MXGP, da Rossi-Cairoli a Lorenzo-Herlings

MXGP, da Rossi-Cairoli a Lorenzo-Herlings

Il 2018 da dominatore è un'autentica dichiarazione d'intenti: come il maiorchino, anche l'olandese ha sconfitto il mostro sacro e può avviare una dinastia

18.09.2018 15:33

Sedici tappe vinte, comprese le ultime dodici a cui ha preso parte, 31 primi posti di manche con quattro secondi e un terzo. Il bilancio di Jeffrey Herlings in questo 2018 è semplicemente impressionante: l'olandese ha vinto a mani basse il titolo della MXGP, festeggiando nella sua Olanda, nel tempio di Assen, con una tappa d'anticipo: fra due settimane a Imola i giochi saranno già decisi. Herlings ha vinto il duello in casa KTM con il mostro sacro Tony Cairoli, riscrivendo una storia che in MotoGP si era vista ai tempi del Dream Team Yamaha con l'emergente Jorge Lorenzo a strappare lo scettro a un altro nove volte iridato, Valentino Rossi. 

Come in MotoGP: Complici gli infortuni di Rossi, nel 2010 Lorenzo ribaltò la gerarchia in casa Yamaha e da vice campione del Mondo divenne il primo spagnolo a conquistare il titolo in MotoGP. Herlings ha ottenuto lo stesso risultato: dopo la prova generale dello scorso anno, in cui chiuse secondo ma finì in crescendo, l'olandese si è preso la leadership della classe regina guidando con il proprio stile, in un modo così aggressivo da camminare sempre sul filo del rischio. Non a caso, prima della tappa di Ottobiano l'olandese si è rotto una clavicola in allenamento, ennesimo infortunio in una carriera costellata dalla velocità estrema e dai problemi fisici, senza i quali il ventiquattrenne avrebbe conquistato due titoli in più rispetto ai quattro effettivamente vinti. 

Vita spericolata: Guida aggressiva, forse spericolata, un concetto lontano dal Lorenzo di oggi, ma non da quello degli esordi in MotoGP. Quando il giovane sfidante e compagno di team di Rossi non lesinava i rischi: è sufficiente ripensare al 2008, quando Lorenzo prese il via in Cina con entrambe le caviglie rotte a causa del terribile volo in qualifica (e fu portato in griglia di partenza in braccio dai meccanici). A Barcellona saltò addirittura il GP per le conseguenze di una caduta nelle prove, mentre a Laguna Seca diede vita a un altro high side, al primo giro, e ricadendo rischiò di impuntarsi con la testa sull'asfalto, mentre sul contraccolpo si fratturò un piede. «Ho iniziato ad avere timore reverenziale della moto – disse dopo quella caduta – e ho paura di farmi male. A Barcellona, quando ho ripreso conoscenza dopo la caduta, non ricordavo nulla, in un primo momento avevo deciso di smettere di correre. Ero convinto che se avessi continuato forse sarei morto. Prima avevo troppa fiducia, ora ne ho troppo poca». Trovato il limite, Lorenzo ha conquistato tre titoli in MotoGP, due dei quali da compagno di Rossi, ed è stato l'unico a impedire a Marc Marquez di vincere il Mondiale della classe regina. Se anche Herlings dovesse trovare il limite senza perdere la propria velocità, il Motocross si troverebbe di fronte a una nuova dinastia. 

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