanno svolto sedute di allenamento personale».

- Le piste di motocross sono tutte omologate FMI? 
«Le piste dove si svolgono campionati regionali FMI sono omologate FMI. Le piste che non hanno omologazione FMI non ospitano gare del campionato FMI».

- Prevede per il futuro un potenziamento del numero di crossodromi in questa regione? 
«Nei prossimi anni ci dovrebbero essere almeno altri due campi omologati: uno è in dirittura di arrivo a Castrezzato (Bs), all’interno dell’omonimo circuito di velocità».

- Piloti e ufficiali di percorso sono sufficientemente preparati a prevenire i possibili incidenti in gara e negli allenamenti?
«Da anni FMI organizza corsi per preparare gli ufficiali di percorso: ne certifica l’idoneità anche sotto il profilo della sicurezza obbligandoli a indossare caschetti, occhiali, guanti protettivi e scarponi da trekking».

- Esiste un numero sufficiente di protezioni sulle piste? La tecnologia aiuta...
«Tutte quelle prescritte dalla FMI. Siamo attenti alle tecnologie che aumentano la sicurezza sulle piste, per verificarne l’idoneità e prevederne l’applicazione».

- Come pensa di attirare i giovani verso questo sport? 
«Credo che il motocross possa essere una sorta di scuola per i nostri giovani. Non mi limito solo alla scuola guida, al fatto di imparare a guidare una moto, ma anche una scuola di vita. In questa legislatura come Regione Lombardia tramite il mio assessorato ha lavorato molto con FMI Lombardia organizzando eventi e incontri sul tema ‘moto’. Uno degli ultimi è stata la giornata dedicata al freestyle dove la piazza antistante al palazzo della Regione è diventata palcoscenico di uno spettacolo davvero unico e che solitamente vede le moto volteggiare al di fuori delle città. Lo scopo è stato proprio quello di promuovere gli sport motoristici rivolti ai più giovani e ai disabili, protagonisti della "mototerapia", che sotto la supervisione degli istruttori FMI hanno potuto cimentarsi sulle minimoto».

- Come intende sostenere le associazioni sportive lombarde che preparano i campioni di domani?
«Le associazioni sportive sono fondamentali. Durante questi cinque anni di legislatura è stato fatto molto per l’associazionismo sportivo, il vero motore dello sport di base, alimentato dalla passione dei dirigenti e dei volontari che gestiscono le società, ma che ha bisogno di continue risorse. 13 milioni di euro sono stati destinati allo sport di base con un risultato di un aumento del 67% del numero delle associazioni e un aumento del 32% del numero di manifestazioni sportive sostenute dal mio assessorato dall’inizio legislatura. A questo aggiungo i 19 milioni destinati all’impiantistica sportiva per la riqualificazione e la realizzazione di impianti sportivi. E non tralascio di certo le oltre 20mila famiglie raggiunte con la Dote Sport e le oltre 4mila classi delle scuole primarie coinvolte nel progetto regionale di educazione motoria».

- Lei è un grande appassionato di moto: quale genere preferisce?
«La naked della Moto Guzzi».

- Quando ha avuto la sua prima moto?
«La prima moto è arrivata all’età di 16 anni: era una Moto Guzzi Stornello».

- Ha praticato lo sport motociclistico?
«La passione per le moto è forte. La moto è adrenalina ed emozione, ma il mio sport è sempre stato la canoa».

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