Suzuki, l’enigma continua

Suzuki, l’enigma continua

Senza supporto ufficiale il futuro del team è in dubbio. i piloti sono già in fuga

 

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18.10.2017 ( Aggiornata il 18.10.2017 12:24 )

Il rapporto tra Stefan Everts e Suzuki è iniziato nel 2016. Dopo appena due stagioni disputate, non si sa bene cosa succederà alla squadra belga nel 2018. Perché salvo improvvisi ripensamenti, sembra destinato a terminare l’impegno ufficiale della Suzuki nel mondiale Motocross.  
Si chiude, quindi, una storia lunghissima: Everts aveva acquisito la squadra da Sylvain Geboers, leggendario manager delle RM ufficiali sin dagli anni ‘80; dopo essere stato anche lui, pilota ufficiale della Suzuki. Questa squadra con sede in Belgio, e guidata quindi da stelle belghe del Cross, ha rappresentato la Suzuki nel Mondo per una trentina d’anni. E ora ci si domanda se Everts riuscirà a portare avanti un team praticamente privato, considerando l’enorme problema rappresentato dalla ricerca di sponsor disposti a suppprtare programmi di questo livello?  
 
L’INIZIO - Era la fine del 2006, quando Stefan Everts dopo aver vinto il decimo titolo iridato (il sesto di fila con la Yamaha), aveva appena conquistato anche entrambe le manche del suo ultimo Nazioni, a Matterley Basin (Gran Bretagna): nella press conference di fine giornata annunciò il suo passaggio alla KTM come team manager della squadra ufficiale nel Mondiale. Fu un annuncio che fece scalpore, e fu anche l’inizio della carriera di Everts come manager. Niente scrivania, ma tanto lavoro sul campo: a volte, anche in sella per i test. In quel ruolo Stefan Everts ha seguito piloti del calibro di Rattray, Musquin, Roczen e Herlings. E proprio il rapporto con Herlings ha forse indebolito il suo ruolo nella squadra KTM per la MX2 (dal 2010 il team MX1, poi MXGP, era gestito da Claudio De Carli). A fine 2014 Everts non era più a capo della MX2, ma aveva assunto un ruolo di “direttore” del settore Cross sempre per conto della KTM, con particolare attenzione alle giovani leve. Fu un ruolo di ripiego, infatti già a metà 2015 si iniziò ad accostare il suo nome alla Suzuki. E in novembre arrivò l’annuncio ufficiale: Everts, 42 anni, aveva raggiunto un accordo con Sylvain Geboers (lo storico manager Suzuki nel Cross andava in pensione) e rilevò il team ufficiale nel Mondiale. La squadra era diventata di sua proprietà. C’era anche una bella storia da celebrare: Stefan tornava in Suzuki a 25 anni dal 1991, anno del suo primo titolo mondiale, in sella alla RM 125. 
 
SOSTEGNO GIAP - Il team Suzuki nel 2016 aveva perso gli sponsor Rockstar e Teka, ma con il pieno appoggio della Suzuki, quindi con il sostegno dal Giappone, Stefan ingaggiò il neozelandese Ben Townley (iridato MX2 nel 2004) di ritorno dagli USA per sostituire Clement Desalle che era passato in Kawasaki. Al suo fianco Everts piazzò l’esperto belga Kevin Strijbos. C’era anche un giovane spilungone lituano, voluto da Everts: Arminas Jasikonis.  
La stagione non fu esaltante, alla fine il migliore fu Strijbos, undicesimo in classifica finale (assente in quattro GP per infortunio) e vincitore a Lommel; Townley dopo due infortuni interruppe la carriera: chiuse diciottesimo, con sette GP disputati. Jasikonis iniziò a fare esperienza e chiuse ventiquattresimo. Nella MX2, Jeremy Seewer divenne la rivelazione della stagione, ma Herlings si rivelò imbattibile.  
Everts ha continuato a sperare in un main sponsor che non è arrivato neanche per la stagione appena conclusa. Stefan aveva puntato su Strijbos e Jasikonis. Ma il primo si è infortunato e ha saltato ben otto GP (classificandosi quattordicesimo) mentre Jasikonis ha dato spettacolo ma ha raccolto soltanto un podio (con il terzo posto ad Agueda); in classifica ha chiuso tredicesimo. Nella MX2 è andata molto meglio, con Seewer che ha lottato per il titolo con Jonass, ma alla fine è stato secondo (con cinque vittorie di GP). Il nuovo arrivato, l’australiano Hunter Lawrence, è cresciuto molto nel corso della stagione al punto da vincere l’ultimo GP, in Francia; in classifica finale ha chiuso nono, con tre podi. Poi è stato il migliore della 250 al Nazioni.  
 
QUALCOSA DI BUONO C’E’ - Quindi le due stagioni di Stefan Everts alla guida del Team ufficiale Suzuki non sono state esaltanti, ma sono tutt’altro che negative: gli va dato merito di aver portato giovani di talento come Jasikonis e Lawrence, per esempio. In pista e nel paddock la squadra si è sempre presentata ad altissimo livello, e c’era un ottimo “progetto giovani” (vedi Zachary Pichon, il figlio di Mickael) seguito dal papà di Stefan, il leggendario Harry, da tutti riconosciuto come uno dei migliori preparatori al mondo (basta pensare alla carriera fatta da Stefan). Ora è difficile capire che ne sarà di questa squadra professionale, con una struttura importante e un bagaglio di esperienza invidiabile. In un primo momento sembrava certo che Everts potesse continuare, almeno in MXGP, gestendo il team senza l’appoggio ufficiale della casa (sempre la Suzuki), e forse c’è ancora una speranza che questo possa accadere. Ma al momento non c’è nessuna notizia da Lommel, dove il team ha la sua sede.  
Qualche notizia certa riguarda i piloti, cioè gli ex piloti del team di Everts: Jasikonis sembra destinato a salire su una Honda 450 (team Assomotor), mentre Lawrence ha annunciato un accordo con Geico Honda e sarà schierato nel nuovo team Honda (MX2) gestito da Livia Lancelot e supportato da Gariboldi. Il giovane Pichon dovrebbe essersi accasato in un team KTM.  
Per quanto riguarda Jeremy Seewer (vicecampione MX2 e destinato alla MXGP nel 2018 per limiti d’età) è in cerca di un team, anche se in tasca ha un contratto con Suzuki fino al 2019...

 

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